Meglio insieme.

Nei locali che fino a qualche anno fa ospitavano la scuola materna di Arcellasco, chiusa quando le suore che prima la gestivano se ne sono andate, comincerà a funzionare in questo mese di Aprile un centro di aiuto per le famiglie che si trovano a dover affrontare le difficoltà di convivere con il disagio psichico.

Lo Stato, con la legge Basaglia, ha giustamente chiuso i manicomi, veri lager in cui la dignità umana veniva calpestata e vilipesa, ma non ha poi messo a disposizione dei malati quei centri di supporto necessari per impedire che tutto il peso venisse scaricato sulle famiglie.

Ora la Caritas Ambrosiana in collaborazione con la Caritas del decanato di Erba e con il Centro di Ascolto di Erba, viene a colmare un vuoto.
Negli spazi messi a disposizione si potrà offrire alle persone con disagio psichico incontri , colloqui e momenti di condivisione per stabilire nuovi rapporti di relazione interpersonale, dando nello stesso tempo un po’ di sollievo alle famiglie. Vi saranno operatori sanitari e volontari con preparazione specifica.

L’ iniziativa , che va sotto il nome di “MEGLIO INSIEME” è lodevolissima, anche se mi pare un limite il fatto che funzioni solo per un pomeriggio alla settimana (martedì).; ma si può sperare che col tempo e dopo aver valutato le prime esperienze possa essere ampliata.

L’ ultimo articolo di Miriam Mafai.

Ultimo articolo di Miriam Mafai.

La scomparsa di Miriam Mafai, grande giornalista e donna coraggiosa, ha addolorato tutti: a mano a mano scompaiono le grandi personalità che hanno accompagnato il nascere di questa nostra Repubblica e si rischia di sentirsi orfani, disorientati e delusi. Certo chi si è battuto per avere uno stato democratico sognava qualcosa di meglio rispetto a come vediamo ridotto il nostro paese ora…
Fa comunque bene rileggere un articolo come quello linkato sopra. E’ l’ ultimo che Miriam Mafai ha scritto per il quotidiano “La Repubblica” nel febbraio scorso e rievoca un momento terribile della nostra storia, il primo dopoguerra, nel quale la fame e la miseria più nera costringevano la gente a vivere nelle grotte e i bambini rischiavano di morire di stenti.
Vi si parla di donne coraggiose e tenaci che riuscirono a salvare molti di quei bambini portandoli in Emilia, dove vennero accolti e nutriti da famiglie generose.

Non avevo mai saputo nulla di questi fatti, ma mi fa piacere ora parlarne perché testimoniano di quali grandi cose siamo stati capaci in passato e ciò ci dà la certezza che possiamo esserne capaci ancora oggi.

Un tunnel da rifare…

Tunnel Monza-Cinisello.

In questo articolo si parla del cantiere infinito che si incontra tra Monza e Cinisello Balsamo : i pendolari che percorrono quel tratto di strada sanno bene da quanti anni questi lavori condizionino la loro vita.
Sarebbe logico aspettarsi che arrivi presto la notizia della conclusione dei lavori e invece no: l’ articolo linkato sopra ci dice che c’ è tutto da rifare: il progetto era sbagliato, ma nessuno pagherà per questo, tranne le casse pubbliche che continueranno a versare milioni dei nostri soldi a chi ha già sbagliato la prima volta.
E’ un’ altra incredibile e sconfortante storia italiana….

Poesia di Aprile.

Ho ritrovato questa poesia di Garcia Lorca, che mi ronzava in testa da un po’ di tempo, ma non la ricordavo bene.

CANZONE D’ APRILE
uscita-scuola-bambini-586x380Escono allegri i bambini
dalla scuola,
lanciando nell’aria tiepida
d’aprile tenere canzoni.
Quanta allegria nel profondo
silenzio della stradina!
Un silenzio fatto a pezzi
da risa d’argento nuovo.

Questa poesia mi piace moltissimo: parla di bambini, di scuola, di allegria, di gioia di vivere che la primavera porta con sè, di un silenzio che le risate argentine fanno in mille pezzi: il silenzio è come una campana di vetro che avvolge il mondo intorno, ma arrivano i bambini, la campana si infrange e tutto riprende a vivere. Anche  i miei nipotini, quando arrivano qui, fanno a pezzi il silenzio di questa casa e le ridanno vita.

