UTE: La contessa di Castiglione (docente: Alberta Chiesa)

Quella che oggi la prof.ssa Chiesa ci ha presentato è una donna molto diversa da quella che immaginavo.

Avevo 13/14 anni quando alla Tv trasmisero lo sceneggiato che ripercorreva la vita della contessa di Castiglione e il regista Anton Giulio Majano  aveva tratteggiato l’immagine di una dolce bellissima fanciulla sacrificata alla ragion di Stato dalla cinica politica del Cavour.  Certo a questo ricordo ha contribuito molto la dolcezza un po’ malinconica della allora giovanissima Virna Lisi, che interpretava il ruolo della protagonista, Virginia Oldoini.

Oggi invece abbiamo scoperto una donna ambiziosa, avida di successo e di potere  che perseguì il suo scopo con fredda determinazione e senza alcuna remora.

Marchesa-di-Castiglione (1)Nata nel 1837 da famiglia nobile, ma di modeste possibilità economiche a 17 anni sposò il Conte di Castiglione che si era innamorato di lei e al quale lei aveva dichiarato esplicitamente di non ricambiarlo e che accettava quel matrimonio solo per poter entrare alla corte di Torino, cosa che ottenne puntualmente.

Cavour, suo cugino, notando la sua intraprendenza e la sua spregiudicatezza, la inviò a Parigi con il compito di convincere Napoleone III ad allearsi con il Piemonte contro l’Austria. Divenne ben presto l’amante dell’imperatore attirandosi l’ostilità dell’imperatrice Eugenia e delle altre dame di corte, ma la sua carriera di spia finì ben presto in seguito a un attentato di cui Napoleone III, che usciva dalla casa della contessa, era il bersaglio.

Durante il periodo trascorso alla corte francese, mandò in rovina il marito con le sue spese pazze, ma in seguito si arricchì notevolmente grazie agli investimenti in borsa fatti su consiglio del banchiere Rotschild, divenuto suo amante, grazie anche ai sussidi ottenuti  dal re e ai doni dei suoi innumerevoli adoratori(in pratica tutti gli uomini più potenti del suo tempo).

Visse col gusto della trasgressione, della provocazione e nel  culto della sua bellezza; divenne la prima fotomodella di moda (la fotografia era appena nata – si contano ben 450 suoi ritratti fotografici). Quella che era stata la sua arma vincente, la bellezza appunto, divenne poi anche la sua ossessione, infatti ad appena trent’anni, sentendosi già vecchia e per  paura di mostrare i segni del passare del tempo, si ritirò a vivere in solitudine in un appartamentino di Parigi circondata dai suoi cimeli. Morì a Parigi nel 1899, sola e dimenticata da tutti.

Gli storici sono concordi nell’affermare che il suo contributo come improbabile spia, fu del tutto trascurabile.

 

Torna il “sereno”.

Gli avevano raccomandato di stare sereno, poi poco tempo dopo gli hanno fatto lo sgambetto e lui se ne è andato a Parigi a fare il professore.

Ora che nel PD c’è aria di disorientamento e tutto pare andare alla deriva, lo stanno invocando di tornare per rimettere insieme i cocci di una sinistra allo sbando.

Letta è un uomo che stimo: mi piace la sua pacatezza, il suo buon garbo e la sua lealtà: quando lo hanno silurato non ha inveito e non ha remato contro i suoi “pugnalatori” …se n’ è andato  e basta; lo stimo anche perché mi pare un uomo di grande esperienza politica, di grande preparazione culturale e di grande onestà: in tanti anni di militanza (prima nella DC e poi nel PD) non è mai stato sfiorato da inchieste o da sospetti di alcun genere.

Sarei felice se accettasse di fare il segretario del PD: la sua autorevolezza potrebbe zittire i tanti galletti che hanno più ambizione che peso specifico.