Un calciatore e un capo ultras.

E’ sabato sera . Sto aspettando Giovanni (10 anni) e Gioele (7anni). A un tratto sento lo squillare prolungato, allegro e insistente del campanello: è Giovanni che annuncia sempre così il suo arrivo.

ERa un po’ che non ci vedevamo e siamo tutti contenti di ritrovarci insieme. I bambini, come al solito,  tolgono subito le scarpe e mi raccontano che l’indomani Gioele giocherà la prima partita di calcio della stagione. Gioele è tutto eccitato e Giovanni mi mostra una lunga striscia di carta da pacco bianca: deve scrivere uno slogan di incoraggiamento per la squadra di Gioele. Fortunatamente c’è qui Elisa che , data la sua pluriennale esperienza negli scout, in pochi minuti abbozza a matita e a caratteri cubitali la scritta “FORZA ATLETICO DON BOSCO”. Le lettere devono essere colorate alternando i colori della squadra, quindi Giovanni, a cui non piace colorare, decide che colorerà solo il contorno delle lettere bianche, mentre Gioele colorerà quelle blu.

Giovanni finisce presto la sua parte di lavoro, mentre Gioele lo porta a termine con la solita accuratezza, proprio quando è ormai ora di cena.  Lo striscione è pronto e Giovanni, che si è autonominato capo degli ultras dell’Atletico Don Bosco,  domani lo  sventolerà ai bordi del campo per incoraggiare Samuele.

Un “QUADERNO” da completare.

Cosa si può lasciare di più bello ai nostri nipoti  dei nostri ricordi, delle nostre esperienze, delle nostre sconfitte, dei nostri successi? Certo qualcuno dirà che la cosa che farà più felici i nostri figli e i nostri nipoti sarà trovare un piccolo gruzzolo da dividere tra di loro, ma oltre a questo credo che li farà altrettanto felici e orgogliosi trovare traccia di chi li ha amati in un libro.

Ricordo lo stupore di mia nipote, che allora aveva forse 12 anni , quando le feci vedere che il mio nome compariva su una raccolta di racconti dal titolo “Quando ero piccolo …” nata su Facebook. Credo che ne sia stata orgogliosa … E credo che saranno altrettanto stupiti e orgogliosi i nipoti dei nostri soci UTE che stanno partecipando alla raccolta di racconti che andranno pubblicati in un “QUADERNO” in occasione del 30° anniversario dell’UTE.

Sono però ancora troppo pochi coloro che hanno accolto l’invito del Presidente e che si sono messi al computer per scrivere qualche riga. Alcuni sono forse frenati dalla pigrizia, altri dalla paura di aver dimenticato come si fa a scrivere qualcosa di più dei saluti su una cartolina o di un post sui social.

A tutti costoro giunga il mio invito a “buttarsi” con coraggio in questa impresa: nessuno si scandalizzerà se sfugge qualche errore di sintassi o di “consecutio temporum” e, ove fosse necessario, si potrà anche dare una mano per snellire lo stile e rendere scorrevole la lettura.

Coraggio! Il “QUADERNO” aspetta i vostri scritti e voi potrete mostrare con orgoglio ad amici e nipoti l’indice degli autori in cui comparirà il vostro nome.

 

Nella nebbia.

Fa freddo in Emilia: la nebbia bassa e fitta fa luccicare l’asfalto, inumidisce ogni cosa e impedisce al sole di apparire.

Mi incappuccio ben bene e mi avvio per la strada quasi deserta in queste ore di un mattino di festa. Sto andando a riprendere la mia auto parcheggiata a lato della strada: la sera prima l’ho ricoperta con un telo antighiaccio e, quindi, giunta sul posto,  mi accingo a rimuoverlo.

Sulla pista ciclabile che corre lì accanto si sta avvicinando una ragazza in bicicletta; anche lei è ben coperta e un pesante basco di lana gialla e marrone le ricopre la testa. Man mano sento più distintamente la sua voce che canta una canzone di Ivan Graziani, che sta ascoltando con le cuffie. E’ una voce piacevole, ben intonata, limpida e istintivamente tralascio per un attimo ciò che sto facendo per ascoltare e rivolgo un sorriso a lei che sta passando davanti a me.

Lei si accorge del mio sguardo e, senza smettere di cantare, alza una mano e mi fa un saluto.

La nebbia c’è ancora, tutto è grigio e freddo, ma quella voce aggraziata e quel saluto mi riscaldano il cuore e mi rallegrano, come se fosse improvvisamente apparso un raggio di sole.

