Viaggiare.

viaggiareMi ero messa in viaggio

con una speranza e mille paure

per poi scoprire

che non ci voleva coraggio.

Tutto accade come per miracolo

quando  l’amore guida i tuoi passi

Bangkok, città degli angeli.

cropped-WP_20180129_09_46_05_Pro.jpgBangkok significa, se ben ricordo, “Città degli Angeli” e l’altra sera a vederla dall’alto del 55° piano dell’hotel, dove eravamo ospiti, veniva da pensare che meritava davvero questo nome.

Il giorno seguente, lunedì, siamo state guidate da due care amiche in un’escursione su barca su uno dei canali navigabili in cui si dirama il fiume Chao Phraya, sulle cui rive sorge Bangkok.

I due barcaioli ci hanno fornito di giubbotti salvagente e ci hanno portato a vedere gli angoli più suggestivi della città, invitandoci a visitare i templi buddisti più importanti, così maestosi e ricchi di colori.

Sulle rive del fiume puoi vedere bene come la città  stia rapidamente modificando la sua fisionomia attraverso costruzioni modernissime e ardite, ma puoi anche vedere le ultime case sull’acqua: autentiche palafitte dall’aspetto poverissimo entro cui ancora vivono famiglie di pescatori. Lungo il tragitto, spesso movimentato da ondate improvvise provocate dai numerosi battelli turistici, ci è venuta  incontro una piccola imbarcazione su cui una donna esponeva la sua merce da vendere: frutta di ogni genere, che qui da noi non arriva e che ci è totalmente sconosciuta.

Qua e là sui pontili o davanti alle case affacciate sul fiume, si potevano vedere grossi lucertoloni addormentati al sole: sembravano varani, ma non saprei indicarne il loro vero nome. A un certo punto i barcaioli ci hanno dato due sacchetti di pane e ci hanno invitato a sbriciolarlo e a lanciarlo in acqua: immediatamente l’imbarcazione è stata circondata da una miriade di pesci anche di grandi dimensioni e di specie diversissime tra loro. Incredibile!!!

Prima di partire abbiamo poi voluto provare a girare la città a bordo di un took-took, il caratteristico mezzo di trasporto che si vede per le vie di Bangkok. Il conducente era un giovane (ma sarà stato davvero giovane? Sembrano tutti ragazzini e poi scopri invece che hanno un bel po’ di anni sulle spalle) thai molto intraprendente, che voleva a tutti i costi portarci a fare un nuovo giro in barca e quando finalmente ha capito che non ci interessava, ci ha portati davanti a un negozio di abiti e stoffe…. era chiaro che voleva accaparrarsi la percentuale sugli introiti  procurati a negozianti e battellieri.

Viaggiare su un took-took è un’esperienza da non ripetere: questo piccolo mezzo motorizzato viene lanciato a tutta velocità in mezzo al traffico caotico della città, senza curarsi troppo di rallentare in prossimità di dossi e curve e ti senti sempre come se da un momento all’altro dovessi essere catapultato fuori dal veicolo per trovarti tra le ruote di furgoni e auto, che, al contrario dei took-took , viaggiano lentissimi , quasi a passo d’uomo.

Il nostro conducente doveva sentirsi molto bello e affascinante visto che voleva 20 bat per farsi fotografare!!!

 

Templi e chiese.

wp_20180129_10_39_59_proTempli buddisti e chiese cristiane in Thailandia, riflettono il raffinato gusto estetico del popolo Thai.

I primi sono maestosi, ricchi di ori, di mosaici, di statue dorate  rappresentanti il Buddha seduto o in piedi o addormentato (quest’ultimo veramente gigantesco), ma sempre con la stessa espressione di serena meditazione.  Sono rappresentate varie altre “divinità” (non so se questo sia il termine più appropriato) femminili e maschili e le pareti sono tutte dipinte di colori molto vivaci.

wp_20180126_10_42_29_proLe chiese cristiane sono ovviamente molto più rare, ma anch’esse suscitano subito, al primo impatto, una sensazione di gioiosa serenità: pareti bianche su cui spiccano l’oro e il rosso degli arredi semplici, ma intonati al gusto orientale, unica navata ampia.

In Thailandia si lasciano sempre le scarpe fuori dalla porta e così si fa anche  nei templi (dove ti danno un sacchetto per riporle)   e nelle chiese. I pavimenti sono ovunque lucidissimi e pulitissimi. I fiori vengono disposti sempre con grande cura, badando a creare macchie di colore in armonia tra loro e a creare equilibrio di forme e volumi. Credo che questa sia un’arte innata nel DNA dei Thailandesi.

I canti nelle chiese cattoliche thailandesi sono di una dolcezza infinita, sia per la loro esecuzione delicata, sia per la morbidezza delle melodie; al confronto i nostri canti sembrano  quasi un po’ rozzi. Ho assistito a qualche messa e ho notato che anche le omelie erano “sorridenti”: il celebrante infatti interponeva alla spiegazione delle Scritture, frasi che pronunciava con fare divertito e i fedeli reagivano con ampi sorrisi…