Umanità in rete.

La mail di un’ amica mi ha fatto ritornare in mente una cosa scritta tempo fa sul mio primo blog.

In rete scrivi, commenti,
vai da un blog all’ altro
discuti di politica, cronaca,
bambini;evochi ricordi di tempi passati.
Spesso ti chiedi chi ci sia
dietro quelle pagine virtuali,
ma poi basta una parola sfuggita
tra le tante che scorrono
e intravedi un’ umanità imprevista:
un amore finito e dolente,
un lavoro precario che rende
precaria anche l’ esistenza,
una donna che trepida
nell’attesa di una nuova vita,
una malattia angosciante
che rende incerto il futuro,
l’ amarezza di troppe delusioni
che tolgono la speranza,
vicende dolorose. che lacerano l’ anima..
Tante tensioni prendono forma
e si delineano lentamente
degli occhi, dei visi, delle mani
che tremano, sperano o pregano
e ti senti avvolgere da una calda umanità

Venerdì Santo.

Oggi , giorno della passione e morte di Gesù è per i cristiani un momento di riflessione profonda e di tristezza , ma anche di speranza.

Anche per i non credenti questo giorno dovrebbe ispirare fiducia nell’ umanità, perchè un uomo (visto che per loro Gesù è solo un uomo) ha scelto di morire pur di affermare l’ uguaglianza tra gli uomini e la necessità dell’ amore, come unica via di riscatto da un mondo di violenze.
La foto che ho scelto ritrae il Cireneo che aiuta Gesù a portare la croce : ognuno di noi ha una croce da portare , delle tribolazioni da superare : auguro a tutti di avere qualcuno con cui dividere i momenti più bui.

Il bambino e il cane.

Cerco di approfittare di ogni occasione per poter camminare a piedi e l’ altro giorno tornando dall’ UTE , ho visto una scenetta deliziosa, che mi ha costretto a sospendere per qualche minuto la mia passeggiata.

Una mamma portava a spasso un bebè col passeggino ed era accompagnata da un altro figlio, un maschietto di forse dieci anni dai capelli corti e ricci, che teneva in mano una pallina grossa come quelle da tennis.
Erano tutti e tre fermi davanti ad un cancello molto alto. che chiudeva un piccolo giardino nel quale si trovava un cane nero, con vaghe somiglianze con un pastore tedesco, ma era di taglia media; doveva essere un cucciolone perché era molto vivace e aveva il pelo lucente.
Il ragazzo a un certo punto lanciò in alto la pallina, che cadde oltre il cancello e il cane con una velocità incredibile corse a raccoglierla. Subito dopo si avvicinò al cancello e spinse la pallina oltre le sbarre per restituirla al bambino; dapprima l’ operazione non gli riuscì, ma lui col muso la spinse più volte, finchè la pallina non rotolò tra i piedi del bambino. Questi ripetè il gioco e ogni volta che il cane portava a termine la sua parte il ragazzo lodava la sua rapidità e la sua intelligenza. L’ animale si fermava come per ascoltare quelle parole affettuose e ne sembrava felice.
La loro intesa era perfetta, forse perché avevano la stessa voglia di divertirsi e la stessa gioia di vivere.

La Via Crucis di KODER.

All’ UTE di Erba don Ivano ci ha presentato a più riprese  e commentato alla sua solita maniera appassionata e coinvolgente, le immagini della Passione di Gesù dipinte da Sieger KODER. Ecco quanto ne avevo scritto .
Le figure sono tratteggiate in modo apparentemente rozzo, quasi naif, ma hanno una forza espressiva formidabile dovuta all’ uso dei colori, al tratto marcato che dà tragicità alle scene, all’ uso sapiente di simboli e alle inquadrature originalissime. Ecco ad esempio il quadro della condanna di Gesù:

condanna-di-gesu-di-koder

Gesù è certo il protagonista della scena, ma lo si vede solo di spalle perchè con la condanna lo si vorrebbe cancellare dalla storia. Il suo corpo poi appare deformato dalla sofferenza della flagellazione, ma le sue mani gigantesche, legate e insanguinate sono lì in primo piano.
Esse dominano la scena e risaltano confrontate con le piccole mani adunche del dottore della legge che stringono ipocritamente i rotoli delle Sacre Scritture, come a giustificare, con gli antichi precetti, il verdetto di condanna che hanno emesso.
Sulla stessa linea , a destra, si vedono le mani di Pilato, immerse nell’ acqua e da esse gronda già il sangue del Giusto di cui si vuole proclamare innocente, ma il suo volto quasi pietrificato ci dice quanto possa essere vile chi cela dietro i formalismi la propria indifferenza e il proprio opportunismo.

