UTE: L’alimentazione dell’anziano (Diana) – Il Giubileo tra Celestino V e Bonifacio VIII (A. D’Albis)

C’è da segnalare una bella novità: prima dell’inizio delle lezioni, il dr. Romantini, facente parte del gruppo teatrale, ha proposto di leggere ogni volta una poesia o una breve scenetta e la cosa ha riscosso il gradimento dei soci.  Ieri ha letto: “Tienimi per mano” di Hermann Hesse, una composizione di struggente tenerezza.

Subito dopo il nostro giovane docente , Simone Frigerio, ha iniziato la sua lezione sull’alimentazione dell’anziano sano., ribadendo alcuni concetti ormai consolidati, vita sana, movimento (non solo camminate, ma anche palestra), alimentazione con prodotti di stagione; ha tuttavia messo alla base della piramide alimentare un elemento nuovo: la convivialità, affermando quanto sia importante poter consumare i propri pasti in un’atmosfera di serena giovialità. (Ma qui si potrebbe obiettare: chi è solo come me può al massimo condividere il momento del pasto con qualche speaker radiofonico o televisivo, generalmente molto cortesi).

E’ seguita un’interessante carrellata illustrante proprietà e benefici dei vari alimenti, tra i quali anche l’acqua (da preferire quella del rubinetto di casa). Sale e zucchero sarebbero da eliminare, mentre il caffè espresso pare avere notevoli proprietà benefiche (per chi soffre di alterazioni della tiroide, preferire il deteinato).

Ciò che è più simpaticamente nuovo nelle lezioni del dr. Frigerio è il suo modo di presentare gli argomenti coinvolgendo i presenti che si lasciano volentieri inserire nella dinamica di un dibattito vivace e interessante perchè scaturito dalle esperienze individuali.

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STORIA DEL GIUBILEO.

Continuando le sue lezioni sul Giubileo e affrontando quello medioevale, il prof. Cossi precisa che l’indulgenza plenaria è una sorta di “condono” della pena, ma non cancella la colpa.

Nel XIII secolo lucrare l’indulgenza era piuttosto complicato perché richiedeva la partecipazione attiva alle Crociate e la necessità di perdere la vita in combattimento e in grazia di Dio.

Con il passare del tempo, ottenere un’indulgenza diventò più semplice. Infatti, poteva essere lucrata anche dai parenti del crociato o addirittura ottenuta con un finanziamento delle Crociate stesse. Le Crociate furono promosse e combattute dalla Chiesa di Roma tra l’XI e il XIII secolo contro gli “infedeli” per riconquistare la “Terra Santa” e strapparla al potere islamico. Tuttavia, questo termine venne usato anche per altre campagne volute dalla Chiesa di Roma per combattere i movimenti eretici che stavano nascendo in Europa (terra cristiana).

Questi gruppi eretici spesso si opponevano al Pontefice o criticavano lo stile di vita opulento della Chiesa, ma non deviavano dalla dottrina e non si opponevano alla fede e alle verità della religione cristiana.

Verso la metà del XIII secolo, si diffuse nella Chiesa il ricordo dell’indulgenza della Porziuncola o Perdono di Assisi che San Francesco ottenne dal Papa e che ancora oggi si celebra ogni anno il 2 di agosto. Sull’onda di questo ricordo, il Papa Celestino V, durante il suo breve pontificato, diede vita a numerose celebrazioni giubilari. Celestino V era un frate eremita, semplice e ingenuo che fu eletto Papa nel 1294. A causa della sua debolezza e ingenuità fu manipolato non solo dai suoi collaboratori, ma anche da Carlo II d’Angiò! Oppresso dalle responsabilità, dopo solo quattro mesi di pontificato, si dimise, sostenuto, in questa decisione, dal Cardinale Benedetto Caetani che, nel successivo Conclave, sarà eletto Papa col nome di Bonifacio VIII.

Il nuovo Papa ridusse il numero delle indulgenze e le portò a una cadenza di ogni cento anni. Nel 1300, infatti, celebrò il primo Anno Santo, nel quale i pellegrini che si recavano a Roma potevano lucrare l’indulgenza plenaria facendo visita alle Basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le Mura. Con la sua “bolla papale”, Bonifacio VIII stabilì che l’anno Santo si sarebbe ripetuto ogni 100 anni.

Come conseguenza della sua indole assolutista e in un periodo storico politicamente delicato, l’istituzione del Giubileo da parte di Papa Bonifacio VIII appare un suo tentativo per giustificare e allargare il suo potere e per acquisire una maggiore grandezza.