Tenere il piede in due scarpe.

ChiTieneIlPiedeSi può stare contemporaneamente al governo e all’opposizione? La logica dovrebbe indurci a rispondere che non è possibile, invece nella realtà, per miserabili interessi di parte questo accade abbastanza spesso.

Si mandano i propri rappresentanti nelle riunioni in cui si prendono decisioni importanti, si sottoscrive un accordo e subito dopo in piazza si grida a gran voce che quell’accordo è carta straccia. E’ l’atteggiamento comunemente definito: tenere il piede in due scarpe.

E’ il caso di Salvini che smentisce Giorgetti, suo alter ego, e di tutti coloro che non rinunciano a occupare posti di governo, ma vogliono tenersi buoni certi elettori sensibili agli slogan più che alla coerenza delle idee e dei comportamenti.

Non è così difficile smascherare questi giochetti da doppiogiochisti ambiziosi e irresponsabili e bene ha fatto Draghi a non cedere.

 

LoSnodo + Umanamente= Raccontami una Tesi.

Spesso ci si lamenta della scarsa partecipazione dei giovani alla vita associativa, ma ci sono delle realtà meritevoli di attenzione purtroppo ancora poco conosciute.

Tra queste realtà possiamo certo annoverare”LoSnodo”, la cui sede è alla stazione di Erba e “Umanamente ” con sede a Canzo: sono due associazioni giovanili che si prefiggono di vivacizzare il panorama socio-culturale delle nostre comunità.  Questa pandemia le ha “mutilate” sul nascere, ma ora stanno provando a rimettersi in moto. Hanno infatti pensato di organizzare  una serie di  videoconferenze  intitolata” Raccontami una tesi”:  di volta in volta un giovane neolaureato presenterà la propria tesi di laurea, dando modo ai partecipanti di aggiornare le proprie conoscenze e di chiarirsi le idee nel dibattito finale.

Ieri sera è stata la volta di Francesco, che ci ha parlato di “INTEGRAZIONE EUROPEA ALLA PROVA DEI NAZIONALISMI: L’INFLUENZA DEI DISCORSI POPULISTI”

Dopo una breve sintesi della storia dell’unificazione europea, Francesco ci ha spiegato quali elementi accomunino i vari populismi del passato e del presente attraverso l’analisi dei discorsi di personaggi che hanno fatto del populismo la molla del loro successo politico:

Mary Elizabeth Lease (contadina americana della fine dell’800);

Pierre Poujade (fondatore in Francia di un sindacato, antenato dell’odierno Front National);

Viktor Orban, il presidente ungherese che controlla la quasi totalità della stampa e delle Tv del suo paese;

Matteo Salvini, attuale capo politico della Lega.

Nei loro discorsi sono presenti elementi comuni: posizioni estreme, slogan di facile presa, contrapposizione verso un presunto “nemico”, avversione verso chi governa e verso le istituzioni.

Facile comprendere che con questi presupposti i populismi costituiscono un pericolo per il processo di integrazione dei paesi membri dell’UE e lo testimonia la Brexit propagandata dal populista britannico Farage.

L’Europa potrà difendersi dai populismi, se saprà abbandonare una politica basata solo sui rapporti economici e riscoprirà i valori di solidarietà e di difesa dei diritti che hanno ispirato i Padri fondatori.

Dal dibattito che è seguito alla esposizione del bravissimo Francesco, sono emerse  le aspettative e le delusioni dei giovani verso l’UE: appare sempre eccessivo il peso della burocrazia, troppo debole la politica verso i populisti interni, palese l’incapacità di governare il fenomeno dell’immigrazione,  troppo pavida nella difesa dei diritti umani nei paesi limitrofi e per troppo tempo ha fondato la sua politica economica sull’austerità (che ha favorito i populisti)..

