Un buon rientro!

E così sono finiti anche questi giorni londinesi. Sono stata contenta di poter essere presente ai primi giorni di Samu nella nuova scuola ,  segnati da un inaspettato premio del preside (così io traduco il termine “headteacher”) per le storie inventate da lui e per il suo diario estivo.  Ciò ha tolto al bambino ogni residua paura del nuovo ambiente e spero che valga il proverbio “Chi ben comincia….ecc. “.

Ieri sono partita da Gatwick e ho notato che tra le varie pubblicità che invitavano a vedere la Grecia, la Spagna, la Turchia….non c’ era un solo cartellone che ricordasse che a Milano c’ è EXPO!!!! Sarà colpa degli Inglesi che non vogliono mai dare soddisfazione agli Italiani o sarà colpa degli organizzatori EXPO?  Forse gli scandali pregressi hanno comportato un taglio nelle spese per la promozione dell’ evento?

Nel viaggio verso casa , mi sono fermata a salutare Giovanni, che mi ha accolto con grandi feste: è bello stare accanto a un cucciolo così pieno di gioia e così affettuoso.

A casa, ho trovato ad accogliermi i regali del mio minuscolo orticello e ho potuto cenare con pomodorini e cetrioli appena colti.

Nel giro di telefonate che solitamente si fanno appena varcato l’ uscio di casa, ho saputo che le grandinate che hanno colpito varie zone, hanno però risparmiato la zona in cui abitano gli altri nipotini emiliani…..ne sono contenta e sono felice di aver sentito che hanno passato una bella settimana al mare in Abruzzo.

Questa mattina poi sono venute a salutarmi le vicine, quelle che fanno parte del “club del mutuo soccorso”, che mi hanno portato frutta e ortaggi .  ..  Ora però devo provvedere al taglio dell’ erba che ha approfittato subdolamente della mia assenza per crescere in maniera smisurata….

Tutto sommato  è  stato un buon rientro, anzi …ottimo direi…

 

“Radici cristiane”.

Un appello a ogni parrocchia perchè accolga una famiglia di rifugiati è stato rivolto da papa Francesco: é una proposta realizzabile che può contribuire a tamponare l’emergenza attuale.

D’ aktra parte , a quanto si è letto in questi giorni, la popolazione di Austria e Germania, senza aspettare l’ invito del Papa, ha dato un esempio di grande civiltà e generosità,  contraddicendo l’ atteggiamento a lungo mantenuto dai loro governi.

Forse in questa situazione oltremodo drammatica  alla lunga emergeranno quelle “radici cristiane”, che gli organismi europei non hanno voluto riconoscere nei loro documenti ufficili, ma che fanno innegabilmente parte della cultura della gente comune di questo continente.

Letture: Lettera a mio figlio…..

Già ieri scrivevo il mio post,  quasi-quotidiano, sul libro che ho cominciato a leggere ieri mattina e che ho già terminato, avendo avuto molte ore libere.

Il titolo italiano è ” Lettera a mio figlio sulla felicità” di Sergio Bambarèn,  scrittore nato in Perù nel 1960 e naturalizzato australiano.

In questo libro lo scrittore racconta le tappe della sua vita  intercalate da lettere indirizzate al suo bimbo  di poco meno di un anno.

Racconta della sua infanzia felice vissuta in compagnia dell’ oceano e dei gabbiani, della sua passione sconfinata per il surf , dei suoi amati genitori , della scuola frequentata prima in Perù e poi nel Texas fino alla laurea. Poi il ritrovamento di una spilla regalatagli il primo giorno di scuola elementare dalla sua maestra e raffigurante un piccolo canguro, gli ispira il desiderio di trasferirsi in Australia alla ricerca di lavoro e di onde da cavalcare.

Qui trova un lavoro di grande prestigio che lo porta ad avere tante cose di lusso, ma che lo allontana sempre più da se stesso fino ad arrivare all’ alcolismo. A questo punto, durante una riunione di lavoro volge lo sguardo verso la finestra e vede di nuovo l’ oceano ….quell’ oceano che gli ricorda l’ infanzia  e tutte le cose belle della vita che aveva trascurato da troppo tempo e, dopo un attacco di panico, si licenzia immediatamente.

Si disfa di tutto ciò che possiede e tiene solo il necessario per poter viaggiare per un anno intorno al mondo. L’ ultima tappa di questo vagabondare lo porta in Portogallo dove si accampa su una spiaggia e continua il suo “dialogo” con l’ oceano  finchè un giorno gli si affianca sulla cresta diell’ onda , che sta cavalcando, un delfino che si mette a giocare con lui per tre giorni di seguito, poi scompare per non ricomparire più.

