Poesia : Uomo del mio tempo. (Quasimodo)

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Nulla è cambiato nel cuore dell’uomo, che continua a macchiarsi del sangue dei fratelli come agli albori della sua storia: sono solo cambiati gli strumenti di morte, divenuti più sofisticati e più terribili. I giovani devono perciò dimenticare i loro antenati, che hanno solo saputo seminare morte e odio

A mia madre.

Prosegue il recupero di post da ELDAS. (festa della mamma 2010)

Nel giorno della festa della mamma, mio figlio mi ha portato una rosa. Mi ha fatto molto piacere. Vorrei anch’ io poter offrire una rosa a mia madre, ma non è possibile. Per questo le dedico un pensiero:

Il treno mi portava a rivederti per l’ uiltima volta.

Pensavo alle sofferenze

che alla fine avevano segnato

il tuo volto e il tuo corpo.

e l’ angoscia si scioglieva in un brivido freddo.

Poi ti ho rivisto : eri bella e serena

come da tempo non eri più.

La morte non ti aveva sorpresa;

l’ avevi attesa, invocata e infine abbracciata.

Mi manca la tua voce che chiamava il mio nome

con la dolcezza severa che era solo tua.