Neonati come merce.

Solo casualmente mi sono imbattuta in una notizia che risale a tre mesi fa e che tuttavia mi ha lasciato senza parole: 46 neonati “depositati” (proprio come si fa con la merce) in una clinica Ucraina perché lì li hanno lasciati le madri in affitto che li hanno partoriti, visto che i genitori “committenti” non potevano ritirarli a causa del lockdown che ha bloccato i voli.

Mi fa orrore pensare che questi bambini siano trattati esattamente come una merce qualunque, mi fa orrore che delle donne siano costrette per necessità ad affittare il proprio utero e a sfornare figli  così come fanno gli animali da allevamento; ma soprattutto mi fanno orrore quelle persone che comprano i figli così come si compra una macchina nuova.

Mi fanno invece tantissima pena quei bambini  stoccati in un deposito in attesa della consegna. Come ho detto, la notizia è di tre mesi fa e spero che nel frattempo i 46 neonati abbiano trovato delle braccia calorose che facciano loro dimenticare il gelo e la solitudine in cui hanno vissuto i primi giorni della loro vita.

Rimane però un grandissimo interrogativo: è sempre lecito fare ciò che la tecnica rende possibile? E’ lecito commissionare dei figli alla stregua di un elettrodomestico di nuova generazione? A me pare di no.