Tutti però hanno convenuto che c’è bisogno di un’ Europa forte e coesa, pena l’irrilevanza dei paesi europei nella politica internazionale; c’è bisogno di grandi progetti comuni (difesa dell’ambiente, unificazione dei sistemi fiscali, stipendio minimo) che però non devono venire vanificati dalle lentezze burocratiche e dalle inefficienze a livello delle istituzioni locali.

Per parte mia ho fatto notare che oltre ai limiti evidenti dell’UE come è ora, non si può dimenticare che ha garantito, per la prima volta nella storia, 75 anni di pace ai paesi membri che nel passato hanno mandato i propri giovani a morire in guerra per questioni territoriali, di prestigio e per desiderio di prevalere gli uni sugli altri. Ciò ha garantito per secoli un livello di vita sub-umano alle classi più povere del continente. Ai miei tempi non si poteva certo pensare di andare in Francia, in Germania o in altri paesi confinanti semplicemente fornendosi di un biglietto aereo o mettendosi al volante della propria auto senza altre formalità  e solo poco tempo fa le badanti polacche dovevano rientrare in patria per rinnovare il permesso di soggiorno ogni tre mesi.

Avrei potuto ricordare anche un’altra garanzia di cui godiamo noi cittadini europei: il controllo severo della qualità dei prodotti che consumiamo per la nostra alimentazione e per la vita quotidiana (normative precise sulla qualità degli alimenti, il marchio CE su giocattoli, apparecchiature elettroniche ecc. …).

L’Unione Europea è nata per merito di chi ha saputo sognarla e farle muovere i primi passi; ora tocca ai giovani renderla forte e sempre più unita nella solidarietà, che la pandemia ha reso non più rinviabile.

E’ stata una bella serata e un’occasione preziosa per me per  incontrare dei giovani e sentire le loro idee, perciò non mancherò ai prossimi appuntamenti di “Raccontami una tesi”.

UTE: la non violenza e la religione: uccidere in nome di Dio? (prof. M. Russo)

il massacro degli Ugonotti in Francia
il massacro degli Ugonotti in Francia

Tutte le religioni comandano di non uccidere, eppure in ogni tempo e sotto ogni bandiera gli uomini hanno ucciso e continuano ad uccidere per asseriti motivi religiosi. Lo hanno fatto i cristiani (ricordiamo le Crociate, il Sacro Macello in Valtellina, il massacro degli Ugonotti, le guerre tra cattolici e protestanti …), i musulmani, gli induisti ecc,..

Per prevenire le guerre di religione, bisogna perseguire la non violenza; Gandhi raccomandava di avere amici di religioni diverse. Spesso invece accade che, incontrando persone di fede diversa dalla nostra, ci sentiamo prendere dalla diffidenza e dalla paura (paura di tradire la nostra fede? di non essere pronti al confronto?) Papa Giovanni XXIII e oggi Papa Francesco ci esortano a cercare ciò che abbiamo in comune con le altre religioni, piuttosto che evidenziarne le differenze. Ognuna di esse possiede un po’ di verità, quindi non dobbiamo pensare che la nostra fede sia superiore a tutte le altre proprio come accadeva presso i popoli primitivi.

Un tempo infatti ogni tribù aveva il suo totem, il suo dio, che la doveva proteggere dalle tribù nemiche. La tribù vincente, in caso di guerra, si vantava di avere il dio più potente.

Questa impostazione mentale rimane ancor oggi  nonostante che da duemila anni preghiamo come Gesù ci ha insegnato, dicendo “Padre NOSTRO” . La parola “nostro” si riferisce a tutti gli uomini, senza distinzioni e tutto l’insegnamento evangelico è volto a far superare barriere di ogni tipo che possano dividere l’umanità.

E allora perchè si è arrivati, e si arriva tuttora, alle guerre di religione? Purtroppo la religione viene spesso (da sempre), strumentalizzata per fini economici e politici. “Religio instrumentum regni” dicevano i latini; “Got mit uns” dicevano i nazisti e sui dollari statunitensi c’è la scritta: “In God we trust”; per non parlare dei politici di oggi che sbandierano simboli religiosi per farsi ritenere buoni credenti solo per accalappiare qualche voto in più.

