UTE : economia e poesia dialettale.

ECONOMIA (docente M. Benedetti) :  I primi economisti, l’ italiano Genovesi e l’ anglosassone Adam Smith, avevano delineato un’ economia tesa allo sviluppo dell’ uguaglianza e alla solidarietà tra individui e comunità.

Col tempo l’ economia ha però perso questa connotazione umanistica e prova ne sono le disuguaglianze e le distorsioni acuite dalla lunga devastante crisi , che ancora stiamo vivendo; questo fa ritenere indispensabile un ritorno alla concezione originaria dell’ economia.

Ci sono ancora molti paesi, tra i più poveri al mondo, in cui l’ agricoltura rappresenta ancora una parte preponderante del PIl nazionale, , ma in alcuni di essi (Sudan , Burkina Faso,…) lo sviluppo dell’ agricoltura ha consentito un miglioramento sensibile dell’ aspettativa di vita.  Ci sono ancora nel mondo 800 milioni di persone malnutrite e il dato, pur in calo, è certamente scandaloso.

La situazione è sensibilmente migliorata nel Centro e Sud America; non è così in Africa, specialmente nella zona sub-sahariana e in alcune zone dell’ Asia.  La Cina è il più grande importatore di cibo; l’ Italia fa registrare un pareggio tra importazioni ed esportazioni di cibo.

E’ in costante aumento la popolazione sovrappeso o obesa, sia nei paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo e il dato più preoccupante è l’ obesità infantile . In concomitanza con l’ EXPO 2015, si sta lavorando alla stesura della cosiddetta Carta di Milano : un tentativo di affrontare il problema della nutrizione tenendo presente l’ esigenza della salubrità e della sostenibilità del cibo.

Alla Bicocca a febbraio si sono riuniti 500 esperti, che hanno messo in comune le loro esperienze e hanno dato il via a 42 tavoli tematici ordinati in tre filoni principali:

– sviluppo sostenibile – antropologia (educazione alimentare, ruolo delle donne , lotta allo spreco…) – agricoltura e alimentazione (uso delle sostanze chimiche – innovazioni tecnologiche – lotta alla contraffazione..)

Nell’ ambito della collaborazione tra nord e sud del mondo   si aprono molte possibilità e il nostro docente  ha citato l’ esempio di un’ organizzazione lecchese che , puntando sulla coltivazione del riso, ha favorito il ritorno in patria di molti cittadini del Burkina Faso ).

Ha concluso la lezione ( come estremamente chiara e documentatissima) la lettura di uno scritto di Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, che ricordava come veniva fatto il ragù in casa sua e come il cibo abbia un potere di unificazione di culture e di mondi diversi.

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POESIA  dialettale  (docenti : E. Ghioni e F. Gottardi)

Il poeta erbese proposto è Alberto Airoldi (1893 – 1977), grande uomo di cultura e grande organizzatore di eventi culturali. Ebbe molti interessi ed ebbe anche l’abilità di coniugarli con la sua attività lavorativa. Realizzò varie opere : ricostruì il teatro all’ aperto Licinium nel quale recitarono le più famose compagnie nazionali tra le due guerre e nel secondo dopoguerra, organizzò gare ippiche nell’ ippodromo cittadino, scrisse guide turistiche , fondò la casa discografica Durium…

Fu il primo a poetare in dialetto brianzolo , nel quale egli identificava la sua terra e le tradizioni locali (lui, milanese di nascita, aveva scelto di vivere a Erba).

Ecco alcuni versi che sono riuscita a rintracciare in rete :

Al sent d’erba e da lagh ol mè brianzoeu

d’ombria e da làor, da quand pioeuv sui strad:
e par c’al sona da muggiad da boeu
e da carett ca solta in sui risciad.

Primo giorno di primavera.

E’ il primo giorno di primavera , giorno dedicato ai bambini affetti dal morbo di Down, ed è anche il giorno in cui il FAI invita tutti a visitare i luoghi d’ arte vicino a casa. La primavera da sempre ha un significato di rinnovamento, di ripartenza e come tale porta con sé tante  speranze. E’ un momento magico che ha ispirato molti poeti  ed è certo per questo che è anche il giorno della poesia.  Copio e incollo qui una parte de “Il Passero Solitario” di Leopardi , che forse meglio di tutti ha saputo esprimere tutta la bellezza della primavera….

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Primavera d’intorno

brilla nell’ aria

e per li campi esulta,
si’ ch’ a mirarla intenerisce il core
odi greggi belar, muggire armenti
e gli altri augelli contenti
a gara insieme,
per lo libero ciel
fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore

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Scioglimento dei ghiacci e “Scala Mercalli”

Uno dei “sintomi” più appariscenti di cambiamenti climatici in corso è lo scioglimento dei ghiacci polari , che da quando vengono monitorati sono diminuiti del 65%. Questo fatto, causato dall’ effetto serra, causa a sua volta l’ innalzamento del livello degli oceani ed è così che nell’ Oceano Indiano si assiste alla scomparsa di numerose isole. Molte città costiere potrebbero a breve venire sommerse in parte  o anche totalmente, con conseguenze inimmaginabili sul fronte delle migrazioni dei popoli .

