E’ questione di metodo….

bimbo-col-gelatoPer fare certe cose ci vuole orecchio, diceva Jannacci! E aveva ragione: ogni cosa va presa per il verso giusto e va affrontata con metodo, ma il metodo deriva dall’esperienza…..

Anche per mangiare un gelato bisogna  trovare il metodo giusto e lo dimostrano i miei nipoti.

Samuele, che non è molto goloso di dolci, va troppo lento, fa morsetti o leccatine poco incisivi e va a finire sempre che il gelato comincia a squagliarsi e a sgocciolare e c’è poi bisogno che qualche adulto caritatevole lo aiuti a finirlo….

Davide invece, che spesso  va a cercare nel freezer il suo gelatino per concludere in bellezza il suo pasto, ha messo a punto una tecnica molto efficace: prima mordicchia per benino lo strato di cioccolato ai lati, poi con sapienti colpetti di labbra e lingua in breve libera il gelato da tutta la sua deliziosa copertura, infine sbocconcella rapidamente tutto il resto fino a quando non gli resta in mano altro che lo stecco perfettamente ripulito da ogni traccia di dolce.

Per arrivare a questo livello di abilità, Davide si è impegnato molto e ha provato e riprovato senza cedimenti per infinite volte…..Certo!!! Senza sacrifici non si ottiene nulla!!!

Giornata della Memoria e dell’Impegno

Domani , 21 marzo, si celebrerà a Locri il Giorno della Memoria e dell’Impegno, per ricordare le vittime innocenti delle varie mafie che infestano il nostro paese e per richiamare tutti noi ad un impegno costante contro la corruzione, l’illegalità e la criminalità.

Fino a poco tempo fa ci si poteva anche illudere che il problema della mafia fosse relegato a qualche zona ben delimitata del nostro paese, ma penso che ora nessuno ormai possa credere di vivere in un’oasi immune da contagio mafioso: la mafia si espande silenziosamente a macchia d’ olio inseguendo il denaro e facendosi strada attraverso la corruzione.

Dobbiamo tutti rispondere al richiamo del Presidente Mattarella, di Don Ciotti e di Libera per dare una prospettiva di futuro a questo nostro paese e ai nostri giovani.

AGGIORNAMENTO: la partecipazione alla manifestazione di Locri è stata imponente e questo ci consente di sperare, anche perchè erano tanti i giovani in piazza. Se si uniscono le forze nessun obiettivo è irraggiungibile, nemmeno quello di battere le mafie.

 

 

Raviole dolci per la festa del papà …..

ravioliHo trovato su questo sito la ricetta delle “raviole di S. Giuseppe” ,  che penso sia molto simile , per la pasta, a quella di mia madre. Per la farcitura però mia madre utilizzava una specie di marmellata fatta da lei con mele e altri ingredienti che non ricordo. una volta preparate le raviole ne cuoceva una parte al forno e friggeva , credo nello strutto, le restanti. Le raviole fritte erano le mie preferite.

 

per la pasta

  • 2 uova
  • 350 g di farina
  • 100 g di zucchero
  • 100 g di burro
  • 1 cucchiaino di lievito

per il ripieno

  • 270 g di ricotta
  • 70 g di scorza di arancia candita
  • 50 g di zucchero a velo

 

Tempo Preparazione:
  • 50 minuti
  • Tempo Cottura:
    20 minuti
  • Tempo Riposo:
    1/2 ora
  • Dosi:
    25 pezzi
  • Difficolta:
    Media

Procedimento

Iniziate con il preparare la pasta frolla. Riunite in una ciotola la farina, lo zucchero, il burro ammorbidito a pezzetti, le uova, il lievito e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Avvolgete l’impasto nella pellicola e lasciate riposare per almeno mezz’ora in frigorifero.

Preparate il ripieno. Mescolate in una ciotola la ricotta, lo zucchero a velo e i canditi tritati.

