Ute: don Mazzolari – Giocare a fare Dio?

La prof.sa Mariella Russo quest’anno vuole guidarci a scoprire persone che non si sono lasciate cadere addosso il loro tempo e hanno avuto la capacità di reagire a quanto accadeva. La prima di queste figure è don Primo Mazzolari.

don-mazzolariNasce in un paesino della bassa mantovana e appena diventato sacerdote, si arruola come cappellano militare, spinto da sacro furore patriottico. Un avolta in trincea, incita i soldati a combattere per la patria, ma ascolta anche il moto di ribellione che molti esprimono verso questa guerra e verso una Patria che, mentre chiede a loro di sacrificare le proprie vite, sta solo e sempre dalla parte dei ricchi e dei potenti.

Alla fine della guerra don Primo è cambiato e si schiera decisamente dalla parte dei reduci e dei contadini, facendo proposte che non possono essere accettate nè dal clero nè dai “padroni”: sono tutti spaventati dall’ida che possa accadere qui quello che è appena accaduto in Russia: la Rivoluzione comunista.

Ritenendolo pericoloso, gli viene affidata una piccola parrocchia di campagna, dove nessuno frequenta più la chiesa, ma lui saprà conquistarsi la fiducia della gente dimostrando di capire i loro problemi e schierandosi sempre dalla loro parte anche quando questo può diventare non solo scomodo, ma anche pericoloso: gli squadristi fascisti sono in piena attività.

Fiero oppositore del regime fascista, non esita però a condannare le rappresaglie dei partigiani alla fine della Seconda Guerra Mondiale; nel dopoguerra lui afferma che c’è bisogno di tolleranza tra cattolici e comunisti, mentre il Papa lancia la scomunica per chi vota il partito comunista;  fonda anche un giornale “ADESSO” su cui cerca di diffondere l’idea di una società più giusta, ma viene censurato a più riprese dai suoi superiori.

Solo con l’avvento di Papa Roncalli trova approvazione alle sue posizioni, tanto che il pontefice lo invita a Roma per preparare il Concilio, ma don Mazzolari morirà mentre si appresta a intraprendere la sua nuova vita.

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lalbero-della-vita-2Il dr. Sassi, ha scelto quest’anno un argomento molto attuale e di non facile comprensione: l’ingegneria genetica.

Gli esseri viventi più numerosi sulla terra sono i batteri, veri laboratori chimici ad alto rendimento.

L’ingegneria genetica porta l’uomo, per la prima volta nella storia, a entrare nel patrimonio genetico degli esseri viventi per modificarlo e creare nuove specie (Giocare a fare Dio?). Come accade ?

La trasmissione di informazioni richiede un linguaggio codificato e come con l’alfabeto si costruiscono parole, frasi e romanzi, cosìnelle cellule ci sono proteine e acidi nucleici che costituiscono l’alfabeto della ingegneria genetica.

Con l’esperimento di Griffith, si è arrivati a capire che i batteri sanno scambiarsi il DNA e sono quindi in grado di evolvere rapidamente; altri scienziati hanno dimostrato che il patrimonio genetico è contenuto nel DNA, il quale, grazie alla sua particolare forma e struttura, consente la duplicazione delle cellule in modo automatico.

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La sala oggi era tanto affollata che non c’erano abbastanza posti a sedere per tutti i presenti che hanno seguito con enorme interesse le due lezioni.