Sparaelastici… che divertimento!

Lo sparaelastici….non ricordavo più che cosa fosse, ma ieri mattina …

Papà Paolo era andato al supermercato e aveva visto tra i vari articoli, un sacchetto pieno di elastici, che gli ha riportato alla mente i giorni ormai lontani della sua infanzia e lo ha acquistato.

sparaelasticiA casa si è procurato due pezzi di legno nella legnaia; con chiodi e martello, due mollette da bucato e un po’ di nastro adesivo ha preparato due perfette armi per sparare gli elastici; questi però devono essere scelti della lunghezza adatta alle dimensioni del “fucile” per non essere troppo lenti nè troppo tesi.

Il funzionamento è semplice: si deve  innescare l’elastico tra il chiodo sulla punta dell’arma e la molletta posta all’altra estremità poi basta premere per far aprire la molletta e l’elastico parte proprio come un vero proiettile.

Giovanni e Gioele, erano entusiasti di questa invenzione del loro papà e, dopo aver imparato a farla funzionare, ci hanno giocato molto a lungo con grande divertimento.

Credo che per Giovanni e Gioele sia stato un momento non solo divertente, ma anche educativo: potrebbero aver capito che non servono giocattoli costosi e sofisticati per divertirsi, a volte basta un po’ di fantasia.

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Un amico, che onora questa pagina con frequenti visite, ha inviato questo commento che mi piace inserire qui di seguito:

Era il gioco della nostra età e della piazza Mercato. Ogni stagione aveva il suo gioco, ma questo era valido in ogni tempo.
In primavera il Giro d’Italia disegnato sul “cementone della piazza e si “correva” con i tappi delle bibite, appesantiti con lo stucco o altro materiale idoneo per renderlo più stabile e più veloce nei lunghi rettilinei. Seguiva naturalmente il Tour de France.
In estate si giocava con il “piramidino” (trottola) fatto dal papà artigiano di uno degli amici o venduti da mia madre (interesse di famiglia) che veniva colpito con una frusta. Le biglie, le figurine. Sempre e rigorosamente in piazza.
In estate per i più grandi c’era il “carrello”: un pianale in legno di 50×90 cm., attrezzato con un manubrio fornito di una ruota (cuscinetto a sfera) rialzato per un 15 cm. circa, e dietro con le ruote a livello inferiore come sopra.
Loro potevano, oltre che correre in piazza spinti dagli amici, andare a fare la discesa (già asfaltata) sopra al cimitero.
Il traffico non era così caotico come oggi. C’era anche il gioco degli archi, fatti con le bacchette degli ombrelli rotti, e le frecce in legno con la punta arrotondata.
Non mancava il gioco del pallone (palla un po’ più grossa di quella del tennis) che ci vedeva “concorrere” con la furbizia dei “Vigili”, che arrivavano all’improvviso, sequestravano la palla o ce la bucavano. Allora appostavamo una vedetta che ci avvertiva dell’arrivo e, dopo aver fatto sparire “il corpo del reato” in un cortile, continuavamo a giocare con
un piccolo sasso: purtroppo più pericoloso della palla per le vetrine che si affacciavano sulla piazza.
Poi altri giochi dove potevano giocare piccoli e grandi, maschi e femmine. Era una piazza “all’avanguardia”.