Questa esperienza lo fa sentire di nuovo pienamente vivo e partecipe della natura e ne scrive  per tre settimane senza interrompersi.  Tornato in Australia si trova un lavoro da fare da casa sufficiente a consentirgli di mantenersi dignitosamente , ma i suoi amici trovano il suo manoscritto e lo pubblicano a proprie spese.  “Il delfino” , primo libro di Bambarèn, diventa in breve un successo mondiale e da lì comincia la sua vita di scrittore. Ora guadagna di nuovo molti soldi con i suoi libri, ma ne  devolve il 90% in beneficienza, trattenendo per sè solo quanto basta a condurre una modestissima vita in riva all’ oceano.

Nelle lettere che indirizza al figlioletto traspare una grande sensibilità e una estrema dolcezza di sentimenti; qua e là compaiono anche citazioni di Gibran (che lui confessa essere uno dei suoi autori preferiti in gioventù) e  alcuni passi sono aforismi carichi di saggezza. e di spiritualità, che mi è già capitato di citare in questo blog.

Qui riporterò solo le parole che compaiono nella prima pagina del libro:

La vita è breve…..Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto….E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.”

Credo che cercherò di rintracciare ” Il delfino”  …..mi pare allettante.

Primo giorno di scuola.

Oggi primo giorno di scuola  per Samuele al Dulwich college. Ieri sera abbiamo fatto le prove per controllare che la divisa fosse in ordine e per imparare a fare il nodo alla cravatta (dopo aver consultato le istruzioni su internet). Abbiamo così potuto constatare che sia la cravatta che la camicia si possono sfilare anche senza complicare troppo la fase di riindossamento.

Temevo che Samuele si infastidisse troppo all’ idea di dover indossare una divisa tanto impegnativa, invece con mio grande stupore ne sembrava molto orgoglioso e fiero: probabilmente l’ aver visto da sempre le scolaresche dei college vestite in quel modo , gli aveva inculcato il desiderio di essere un giorno uno di loro e quel giorno è arrivato.

Stamattina si è vestito presto presto e senza fare storie , ma al momento di entrare a scuola, mi dicono che fosse molto emozionato,tanto da non riuscire a rispondere all’ insegnante che lo ha accolto.

Tanti auguri, Samu! Sono certa che saprai fare tesoro di questa esperienza e che saprai farti onore!

Essere giovani….

Oceano e gabbiani: la vista che ha accompagnato l' infanzia dell' autore.

Mio adoratoDaniel,

essere giovani non coincide con una stagione della vita. Essere giovani in realtà è una condizione mentale. Non ha niente a che vedere con quante candeline spegni a ogni compleanno o il numero di rughe che ti solcano il viso: è tutta una questione di volontà, di qualità dell’ immaginazione, di forza delle emozioni. E’ la freschezza dell’ amore profondo per la vita.

………..

…..non si invecchia in base al tempo che si ha alle spalle, si invecchia quando si inizia a dimenticare i sogni.

E’ un passo tratto dal libro “Lettera a mio figlio sulla felicità” : è la lettura che occuperà questi due giorni in cui avrò molte ore libere.  Bambarèen , che ne è l’ autore, è uno scrittore peruviano che mi sta piacendo molto per la sua sensibilità e per la sua dolcezza. Leggere le sue pagine dà serenità, fa allargare il respiro…..

Il piccolo bullo.

Entra senza un saluto e si toglie lentamente i grandi occhiali scuri che gli nascondevano gran parte del viso. Ora posso vedere i suoi occhi chiari e freddi che  guardano attorno distrattamente; ha capelli biondastri a caschetto con un ciuffo sulla fronte che allontana di tanto in tanto dagli occhi con un movimento secco del capo, come se avesse un tic. Si apre il giubbotto di pelle nera che porta col colletto rialzato sulla nuca……Provo istintivamente un moto di antipatia….. strano che un bimbo di 8 anni mi ispiri una sensazione di questo genere . Ci rifletto e mi dico che questa immagine da piccolo bullo deve mascherare chissà quali fragilità…… e allora guardo sua madre, vicina a lui, quasi con risentimento e mi auguro che mio nipote non se lo ritrovi come compagno di classe.

A Dulwich.

Stamattina siamo andati al Dulwich College , la nuova scuola (solo per maschi) di Samu. Si trova in una zona periferica di Londra, molto bella e molto verde.

Il College è molto antico e gli edifici in mattoni rossi con decorazioni bianche sono circondati da innumerevoli campi da  cricket e rugby. Il colpo d’ occhio è notevole, e ci si aspetterebbe che all’ interno tutto debba funzionare alla perfezione, invece all’ appuntamento fissato per le nove siamo stati avvisati che c’ erano dei ritardi e le operazioni previste sono state condotte con una certa approssimazione.

Mia figlia fremeva perchè doveva andare al lavoro, io invece ero quasi contenta:  quel poco di caos mi aveva reso più simpatico quell’ ambiente austero ….la perfezione mi mette sempre un po’ a disagio.

Alla fine un funzionario anziano della scuola, per  scusarsi per i ritardi ha detto a Samu che del resto , visto che è tifoso del Chelsea, deve pur abituarsi quest’ anno a portare pazienza….