Donne… è inutile lamentarsi se poi …

Dico alle donne: è inutile lamentarsi e piangere sulla discriminazione di cui siamo oggetto ancora in tanti campi. La legge ci riconosce il diritto di contare, ma siamo noi stesse a rendere inefficace quella legge: perchè è così difficile trovare donne che si candidino nelle liste elettorali, dove per legge sono previste delle quote rosa che, se non rispettate, invalidano le liste stesse? Cosa trattiene le donne dalla partecipazione alla politica, dal prendere posizione? La paura di esporsi e di dichiarare apertamente il proprio modo di leggere la realtà?

 

 

Oltre i muri, oltre le guerre.

La serata è cominciata con un filmato veramente scioccante. Mostrava tutti i luoghi della terra in cui si stanno vivendo crisi umanitarie devastanti. Campi profughi,  dove una umanità dolente sopravvive in ripari di fortuna, si estendono all’infinito in mezzo a pianure deserte dove non cresce un filo d’erba, masse di persone di ogni età in fuga si attendano alla meglio davanti ai fili spinati che dovrebbero arginare la loro disperazione …. e tutto questo mentre si spendono risorse infinite per le armi e mentre una ristrettissima minoranza di multimiliardari si arricchisce sempre più.

Dopo questo choc iniziale cui il pubblico attonito ha assistito con sgomento, è iniziato il “dibattito” sulla guerra in Ucraina con le testimonianze di due giornalisti, Luigi Geninazzi e Nello Scavo di Avvenire, che ben conoscono il problema che oggi preoccupa tutti noi.

Sono state ben inquadrate dal punto di vista geo-politico le cause remote di questo conflitto “sacrilego” (come dice Papa Francesco): alla dissoluzione dell’URSS, l’Ucraina ebbe il riconoscimento dalla Russia di Eltsin della propria indipendenza da Mosca, ma ora Putin non riconosce più quei trattati e vuole riportare sotto l’influenza russa i territori che facevano parte dell’impero zarista.

L’accusa di “nazismo” nei confronti degli Ucraini si regge, secondo il modo di vedere di Putin, sul fatto che essi  rivendicano la propria identità e indipendenza; le accuse verso la Nato, poi, perdono di consistenza se si pensa che il suo allargamento non è stato imposto con la forza a nessuno dei nuovi stati membri, che anzi hanno loro stessi chiesto di entrare a fare parte di questo organismo di difesa, proprio per diffidenza nei confronti del colosso russo.

Quanto alle trattative, da tutti auspicate per trovare una soluzione condivisa e porre fine alla guerra e alle sue atrocità, richiedono un riconoscimento reciproco e una volontà da entrambe le parti in causa che al momento non ci sono e pertanto nessuno può prevedere la durata del conflitto in atto e le sue possibili soluzioni.

Sentire le testimonianze dirette di Nello Scavo, appena tornato da Kiev, è stato illuminante: in una guerra nessuna delle due parti in conflitto ha l’esclusiva dell’innocenza,   ci sono atti di violenza da entrambe le parti; ma questo non ci deve far confondere: l’aggressore è uno solo ed è Putin ed è il suo esercito a radere al suolo intere città.

Come un gambero…

Quante parole, proclamate in lungo e in largo per tanto tempo, appaiono oggi più che mai suoni vuoti, senza senso.

Abbiamo sentito declamare l’uguaglianza tra gli uomini e il loro diritto alla libertà e alla felicità da quasi tre secoli e assistiamo continuamente a soprusi, verso individui meno fortunati, perpetrati al solo fine di schiavizzarli.

Abbiamo sentito proclamare in tutte le lingue del mondo il diritto all’autodeterminazione dei popoli e ancora oggi si nega la possibilità di esistere a popoli come i Palestinesi o i Curdi e ultimamente abbiamo sentito dire che l’Ucraina come Stato non ha diritto di comparire sulle carte geografiche.

Credevamo di essere nel XXI secolo, ma forse la storia ci sta riportando indietro di qualche secolo… come se fosse un perfido, sadico gambero.

