Speranza contagiosa.

Stamattina lezione alla Scuola di Italiano per stranieri.  Contrariamente a quanto accadeva da qualche tempo, il gruppetto era abbastanza numeroso, anche se composto per la maggior parte da persone che non avevano mai frequentato al mattino.

Vengono da Liberia, Moldavia, Algeria, Brasile, Romania. Sono tutti giovani e con tanta voglia di imparare. Una ragazza è qui da appena sette mesi, ma parla e legge benissimo l’ italiano, solo per averlo studiato assieme al figlio che frequenta le scuole. Una coppia di moldavi , entrambi laureati, si adatta qui a lavori non certo adeguati al proprio livello di preparazione:  il loro titolo qui non viene riconosciuto.

Una giovane mamma è arrivata con carrozzina e figlioletta al seguito e ogni tanto la attaccava al seno per allattarla. A un certo punto l’ ho presa io in braccio per consentire alla madre di scrivere un esercizio. Dopo un po’ si è giustamente ribellata, ma poi veniva (già cammina, la piccoletta!)a stuzzicarmi e a sorridermi per farmi capire che potevamo anche continuare sulla strada dell’ amicizia.

Ho imparato che in Moldavia si parla il rumeno e che il russo oggi si studia come seconda lingua.

Mi piace insegnare a questi ragazzi: si viene contagiati dalla speranza nel futuro che li ha spinti a venire qui.