E’ questione di sopravvivenza…

lingegner-casciaballChe l’Università della Terza Età sia un’ istituzione preziosa per la nostra città è confermato dalle numerosissime presenze che si registrano ad ogni lezione.  La sala è quasi sempre al completo e il gradimento degli argomenti proposti è evidente.

Organizzare questa istituzione non è affatto cosa semplice: riuscire a comporre il mosaico degli argomenti da trattare, degli orari che devono essere compatibili con le disponibilità dei docenti richiede un lungo lavoro che occupa buona parte dell’estate. A questo si aggiunga la fatica di far quadrare i conti: i docenti vengono pagati attingendo alle quote versate dai soci al momento dell’iscrizione.

Purtroppo però in questi ultimi anni si assiste a un curioso fenomeno: mentre la stragrande maggioranza dei frequentatori dell’UTE si precipita, già a inizio dell’Anno Accademico, a versare la propria quota di iscrizione (che equivale all’incirca al costo di una lezione), ce ne sono altri (e non pochi) che continuano a frequentare senza iscriversi mai.

Questo comportamento mette a rischio l’esistenza stessa dell’UTE, che non può più contare sul contributo di enti pubblici e privati che un tempo sostenevano l’associazione e che ora non sono più in grado di farlo.

Questo mio post vuole essere un accorato appello a tutti coloro che, per dimenticanza o trascuratezza, non hanno ancora provveduto a contribuire al sostentamento della nostra UTE, che per sopravvivere ha bisogno dell’aiuto di tutti.

 

UTE: Riforma: architettura – penitenza e conversione.

Quale riflesso ha avuto la Riforma Protestante sull’architettura?

chiesa-protestanteQuesta è la domanda a cui ha risposto oggi la prof. Manuela Beretta. Il primo cardine della Riforma Luterana consiste nell’imperativo: SOLA SCRIPTURA. Con questo il monaco ribelle voleva dire che la sola fonte cui un credente deve attingere è la Sacra Scrittura; da questo deriva che anche le immagini perdono di importanza e infatti le Chiese calviniste ne sono del tutto prive. Mentre, nell’età del barocco, le chiese cattoliche ridondano di decorazioni e immagini, le chiese protestanti assumono un aspetto ascetico, austero, che deve favorire l’ascolto della Parola. Sempre per sottolineare la centralità della Parola, la parte più importante nelle chiese protestanti è rappresentata dal pulpito dal quale il celebrante commenta  le Scritture ai fedeli raccolti in un’unica navata. Nelle chiese protestanti non ci sono tabernacoli, perchè l’osia consacrata non viene consevata, e non ci sono reliquie di santi. C’è la tavola della Cena, che spesso è una semplice asse di legno posta a ricoprire il fonte battesimale.

La Chiesa cattolica reagisce alla Riforma protestante convocando il Concilio di Trento, che fissa regole di austerità per l’iconografia religiosa, ma , mentre Roma vi si adatta con fatica, a Milano S. Carlo fissa regole minuziose per gli arredi sacri, per la loro disposizione e per la manutenzione delle chiese. E’ sempre S. Carlo a imporre che il Battistero sia esterno alla chiesa o almeno vicinissimo all’ingresso e inoltre fissa minuziosamente le dimensioni di ogni elemento dei confessionali, che invece sono del tutto assenti nelle chiese protestanti, visto che il sacramento della Penitenza non viene riconosciuto.

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Don Ivano ha continuato il discorso su Lutero, figura oltremodo interessante e, per certi versi, inquietante. Egli nei primi anni della sua vita monastica era ossessionato dall’idea del peccato e dal timore del giudizio divino, tanto che si confessava tutti i giorni, senza per questo riuscire a trovare serenità.

Egli riteneva che la natura umana fosse talmente impastata di peccato da non poter sperare nella salvezza se non per l’opera giustificatrice di Dio. Anche le buone opere sarebbero troppo poca cosa per poter sperare nella salvezza. Per questo l’uomo è chiamato alla penitenza, intesa come conversione.

Ritornare…

Ritornare alla solita routine non è così semplice: sarà il jet lag che ancora scombina i ritmi del sonno? O sarà la nostalgia delle cose e delle persone lasciate? Come scordare le voci che ci hanno salutato l’ultimo giorno?

Vorrei ritrovare ogni giorno, qui, la dolcezza e la soavità dei modi, il verde perenne delle foreste, i sapori e i colori di un mondo che ora posso solo ricordare e sperare di riincontrare ….

 

Viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino.

(Luis Sepúlveda)