Giovanni venditore.

giocare a vendereLa zia L. ha un negozio di cartoleria, che continua a gestire, nonostante l’età avanzata, per consentire ai dipendenti di raggiungere l’età della pensione (quanti imprenditori hanno la stessa sensibilità e onestà?).

Giovanni (8 anni) è sempre andato volentieri a trovare la zia sul luogo di lavoro, fin da piccolo, anche perchè c’erano sempre giocattoli nuovi da vedere, libri o altro e qualcosa riusciva sempre a portarlo a casa. Ora però è più grande e va un pomeriggio alla settimana in negozio per aiutare a sistemare la merce: riordinare gli scaffali, mettere in vista gli articoli più richiesti al momento;  qualche volta non esita a consigliare i clienti sugli acquisti più adeguati alle loro esigenze.

E’ stato così che un giorno c’era in negozio una signora molto incerta sul tipo di agenda da acquistare. Giovanni le ha illustrato con dovizia di particolari quanto fosse più bella, anche se un po’ più costosa, una certa agenda e la cliente ha seguito il consiglio del piccolo venditore. Giovanni era molto orgoglioso del suo successo …. chissà se da grande potrà mettere a frutto questa sua propensione alle attività commerciali.

UTE: Riflessione Pasquale. (sintesi di A. D’Albis)

La riflessione pasquale del nostro docente Don Ivano, pur avendo per soggetto un argomento religioso, come esplicitato dal titolo, si sviluppa anche in un contesto culturale e di attualità.

Nella lettura dei testi evangelici della Passione, i momenti culminanti sono quelli in cui si richiama la vera natura di Colui che viene sottoposto a giudizio: la sua umanità!

I Vangeli della Passione vanno oltre il racconto della cronaca di quelle ore drammatiche, ma fanno risaltare la persona che, pur condannata, percossa, devastata, non perde la sua dignità e appare sempre nella grandezza della sua fisionomia umana.

Quando Pilato presenta alla folla Gesù torturato, con la corona di spine sul capo, dice:” Ecco l’uomo”.

Con questa dichiarazione, Pilato suo malgrado, mette al centro “un uomo”, anzi, l’”uomo” che rappresenta tutti gli uomini maltrattati, torturati, privati della loro libertà, ai quali Egli restituisce dignità e rispetto.

Gesù sulla croce ha dato tutto sé stesso, continua il docente, si è “messo a disposizione” e, nel momento della morte, si è rivelato Figlio di Dio.

Purtroppo, la Pasqua di quest’anno è segnata dai rumori di una guerra che si manifesta con gli ennesimi atti di violenza e brutalità che calpestano l’uomo e gli tolgono, insieme alla vita, la dignità e il rispetto.

Dio, invece, è venuto sulla terra per insegnarci a vedere le persone in mezzo alle brutalità; a ritrovare, nelle vicende brutte della Storia, uno spirito più umano e a rispettare sempre la dignità umana che c’è in ciascun uomo.

Don Ivano cita Primo Levi che, nel suo testo più famoso, ci ha lasciato l’impegno di ricercare, anche dentro le persone abbrutite dall’inferno dei lager nazisti, l’uomo con tutta la sua grandezza e non solo un “sopravvissuto”.

Un altro aggancio letterario è con Dostoevskij, del quale abbiamo festeggiato i 200 anni dalla nascita l’anno scorso, con il romanzo: “L’Idiota”.

Come in tutte le opere di Dostoevskij, anche questo romanzo è segnato dall’azione negativa del male e ha come protagonista un uomo semplice e buono che è definito “idiota”.

Egli è l’”idiota” per eccellenza che, nonostante si faccia apparire “menomato”, ha la sua bellezza intrinseca che salverà il mondo.

Don Ivano ci legge una piccola parte del capitolo IV de “L’Idiota”.

Il protagonista, che rappresenta l’autore, rimane “sconcertato” davanti a un dipinto che raffigura l’immagine del cadavere di Gesù di Hans Holben il giovane, che l’autore ha avuto occasione di vedere a Basilea.