Una comunità che canta.

Ieri sera, sabato 20 gennaio, la comunità di Arcellasco ha fatto festa per l’organo a canne ritornato al suo antico splendore.

Il coro parrocchiale  (di cui faccio parte, anche se da poco tempo) ha cantato alcuni dei brani con cui di solito accompagna la messa della domenica: canti che anche i fedeli hanno imparato via via. Poi tutti presenti sono stati invitati a eseguire alcuni canti molto conosciuti e infine è stata la volta del coro “Convivia musica”, e delle splendide voci femminili che lo compongono.

Tutti i canti erano naturalmente accompagnati dal suono dell’organo e dalle sue molteplici voci: è stata una bella emozione sentire risuonare nelle volte della chiesa tanta armonia!! Ed emozionante è stato anche sentir cantare insieme tutta una comunità che esprimeva insieme una sintonia di sentimenti, di fede e di gioia

Seguendo il link sottostante si può ascoltare uno dei canti del coro parrocchiale.

https://youtu.be/b9daLA1hkrs?si=XDZAzmO8AukddGbe

Quel cielo di Lombardia.

«….quel Cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace».

Così  il Manzoni descrive il cielo che Renzo, preso dai suoi pensieri non può notare, in quella mattina  serena in cui sta per varcare il confine con il territorio della Serenissima nei pressi di Bergamo.

Ed è questo stesso cielo sereno e splendidamente in pace che oggi brilla su questo angolo di Brianza. Il vento della notte ha cacciato ogni traccia di nuvole ed il cielo è così limpido come non accade troppo spesso.IMG20230807154712

Nuovi arrivi in giardino.

salvia indica
salvia argentea

Ho già parlato del mio cedro pendulo, che ora ha più di 40 anni ed ha una chioma che ormai   copre buona parte dell’aiuola e tenta di allargarsi anche sul vialetto.  Dai cinguettii che si sentono la mattina presto, si può dedurre che tra i suoi rami ci sono dei nidi .

Canna indica
Canna indica

 

Sarà forse grazie alla presenza costante di uccellini, che ai piedi del cedro sono nate spontaneamente alcune piante ornamentali , che, per la loro disposizione, non sembrano nate a caso, ma piantate appositamente da un esperto giardiniere.

E’ così che ora sta fiorendo una bella canna d’India (la mia amica Daniela l’aveva riconosciuta), accanto a una salvia argentea

Osmanthus aquifolium
Osmanthus aquifolium

dalle foglie grandissime, e un osmanthus aquifolium.

Un grazie di cuore agli uccellini giardinieri.

Gentilezza: costa poco, ma vale tanto…

Dovevo prenotare una visita e stavo per varcare i cancelli dell’ospedale , quando, vedendo la gente che ne usciva, mi sono fermata di botto: avevano tutti la mascherina!! E io ho perso l’abitudine a portarne almeno una con me. Stavo già per tornare a casa, quando a una signora  che stava uscendo chiedo: – Ma è obbligatoria la maschera all’interno dell’ospedale?- E mi sento rispondere, come temevo, che sì è obbligatoria…

-Peccato! Dovrò andare a casa e ritornare..- dico desolata all’idea di rifare il viaggio sotto il sole che diventerà sempre più forte, vista l’ora. Ma la gentile sconosciuta, senza esitazione, estrae dalla sua borsa una mascherina indubbiamente nuova e me la offre con un sorriso. Poi subito si allontana inseguita dai miei ringraziamenti.

Indosso la mascherina e intanto penso che il mondo è pieno di gente gentile che sa ancora fare gesti semplici, che però rendono migliore l’esistenza degli altri , anche se solo per un momento e mi riprometto che, in giornata, dovrò fare anch’io un gesto di solidarietà, dato che non posso ricambiarlo a chi lo ha fatto a me.

Se ognuno di noi si impegnasse a fare una gentilezza per ogni gesto di solidarietà che riceve, se riuscissimo a farla diventare “circolare”,   potremmo cambiare il mondo e renderlo migliore.

P.S.: non ho potuto prenotare la visita medica, perché le agende sono piene fino alla fine dell’anno …riproverò a settembre, come mi ha suggerito l’impiegata allo sportello.

Una storia interessante e sorprendente.

E’ esattamente da una settimana che non aggiorno questa pagina, perchè in pochi giorni abbiamo dovuto allestire la mostra parrocchiale sul restauro dell’organo di Arcellasco.

