E la gente sta a guardare…

Cosa pensare di un popolo che guarda indifferente le stragi ricorrenti dei propri figli?

In America ieri un ragazzo di 19 anni ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone in una scuola…. e questa è la 19^ sparatoria dall’inizio di quest’anno!!!! Ma nessuno parla di limitare il commercio delle armi….dicono che si devono curare le persone instabili: e questo va benissimo.

Ma se una persona instabile ha a disposizione un’arma da guerra, fa certo più danni che se avesse soltanto un coltellino svizzero o una cerbottana….direi io.

Il fatto che queste stragi avvengano preferibilmente nelle scuole, mi fa  pensare che ci sia anche qualche problema nel sistema educativo americano…..non sarà troppo selettivo? tenderà in maniera inadeguata all’integrazione  dei soggetti più deboli? Non so….

Certo è che la misura di armare anche gl’ insegnanti, proposta ventilata da qualcuno, mi pare la meno adeguata per arginare il problema. E intanto padri e madri stanno alla finestra a guardare…

Film: I fiori di Kirkuk.

i-fiori-di-kirkuk“I fiori di Kirkuk”è un film ambientato nell’Iraq di Saddam Hussein, che tanto ha perseguitato l’etnia curda.

Najla, una ragazza irachena, che sta studiando medicina in Italia, torna nel suo paese per cercare il ragazzo curdo di cui si è innamorata all’università e che ora non dà più notizie di sè. Lo trova in una cittadina curda, ormai clandestino e ricercato dalla polizia; per questo lui vuole troncare la loro relazione, che può essere pericolosa per entrambi. Najla però non ci sta e vuole condividere la lotta del popolo curdo. Accanto a questo tema, il regista evidenzia anche lo stato di totale soggezione della donna nello stato iracheno: non solo non può decidere del suo patrimonio, ma non può nemmeno scegliersi il marito che vorrebbe sposare.

Najla, arruolandosi nell’esercito iracheno, riesce a salvare il suo innamorato, ma non riuscirà a salvare se stessa.

Najla sta ad impersonare lo spirito di tolleranza e di convivenza che dovrebbe governare la relazione tra etnie diverse e il regista sembra volerci dire che è dalle donne che verrà la pace.