Poesia: Solitudine

E’ una poesia di Pascoli che non conoscevo e che mi  piace per l’ efficacia con cui viene resa la solitudine di un caldo giorno d’ estate su un colle distante dalla città, da cui giunge solo una lontana eco delle attività e delle passioni che travagliano la gente…

Giovanni PascoliSolitudine

Da questo greppo solitario io miro

passare un nero stormo, un aureo sciame;
mentre sul capo al soffio di un sospiro
ronzano i fili tremuli di rame.

È sul mio capo un’eco di pensiero       5
lunga, né so se gioia o se martoro;
e passa l’ombra dello stormo nero,
e passa l’ombra dello sciame d’oro.

Sono città che parlano tra loro,

città nell’aria cerula lontane;       10
tumultuanti d’un vocìo sonoro,
di rote ferree e querule campane.

Là, genti vanno irrequïete e stanche,
cui falla il tempo, cui l’amore avanza
per lungi, e l’odio. Qui, quell’eco ed anche       15
quel polverio di ditteri, che danza.

Parlano dall’azzurra lontananza

nei giorni afosi, nelle vitree sere;
e sono mute grida di speranza
e di dolore, e gemiti e preghiere. . .       20

Qui quel ronzìo. Le cavallette sole
stridono in mezzo alla gramigna gialla;
i moscerini danzano nel sole;
trema uno stelo sotto una farfalla.

 

Che meraviglia le strofe che aprono e chiudono questa poesia! E’ una solitudine piena di serenità, riempita dalla contemplazione della natura