UTE: Collina e il dialetto comasco – Vassena, uno straordinario inventore lecchese.

Piero Collina (1910-1983) è uno dei maggiori poeti dialettali contemporanei e il primo a scrivere in prosa e in poesia in dialetto comasco; fondò una scuola di poesia, inventò la grafia fonetica del dialetto comasco e ogni anno curava l’edizione dell’ “Almanacco della Famiglia Comasca”.

Oggi i nostri docenti (Ghioni, Gottardi e Vasirani) ci hanno deliziato con la lettura di brani tratti da “I Promessi Sposi” tradotti dal collina in dialetto comasco e per di più in versi. L’opera è stata scritta dal 1950 al 1956 e fu pubblicata solo nel 1966; la trama del romanzo manzoniano è stata rispettata scrupolosamente e non si tratta di una parodia, anzi i brani più suggestivi del romanzo originale conservano anche  nella versione del Collina tutta la loro poesia. I personaggi positivi o più importanti parlano in comasco, mentre i prepotenti e i malvagi parlano in milanese (riaffiora l’antica, mai sopita rivalità).

A una breve, ma puntuale presentazione, è seguita la lettura dei brani più famosi del romanzo e i bravissimi lettori hanno saputo comunicare emozioni e sentimenti, così come il Collina avrebbe desiderato.

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Nella lezione seguente il prof. Creuso ci ha presentato un personaggio molto noto nel lecchese, ma a me del tutto sconosciuto: l’inventore Pietro Vassena (1897-1967).

vassenaQuest’anno infatti ricorrono 50 anni dalla sua impresa più conosciuta: quella con la quale stabilì il record di profondità immergendosi col suo batiscafo fino a 412 metri nelle acque del Lago di Como.

Un personaggio straordinario questo Vassena: frequentò le scuole solo fino alla terza elementare, ma la sua intelligenza vivacissima ed eclettica gli consentì di realizzare invenzioni degne del più valente esperto di ingegneria.

Alla fine della Grande Guerra comincia la sua attività imprenditoriale costruendo raggi per le ruote delle biciclette, poi passò a costruire motociclette; ai tempi dell’autarchia inventò l’impianto a gas per le automobili ricavandone grandi profitti. In seguito inventò degli sci per poter sciare sull’acqua, visto che non sapeva nuotare e con quegli sci attirò l’attenzione dell’armatore Onassis, cui propose il recupero dell’Andrea Doria, progetto che non fu poi realizzato.

I guadagni realizzati gli pemisero di dedicarsi alla costruzione di un’altra invenzione: il batiscafo, con cui stabilirà il record già citato e in questa impresa impegnò tutti i suoi capitali. Costruì motori leggeri per le barche, macchine anfibie, go-kart cingolati per spostarsi sulla neve, una pistola Beretta che poteva sparare a raffica e altre invenzioni.

Anche oggi un bel pomeriggio!

UTE: Martin Luther King – Humanae vitae.

martin-luther-kingMartedì 17 Aprile, Don Ivano ci ha ricordato la figura di Martin Luther King jr., ucciso cinquant’anni fa a Memphis. La predicazione di questo martire moderno è  rimasta legata nella memoria di tutti noi soprattutto alla lotta degli afro-americani contro la segregazione razziale. E’ vero l’ impulso alla modifica delle leggi razziali vigenti negli USA è venuta senz’altro dalla sua incessante, pacifica rivendicazione di pari diritti, ma il suo “I have a dream” aveva un respiro ancora più ampio: auspicava la pacifica convivenza di tutti gli uomini  in un futuro prossimo, alla luce dei principi evangelici.

Per perseguire questo suo obiettivoM.L.K non è arretrato davanti a nulla, nemmeno davanti alleminacce o alle numerose incarcerazioni; la sua coerenza aveva conquistato gran seguito alla sua causa, ma questo non impedì il suo assassinio avvenuto il 4 Aprile 1968.


Nella seconda ora di lezione Don Ivano ha continuato intrattenendoci su un altro cinquantenario: quello della pubblicazione dell’enciclica “Humanae Vitae”, scritta con grande coraggio da Papa Paolo VI, suscitando molte discussioni mai sopite.

Le conquiste della scienza e della medicina imponevano di affrontare in modo nuovo le problematiche legate al concepimento e alla contraccezione e Papa Montini non si sottrae a questa sfida, ma forse lo fa in modo troppo impositivo, troppo duro. Il punto più importante è certamente quello che riguarda “la paternità responsabile”, che lascia alla retta coscienza degli sposi la “responsabilità” (appunto) di avere o non avere figli, nella certezza che la sessualità è un valore e che  è finalizzata alla procreazione, ma non solo ….

A testimonianza dell’imbarazzo che questo tema deve aver procurato anche nel clero, ricordo che avevo 22-23 anni e avevo assistito a una conferenza di un sacerdote su un argomento che non ricordo…Alla fine era stato lasciato spazio alle domande e io avevo chiesto appunto cosa si intendesse per paternità responsabile…. con mia grande sorpresa, visto che avevo letto l’enciclica, mi sono sentita rispondere che nessuno aveva mai posto  questo problema!!!

Non condividete!!!

Il fenomeno del bullismo pare stia devastando la scuola italiana e sembrerebbe essere spuntato dal nulla.

bullismoNon credo sia così: il bullismo è sempre esistito, ma forse aveva meno seguaci perchè faceva meno rumore. Con l’uso dei cellulari che consentono la diffusione rapida e senza limiti delle bravate commesse, i bulli hanno l’impressione di diventare popolari, per questo direi che la prima cosa da non fare è quella di condividere i video. La seconda cosa da fare è quella di spiegare ai ragazzi le conseguenze, anche penali, del loro uso scriteriato del cellulare  e infine sarebbe bene consentirne l’uso in classe, ma solo in certi giorni destinati alla ricerca di gruppo su argomenti prestabiliti. Questa opera educativa però non deve essere delegata solo alla scuola: la famiglia ha il ruolo più importante nell’educare al rispetto dei propri compagni, al rispetto dei superiori, al rispetto delle regole, a imparare a dissociarsi con forza dai comportamenti devianti di eventuali compagni, tentati dal delirio di narcisismo che li spinge a violentare la dignità degli altri.

Ma, soprattutto, condanniamo i bulli al silenzio e all’oscuramento !