Son passati 50 anni…

E’ una foto scattata forse qualche minuto prima dei tragici spari che uccisero John Fitzgerald Kennedy. Ricordo quel giorno, i notiziari che ritrasmettevano i filmati dell’ attentato e il senso di sgomento che mi prese .  Avevamo riposto tutti molte speranze in quel giovane presidente dall’ aria simpatica , che parlava di nuove frontiere; ci piaceva la sua elegantissima moglie e ci piacevano i suoi figli da copertina. In quel momento sembrò spezzarsi un sogno , sembrò crollare la speranza in un mondo meno ingabbiato nei due blocchi in cui era stato diviso dopo Yalta.

Col tempo abbiamo poi capito che quel giovane presidente non era così perfetto come ci era apparso, che la sua famiglia non era così unita come voleva apparire davanti alle telecamere, che si poteva pure pensare che fosse in qualche modo coinvolto nel “suicidio” della diva più ammirata di Hollywood . Così il ricordo di J.F.K si è un po’ appannato, offuscato come tanti sogni di gioventù.

Tra il dire e il fare….

Grillo o non Grillo?

I sondaggi a livello nazionale continuano ad accreditare il M5s di un ottimo 20% circa, ma nelle votazioni locali che si sono avute dopo il mese di febbraio i grillini hanno fatto registrare cali spaventosi di consensi.
L’ ultimo caso è quello della Basilicata : nelle elezioni di febbraio avevano avuto il 24% , nelle elezioni di qualche giorno fa non hanno raggiunto il 9%!!!! E la gente ha preferito non votare…..Pare che un dilaniante dilemma percorra il nostro paese dal Trentino alla basilicata: essere grillini o non essere grillini?
Se Grillo pensava di poter trarre vantaggi elettorali dallo sfascio ( da lui auspicato)  conseguente al patto mortale tra PD e PDL, credo abbia motivo di riflettere sulle sue scelte: evidentemente i suoi elettori sono rimasti delusi e non si fidano più del M5s al momento del voto, anche se continuano a vagheggiare in via teorica la rivoluzione promessa da Grillo ….E’ sempre vero l’ antico proverbio: tra il dire e il fare c’ è di mezzo il mare…ci si professa seguaci di Grillo ai sondaggisti, ma quanto a rivotarlo è un altro paio di maniche…..

Al museo del Duomo di Milano.

interno del museo

Oggi noi dell’ UTE siamo andati al Museo del Duomo di Milano riaperto recentemente nella sua nuova sede, sotto Palazzo Reale. Attraverso le numerose sale si può ripercorrere non solo la storia del Duomo , ma anche la storia dei luoghi di culto che sorgevano nello stesso luogo anche in epoca paleocristiana. Vi si possono ammirare arredi sacri antichissimi, un enorme crocifisso sbalzato in rame dorato, statue marmoree di varie

epoche, calchi e terrecotte che servivano da bozze per le statue che dovevano ornare il Duomo. Merita una menzione particolare il crocifisso che San Carlo Borromeo usava portare durante le processioni per le vie della città colpita dalla peste.

modello in legno del Duomo

Viva impressione ha suscitato in tutti noi il modello  del Duomo in legno , che non è proprio identico alla cattedrale , dato che è stato costruito secondo i canoni dello stile gotico, che fu poi abbandonato con San Carlo, visto che quello stile ricordava il nord-Europa divenuto protestante.

Lo sapevate? La ” Madunina” non è “tuta d’oro e piscinina” come dice la canzone di D’ Anzi. In una sala abbiamo potuto vedere l’ armatura in ferro (sostituita da una in acciaio) che sta dentro la statua alta circa 4 metri ; l’ esterno è fatto di rame dorato.

Il Duomo nella luce del crepuscolo

Siamo poi entrati in Duomo (naturalmente ci sono ancora cantieri aperti sia all’ esterno che all’ interno) e da lì siamo scesi negli scavi archeologici sottostanti al sagrato per vedere i resti dell’ antico Battistero ottagonale che sorgeva vicino all’altrettanto antica chiesa di Santa Tecla, che è servita probabilmente anche come fonte di materiali da costruzione per la nuova chiesa che stava sorgendo a poco a poco nel corso dei secoli.

La guida ci ha svelato l’ etimologia di un’ espressione che si usa ancora soprattutto nel linguaggio corrente : “a ufo”, cioè gratuitamente. Il materiale per la costruzione del Duomo arrivava a Milano su zattere che navigavano sui vari canali che arrivavano fino dentro  al cuore della città e su di esse veniva riportata la scritta “A.U.F” (Ad Usum Fabricae) che serviva  per l’ esenzione dalle tasse.

