Storia di Chico (prima parte)

cucciolo yorkshiere– Ci mancava solo il cane!!! –  Questo fu il mio primo pensiero ( che non mancai di esprimere con un certo vigore e a voce adeguatamente alta visto il mio stato d’animo) quando mi vidi portare in casa dentro una scatola da scarpe un cosino scuro delle dimensioni di un topino di campagna che qualcuno pretendeva di fare passare per un cucciolo di cane.

Era anche stato pagato molto caro e questo mi rendeva anche più ostile nei suoi confronti. Aveva un mese o poco più e stava tutto sul palmo di una mano. Ogni tanto, dopo un momento emozionante per lui, sembrava entrasse in coma e per alcuni minuti eravamo tutti lì attorno per vedere se respirava ancora.

Eravamo in Sicilia e dovevamo rientrare a casa. Mille e trecento chilometri!!! Poteva quel cosino superare tante ore di viaggio? E come avrebbe reagito al cambiamento di clima, di ambiente e alla lontananza dalla madre? I timori erano tanti, ma lui , così piccolo, riuscì a superare ogni difficoltà.

Arrivati a casa, per prima cosa gli comprammo una brandina, ma la più piccola esistente in commercio era sempre troppo grande e troppo alta per lui. Quando Chico  (nome deciso dai miei figli), quando voleva salirci sopra, si metteva seduto di fronte ad essa e tenendosi dritto dritto la fissava immobile fino a che qualcuno non si accorgeva della sua richiesta.

Nonostante fosse così piccolo, alla vista dei gatti che in quel periodo assediavano il nostro giardino, faceva tanto chiasso che quelli trovarono più conveniente andarsene altrove. Gli stessi strepiti faceva anche contro merli , passeri o farfalle che osassero invadere il suo territorio. Era  solo uno yorkshire di taglia media, ma sapeva farsi rispettare.