UTE: Letteratura: C. Rebora – Medicina: le abitudini.

Clemente Rebora archivio Giovannetti/effigie
Clemente Rebora
archivio Giovannetti/effigie

Clemente Rebora (Milano 1885 – Stresa 1957) nasce da una famiglia benestante e si laurea nel 1910. Comincia a insegnare in varie località lombarde. Ben presto manifesta i segni di una personalità tormentata; quando scoppia la Grande Guerra viene inviato al fronte, viene ferito e congedato, dopo aver subito un ricovero in manicomio.

Riprende a questo punto la sua carriera di insegnante e i contatti con le amicizie di un tempo: Montale, Prezzolini, Panzini, Aleramo, Cascella. Con quest’ultimo condividerà le spese di affitto di una stanza.

Comincia a interessarsi di Buddismo, legge Tagore in cerca di una pace interiore che non riesce a trovare. L’ 11 febbraio 1929 ha quella che lui stesso definisce una folgorazione , si converte, entra nel seminario dei Rosminiani e diventa sacerdote, tutto dedito a opere di carità.

Distrugge tutta la sua produzione letteraria risalente a prima della conversione, ma sarà in parte recuperata dal fratello. Se la sua poesia e la sua prosa giovanili erano caratterizzate da un ermetismo che ben si addiceva ai suoi tormenti interiori, la produzione post-conversione è invece di una semplicità estrema, senza ambizioni intellettuali.

Ecco qui una delle sue poesie :

Stella mia

Leggiadro vien nell’onda della sera
un solìtario palpito di stella.
A poco a poco una nube leggera
le chiude sorridendo la pupilla;
e mentre passa cori veli e con piume,
nel grande azzurro tremule faville
nascono a sciami, nascono a ghirlande,
son nate in cento, son nate in mille:
ma più io non ti vedo, stella mia.

Grazie alla prof. Meggetto che ci ha fatto conoscere questo poeta, anche se non le è particolarmente gradito; lei come al solito è stata super!!!
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Nella seconda ora di lezione il dr. Lissoni con la sua consueta chiarezza e semplicità ci ha portato a riflettere sulle abitudini.
Cosa sono? Sono comportamenti automatici e ripetitivi. Come si arriva all’automatismo? La prima volta che eseguiamo un’azione, questa ci richiede un certo sforzo, che diminuisce man mano che l’azione viene ripetuta. E’ un meccanismo che ci consente di risparmiare energie fisiche e nervose.
Nel comportamento intenzionale ci è sempre chiaro l’obiettivo e via via siamo in grado di accertare la conformità tra obiettivo e azione. Nel comportamento automatico invece l’avvio non è sempre intenzionale e non servono controlli: l’azione è facile ed efficiente.
Ci sono abitudini buone e abitudini cattive, difficili da modificare; pertanto è importante aiutare i bambini fin da piccolissimi ad acquisire buone abitudini e a rifuggire da quelle cattive: ad esempio non si dovrebbero dare dolci ai bambini prima dei due anni, nè esporli troppo alla TV.
Abitudini cattive possono essere: procrastinare (rimandare a domani); essere sempre in ritardo (sintomo di egocentrismo, protagonismo, rifiuto della sottomissione); fare pettegolezzi (per sentirci migliori di chi critichiamo); serbare rancori; dormire poco o con la faccia sul cuscino (questa favorisce il formarsi di rughe); strofinarsi spesso gli occhi; sedentarietà, fumare; bere troppo alcol; mangiare troppo; bere poca acqua.
Come eliminare le cattive abitudini?
Bisogna essere molto motivati e avere fiducia in sè e nella possibilità di riuscire nel nostro intento.
Può essere utile mettere per iscritto il nostro piano d’azione e individuare delle compensazioni, come passeggiare, incontrare gli amici o leggere libri. Alcune cattive abitudini possono portare anche alla dipendenza.
E’ stata una lezione molto interessante e utile e pertanto molto apprezzata da tutti.