In questa immagine sono evidenti i segni di disfacimento del cadavere e viene spontaneo dubitare di una sua eventuale resurrezione.

Tuttavia, esso rappresenta il venir meno dell’Umanesimo e di alcuni valori morali, soprattutto in quel mondo europeo dove regnano le ideologie che Dostoevskij giudica diaboliche.

Anche Papa Francesco richiama il dipinto e il passo del romanzo di Dostoevskij nella sua prima enciclica “Lumen Fidei”. Egli lo fa ricordando che l’immagine del Cristo nella passione è da contemplare per riconoscervi l’amore vero e, quindi, il modo con il quale l’uomo può diventare più autentico e credibile.

Il docente legge anche un breve brano tratto dalle” Lettere di Etty Hillesum al suo amato Julius Spier” (luglio 1942) e conclude la sua lezione con una nota di speranza: nonostante i dolori e le numerose vittime della Storia, la vita continua, se continua, però, ad esserci l’amore che è più potente dell’odio.

Gesù, morendo in Croce “in quel modo”, come dice il Centurione, cioè donando tutto sé stesso, ci ha indicato la strada.

Solo se riusciamo ad accompagnare le tante persone sofferenti che ci circondano, dentro le quali continua la passione di Cristo, possiamo scoprire che in esse ci sono “persone” la cui esistenza è di valore ed è tale da far crescere in umanità anche noi.

Buona Pasqua a tutti!

Un concerto entusiasmante

E’ stato bellissimo!!

I nostri nuovi docenti di musica, Petrucci  (baritono) e Cannatà (soprano) accompagnati al pianoforte dal maestro Scaioli, ci hanno deliziato con alcuni noti brani tratti da opere liriche e da operette. Le loro esibizioni sono sempre state precedute da brevi ed efficaci presentazioni dei brani  e dei loro autori (Mozart, Rossini, Verdi, Kalman..)

Le voci così calde e ben modulate, frutto di lunghi studi e di tanta passione, hanno saputo ricreare atmosfere ora allegre, ora mistiche, ora scanzonate con tale intensità che tutti i presenti ne sono rimasti rapiti ed entusiasti.

Alla fine una lunga standing ovation ha ringraziato i due cantanti/docenti.

Speriamo che l’evento possa ripetersi a breve.

UTE: Classificare gli esseri viventi (Diana) – Le donne nella musica (Angela )

Il dr. Sassi, si sa, è un appassionato studioso di insetti, conosciuto in campo internazionale ed è un onore per noi dell’UTE poterlo avere come docente.

Nell’ultima lezione ha preso spunto dalle numerosissime specie di coleotteri oggetto della sua passione, per spiegarci come si arriva alla classificazione degli esseri viventi.

Il primo a porsi il problema di come è organizzato il mondo è stato Aristotele di Stagira che ideò una “Scala della Natura” in cui sono presenti tutti gli elementi : dal suolo, passando per le piante e gli animali fino ad arrivare all’uomo. Tale classificazione è stata ritenuta valida per circa 2mila anni, ma in essa non c’è l’idea di scala evolutiva.

Chi  intraprese l’impresa di classificare le specie viventi fu Linneo, che cominciò a dare loro un nome e a descriverle. Naturalmente non riuscì a completare il suo lavoro, infatti ancora oggi si scoprono continuamente nuove specie e i ricercatori seguono ancora le regole e il metodo di Linneo: per dare il nome si ricorre alla lingua latina e si usano due termini, di cui il primo indica il genere e il secondo la specie (nomenclatura binomia). La descrizione poi deve essere “essenziale”, cioè deve contenere le caratteristiche che rendono l’essere esaminato ciò che è, trascurando i caratteri “accidentali”. Per descrivere l’homo sapiens Linneo scrisse soltanto “Nosce te ipsum”.

