Il corpo e le donne.

http://www.repubblica.it/persone/2011/03/02/foto/l_abito_troppo_stretto_joan_collins_finisce_in_ospedale-13079866/1/?ref=HRESS-6

Joan Collins è finita all’ ospedale per aver indossato un vestito troppo stretto.

Avere 77 anni , avere tanti soldi , avere perciò la possibilità di vivere senza dover sottostare a condizionamenti di nessun genere e costringersi invece a vere e proprie  torture per nascondere e camuffare la propria età… Non lo posso capire.

Tutt’ altro discorso merita invece questa notizia : http://it.peacereporter.net/articolo/27036/Mauritania%2C+schiave+del+peso

In Mauritania le bambine vengono costrette a superalimentarsi, a costo di gravi rischi per la loro salute, perchè le convenzioni locali fanno sì che solo le donne grasse trovino marito.

Non c’ è tanto da scandalizzarsi : è solo l’ altra faccia della medaglia di ciò che succede qui da noi, dove le donne  devono essere magre  per poter  aspirare al successo e dove qualche chilo in più può portare le ragazzine ad affrontare diete drastiche che le condurranno all’ anoressia.

  Credo che sarebbe ora di stabilire che il valore e la dignità di una donna non dipendono dal suo peso   e solo le donne possono ribellarsi a questi condizionamenti e rivendicare il loro diritto alla salute prima di tutto e poi il loro diritto ad essere persone e non corpi.

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A Somasca.

Ieri ho visto, grazie a una mia cara amica, un angolo di Brianza che non conoscevo e che mi ha colpito per la sua bellezza e per la sua spiritualità. Siamo infatti andate a Somasca, un borgo appena sopra Lecco, dove ha svolto la sua attività negli ultimi anni di vita S. Girolamo Miani ( o Emiliani).

Si accede al santuario percorrendo una lunga scala le cui tappe sono segnate da cappelle con le rappresentazioni degli episodi più importanti della vita del santo. 

Man mano che si sale si allarga sempre più l’ occhio sul panorama sottostante: il lago di Garlate splende liscio sotto il sole pallido e lo sguardo può distendersi lungo il percorso dell’ Adda che proprio lì ricomincia il suo percorso verso il mare, dopo aver sostato nelle acque tranquille del lago.  Sulle rive si affollano borghi silenziosi, dalle viuzze strette che sfociano qua e là in piazzette minuscole, ma arricchite da chiese e monumenti di pregio. La gente che percorre quelle strade è particolarmente gioviale, non pare di essere in Brianza…!!

 Lungo la salita ti ritrovi sulla destra la montagna aspra , che mostra rocce grigiastre nude e ripide, ma rallegrate, ove la vita può attecchire, da ciuffi di viole e addirittura ulivi.

Arrivate al santuario ,( che sorge proprio come su un balcone che dà sul lago e sui luoghi manzoniani) il vento che pur spirava piacevolmente non bastava a spazzare via la foschia che velava il paesaggio.

 Lì abbiamo incontrato un personaggio che pareva sbucato fuori dalle pieghe del tempo: assomigliava più a un elfo o a un folletto benigno: era il sacerdote che gestisce il santuario.

La faccia abbronzata e dai lineamenti asciutti era sovrastata  da un grosso berrettaccio di lana, gli abiti erano poco curati, come quelli di uno che non ha nè mezzi nè modo di curarsi del suo look.  Su nostra richiesta ci ha raccontato questa storia: http://www.ilpuntostampa.info/2011/02/san-girolamo-emiliani-miani.html

Il suo eloquio sciolto, arguto  e quasi forbito contrastava incredibilmente con l’ impressione che ne avevo avuto in un primo momento.

Alla fine del racconto siamo ridiscese lentamente verso il paese. Ringrazio M. E. per avermi regalato un bellissimo pomeriggio.

Un buon incontro.

Dopo aver sbrigato una delle tante commissioni che mi hanno occupato in questi giorni, sono entrata in un supermercato che io frequento molto raramente. Stavo già per andare alla cassa, quando mi sono ricordata che mi mancava ancora qualcosa. Ritornando sui miei passi , vedo venirmi incontro una ex-collega che non vedevo da tantissimo tempo, anche lei (l’ ho saputo dopo) capitata casualmente in quel centro commerciale.

A parte l’ incedere un po’ più incerto, pare che per lei il tempo non passi : sempre perfettamente in ordine, un filo lieve di rossetto e solo poche rughe a sottolineare l’ espressione sorridente del volto.

Mi ha fatto piacere incontrarla e sentire il racconto dei suoi mille impegni per la valorizzazione del patrimonio culturale della zona. Era un’ apprezzatissima maestra e una collega preziosa per la grande esperienza,  per la preparazione  e per la dedizione con cui esercitava  la sua professione.

Sentire le sue parole di conforto e di sostegno mi ha fatto bene: grazie Bina!!

E se penso a quale insieme di casualità è stato dovuto il nostro incontro, mi vien da dire che Qualcuno ha guidato i nostri passi…