Letture: Pellegrinaggio d’ autunno di Hermann Hesse.

Sto leggendo alcuni racconti brevi , opere giovanili di Hermann Hesse e voglio trascrivere qui un breve brano tratto da “PELLEGRINAGGIO D’AUTUNNO”.

pellegrinaggio d'autunnoIl giovane Hermann sta facendo un viaggio a piedi per ritrovare immagini e ricordi della sua giovinezza. Camminando in solitudine ha tempo di osservare e di riflettere . A un certo punto scrive:

…..Grandi stormi di storni volavano sui campi in formazione a V, con un forte frullar d’ali……. Nella valle avanzava lentamente il gregge di un pastore nomade e alla sua leggera polvere si mischiava l’esile fumo azzurrognolo della pipa del pastore…….la bellezza della terra parlava la sua lingua lieve e struggente, senza curarsi di chi la ascoltasse.

Una cosa mi pare strana e incomprensibile….: come un albero si innalzi verso il cielo e come i venti, senza rumore, posino in una valle; come le foglie gialle della betulla cadano dai rami e come gli stormi di uccelli trovino la strada nel cielo azzurro. Quell’eterno mistero ci stringe il cuore in modo così umiliante e dolce al tempo stesso che deponiamo ogni superbia, quella superbia con cui di solito si parla dell’inesplicabile, ma, ben lungi dal soccombere, accogliamo grati ogni cosa e, con modestia e orgoglio, ci sentiamo ospiti dell’universo….

Oltre alla bellezza della descrizione mi piace l’idea di sentirsi “ospiti dell’universo” , non dominatori e padroni…. Ospiti ! Essere ospiti comporta l’ atteggiamento di rispetto  di chi occupa provvisoriamente uno spazio che non gli appartiene e perciò ha il dovere di trattarlo con cura , di custodirlo , per lasciarlo intatto ad altri ospiti futuri.

Questa è un’idea molto attuale che ispira anche il documento di Papa Francesco “Laudato si'”, oltre all ‘ ecologia moderna.

Furore…. ieri e oggi…

Di questi tempi si sente spesso parlare di nuove schiavitù, di poveri in fuga dalla povertà per ritrovarsi poi più poveri , più disperati e più sfruttati di prima.

Furore_08

 

 

 

 

 

 

 

 

Spesso riflettendo su questo stato di cose, mi sovviene di un libro che ho letto in gioventù e che non ho più dimenticato : FURORE di John Steinbeck.  Vi si narrano le peripezie di una famiglia di contadini, che , insieme a una miriade di altre, è costretta dalle banche ad abbandonare la propria terra . …. le banche non hanno un’ anima……le banche hanno come solo e unico criterio operativo il dividendo da distribuire agli azionisti e allora non conta la sofferenza della gente che perde tutto e che si vede sostituita dai trattori…..E quando i poveri sono tanti, c’è sempre chi può speculare sulla loro fame e sulla loro miseria……

Questa storia è ambientata negli USA quasi un secolo fa, è però molto attuale;vi sono molti punti di contatto con ciò che accade oggi su scala mondiale: oggi a non avere un’anima non sono solo le banche , ma anche le multinazionali, i fondi di investimento, i grandi capitali…che si spostano là dove è più facile sfruttare la fame di lavoro ;che si appropriano di immense estensioni di terreno cacciandone chi da esso ha sempre tratto i mezzi della propria sussistenza; che non esitano a licenziare la gente e a sostituirla con computer e robot e provocando così guerre e “deportazioni” di milioni e milioni di disperati.

….Ma le multinazionali non hanno un’anima….e nessuno ritirando il suo dividendo sentirà l’odore del sangue che gronda da quel danaro…

Chi volesse rinfrescarsi la memoria e ricordare meglio il bel libro di Steinbeck  può cliccare Qui

Una serata zuccherosa.

Per  quindici giorni accendendo la TV mi veniva proprio la depressione: non solo non riuscivo a capire quello che si diceva, ma anche la “veste” dei programmi più leggeri come i giochi era così minimale da rasentare la tristezza.

Ieri sera ,invece, tornando in Italia , ho trovato ad accogliermi una bella trasmissione incentrata su uno dei miei cantanti preferiti : Zucchero! Ho passato così la mia prima serata in solitudine godendomi le sue belle canzoni .

Zucchero è bravo quando si scatena in ritmi travolgenti  ed è bravissimo nei brani più poetici. Sa creare atmosfere di grande intensità sia con i testi, che con la musica, che con la sua voce calda e suggestiva.

A volte i testi sono un po’ bislacchi, specie nelle canzoni più chiassose:  sembra che scelga le parole non tanto in base al  significato che si dà loro abitualmente, ma in base al loro suono e al ritmo che devono contribuire a creare.