Riprendete la pasta e stendetela su un piano di lavoro infarinato. Ritagliate con un coppapasta o con un bicchiere dei dischi di circa 8 cm di diametro e spessi 1/2 cm.

Al centro di ogni disco mettete un po’ di ripieno, inumidite i bordi della pasta e chiudete il raviolo sigillandolo bene.

Ponete i ravioli su una placca rivestita di carta forno e cuocete a 190° per 20 minuti.

Inquietudine…

Trump non esclude l’opzione militare contro le provocazioni della Corea del Nord ( così leggo sui giornali di oggi), ma io non credo che la Corea del Nord si stia muovendo da sola e per sua spontanea iniziativa……Non ci sarà la Cina a dettare le sue mosse?

La corsa agli armamenti di cui si legge da tempo da parte di molti paesi (Cina e America in primis)  mi pare un brutto segnale. Cosa dobbiamo aspettarci?
Intendiamoci, se sparisse il sanguinario dittatore della Corea del Nord, il mondo ne avrebbe solo da guadagnare , visto che tiene rinchiusa buona parte della popolazione in lager che poco hanno da invidiare a quelli tedeschi di infausta memoria, ma la Cina starebbe a guardare se il suo alleato venisse attaccato?
C’è poco da star tranquilli, mi pare

Primavera brilla nell’aria….

primaveraIeri, viaggiando verso sud in autostrada, era sempre più evidente che stavo andando incontro alla primavera. Inizialmente si vedeva solo qua e là qualche margherita o viola , poi man mano qualche albero da frutto mostrava la sua chioma colorata , poi  mi facevano ala le strade fiancheggiate da cespugli in piena fioritura …. e mentre guidavo mi risuonavano nelle orecchie parole imparate a memoria tanto tempo fa…    ” Primavera…brilla nell’aria…” La primavera è sempre bella allo stesso modo nonostante il passare dei secoli e ci sono poeti che ne sanno parlare in modo sublime.

Ecco la poesia del Leopardi “Il passero solitario” da cui sono tratte le parole che mi martellavano in testa.

D’in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell’aria, e per li campi esulta,
Sì ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell’anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de’ provetti giorni
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch’omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s’allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell’aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.

Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all’altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest’anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.

Effetto primavera…

E dopo tanto tempo sono di nuovo in Emilia, dove la primavera è arrivata a colorare i lati delle strade con tanti cespugli bianchi, rosa e gialli in piena bambini-innamoratifioritura.

Ad accogliermi ho trovato Davide (dieci anni), che non vedeva l’ora di mettermi al corrente di una novità ….

– Sai nonna, c’è una bambina che mi piaceva già molto tempo fa, poi non mi è piaciuta più perchè mi trattava male, ma ora siamo fidanzati! – E nel dirmi questa cosa si vedeva che era molto contento….la primavera  fa sbocciare i fiori e anche i primi dolcissimi amori…

Un’ amica scrive: Dove?

La mia cara amica Piera mi manda questo scritto che lei chiama “sfogo di vita”, ma che può benissimo chiamarsi poesia…

Dove?

Sono anni che / cerco le mie radici ./Al loro posto/ trovo solo/ nostalgia e ricordi / che voglio dimenticare.

mazzo-chiavi-amore-vita-forza-salute-in-ottone-con-bagno-argento-cm-3-chiave-piu-lungaNon ho perso/ le chiavi delle emozioni./ Giro su una piattaforma incerta/ con un grande mazzo di chiavi/ e desidero trovare/ le relative serrature./

Non muore la speranza/ perchè la ricerca / diventa uno dei motivi di vita.

Mi piace l’immagine della piattaforma incerta su cui tutti giriamo , alla ricerca di un senso alla nostra esistenza, ignorando che è proprio in questa ricerca che la vita trova il suo significato….

 

Grazie, Piera!!!!

UTE: La regina bambina – Vittorio Sereni.

