Ute: l’utilizzo delle farine (Angela D’Albis) – Il Vampiro: la paura del diverso. (Diana)

Alle 15.00, la dr.ssa Anna Sartori, titolare della nota pasticceria di Erba, ci ha parlato dell’utilizzo delle farine alimentari.

Ci ha spiegato che, in passato, soprattutto nei periodi di crisi, come durante le guerre, la cultura gastronomica era legata al nutrimento, perché c’era denutrizione.

Adesso che questo problema non c’è più, il cibo è più che altro un piacere. Tuttavia, questo passaggio della cultura gastronomica dalla necessità del nutrimento al piacere, ha reso i cibi sempre più “raffinati”. La raffinazione, cioè il rendere il cibo più “puro” e più “fine”, ha portato delle conseguenze sul nostro stile alimentare. Il processo di estrazione ha tolto l’equilibrio naturale del cibo. Per esempio, raffinare la farina, vuol dire togliere la crusca.

veleni bianchiDopo questa introduzione, la lezione si è focalizzata sull’uso delle farine.

La docente ha ribadito che la farina raffinata, cioè resa “pura” e “sottile”, può essere considerata un “veleno”. Sono quatto i “veleni” che hanno un impatto negativo sul nostro organismo: sale, zucchero raffinato, latte e farina.

La parola “farina” deriva da FAR – Farro e significa: prodotto della macinazione di frutti o semi.

Quindi, le farine sono prodotte da un’infinità di piante che hanno caratteristiche e proprietà diverse.

Per ricostruire l’equilibrio naturale dei cibi, ribadisce la docente, dobbiamo imparare ad ampliare la conoscenza dei vari tipi di alimenti e saper variare il loro utilizzo. Questo, però, senza dimenticare la “tradizione”.

Infatti, la dottoressa ha concluso la sua lezione parlandoci dei prodotti “tradizionali”, “emozionali” e “d’avanguardia”.

Come alla fine della scorsa lezione, c’è stata una degustazione che ha spiegato praticamente questi concetti. Abbiamo assaggiato un delizioso pezzettino del dolce tipico erbese “masigott” (prodotto tradizionale), un “crumiro” che ricordava i biscotti della nostra infanzia (prodotto emozionale) e un delizioso dolcetto fatto con farina di mais, riso, senza zucchero e senza uova (prodotto d’avanguardia).

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Il prof. Galli, dopo aver ripercorso con noi lo sviluppo del mito del vampiro nella cultura popolare antica e poi la sua introduzione nella letteratura ad opera di numerosi scrittori a partire dall’ottocento, ha oggi concluso il suo ciclo di lezioni su questo tema parlandoci di alcuni scrittori italiani e stranieri che si sono ispirati a questo personaggio inquietante.

Nella letteratura italiana (tra le più gloriose e antiche in Europa), il romanzo giallo o horror è sempre stato ritenuto una produzione  di serie B, perciò non ci sono molte opere in questo campo.

Tra i primi a scrivere un racconto ispirato ai vampiri è stato Emilio Salgari: due fratelli partono dalla Sicilia e vanno in America in cerca di oro e, nella foresta, incontrano un grande pipistrello che si nutre del sangue di piccoli mammiferi.  Dopo una serie di avventure, i due tornano in Sicilia carichi di oro e vivono felici e contenti.

intervista col vampiroDopo Salgari, anche Daniele Oberto Marrama e Luigi Capuana  hanno scritto romanzi il cui protagonista è il vampiro; non ha resistito al fascino del personaggio nemmeno il famosissimo Conan Doyle, che, in un suo racconto, con la sua proverbiale razionalità, riesce a dimostrare che colei che era stata ritenuta una vampira è in realtà una creatura di grande altruismo.

L’invenzione del personaggio del vampiro è in definitiva la proiezione della paura del “diverso” e quando, alla  fine dell’ottocento, cominciarono  le prime manifestazioni delle suffragette, che rivendicavano parità di diritti rispetto agli uomini, eccole diventare nella mente di molti quel “diverso” di cui avere paura.  Un poeta come Baudelaire ha rappresentato la donna come creatura malvagia, dal fascino fatale, che porta alla perdizione.

Il terribile fenomeno dei femminicidi che riempiono quotidianamente le cronache odierne testimoniano come ancora molti uomini non riescano accettare che una donna rivendichi il suo diritto alla libertà di decidere della propria vita.   (nella foto un affascinante vampiro dei nostri giorni)