La jihad islamica, spesso intesa come guerra santa, è invece la lotta interiore del fedele che vuole meritare il Paradiso. Il Corano ammette solo la legittima difesa.

I terroristi, che hanno ucciso centinaia di persone in Europa e altri due milioni  nel resto del mondo,  non sono dunque buoni musulmani. I talebani sono sorti sotto il patrocinio di americani e sauditi per mettere le mani sul petrolio; in India e in Birmania si perseguitano oggi certe minoranze per allontanarle da terre ricche di materie prime molto ambite. Dietro al fanatismo religioso,  si nascondono interessi economici e politici.

In conclusione bisogna approfondire la conoscenza di chi vive accanto a noi e professa religioni diverse o ha diverse abitudini: conoscendoli, li capiremo e non ci faranno più paura.

Grazie, prof. Russo! Certi concetti parrebbero assodati, ma non è così ed è bene ribadirli.

 

Meglio il silenzio.

Che storia triste!!

Credo che se mi  trovassi al posto di Beppe Grillo, morirei dal dolore al solo pensiero che mio figlio possa aver commesso atti tanto esecrabili, ma sentirei anche il dolore di colei che è stata costretta a denunciare e quello dei suoi familiari …e allora avrei solo chiesto alla stampa di aspettare il giudizio della magistratura e avrei atteso anch’io in silenzio…

Le storie della Bibbia: Giuseppe o la lealtà punita.

Giuseppe dunque fu portato in Egitto dai mercanti che lo avevano comprato dai suoi fratelli. Lì fu venduto a Putifarre, un funzionario del Faraone, che constatando la sua onestà e le sue capacità, gli affidò l’amministrazione della sua casa e dei suoi beni, ma…..

6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Unisciti a me!». 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi. 9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?». 10 E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei.
Il casto Giuseppe.11 Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era nessuno dei domestici. 12 Essa lo afferrò per la veste, dicendo: «Unisciti a me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì. 13 Allora essa, vedendo ch’egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori, 14 chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce. 15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito ed è uscito».
16 Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa. 17 Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me. 18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori». 19 Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d’ira.
20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione.

A volte pare che l’onestà e la lealtà non vengano riconosciute, anzi sono talora penalizzate, ma bisogna lasciare che il tempo, sempre galantuomo, rimetta le cose a posto…e sarà così anche per Giuseppe…

 

UTE: geologia (dr. Sassi)

Riprendendo il discorso interrotto nella lezione precedente, il dr. Sassi prende le mosse ancora dalla teoria di Wegener sulla geologia evolutiva che prospetta l’esistenza di un unico continente originario, la Pangea di 300 milioni di anni fa, poi “frantumato” in diverse placche all’inizio del Mesozoico (250 milioni di anni fa).

terraDagli studi sulla forza di gravità si è potuto dedurre che la parte più intern, il mantello arriva della Terra deve essere molto più densa della crosta esterna del nostro pianeta; del resto le nostre perforazioni arrivano al massimo ai 7 Km. , un nulla in confronto ai 6mila Km del raggio terrestre. Anche i terremoti consentendo di studiare la deviazione delle onde sismiche,  dovuta alla diversa densità degli strati interni della Terra, ci danno utili informazioni sulla sua conformazione. Come si vede nell’immagine qui sopra, la crosta esterna è molto sottile (appena 35 Km.), il mantello (rocce fluide) misura circa 2900 Km e il nucleo (interno+esterno) oltre 3000 Km.