La prof. Alberta Chiesa ci ha ieri presentato una figura di donna che è difficile pensare sia potuta vivere nel 1600: la regina Cristina di Svezia, infatti, è stata una donna fuori dal comune. Figlia di un re molto amato dal suo popolo , questi decretò che anche le donne potessro ereditare la corona del regno, così a sei anni, rimasta orfana, Cristina fu nominata RE di Svezia. Naturalmente c’era un reggente a governare, ma crescendo Cristina lo allontanò. Non era certo bella, inoltre aveva poca salute e un pessimo carattere. Non volle mai sposarsi, ma ebbe molti amanti, sia  uomini che donne; pur essendo molto intelligente e molto istruita non fu una buona regina e non seppe curare gli interessi del suo popolo.  A 28 anni, nel 1654 abdicò in favore di un cugino col quale era cresciuta e al quale era stata legata affettivamente.

Dopo l’abdicazione venne in Italia e si convertì, lei luterana, al cattolicesimo.

Le vicende un po’ piccanti di questa regina hanno tenuto desta l’attenzione dei soci presenti, che hanno applaudito calorosamente alla fine della lezione.

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Il poeta Vittorio Sereni, nato nel 1913 sulle rive del Lago Maggiore, appartiene alla cosiddetta “Linea Lombarda” , appellativo con cui vengono designati i poeti nati appunto in Lombardia e caratterizzati da: adesione alla realtà e superamento dei temi metafisici; indagine razionale ed etica; linguiaggio antilirico, prosastico . Fanno parte della “Linea lombarda” : Parini, Manzoni, Sereni.

Questi segue inizialmente le istanze degli ermetici, ma presto se ne distacca. Avvertendo nel dopoguerra la crisi della poesia vuole difenderla adottando un linguaggio forse meno raffinato , ma più vicino alla sensibilità della gente. Ecco una delle sue composizioni.

Viaggio di andata e ritorno

da “Gli strumenti umani”

Andrò a ritroso della nostra corsa
di poco fa
che tanto bella mai ti sorprese la luna.
Mi resta una città prossima al sonno
di prima primavera.
O fuoco che ora tu sei
dileguante, o ceneri confuse
di campagna che annotta e si sfa,
o strido che sgretola l’aria
e insieme divide il mio cuore.

 

Papa Francesco da quattro anni insieme a noi……

Papa Francesco si inchina al patriarca Bartolomeo
Papa Francesco si inchina al patriarca Bartolomeo

Quattro anni di Papa Francesco, quattro anni in cui ci siamo dovuti abituare (con sorpresa e con piacere)  alla sua semplicità , a quel suo sentirsi prima di tutto uomo tra gli uomini, ai suoi gesti che inquietano tanti benpensanti. Leggo e trascrivo da Agi.it

Gesti che rivelano la determinata volontà di Papa Francesco di abbassarsi per raggiungere davvero tutti con un messaggio di pace e di spogliare se stesso e la Chiesa Cattolica da trionfalismi e identitarismi. Questo chinarsi – infatti – è il “segno” del Pontificato di Jorge Mario Bergoglio, gesuita 80enne ma molto moderno nella sua visione di una Chiesa non piramidale….

Leggendo le parole di don Battista Rinaldi per “Fondazione Melazzini”       ( un foglio segnalatomi dall’amica Luciana) mi ha colpito in particolare quanto vado trascrivendo:

“….mi pare che papa Francesco si trovi sulla scena come Gesù nel cortile del Tempio, in mezzo a quel gruppo di scribi e farisei che gli portano una donna adultera per metterlo alla prova ed avere di che accusarlo . Anche allora , come oggi, l’apparato del Tempio è molto agguerrito nel mormorare.  E……….non mancano neppure alcuni sedicenti saggi che pongono a papa Francesco delle domande precise, in attesa di risposta. ….E anche Francesco, come Gesù, risponde con un ostinato silenzio.

Io sono convinta che papa Francesco sia davvero un dono dello Spirito e auguro a lui, ma soprattutto a noi, ancora lunghi anni alla guida della Chiesa di Roma…