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La professoressa di musica Maria Rosaria Cannatà ci presenta alcune donne musiciste che si sono distinte nella storia, ma che, purtroppo, proprio per il fatto di essere donne, non hanno lasciato traccia di sé e quindi sono, in gran parte, sconosciute. La docente parte dal Medioevo con Idelgarda di Bingen che nacque nel 1098 in Germania. Diventò monaca di clausura e Madre Badessa. Fu, oltre che musicista, anche scrittrice (scrisse alcuni libri che spaziavano tra varie discipline del sapere universale) e fu consigliera spirituale di personaggi famosi come Federico Barbarossa. Fin da bambina ebbe delle visioni divine. La sua opera principale è:” La sinfonia delle rivelazioni celesti”, insieme di 67 canti di lode verso Dio con testi tratti dalle sue visioni. Morì nel 1179 e nel 2012 fu dichiarata Santa e Dottore della Chiesa da Papa Benedetto XVI. Durante il Rinascimento troviamo Maddalena Casulana, compositrice, liutista, organista e cantante. Nacque a Siena e visse presso la corte dei Medici a Firenze, sotto la protezione di Isabella de’ Medici alla quale dedicò alcune opere. E’ ricordata perché è stata la prima donna ad aver pubblicato delle composizioni nella storia della musica occidentale. Un’altra musicista sconosciuta del Rinascimento è Anna Bolena, più nota per essere stata la seconda moglie di Enrico VIII, sovrano inglese che, per lei, provocò lo scisma dalla Chiesa Cattolica della Chiesa Anglicana. Fu accusata di tradimento dal marito e decapitata nella Torre di Londra. Mentre attendeva l’esecuzione compose una melodia dolce, delicata e malinconica intitolata: “O death, rock me asleep”. Il periodo Barocco ci consegna molte donne compositrici. La docente ricorda Francesca Caccini, compositrice, clavicembalista e cantante. Nacque da una famiglia di musicisti a Firenze. Scrisse madrigali, ballate e, cosa rara all’epoca, anche opere liriche. Fu una delle poche donne musiciste ben pagate per il periodo. Fondò anche una scuola di canto femminile. Troviamo anche Barbara Strozzi, compositrice e cantante. A lei sono attribuite otto collezioni di brani musicali. Figlia adottiva del famoso poeta e librettista Giulio Strozzi, collaborò sia col padre, sia con Cesti e Cavalli (famosi compositori). Fu cantante soprano e membro dell’Accademia degli Unisoni, fondata dal padre a Venezia, dove si organizzavano molti incontri culturali. Nelo stesso periodo ci sono: Elizabeth Jacquet de la Guerré, compositrice e clavicembalista francese; Anna Maria del Violin, violinista, compositrice e insegnante italiana, proveniente dall’orfanotrofio veneziano Ospedale della Pietà. Del periodo del classicismo ricordiamo: Maria Teresa Agnesi, clavicembalista e compositrice milanese; Marianna Martines, cantante, pianista e compositrice viennese, prima donna ammessa all’Accademia Filarmonica di Bologna; Maddalena Laura Lombardini, educata all’ Ospedale dei Mendicanti di Venezia, diventò violinista e compositrice; Maria Anna Mozart, sorella di Amadeus Mozart, molto brava, che però dovette interrompere la sua carriera per sposarsi. Nessuna sua composizione è giunta fino a noi. La docente nomina, infine, due musiciste del periodo Romantico: Fanny MandellssohnBartholdy, pianista e compositrice tedesca e Clara Wiek Schumann, compositrice e concertista molto attiva e pianista molto importante dell’era romantica. A 16 anni si innamorò di Robert Schumann, allievo di suo padre e famoso compositore, che sposò cinque anni dopo. Nel 1878 diventò docente di pianoforte al conservatorio di Francoforte. Dopo averci presentato tutte queste donne che si sono distinte come compositrici, musiciste e cantanti nel corso dei secoli, la nostra docente di musica ci ha esortato ad ascoltare alcune composizioni di queste musiciste, giacché lei, per problemi tecnici, non è riuscita a far partire la musica durante la sua interessante lezione!

 

Putin non è il popolo russo.