Man mano che ci si avvicina al centro della Terra la temperatura aumenta, ma in modo diverso: nei primi strati aumenta molto velocemente poi con un andamento molto più lento fino ad arrivare a 4000/5000 gradi. Questo ci dice che al centro della Terra c’è una sorgente che continua a produrre calore (e da qui deve essere nata l’idea dell’Inferno che doveva essere sotto terra): essa è la radioattività che produce energia nucleare.

le dorsali oceaniche in cui si originano le forze che premono sulle placche
le dorsali oceaniche in cui si originano le forze che premono sulle placche

A pochi km. di profondità le rocce sono fuse, quindi le placche esterne della crosta terrestre galleggiano e si spostano più o meno lentamente e il loro movimento viene originato a partire dalle dorsali oceaniche (imponenti catene montuose che si trovano sul fondo degli Oceani). I movimenti più rapidi si verificano tra la placca dell’Oceano Pacifico (che comprende l’Australia e la placca Nasca (alla sua destra).

Dai movimenti delle placche vengono originate le catene montuose, i terremoti e i fenomeni vulcanici.

Il continente africano viene spinto verso nord e questo ha dato origine alla quasi ininterrotta sequenza di catene montuose che parte dalle Alpi fino ad arrivare agli estremi del continente asiatico.

Nella prossima lezione, il dr. Sassi ci racconterà come tutto questo abbia determinato le particolari caratteristiche del nostro territorio.

Grazie, dr. Sassi! Aspettiamo la continuazione di questa interessante lezione.

Ricordando…

Dal mio diario del 26 marzo 2015:

Scuola di italiano per stranieri.

Si parla dell’ uso dell’ imperfetto per raccontare esperienze passate e chiedo ad ognuno di parlare di un proprio riccordo.
 M. , donna marocchina sui quarant’ anni , con quattro figli, che viene a scuola col treno da un paese non tanto vicino (porta l’ hijab, il velo che copre solo il capo) prende la parola : – Quando ero piccola non portavo il velo….
Io : – Benissimo l’ uso del verbo, ma a che età si comincia a portare il velo?
M. :- Intorno ai diciassette anni…..
Una ragazza albanese interviene: – Io ho visto anche bambine piccolissime portare il velo, come mai?-
M. – Sì, a volte cominciano a far portare il velo anche alle bambine di 6  o 7 anni per abituarle, altrimenti quando sono più grandi non lo accettano più…-
Io :- Questo mi rattrista un po’,  perché bisognerebbe lasciare che le donne facciano scelte libere….-
Nessuno interviene più sull’ argomento; prende poi la parola una ragazza kossovara dai grandi dolcissimi occhi neri:
– Quando ero piccola io dovevo scappare via dalla mia casa insieme a tanta altra gente e quando ci penso mi viene ancora una gran paura….-
Tutti conveniamo che la guerra sia la cosa più assurda e tragica che l’ uomo abbia inventato….

Ebru se ne è andata in silenzio….

 

Ricevo tramite Whatsapp e non conosco l’autore…

Se n’è andata in silenzio, ieri pomeriggio, in una stanza d’ospedale, dove era stata trasferita dal carcere in seguito al precipitare delle sue condizioni.

timtik-1200Se n’è andata al 238esimo di uno sciopero della fame con cui chiedeva un processo equo in un Paese, la Turchia, in cui l’equità e la giustizia sono concetti inesistenti. Specie se sei donna. Specie se sei un’avvocata per i diritti umani. Specie se non pieghi la schiena di fronte a un potere che vorrebbe tapparti la bocca.

È morta così, Ebru Timtik, di fame e di ingiustizia. Il suo cuore si è fermato semplicemente perché non aveva più nulla da pompare in un corpo scarnificato dall’inedia.

È morta per difendere il suo diritto ad un giusto processo, dopo essere stata condannata a 13 anni, insieme ad altri 18 avvocati come lei, detenuti con l’accusa di terrorismo, solo per aver difeso altre persone accusate dello stesso crimine.

È morta come Ibrahim e come Helin e come Mustafa del Grup Yorum, morti dopo 300 giorni di digiuno per combattere la stessa accusa.