Questo ed altri problemi vengono affrontati il sabato sera su Rai3, dopo la trasmissione di Fazio, nel nuovo programma “SCALA MERCALLI”. In essa il conduttore , Mercalli appunto, propone filmati  che documentano lo stato di salute del nostro pianeta, con un’ ottica che oserei definire “olistica”, perchè tiene sempre presente tutte le relazioni che legano insieme i vari fenomeni.

Se perciò pensate di poter rinunciare alle evoluzioni su ghiaccio di Rai1 o ai vari film proposti sui vari canali, sintonizzatevi su Rai3 e avrete la possibilità di accedere a informazioni che tutti dovremmo tenere ben presenti se vogliamo che anche per i nostri nipoti la Terra continui ad essere una stupenda “zattera” che vaga nell’ Universo, portando con sè la vita…..

 

O mein papà…

Oggi è la festa del papà e  a tutti i papà che conosco e anche a quelli che non conosco, dedico una vecchia canzone.  Ce ne sono molte versioni su You tube, ma quella che mi pare meno sdolcinata è quella che copio qui di seguito.

Mi ritorna in mente  un vecchio ricordo di scuola, quando alla cena di congedo dai professori , prima del diploma, cantammo questa canzone al nostro prof di religione, don Mussini, che era stato per noi come un secondo papà : si può essere padri e madri anche senza generare biologicamente, ma prendendosi cura di figli di altri come se fossero propri.

Non voglio comunque dimenticare che oggi è S. Giuseppe e quindi: -Auguri  a tutti i Giuseppe e a tutti i papà !

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Testo:

O mein papà, sei l’uomo più adorabile.
O mein papà, sei l’uomo più sincero,
O mein papà, sei tanto caro e amabile,
e nel tuo cuor c’è solo la bontà.
           Degli occhi tuoi gli sguardi m’accarezzano perché,
           Io so, per te son bimba(o) ancora.
O mein papà, fratello e amico unico,
O mein papà, sei tutta la mia vita.
E se l’amor potesse far miracoli,
vorrei tornar bambina(o) insieme a te.
O mein papà, o mein papà, o mein papà!

 

 

“Fuga dal campo 14”

nordcoreaQuanto sono durati i lager nazisti?  Non lo so di preciso, ma credo che il loro orrore abbia fatto vergognare il pianeta per pochi anni (tre/ cinque) e giustamente ancora oggi ricordiamo ogni anno le vittime di quella stupida follia disumana.

Ci sono altri campi di concentramento in una parte del mondo che durano da cinquant’ anni, senza che nessuno ne parli, senza che nessuno alzi la voce in difesa dei diritti di centinaia di migliaia di persone che spesso non hanno commesso altro crimine che essere nati da genitori ostili al regime dittatoriale che governa il paese. Sono campi grandi quanto la città di Los Angeles e al loro interno ogni abuso sui detenuti/schiavi è possibile: dalle percosse immotivate, alla privazione del cibo (la fame è la tortura di ogni giorno), agli accoppiamenti imposti per generare altri schiavi, ai lavori forzati, a ogni sorta di torture inimmaginabili.  La delazione viene premiata con la concessione di razioni più abbondanti o lavori meno gravosi

Tutto questo  accade in Corea del Nord anche in questo momento ed è narrato in un libro che sto leggendo: “Fuga dal campo 14”. E’ la storia di Shin, un ragazzo nato in uno dei tanti lager nordcoreani  , il quale è riuscito a evadere  grazie a una serie di circostanze favorevoli e  ora vive negli Stati Uniti.  L’ autore del libro ha raccolto la testimonianza di Shin e di altri rifugiati che hanno trovato asilo in Cina e nella Corea del Sud.

Mentre scorro le pagine di questo libro continuo a chiedermi perchè il mondo di oggi può tollerare una simile ignominia perpetrata da uno Stato che pretende di ispirarsi al marxismo…..( è lo stesso paradosso per cui l’ ISIS dice di ispirarsi al Corano)

Poesia: Come potevamo noi cantare…

La liturgia per la messa di oggi prevedeva la lettura del salmo 136 che copio qui di seguito:

1 Sui fiumi di Babilonia,
là sedevamo piangendo
al ricordo di Sion.
2 Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
3 Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori:
«Cantateci i canti di Sion!».
4 Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?