All’ uscita abbiamo potuto ammirare il Duomo nella luce del tramonto; non pioveva più ed è stato bello camminare adagio fino a Cadorna tra le vetrine già piene di addobbi natalizi.

 

Tra attualità e musica.

Oggi  lezione di diritto : le domande dei presenti hanno indotto il dr. Spagnuolo a cambiare programma ed è così che ci ha spiegato in modo chiaro e dettagliato il caso “decadenza sì-decadenza no” di Berlusconi e il caso del giorno “la ministra Cancellieri si deve dimettere?” Tutti i presenti hanno seguito con straordinario interesse la lezione, che nonostante fosse stata improvvisata è stata molto organica ed esaustiva con soddisfazione di tutti.

Subito dopo, con  la lezione di musica, la dr.sa Zapparoli ci ha fatto ascoltare le più famose arie che si cantavano nei locali di Monmartre e nei cabaret europei nel periodo sfavillante della Belle Époque. Il brano simbolo di quel tempo è il travolgente “Can-can” di Offenbach e ad ascoltarlo ritornano alla mente le scene dipinte dagli impressionisti: ballerine volteggianti, luci della ribalta, atmosfere fumose e forse forzatamente allegre.Abbiamo ascoltato brani meno noti che richiamavano alla mente certe romanze di operetta e anche quelli più conosciuti, che venivano cantati al “Salone Margherita” come “A francesa”, “Ninì Tirabusciò” o la dolcissima “A vucchella” , quest’ ultima interpretata dall’ indimenticabile voce di Pavarotti.

Oggi la sala non era molto affollata perchè il maltempo ha trattenuto a casa molti soci, ma credo che tutti i presenti abbiano canticchiato sottovoce  le belle melodie che ci sono state proposte.

 

Film all’ UTE: Jules et Jim.

Jules , austriaco, e Jim, francese, sono due giovani intellettuali che vivono a Parigi . Siamo nel 1907 in piena Belle Époque e tra i due giovani si stabilisce una forte amicizia sulla base di interessi culturali comuni: la passione per la letteratura, per l’ arte, per le amicizie femminili. Tra queste ecco apparire Catharine , una donna libera, spregiudicata, trasgressiva; i  due si lasciano un po’ tiranneggiare da lei, che diventa “il manovratore” delle loro vite. Catharine e Jules  si sposano , ma scoppia la Grande Guerra e i tre si ritrovano lontani, ma comunque vicini sentimentalmente anche se su fronti opposti. Alla fine della guerra, la giovane coppia con la bambina che è nata dal loro matrimonio si trasferisce sulle sponde del Reno, ma i tre  riescono a ritrovarsi e Jules dice all’ amico che il suo matrimonio è in crisi, che  ha paura di perdere la moglie, perciò gli chiede di diventarne l’ amante , così lei non fuggirà. Ma Jim ha già un’ altra donna , che non riesce a lasciare e Catharine si vendicherà portandolo  con sè per un ultimo viaggio in automobile che terminerà in fondo al fiume.

Truffaut ha voluto ritrarre un’ umanità disorientata dall’abbandono dei valori tradizionali, ai quali ha sostituito il senso estetico e l’ edonismo esasperato. Ci sono qua e là particolari che ricordano la Montmarte di quei tempi: il ristorante “La Galette” dove si ritrovavano gli artisti , si vede il quadro in cui Picasso si autoritrae nelle vesti di un pagliaccio insieme alla sua compagna, si vede anche un manifesto di Toulouse Lautrec.

A parte il valore artistico del film (la bella fotografia in bianco e nero, le tecniche di ripresa di grande effetto), io non posso perdonare a Truffaut il fatto di aver riempito il racconto di donne negative, in balia dei  propri capricci ; l’ unica che pare sapere cosa vuole dalla vita è la povera Gilberte, che perdona a Jim i suoi tradimenti e i suoi abbandoni pur di stargli vicino. Gli uomini appaiono quasi privi di volontà propria, come stregati dalla bella e intrigante Catharine, interpretata da una Jeanne Moreau nel pieno del suo splendore.

E’ lei ad un certo punto a cantare una deliziosa canzoncina che potrete riascoltare cliccando QUI.

Burocrazia: un modo per negare i tuoi diritti.