A dire la verità a Londra non ho mai visto una trasmissione del genere sulle reti non a pagamento. Ci lamentiamo sempre della Rai e delle nostre TV , ma altrove non va certamente meglio.

Theresa May e la scuola.

La sig. May, primo ministro inglese, si sta forse accorgendo che la sue scuole , soprattutto le università, e l’organico dei suoi ospedali pullulano di stranieri, perchè il sistema scolastico inglese favorisce una selezione feroce fin dai primi anni di scuola, non solo in base alle capacità, che sono indispensabili, ma anche in base al reddito familiare. Ciò esclude dai gradi più elevati dell’istruzione buona parte del popolo inglese, pertanto medici, docenti, avvocati , ingegneri devono venire da fuori.

Ma se si intende veramente attuare una Brexit “severa” sorge il problema di come rimpiazzare i “cervelli” che non hanno i requisiti per restare….

Ecco forse il perchè della sua proposta di rendere più democratico il sistema scolastico ,  con una nuova attenzione verso i figli delle famiglie a basso reddito.

Grazie, Vanna!

Sono passati 56 anni da quando sei uscita di casa per sempre. Avevi solo 17 anni ed entravi in un mondo che a noi tutti incuteva un po’ di paura: un monastero di clausura!!!

Ricordo quanto la mamma avesse sofferto per questa tua scelta e come però si era arresa, come tutti gli altri , davanti alla tua determinazione. Ricordo anche quanto sei mancata a me.

Ora nella tua terra di adozione, la Tailandia, cui hai donato tante energie spirituali e fisiche , continui a essere una luce che sostiene le nostre speranze e che lenisce le nostre paure: ogni volta che siamo in angustie è a te che ricorriamo per avere il conforto delle tue parole rasserenanti  e il sostegno della tua preghiera.  Sei sempre così lontana, ma anche sempre così vicina a tutti noi. Grazie, Vanna!

Happy Birthday , Samuele!

 

Eccoti coi cuginetti che ti vogliono tanto bene!
Eccoti coi cuginetti che ti vogliono tanto bene!

Nove anni! Eppure sembra ieri quando ti ho visto uscire dalla sala parto accanto alla tua mamma ….. è stata una grande gioia vederti dopo tanti giorni di attesa in cui non volevi saperne di nascere.

La tua nascita ha dato un senso a molte cose e io ringrazio il Cielo ogni giorno per  averti donato a noi. Continua a crescere così come hai fatto fino ad ora , impegnandoti in ogni cosa che fai, non tanto per avere le lodi degli insegnanti , ma per sentirti orgoglioso di te, come lo siamo tutti noi che ti vogliamo bene!

Happy birthday , Samuele!

Poesia: Un amico .

Dedico questa poesia di Gibran a tutte le persone che con la loro vicinanza riempiono le mie giornate e mi fanno “vivere il tempo” come dice il poeta.

Un Amico (Kalhil Gibran)

Cos’è per te un amico,
Perché tu debba cercarlo
Per ammazzare il tempo?
Cercalo sempre per vivere il tempo.
Deve colmare infatti le tue necessità,
non il tuo vuoto.
E nella dolcezza dell’amicizia
Ci siano risate,
E condivisione di momenti gioiosi.
Poiché nella rugiada
delle piccole cose
Il cuore trova il suo mattino
E si rinfresca.

Storia di Chico (terza ed ultima parte).

Erano rimasti a casa solo mio marito e  Chico. La cosa non era abituale. Telefonando a casa venni a sapere che il cagnolino stava male: non voleva mangiare, non voleva uscire e restava sdraiato immobile tutto il giorno. Eravamo preoccupati e mio marito si decise a portarlo dal veterinario. Questi lo visitò per bene poi quando volle guardargli in bocca, Chico veloce come un fulmine gli morse a sangue un dito. Il dottore arrabbiatissimo esclamò:- Se lo porti via! Questo cane sta meglio di me! sta facendo solo teatro! – E non volle nemmeno che gli venisse pagata la visita.

-Teatro? cosa ne sa un cagnolino di fare scene?-  Ci chiedevamo ….sembrava impossibile….. Eppure bastò che alla spicciolata rientrassimo tutti alla base perchè Chico cominciasse a scodinzolare felice e a saltare per la casa come al solito. L’assenza dei ragazzi e mia lo aveva immalinconito.