Il salmista ricorda le sofferenze della schiavitù sofferta in Babilonia e questi versi antichi hanno ispirato Salvatore Quasimodo, che ha raccontato le sofferenze della guerra e dell’ occupazione nazista in una sua bella e struggente composizione  : ALLE FRONDE DEI SALICI

ALLE FRONDE DEI SALICI.

E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.

In ogni tempo se si soffoca la libertà si soffoca la poesia e ogni espressione artistica…

UTE : EXPO e poesia araba.

EXPO: Con l’ avvicinarsi dell’ inizio dell’ EXPO 2015, non potevano mancare delle lezioni espressamente dedicate a questo grande avvenimento , che porrà Milano e l’Italia al centro dell’ attenzione del mondo.  Ed è così che ieri il dr. Maurizio Benedetti ce ne ha illustrato brevemente la storia , il tema e l’ organizzazione. Ma prima di tutto cosa si intende per EXPO? E’ una manifestazione culturale, su un tema specifico per elaborare percorsi di sviluppo che coinvolgano diverse organizzazioni ed è sempre l’ occasione per mostrare i traguardi più ambiziosi raggiunti dall’ umanità e per condividerli.

La prima EXPO, tenutasi a Londra, risale al 1851 . Le prime edizioni avevano sempre temi dedicati alle invenzioni più recenti e alle conquiste tecnologiche, ora invece si privilegiano temi che riguardano la vita sul pianeta Terra.

Con l’ andare del tempo è via via aumentato  il numero dei paesi partecipanti e a Milano saranno 141 più 5 grandi organizzazioni : FAO – Commissione Europea – ONU – CERN – Ordine di Malta.

Il tema dell’ Expo 2015 è noto: NUTRIRE IL PIANETA – ENERGIA PER LA VITA. L’ importanza e l’ urgenza di questo tema si può ben comprendere da alcuni dati: quasi un miliardo di persone non riesce ad alimentarsi in modo adeguato ( per dirla più chiaramente , muore di fame), molti milioni di persone muoiono per malattie legate all’ eccesso di alimentazione e intanto un miliardo e trecentomila tonnellate di cibo vengono sciupate ogni anno.!!! E’ quindi evidente che servono scelte consapevoli e stili di vita sostenibili per un equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse.

I paesi più importanti  allestiscono da sé il proprio padiglione (a proprie spese) , mentre i paesi più piccoli verranno raggruppati tra loro secondo il tema trattato. Sono proposti cinque itinerari: storia del rapporto uomo/cibo – abbondanza e privazione – il futuro del cibo – cibo sostenibili = mondo equo – cultura del cibo.

Verranno coinvolti anche i bambini tramite diverse iniziative contraddistinte dalla mascotte Foody.

I filmati che ci sono stati mostrati fanno pensare che l’ EXPO milanese (la cui superficie occupa più di un milione di metri quadrati) sarà veramente un avvenimento imperdibile ed è per questo che io ho già provveduto a prenotare un biglietto.

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Il prof. Galli, innamorato della poesia, ci ha parlato della POESIA ARABA e ci ha letto alcune composizioni. Sorprendentemente vi si trovano temi e immagini comuni alla nostra poesia medioevale e questo fa sorgere una domanda: quanto i nostri poeti hanno attinto dalla preesistente poesia araba? Quando qui in Italia si era costretti  (dopo le invasioni barbariche) ad abbandonare le città e a dimenticare modi di vivere e conoscenze dell’ epoca romana, gli Arabi elaboravano una civiltà raffinata ed elegante che dava impulso alle conoscenze matematiche, alle scienze in genere e alla letteratura.

Di questi tempi mi pare sia più che opportuno mettere in risalto quanto gli Arabi hanno contribuito allo sviluppo dell’ umanità, per non essere tentati (come capita a qualcuno) di identificare il mondo arabo unicamente con gli orrori dell’ ISIS.

 

Pensando ad Amalia.

Stamattina ho partecipato al funerale della sorella di una carissima amica. Sono entrata in chiesa  in anticipo e c’ erano solo pochi parenti. Li ho salutati, ho fatto le condoglianze e mi sono seduta in attesa dell’ inizio della cerimonia. Guardavo la bara e pensavo a chi ci era chiusa dentro: una vecchietta di 93 anni, dei quali ben 63 trascorsi in un convento di clausura vicino a Roma sotto il nome di suor Amalia e mentre recitavamo il rosario pensavo a quanti miliardi di rosari avrà  recitato Amalia in vita sua, quante ore passate in preghiera …..  quante privazioni, se si possono chiamare privazioni le rinunce a tante cose superflue che spesso ci appesantiscono e opprimono….