Quando la burocrazia ti schiaccia.

Sono abbastanza vecchia da ricordare quando noi statali avevamo come istituto previdenziale l’ ENPAS,  che, pur operando le normali trattenute sugli stipendi, non ci assicurava però l’ assistenza sanitaria diretta. Dovevamo infatti pagare prima di tasca nostra medicine, esami clinici e visite mediche (solo i ricoveri ospedalieri erano pagati direttamente dall’ ente) e poi dovevamo raccogliere la documentazione, allegarla a una domanda e spedire il tutto tramite raccomandata con A.R. e aspettare a tempo indefinio che la pratica arrivasse a buon fine.  A noi in famiglia (era il periodo in cui avevo due bambine piccole) non è mai riuscito di espletare nei tempi previsti le varie formalità (e francamente, vista la laboriosità, dopo un paio di tentativi ci avevamo proprio rinunciato) così tutte le spese mediche restavano sempre a nostro carico.

Questa tecnica di dissuasione dal chiedere rimborsi e risarcimenti pare oggi sia stata fatta propria da certe compagnia assicurative on line, che ti coprono in caso tu abbia causato danni a terzi, ma, se sei tu il danneggiato, ti abbandonano in balia della più feroce e ottusa burocrazia.

Questo è quello che sta capitando a una persona di famiglia: nel corso di un incidente fra due auto,  una va a fracassare la sua parcheggiata e tranquillamente in attesa del proprietario. Conseguenze: macchina da buttare e assicurazione che se ne lava le mani perchè sei tu che devi istruire tutta la pratica per la richiesta del risarcimento. Davanti alla difficoltà di procurarsi i numerosi documenti richiesti, molti si scoraggiano e rinunciano a chiedere sia i rimborsi delle spese sostenute sia il risarcimento dei danni . Naturalmente a pigliarla in saccoccia è l’ assicurato e l’ assicurazione elimina un sacco di lavoro e quindi può assumere meno personale.

A me sembrava molto strano qualche tempo fa che i prezzi  delle assicurazioni on line potessero essere così bassi e non nascondessero qualche insidia……ora il mistero è del tutto chiarito.

 

Poesia: Canzone d’ autunno.

Chanson d’automne.

 Les sanglots longs
Des violons
De l’automne
Blessent mon coeur
D’une langueur
Monotone.

 Tout suffocant
Et blême, quand
Sonne l’heure,
Je me souviens
Des jours anciens
Et je pleure,

 Et je m’en vais
Au vent mauvais
Qui m’emporte
Deçà, delà,
Pareil à la
Feuille morte.

Paul Verlaine : Canzone d’ autunno. (traduzione)

I singhiozzi lunghi dei violini  dell’ autunno mi feriscono il cuore con un languore monotono. Affannato e pallido quando suona l’ ora, io mi ricordo dei giorni passati e piango. E me ne vado nel vento maligno che mi trascina qua e là come una foglia morta.

                                                   &&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&

Quanta tristezza traspare da questa poesia! ma la musicalità dei versi, me l’ ha resa indimenticabile e fa sì che assomigli a una canzone  più che a una poesia, proprio come dice il titolo.

UTE: arte: Montmartre e Montparnasse: la favola di Parigi all’ inizio del novecento.

Corot: Il mulino di Montmartre.

Montmartre:Il nome della località deriva forse dal latino e potrebbe significare o “Monte di Marte” o più probabilmente “Monte dei Martiri” , perchè lì fu martirizzato Saint Dénis,  il primo vescovo del luogo. Era uno sconosciuto quartiere di periferia, che non faceva parte della città di Parigi, quindi si pagavano meno tasse e gli artisti squattrinati vi potevano trovare appartamenti a buon mercato. Le case degne di questo nome erano ben poche, mentre molte erano le baracche .

Dégas: La Galette

Molti furono gli artisti che abitarono a Montmartre:  Corot, Rénoir, Dégas, Van Gogh, Toulouse Lautrec, Utrillo e Picasso solo per nominare i più conosciuti.

Essi dipingono i paesaggi circostanti e i personaggi che popolano quel quartiere in cui si mescola un’ umanità variegata e spesso ai margini della società.

Corot  dipinge  Montmartre a metà dell’ 800 e vi si vede un mulino a vento e poi la campagna (da sottolineare che solo in quell’ epoca si cominciò a dipingere all’ aperto – en plein air , come dicono i Francesi – perché erano stati inventati i colori in tubetto e quindi non si era costretti a rimanere nei propri laboratori a pestare  e mischiare sostanze coloranti diverse).