Passarono gli anni e mio marito dovette subire una pesantissima operazione. Dopo il ricovero venne dimesso con tanto di drenaggi e sacchetti pendenti. Faceva fatica a rilassarsi  e restava sulla poltrona fino a tardissimo ogni notte. Io rimanevo con lui, ma dopo alcuni giorni, quando la situazione sembrò abbastanza tranquilla , una sera dissi a mio marito che dovevo per forza coricarmi: ero troppo stanca. Salii in camera e stavo già per sdraiarmi, quando sentii arrivare Chico : era una piccola furia ! Girava su se stesso vorticosamente, andava sotto il letto e ne usciva , abbaiava (cosa che non faceva mai di sera) e non si diede pace finchè non scesi di nuovo. Aveva capito che il capobranco era in difficoltà e non voleva che lo lasciassi solo!

Negli ultimi anni era diventato pigro e se ci preparavamo  per andare a passeggio correva subito vicino a noi chiedendo che gli mettessimo il collare, ma se capiva che si usciva per fare la spesa (forse dal diverso tipo di scarpe che indossavamo o dai preparativi diversi) alzava appena la testa dalla sua cuccia come per dire “ciao!” e riprendeva a dormire.

Solo chi ha avuto un cane in casa sa che quanto ho raccontato non è frutto di fantasia; i cani partecipano davvero alla vita della famiglia e a volte aiutano anche al miglioramento delle relazioni familiari.

Alla fermata dell’autobus.

london_busStamattina, come ogni mattina dall’inizio di settembre, ho accompagnat0 Samuele prima al treno che passa vicino a casa e poi alla fermata dello scuola-bus. Siccome non sono abituata a fidarmi troppo dei mezzi pubblici ( ancora non mi sono convinta che se perdi una corsa , dopo due minuti arriva un altro treno ) finiamo sempre col partire troppo presto , così ci tocca aspettare almeno un quarto d’ora il bus del college.

Per ingannare l’attesa e per mia curiosità, mi sono messa a contare gli autobus che ci passavano davanti, sapete quei pullman rossi a uno o due piani? Quelli!.

Devo dire che quel posto è un capolinea di molte linee di trasporto; detto questo penso che faccia comunque impressione sapere che nel giro di quei pochi minuti ho contato più di sessanta pullman !!!

Certo l’azienda dei trasporti londinese deve essere meglio amministrata di quella romana, che tanti grattacapi sta dando alla nuova sindaca….

…. Storia di Chico (parte seconda).

I primi tempi furono piuttosto difficili. Chico non aveva capito che certe cose non si possono fare dove capita e per insegnargli a stare al mondo lo portavamo fuori a intervalli regolari, ma era troppo piccolo e non c’erano guinzagli su misura , perciò quando lo portavamo nel prato vicino il problema era che si rischiava di perderlo perchè spariva in mezzo all’erba. I vicini dicevano:- Dovete mettere un cartello con la scritta “attenti al cane: non calpestatelo!!”

Ma crebbe in fretta e allora lo portavamo su un prato in riva al  lago. La sua felicità nel vedersi libero in uno spazio così grande era commovente: cominciava a correre velocissimo con quelle sue gambette corte e quando era proprio al culmine del godimento nel sentirsi vivo e libero spiccava certi balzi impressionanti perchè per qualche istante pareva rimanere sospeso in aria . E come gli piaceva rotolarsi nell’erba fresca!!! Metteva gioia vederlo così felice.

Ho già detto come non tollerasse intrusioni nel suo territorio da parte di qualunque altro essere vivente non umano  e quando stava ancora imparando questo suo “mestiere” , spesso capitava che, abbaiando e correndo all’impazzata per impaurire il malcapitato intruso, non azionasse in tempo il suo sistema frenante e così andava a finire in un canaletto di drenaggio alla fine del giardino. In quei casi, forse per ingannare eventuali nemici,  non abbaiava, ma emetteva dei piccoli versi più simili a un cinguettio che al guaito di un cane impaurito. E quando finalmente riuscivamo a trovarlo e a ripescarlo, tremava come una foglia.

A un certo punto mia figlia, la maggiore, che Chico considerava un po’ come sua mamma, se ne andò in Inghilterra. Quando tornava e andavamo a prenderla all’aeroporto non sapeva contenere la sua gioia , ma quando poi lei si apprestava a fare la valigia per ripartire, lui capiva subito cosa stava per  accadere: andava a nascondersi sotto il lettone e non c’era verso di farlo uscire. Soffriva terribilmente.

A cinque anni a un certo punto smise di correre e di giocare: era diventato cieco! La sua razza è stata  selezionata  in Inghilterra  perchè i cagnolini cacciassero i topi nelle miniere e perciò hanno nella vista il loro punto debole. Fu operato di cataratta alla clinica universitaria della facoltà di veterinaria di Milano . Dovevo mettergli ogni giorno delle gocce negli occhi e lui, che aveva capito tutto, appena prendevo in mano il flaconcino del medicinale si metteva seduto sulle zampe posteriori e aspettava fermo, immobile che completassi l’operazione.