UTE: storia dell’Accademia di Brera – S. Colombano “monaco europeo”

Anche per il ciclo di lezioni, sempre molto gradite, della prof. Beretta, è arrivato il momento finale.

Ieri ci ha illustrato la storia di una gloriosa istituzione milanese: l’Accademia e Pinacoteca di Brera.

Le sue origini risalgono al Medio Evo, quando , nel 1178, la congregazione degli UMILIATI acquista da Guercio da Baggio un terreno  al di fuori delle mura romane denominato BRAIDA (cioè “campo incolto”); esso era delimitato a sud dalla cinta muraria della città e a nord dai navigli. Gli Umiliati erano una congregazione che voleva, nelle proprie comunità, riprodurre la vita delle primitive comunità cristiane, ma, come spesso accade, lo spirito delle origini fu presto tradito, perchè gli Umiliati, divenuti fortissimi nella lavorazione della lana e riscuotendo le tasse da chi attraversava la loro pusterla sul naviglio, divennero ben presto potentissimi a Milano.

A lato della loro sede, costruirono una chiesa intitolata a S. Maria in Brera, che ora è scomparsa: le sue navate sono occupate da aule dell’Accademia, un pregevolissimo affresco di Vincenzo Foppa (che pare anticipare la pittura leonardesca) è ora nel museo Brera, il suo portale fa ora parte di una cascina all’interno del Parco di Monza.

La fortuna degli Umiliati terminò quando si avvicinarono al calvinismo: S. Carlo ottenne da Papa la soppressione dell’ordine  e tutti i loro beni passarono ai Gesuiti a condizione che aprissero una scuola riservata al clero e ai nobili.  Siamo nel 17° secolo quando il complesso di Brera fu allargato per la necessità di costruire la scuola. Questa divenne presto rinomata per l’alto livello di istruzione impartita; vi si facevano anche approfonditi studi di astronomia, che portarono alla scoperta di una nuova cometa   e quindi si decise di costruire anche un osservatorio.

biblioteca di Brera
biblioteca di Brera

Nel 1773, Maria Teresa d’ Austria caccia l’ordine dei Gesuiti e riforma profondamente la scuola, che diventa statale e aperta a tutti. A questo punto il complesso di Brera comprende: l’osservatorio, l’orto botanico, l’accademia (pittura, scultura, architettura), la biblioteca e la Pinacoteca. E’ ormai il vero polo culturale della città. Gli allievi dell’accademia realizzano la Villa Reale di Monza, residenza estiva dell’arciduca.

Nel 1796, Napoleone requisisce le opere d’arte delle chiese e dei monasteri del territorio e le riunisce nelle sale ricavate dall’antica chiesa di S. Maria.

Da allora il complesso di Brera ha assunto l’aspetto attuale.

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Don Ivano ci ha invece parlato di un santo che pochi forse conoscono e che invece potrebbe con merito comparire tra i protettori della nostra Europa.

san_colombanoNato in Irlanda intorno al 543,  fonda la comunità di Bangor dove impone regole severissime soprattutto riguardo al distacco dai beni terreni; poi cion alcuni suoi seguaci sbarca in Francia con l’intento di riportare il continente europeo alla purezza primitiva del cristianesimo e ottiene il permesso di fondare un’altra comunità a Luxeuil; da qui poi si sposterà in vari altri paesi europei fino ad arrivare a Bobbio, nel piacentino, dove morirà poco dopo.

Fu il primo a parlare di Europa e il primo a coglierne l’unità culturale, derivante dalle antiche radici greco-latine, che concepiscono l’uomo come “cittadino” soggetto di diritti e di doveri, in contrapposizione col mondo orientale che concepisce l’uomo come suddito obbediente al re, inteso come divinità.

Grande merito del monachesimo europeo è proprio quello di esser divenuto custode della lingua e della cultura greco-latina, oltre quello di aver costituito un sicuro punto di riferimento per le popolazioni sottoposte agli sconvolgimenti delle invasioni barbariche.

Notevoli poi sono state le invenzioni e le scoperte che, nate all’interno dei monasteri, hanno poi contribuito a migliorare le condizioni di vita dell’intera Europa.

UTE: Pomeriggio a teatro.

loca-prina-due-dozzVenerdì 24 maggio, alle ore 15, in Sala Isacchi la compagnia teatrale dell’UTE andrà in scena con la più rappresentata tra le commedie italiane; DUE DOZZINE DI ROSE SCARLATTE di Aldo De Benedetti.

Scritta negli anni 30 del secolo scorso, racconta la serie divertente di equivoci che nascono per colpa di un mazzo di rose recapitato alla persona sbagliata.

Data la bravura dei nostri attori e l’elegante comicità del testo, si preannuncia un pomeriggio piacevolissimo. Vi aspettiamo numerosi, ben decisi a divertirvi!