Nel 1870, dopo la sconfitta di Sédan contro i Prussiani, si comincia la costruzione della basilica del Sacro Cuore, in cima alla collina, per ricordare i caduti in quella guerra disastrosa, però essa fu terminata solo nel 1914 e inaugurata poi nel 1919, al termine della Grande Guerra (con la soddisfazione di aver battuto i tedeschi).

Toulouse Lautrec: ballo al Moulin Rouge

Con la venuta degli artisti, si cominciano ad aprire ristoranti, trattorie e luoghi di divertimento che nei fine settimana attirano anche i cittadini della vicina Parigi.

Uno dei ristoranti più famosi fu il “Moulin de la Galette” un antico mulino , frequentato per lo più da persone di basso rango; poi fu aperto nel 1889 il “Moulin Rouge” che era solo un finto mulino e nel quale non si mangiava soltanto, ma si poteva assistere a spettacoli frizzanti che culminavano con il ballo del “can can”: qui la clientela era più ricca e raffinata. Vi lavorarono soubrette molto famose , come la Goulue e Jane Avril.

Picasso si autoritrae nei panni di un clown; l' abbigliamento stride con la tristezza dei volti

Altro luogo molto frequentato dagli artisti era il “Circo Medrano”, ma anche il “Lapin agile”, che diventa un vero e proprio circolo culturale, o “Le chat noir” o il “Cabaret Mirliton”.

Toulouse Lautrec, che aveva “copiato” da Degas il modo di inquadrare il soggetto alla maniera dei fotografi, preparava i manifesti per questi locali e i suoi soggetti abituali erano perciò i protagonisti degli spettacoli che vi si svolgevano

 

Ascoltando la radio.

Le mattine in cui resto in casa, mi piace ascoltare la  radio mentre mi occupo delle faccende domestiche. La radio è una compagna discreta, che ti lascia la libertà di fare ciò che ti necessita senza pretendere di tenerti inchiodata nelle sue vicinanze, come fa invece la TV. Da qualche tempo c’ è per me un’ attrattiva in più nelle mattinate radiofoniche: il noto giornalista Giovanni Minoli , sfrattato dalla TV pubblica, prima intervista i protagonisti dell’ attualità, poi ripresenta i personaggi più significativi della nostra storia repubblicana attingendo al vasto repertorio da lui accumulato in tanti anni di gloriosa carriera giornalistica. Qualche giorno fa ha riproposto un bel ritratto del “sindaco santo” di Firenze: Giorgio La Pira. Quelle che seguono sono sue parole pronunciate quando dovette giustificare la requisizione di case sfitte per alloggiare degli sfrattati:

« Ebbene, signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia!

Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.). È il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città -e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina- dalla mia coscienza di cristiano: c’è qui in giuoco la sostanza stessa della grazia e dell’Evangelo! Se c’è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano in ispecie non c’è! »

Sono parole che vorremmo sentir pronunciare ancora oggi dai nostri politici. La sua azione non si limitò ai confini della sua città adottiva (lui era siciliano), ma si estese in campo internazionale cercando di promuovere azioni per porre fine alla guerra in Vietnam, per promuovere la pace ad ogni livello e soprattutto per costruire rapporti di amicizia e di collaborazione fra tutti i paesi mediterranei.

Chi volesse saperne di più può leggere QUI e credo che ne valga la pena per  ricordarci che la politica non è necessariamente “sporca”, come purtroppo siamo indotti a pensare ai nostri giorni.

Salvate la Terra!

Temperature sempre più calde.

Leggere questi articoli in questi giorni fa venire una gran paura……Il livello dei mari  si innalza sempre più rapidamente per  i ghiacciai dei poli  che si sciolgono; Il più grande Oceano della Terra è diventato un’ immensa discarica priva di qualsiasi forma di vita a causa della  pesca selvaggia; il polmone della Terra  viene aggredito sempre di più dalla deforestazione dissennata…..
Ce n’ è abbastanza per pronosticare un avvenire molto triste per questo nostro pianeta e per i suoi abitanti . A Varsava si sta discutendo dei cambiamenti climatici e delle risoluzioni da assumere per fermare questa corsa vertiginosa verso il disastro ambientale più totale. Spero che tutti i partecipanti a quel Congresso siano informati della situazione reale in cui versa i Pianeta.