Ho trovato su Avvenire questa lettera che invita a non confondere il popolo russo con i suoi dirigenti. E’ un popolo che non ha mai conosciuto la libertà se non per sperimentarne le fatiche e gli insuccessi (la lettera parla in questo senso del periodo Gorbaciov) e trova nella guida forte e antiliberale l’unica possibilità di sopravvivere come comunità.

E’ per questo che certe prese di posizione contro singoli cittadini russi, artisti, sportivi, intellettuali mi lasciano molto perplessa.

La guerra: negazione della civiltà e del progresso.

La guerra ha sempre scatenato la parte bestiale che c’è nell’uomo: il fatto di vedere ogni giorno la morte in faccia, di sentire che la propria vita è appesa a un filo sottile che ogni momento può spezzarsi, anestetizza l’anima di fronte al dolore e all’orrore.

Oggi accade quello che è sempre accaduto: distruzioni, torture, stupri, violenze di ogni genere anche contro gli indifesi, sciacallaggio per impossessarsi dei beni dei morti o dei profughi… Affiora dalle oscurità dell’anima e della mente la ferocia più sconvolgente.

L’uomo, che oggi può dominare lo spazio attorno al pianeta e oltre, che può scrutare l’infinità del cosmo o l’infinitamente piccolo della materia, non è molto diverso dall’uomo che accendeva il fuoco scheggiando insieme due pietre.

La guerra è sempre una regressione dell’uomo, una negazione del progresso e della civiltà.

UTE: la fragilità – Francesco e la leggenda dei tre compagni.

La fragilità non riguarda solo la vecchiaia, ma è una dimensione umana che riguarda varie categorie di persone affette o da patologie, o da disabilità o da altre criticità. La fragilità è stata studiata particolarmente in America  su mandato delle assicurazioni  private sulla salute.

La fragilità nella vecchiaia deve assicurare la maggior libertà possibile unitamente alla massima protezione, che però non deve soffocare le potenzialità ancora presenti.

La fragilità emotiva: è caratterizzata dalla tendenza a offendersi facilmente, dalla facilità di arrendersi davanti alle difficoltà, da una scarsa autostima e dall’umore instabile. Questa condizione va trattata puntando sui punti di forza della persona fragile, affidandole incarichi da portare a termine; il raggiungimento degli obiettivi rafforza l’autostima e sprona a raggiungere altri traguardi. La fragilità emotiva è una virtù che interviene dopo gravi traumi e ci fa entrare in contatto con il nostro senso della vita.

La fragilità negli anziani: con l’invecchiamento gli organi e gli apparati del nostro corpo si indeboliscono e si diventa vulnerabili e fragili, quando si è esposti a rischio di complicanze che possono portare alla perdita dell’autonomia. L’anziano fragile è spesso ultrasettantacinquenne e affetto da pluripatologie.

Data la complessità dei fattori che possono determinare lo stato di fragilità, è difficile prevenirlo e curarlo; è utile però fare attenzione ad alcuni segnali che possono preannunciarlo: perdita di peso immotivata, affaticamento, riduzione della forza muscolare, riduzione dell’ attività fisica e della velocità del cammino. Il dr. Rigamonti, concludendo la sua interessante lezione, ribadisce l’importanza del cammino per preservare la propria mobilità e propone infine gli open-day per le RSA perché la gente possa rendersi conto che non sono strutture solo per “malati terminali”, ma possono offrire la possibilità di una vita serena, piena di stimoli per varie attività in situazione di massima protezione.

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Il dr. Turato, che ci ha altre volte intrattenuti su argomenti riguardanti il fitness, ieri ci ha proposto la “rilettura” della vita e della figura di S. Francesco scendo la “leggenda dei tre compagni”, cioè dei tre frati che hanno accompagnato il santo di Assisi nei momenti più importanti della sua vita.

Abbiamo così potuto ripercorrere gli anni della giovinezza dediti ai piaceri della vita e alla partecipazione alle guerre contro Perugia, poi la crisi spirituale e il distacco dai beni materiali fino alla fondazione del suo ordine dei Frati Minori approvato poi dal Santo Padre.