UTE: La fine del potere temporale: I Patti Lateranensi.

Proseguendo la lezione precedente, don Ivano ci ha fatto ripercorrere il periodo storico che va dalla presa di Roma del 1870 alla firma dei PATTI LATERANENSI.

Con la Breccia di Porta Pia, l’esercito italiano aveva occupato i territori dello Stato Pontificio e la stessa Roma: da quel momento Papa Pio IX, allora regnante, si sentì prigioniero dello Stato italiano e continuava a reclamare la restituzione dei territori che gli erano stati tolti, nonostante che nel 1971 lo Stato italiano con l’emanazione della Legge delle Guarentigie gli assicurasse piena autonomia nell’esercizio del suo potere spirituale e nei rapporti con gli stati esteri. Non gli veniva però riconosciuta alcuna sovranità sui palazzi occupati; doveva considerarsi un ospite. Questo non piacque a Pio IX che anzichè considerarsi ospite continuò a sentirsi prigioniero.

I suoi successori reclamarono solo la completa indipendenza , ma non accamparono più pretese sui territori perduti: avevano ben compreso che lo scomparso Stato Pontificio era un anacronistico relitto di tempi ormai lontani e non era in grado di venire incontro alle esigenze dei cittadini. La Chiesa si era liberata da un ingombrante fardello, ma pretendeva la più assoluta autonomia da potere politico dello Stato italiano. Fu così che Leone XIII emanò il ben noto “Non expedit”, col quale proibiva ai cattolici di partecipare alla vita politica.

Benedetto XV, dichiarando la sua neutralità prima dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, si attirò la diffidenza dei governanti italiani, che nel Patto di Londra pretesero che il Papa non dovesse essere consultato nei trattati di pace che sarebbero seguiti alla fine del conflitto. Ciò però non escluse che il Papa intervenisse sui più scottanti problemi del suo tempo anche su sollecitazione della Società delle Nazioni (l’odierna ONU).

Finita la Grande Guerra, negli anni ’20, il Papa firma numerosi concordati con gli Stati nati dopo il Trattato di Versailles e con l’arrivo al potere di Mussolini, bisognoso dell’appoggio dei cattolici, si realizzarono le condizioni  per concludere le trattative con la firma dei Patti Lateranensi, che comprendevano: un Trattato con cui si riconosceva al Papa la sovranità sulla Città del Vaticano e sulle Basiliche Romane e un Concordato che regolava i rapporti tra lo Stato e la Chiesa. Regnava allora Papa Pio XI che, nonostante le numerose critiche interne alla Chiesa, difese con calore l’accordo raggiunto.

I Patti Lateranensi furono modificati solo nel 1984, quando non rispondevano più alla realtà di una Chiesa postconciliare e alle nuove condizioni dello Stato italiano diventato nel frattempo una repubblica democratica (e non più una monarchia/dittatura).

La perdita del potere temporale ha segnato l’acquisizione di una crescente autorevolezza del Papa di Roma, la cui guida morale è riconosciuta in tutto il mondo anche dai non-cattolici.

 

Quello che mi ha colpito in questa lezione è sentir echeggiare nomi come Gentiloni … Gasparri … sembra che nel nostro paese poco sia cambiato nell’olimpo di quelli che contano in questi cento anni. Altra nota: lo Stato italiano riconobbe alla Santa Sede un cospicuo risarcimento dei danni subiti e  quei capitali rimpinguarono quello IOR, protagonista di tante oscure vicende italiane.

Fukushima, dieci anni dopo.

Ho seguito una puntata di Atlantide su La7 sul disastro di Fukushima, accaduto 10 anni fa.

fukushima-5Il problema è ben lungi dall’essere risolto (infatti si prevede che occorreranno ancora non meno di 30/40 anni); nel frattempo, per  raffreddare gli impianti, è stata accumulata una quantità enorme di acqua contaminata, stoccata in contenitori, che ora attendono di essere svuotati, ….. ma dove?  L’unica soluzione praticabile sarebbe quella di sversare quell’acqua nell’Oceano, ma con quali rischi per l’ecosistema mondiale? Chi li può calcolare?

Dopo quel disastro, qui da noi sono diminuiti i fautori di nuovi impianti nucleari: i vantaggi derivati al Giappone dall’utilizzo dell’energia prodotta dalla centrale di Fukushima credo siano molto minori del costo della sua disattivazione…. senza contare che la capitale Tokio esiste ancora oggi solo per il malfunzionamento di una valvola che ha contribuito a raffreddare gli impianti e ha impedito che il disastro si trasformasse in un’apocalisse.

Ora non resta che sperare che per  l’acqua contaminata di Fukushima venga trovata una soluzione che non danneggi le acque degli Oceani e quindi la vita sull’intero pianeta.