Ora e sempre: UNITA’.

Nel mio sussidiario di quinta elementare c’ erano pagine dedicate alle biografie dei  personaggi più illustri della storia e della scienza, fra questi ricordo che allora ammiravo molto Giuseppe Mazzini : vedevo in lui il rivoluzionario irriducibile che aveva infiammato i cuori di tanti giovani proponendo loro i suoi ideali.

Alle medie invece mi appassionò maggiormente la figura di Garibaldi:  lui, l’ eroe dei due mondi, era sempre alla testa dei suoi uomini, ne condivideva i pericoli e i disagi , mentre Mazzini mi appariva come colui che dice”armiamoci e partite!!”

Quando poi fui alle superiori, imparai ad apprezzare soprattutto il conte di Cavour e le sue capacità di statista e di “tessitore” di relazioni diplomatiche, che gli permisero di portare il piccolo Regno di Sardegna al tavolo dei “grandi” d’ Europa.  Fu allora che sentii per la prima volta accennare anche ai problemi dei decenni successivi all’ unità d’ Italia : quello che era stato definito sbrigativamente brigantaggio e che era stato stroncato con violenza ottusa era la comprensibile reazione a una politca coloniale messa in atto da politici miopi.

In seguito ho avuto l’ occasione di leggere, molti anni fa, un libro di uno storico inglese che poneva l’ accento sul sorgere e sull’ evoluzione del problema meridionale in Italia e mi ha fatto capire come lo stato italiano , dopo l’ unificazione , non ha mai avuto tra i suoi obiettivi la valorizzazione del Sud, che a poco a poco si è sempre più impoverito anche grazie a una classe dirigente meridionale che mirava a tenere in soggezione dei sudditi, piuttosto che a promuovere dei cittadini.

Solo ultimamente si è cominciato a parlare degli orrori che hanno accompagnato l’ unificazione: massacri di interi villaggi, campi di concentramento, vere e proprie azioni di guerra per reprimere ogni richiesta di maggiore giustizia.

Con tutto questo ,  a mio avviso l’ unità di questo nostro paese è pur sempre cosa buona, perchè solo unito può sperare di far sentire la sua voce in Europa e quindi nel mondo. Vogliamo darci una struttura federalista? Va bene; questa può essere l’ occasione per costringere tutti a una maggiore responsabilità nei confronti della “cosa pubblica”, ma se qualcuno mirasse a dividere noi Italiani in tante “tribù” contrapposte, farebbe la rovina  sia del nord che del sud.

Prima seduta del Parlamento italiano: 18 febbraio 1861.

Tricolore e Unità d’ Italia.

http://www.reggioemilia150.it/Sezione.jsp?titolo=7 gennaio – Il programma completo&idSezione=97

E’ con particolare soddisfazione che prendo nota degli avvenimenti di oggi a Reggio Emilia, mia terra d’ origine: il Presidente Napolitano sta presenziando alla celebrazione della nascita del tricolore , dando contemporaneamente inizio ai festeggiamenti del 150° anniversario dell’ unità d’ Italia.

Spero che questa ricorrenza serva a riscoprire il valore dell’ unità, anche se raggiunta con metodi spesso poco orodossi: l’ unità è un bene in sè specie oggi in un mondo in cui sono le aree continentali a competere a livello mondiale.

Io per parte mia non mancherò di sintonizzarmi su Rai Storia alle 12 per seguire il concerto da Reggio Emilia e spero che saremo in tanti davanti al teleschermo.

Il presepe vivente.

Sto riandando con la memoria a più di cinquant’ anni fa: allora per noi bambini il Natale non era il giorno dei doni, che infatti ci venivano regalati per S. Lucia; era però il giorno in cui la tradizione voleva si dovesse indossare qualcosa di nuovo, fosse anche solo una maglietta o un paio di calze. Ma il fascino della festa stava tutto nella sua preparazione: la novena del pomeriggio nella chiesa fredda, la preparazione dei cappelletti  e quella del presepe nelle case e quell’ anno, cui mi riferisco, anche la preparazione del presepe vivente, che coinvolse buona parte dei giovani della parrocchia.