crocifissione-di-koder

Qui, nella scena della Crocifissione, la figura di Gesù non è proprio visibile, ma il pittore dipinge ciò che Lui sta vedendo mentre, sdraiato sulla croce, il soldato (di cui vediamo il braccio armato di martello e l’ elmo) gli inchioda le mani e i piedi. Gesù vede un cielo oscurato dall’ eclissi di sole (il sole è nero) e sopra di lui gli spettatori di quel momento tragico : ci sono uomini dal sorriso beffardo mentre dicono: – Ha salvato tanti, salvi se stesso ora!- Ci sono anche degli animali, ma questi sono inorriditi, come a dire che molto spesso le peggiori creature sono proprio gli uomini.
Guardando questo quadro lo spettatore è portato a identificarsi con quel Cristo che è sdraiato sulla Croce e che non si vede . Il pittore non mostra il sangue che scorre dal corpo di Gesù, ma è proprio questo che ci fa sentire lo strazio di quel momento: sembra quasi di udire un grido….

Suocere d’ Italia, uniamoci!

Uccisa con uno stiletto

Pare che l’ ispirazione sia stata presa da un libro di Ken Follet,dove una spia tedesca in territorio inglese uccideva le sue vittime con uno stiletto che infilava nel loro orecchio.
E’ successo a San Giuliano Milanese: una donna muore per strada apparentemente a causa di un malore, ma le successive indagini accertano che la donna è stata uccisa con uno stiletto che le ha trafitto il cuore.
Sotto indagine è ora l’ ex-marito, che la donna aveva denunciato per stalking.

E’ l’ ennesimo episodio di femminicidio: dall’ inizio dell’ anno una donna viene uccisa in Italia ogni due giorni. Se il fenomeno ha queste proporzioni credo debba scattare un allarme : nella nostra società c’è un cancro nascosto che viene passato quasi sotto silenzio, a parte alcuni casi che certi programmi televisivi privilegiano. Ma secondo me proprio parlando sempre dello stesso caso, come ha fatto ancora una volta ieri sera Vespa a ” Porta a Porta”, induce l’ opinione pubblica a credere che si tratti di un caso eccezionale. Invece si tratta di una strage nascosta che non è frutto della follia di un singolo, ma di un male sociale: troppi uomini credono ancora di avere il diritto di decidere se la loro compagna è degna di continuare a vivere oppure no.

E’ il retaggio di un’ antica mentalità che si scontra con il nuovo ruolo della donna nella società. Per questo credo che si debbano mobilitare tutti i mezzi di informazione per dare risalto a queste notizie, che invece rimangono molto spesso relegate nella cronaca locale.

Penso anche che le donne stesse possano fare molto in forma preventiva, educando prima i propri figli maschi al vero rispetto della dignità di ogni donna e al riconoscimento dei suoi diritti, e poi mettendo sotto la propria ala protettrice la propria nuora.

Può essere difficile nel caso in cui un matrimonio stia per esplodere o sia già naufragato, ma noi donne , noi suocere, dobbiamo ricordarci anche in quel momento che una donna non è una cosa che si compra con un contratto matrimoniale e proprio in quel momento dobbiamo allertarci per dire a nostro figlio che la sola forma di amore possibile è quella che desidera il bene dell’ altro anche quando questo comporta la pena di vederlo allontanarsi.
Mi piacerebbe lanciare l’ idea di questa rete di solidarietà tra suocera e nuora che poi è la solidarietà tra donne e basta: se tutte le suocere si mobilitassero in questo senso potremmo stare più tranquille anche riguardo alle nostre figlie e a noi stesse.