È morta combattendo con il proprio corpo, fino alle estreme conseguenze, una battaglia che nella Turchia di Erdogan non è più possibile combattere con una parola, un voto, una manifestazione di piazza.

È morta come fanno gli eroi, sacrificando la propria vita per i diritti di tutti.

C’è solo un modo per celebrare la memoria di questa grande donna: non restare zitti. Far arrivare la sua voce il più lontano possibile, dove lei non può più arrivare.

Ci sono idee così forti capaci di sopravvivere anche alla morte.

Addio Ebru. Viva Ebru. Noi ti ricorderemo così:

Ebru

50 anni di umanità.

Copio e incollo qui di seguito la mail inviatami Da Medici senza Frontiere, organizzazione che sostengo da anni:

……..
Medici-Senza-Frontiere-ItaliaEra il 1971 quando a Parigi un gruppo di medici e giornalisti reduci da difficili esperienze umanitarie in Biafra e Bangladesh, decidono di inaugurare un nuovo modo di portare assistenza d’emergenza che unisce l’azione medica indipendente all’impegno della testimonianza e
fondano Medici Senza Frontiere.

Gli stessi principi e lo stesso spirito guidano ancora oggi oltre 65.000 operatori umanitari impegnati ogni giorno a portare cure mediche e aiuto incondizionato in più di 80 paesi nel mondo.

Sono trascorsi 50 anni durante i quali siamo intervenuti nelle grandi emergenze, conosciute o dimenticate: il genocidio in Ruanda, lo tsunami in Indonesia, il terremoto ad Haiti, ma anche conflitti in Medio Oriente, l’epidemia di Ebola, le rotte della migrazione, le tante crisi dove migliaia di persone non hanno accesso alle cure. Il presente ci pone davanti a grandi sfide e nuove emergenze, come la pandemia di Covid-19 che continuiamo a fronteggiare in Italia e nel resto del mondo.

Non ci fermiamo perché nuove sfide ci attendono.

Insieme possiamo andare oltre.

Ringrazio questa organizzazione per il bene che sa portare là dove ci sono le situazioni più critiche e spero che molti continuino a sostenerla sempre.

Sorella acqua.

…. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta… (Cantico delle creature)

 

terra-acqua (1)Milena Gabanelli in questo video racconta una proposta di investimenti, nell’ambito del Recovery Plan, che viene dal mondo dell’agricoltura per sfruttare l’acqua piovana e farla diventare sia una risorsa in periodi di siccità, sia una fonte di energia idroelettrica pulita. La realizzazione di questa proposta comporterebbe anche la creazione di molti posti di lavoro e questo non è un aspetto da trascurare di questi tempi.

Mi sembra un’ ottima idea: va nella direzione giusta, visto che è  da tempo universalmente accettato il fatto che l’acqua sarà sempre più in futuro un problema  anche nel nostro paese.

Dovremmo rendercene conto tutti e contribuire tutti in ogni modo a non sprecare un bene così prezioso; dovremmo capire che non  sarà più così scontato averla a disposizione senza limiti come è stato fino ad ora.

Io, per quel che posso, mi sto già attrezzando: ho riflettuto che anche nella mia cucina sprecavo molta acqua che poteva benissimo essere riutilizzata e ho deciso di cambiare le mie abitudini.

Ho acquistato una bacinella di plastica di dimensioni tali  da poter entrare nel lavandino della cucina e quando lavo la verdura o la frutta,  quando mi capita di sciacquare un attimo le mani sena usare il sapone, o quando lavo la caffettiera, recupero l’acqua che altrimenti andrebbe sprecata finendo direttamente nello scarico e la utilizzo per annaffiare orto e giardino.

Certo il mio risparmio influisce solo minimamente sulla mia bolletta dell’acqua e non ha certo ripercussioni  sull’andamento generale del consumo idrico, ma, se tutti provassimo a limitare gli sprechi, certamente ne gioverebbe tutto l’ambiente.