Mia sorella di poco più grande di me, ma molto alta per la sua età, doveva fare S. Giuseppe, la sua amica L. dal viso dolcissimo, avrebbe fatto la Madonna e un bambino molto piccolo , biondo e roseo (era il figlio del casaro), doveva fare Gesù Bambino. Erano previsti i pastori e l’ arrivo in processione dei Magi. Credo che al centro del comitato- festa ci fossero le suore dell’ oratorio femminile.

Quel 6 gennaio infatti ricordo che partimmo tutti dall’ oratorio  facendo corteo ai magi vestiti con abiti luccicanti e corone improbabili . Quando arrivammo in chiesa , gremita di gente, mi colpirono le luci che illuminavano la navata principale; sulla balaustra erano posti dei bambini e delle bambine vestite da angioletti ; ai piedi della stessa balaustra c’ era la Sacra Famiglia: io stentavo a riconoscere mia sorella : le avevano scurito il viso , indossava un lungo mantello e teneva in mano un lungo bastone.

Ricordo che i canti accompagnati dall’ organoo creavano un’ atmosfera indimenticabile e io ammiravo con stupore la scena;  conservo la riproduzione di una vecchia foto di quell’ evento: essa ha sempre il potere di riportarmi indietro nel tempo.

Quando si specula sulla povertà…

Quando più di quarant’ anni fa sono arrivata qui in Brianza si era in un periodo di grande immigrazione dal sud e ricordo che alcuni miei alunni , arrivati di recente dalla Calabria o dalla Sicilia, abitavano in locali fatiscenti, in certi casi erano stalle sottratte da poco al loro uso originario e nemmeno ristrutturate,  altri occupavano un locale ricavato alla base di un’ antica torretta, che non aveva certo i carismi dell’ abitabilità.

Ricordo che sentivo una grande indignazione nel vedere dei bambini costretti a vivere in condizioni così miserabili e ancor più mi indignavo al pensiero che comunque c’ era qualcuno che si faceva pagare un affitto per quei rifugi che assomigliavano più a tane che a case.

Ora al posto degli immigrati meridionali ci sono gli immigrati extracomunitari e forse chi affitta loro le case non pone tutta l’ attenzione necessaria al buon funzionamento degli impianti e così accadono le tragedie, come quella nella quale un’ intera famiglia  (papà, mamma, due bambini di 3 e 4 anni e uno in arrivo) sono morti nel sonno per il cattivo funzionamento di una caldaia.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/01/06/news/la_famiglia_sterminata_dal_monossido_la_procura_indaga_il_padrone_di_casa-10898346/

Gli anni passano, ma non cambia il cinismo di chi specula sulla povertà…

Tre deliziosi monelli.

Ieri mattina, sono arrivati anche Elisa e Davide ( con i genitori naturalmente).

Elisa non pare aver risentito dell’ influenza , mentre Davide è apparso piuttosto magro e indebolito, forse perchè il malanno di stagione lo ha colpito in un momento di forte crescita: si è allungato di parecchio e i pantaloni sono tutti troppo corti. Elisa (8 anni) e Samuele (3 anni) da sempre si trovano benissimo insieme, perchè Elisa si diverte ad assecondarlo ; Davide (4 anni) invece sente istintivamente che Samuele mette a rischio la posizione di cocco piccolino cui è abituato e questo lo innervosisce. Per questo a volte si apparta e preferisce giocare da solo, allora però io cerco di mettermi vicino a lui e di stimolarlo a inserirsi nel gioco.  Per evitare discussioni e dispute Babbo Natale ha portato giochi il più possibile uguali, ma i due sono riusciti a litigare lo stesso.

Stamattina Samuele  continuava a salire e scendere le scale da solo con ai piedi solo le calzine, rischiando fortemente di scivolare, per questo la sua mamma stanca di ripetergli di smetterla lo ha sgridato e ha detto a Samuele che era un biricchino . Per rafforzare il concetto, ha invitato anche Davide a dire a Samuele la stessa cosa.

Davide non se lo è fatto ripetere due volte e ha detto ben chiaro :- Samuele, sei biricchino….- poi si è fermato un po’ e ha ripreso – sei anche uno sciocco e uno stupido..- e avrebbe continuato se la mamma di Samuele non gli avesse detto di non approfittare troppo della situazione.  :-)))

 A Davide non è parso vero di poter dare libero sfogo ai suoi sentimenti forzatamente repressi !!!