E’ stato un lavoro impegnativo, anche perché il materiale fotografico ci è stato consegnato soltanto all’ultimo momento, ma tuttavia è stata anche una preziosa occasione per imparare tante cose e per aver modo di ammirare ciò che l’ingegno umano è/è stato in grado di creare.

Per prima cosa mi ha stupito scoprire che questo organo ha una storia che risale a tre secoli prima di Cristo, quando un certo Ctesibio di Alessandria d’ Egitto inventò uno strumento chiamato Hidraulos perché era azionato ad acqua, poi i Greci lo diffusero e i Romani se lo portarono a Roma per fare da colonna sonora alle feste nei circhi, prima però lo perfezionarono e l’organo funzionò attraverso un mantice.

I primi cristiani, memori delle terribili feste in cui nei circhi i cristiani venivano torturati e sbranati al suono dell’organo, bandirono questo strumento e, addirittura i musici che volevano farsi battezzare, dovevano cambiare mestiere.  Per molti secoli i riti religiosi furono accompagnati solo dalle voci maschili nel canto gregoriano.

OrganoL’ostracismo contro l’organo continuò per secoli, fino a quando Pipino il Breve ne ricevette uno in dono dall’Imperatore Bizantino. Il tempo aveva cancellato i brutti ricordi legati a questo strumento, che poté riaffacciarsi nelle chiese e nelle abbazie, avendo ben presto una grande diffusione in tutta Europa. Nel corso dei secoli furono costruiti organi sempre più complessi, tanto da avere migliaia di canne di metallo e legno e da avere la possibilità di esprimersi con tantissime voci diverse.

Già questa storia mi aveva colpita, poi ieri ho potuto visitare l’organo di Arcellasco ancora non del tutto rimontato dopo il lungo restauro a cui è stato sottoposto e sono rimasta sbalordita!!!!.

Occupa in larghezza  tutta la parete di fondo della chiesa, contiene quasi duemila canne, ad ogni canna corrisponde un foro che riceve aria dai somieri (uno di questi è un cassone enorme in cui l’aria viene pompata da un motore elettrico), ci sono canne alte più di quattro metri e molte parti interne sono ancora quelle costruite 170 anni fa manualmente dal maestro organaro Franzetti.

E’ sbalorditivo pensare a come sia stato possibile costruire una tale meraviglia con congegni tanto complessi avendo a disposizione una tecnologia molto limitata come quella di cui si disponeva nella metà del 1800.

Davanti a tutto questo ti viene da pensare a quanto sia meraviglioso l’essere umano quando pone la sua intelligenza al servizio della bellezza!!! (E per contro viene subito da pensare anche quanto sia stupido  perseguire invece finalità degradanti e aberranti…)mostra organo foto

Una vittoria per due.

premiazioneChe bella questa foto!!

Roglic, il campione sloveno di ciclismo,  ieri ha vinto il Giro d’Italia e sul palco della premiazione ha portato anche il figlioletto.

Anche il bambino vestiva la maglia rosa come il padre e ha ricevuto in dono un pupazzetto di peluche. Al momento degli applausi, entrambi hanno alzato le braccia con il loro trofeo in mano ed erano tutti e due raggianti: era commovente vedere l’intensità e l’orgoglio con cui il bambino partecipava alla vittoria del padre. Mi sono un po’ commossa… credo che nessuno dei due dimenticherà mai quel momento

Lo sport, che passione!

Giovanni (9 anni) si è scoperto una grande passione per lo sport. Già da alcuni anni frequenta un’associazione di atletica e ama cimentarsi nella corsa di fondo: correre gli dà gioia. Partecipa a numerose gare piazzandosi sempre  tra i primissimi della sua età.

bambini e sportOra però il suo interesse si è esteso a tutti gli sport: calcio (tramite la raccolta di figurine conosce tutti i calciatori di tutte le squadre), tennis, ciclismo, basket …. Ma non si accontenta di guardare le partite o le gare, dopo fa anche le cronache del loro svolgimento e correda il tutto con commenti tecnici !!!

Mi ha già portato due giornalini che  ha intitolato “Tutto sport” e io mi sono abbonata alla sua pubblicazione per tutto l’anno in corso…

Mi piace vederlo così impegnato e credo che questo esercizio suppletivo di scrittura possa solo fargli del bene. Io intanto sto cercando di raccogliere ogni “edizione” in un fascicolo … sarà un bel ricordo per quando sarà più grande.

Bravo, Giovanni!