Eppure ognuno che l’ ha ricordata, durante la cerimonia funebre, ha sempre posto l’ accento sul suo sorriso, sulla sua serenità contagiosa, sulla sua gioia di vivere…..ecco quello che colpisce di più: non tanto la scelta quasi folle di rinchiudere la propria giovinezza in un convento, ma il vivere questa carcerazione volontaria nella gioia….come in un anticipo di Paradiso, come se la propria scelta avesse fatto scattare un “pass” speciale per vivere nella Gerusalemme Celeste pur continuando ad appartenere alla  terra.

Questa serenità , questa gioia, sono caratteristica comune alle comunità claustrali e rappresentano una misteriosa e destabilizzante provocazione per noi comuni mortali….

Una sera a teatro : “Fuori misura”

“Fuori misura” con Andrea Robbiano è lo spettacolo che è andato in scena stasera al teatro Excelsior di Erba.  Un solo attore impersona quattro ruoli diversi per raccontare la storia di Leopardi e ricordarne alcune poesie.

La trama è semplice: un ragazzo laureato a pieni voti in lettere e filosofia si trova a lavorare in un call-center, ma il suo desiderio è insegnare e un giorno il suo portinaio e amico Selim, un marocchino saggio e un po’ poeta, gli comunica che gli è stata assegnata una supplenza e dovrà spiegare ai suoi allievi le poesie di Leopardi. Il neo-prof si sente tremare le vene ai polsi: la sua inesperienza non lo farà soccombere davanti alla difficoltà di presentare il più grande dei poeti? Queste sue preoccupazioni danno lo spunto a momenti di vero divertimento, che si alternano a momenti di commozione quando sulla scena rivivono le sofferenze fisiche e morali  del poeta; alla fine il giovane professore  riuscirà nella non facile impresa e concluderà la sua lezione recitando in maniera mirabile la poesia più bella ” L’ infinito”

L’ interprete del recital è stato bravissimo, direi quasi geniale, e  il pubblico, diventato la sua classe immaginaria, ne è stato affascinato.

Il fatto che questo spettacolo venga replicato due volte per le scuole e che questa sera la maggioranza del pubblico presente fosse costituito da giovani e giovanissimi mi pare di buon auspicio per il futuro.

Copio qui il testo de “L’ infinito”

« Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare. »

UTE: poesia dialettale e Nuova Fisica.

POESIA DIALETTALE: Oggi il dr. Ghioni ci ha illustrato l’ opera di un poeta erbese: Gianfranco Mauri (1928-2000), noto forse più come attore che come poeta. Lavorò infatti con Strehler, che conobbe nel 1955 in occasione dell’ allestimento dello spettacolo ” Al nost Milan” : al regista occorreva un brianzolo e trovò in Mauri quello che andava cercando. Da allora Mauri lavorò sempre al “Piccolo” di Milano.

Il sig. Gottardi, che come sempre affianca  il dr. Ghioni, ci ha letto con la solita maestria alcune composizioni :  UL me marcàa – Negozi -Masigott – 25 Aprile. Da esse traspare tutto l’ amore del Mauri per la sua città, per le sue montagne, per la sua gente e per le tradizioni locali, amore non disgiunto da un’ affettuosa ironia.

E’ stato fatto poi un accenno a un altro poeta cittadino , Alberto Airoldi, ma per mancanza di tempo l’ argomento verrà ripreso nel prossimo incontro.

La lezione è stata apprezzatissima da tutti i presenti.

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La NUOVA FISICA : come la nuova fisica può risolvere il problema dell’ alimentazione della Terra. (docente: prof . Damiani)

l' uomo deve esserne il custode e il responsabile...

Alimentare il pianeta non è solo una questione di quantità di cibo .

Le nuove teorie ecologiste  affermano che tutti gli esseri viventi (umani e non umani) e i fenomeni naturali formano un tutt’uno. L’ uomo non deve sfruttare la Natura, ma, essendo una risorsa per la Natura, deve porsi al suo servizio, deve esserne il Custode e il Responsabile. Nessun organismo può esistere in modo isolato: uomini e animali dipendono dalla fotosintesi delle piante, che dipendono a loro volta da microorganismi e costituiscono un sistema unico. Anche ogni uomo è un bioma , visto che ospita miliardi di microorganismi.

Da quanto detto si evidenzia la necessità di un’ ecoalfabetizzazione , che renda tutti consapevoli delle linee – guida da seguire per costituire comunità umane consapevoli : tecnologie basate su conoscenze ecologiche – varietà di colture da ruotare – non sradicare insetti infestanti – non utilizzare fertilizzanti chimici .

Nessuna forma di agricoltura può nutrire il mondo se continuiamo a fare affidamento sulla continua espansione delle richieste dell’ umanità.

L’ attualità dell’ argomento visto l’ avvicinarsi dell’ EXPO e l’ esposizione appassiona e appassionante del nostro docente , fisico/poeta, hanno catturato l’ attenzione e l’ interesse dei presenti