Semplicità.

Ieri sera ho utilizzato molto il telecomando TV, perchè c’erano due programmi che non volevo perdere: la serata di Bocelli a Verona su Rai1 e “L’albero degli zoccoli” su TV2000. Così ho fatto zapping sistematico tra l’uno e l’altro canale, riuscendo a non perdere le esibizioni più importanti di Bocelli e a seguire il filo del discorso di Olmi.

Ne “L’albero degli zoccoli” ho rivisto molte scene della mia infanzia: la spannocchiatura, l’uccisione del maiale, l’aratura e la semina dei campi, il bucato sulle rive del fiume, le sere nella stalla, ma i miei ricordi si riferiscono a un’epoca più recente di quella in cui è ambientato il film e in essi la povertà è meno dolorosa, meno opprimente. Mi chiedo come Olmi sia riuscito a ricostruire con tanta fedeltà tutto un mondo che è ormai scomparso da tanto tempo e in cui avevano la priorità le cose e i sentimenti più semplici.

Della serata di Bocelli da Verona che dire? Lui è sempre bravissimo e bravvissima anche la giovane soprano che lo affiancava; maestose le scene “corali” con gran numero di comparse e prestigiosi gli ospiti d’onore.

Tra questi mi ha colpito particolarmente Richard Geer, che si porta disinvoltamente i suoi capelli candidi; mi ha ricordato che anche Vanessa Redgrave a Venezia si è mostrata col suo semplicissimo look di donna anziana, ma ancora bellissima. Al loro confronto, mi sembrano molto patetici i tanti personaggi del mondo dello spettacolo (e non solo), che si sottopongono a lifting dagli esiti a volte tragici, se non addirittura comici.

W Vanessa! W Richard!