Elisabetta: le due facce della medaglia.

Come era prevedibile, la morte della Regina Elisabetta, sta occupando tutti i palinsesti di ogni emittente radiofonica e televisiva e il personaggio lo merita.

Tutti sottolineano il suo senso del dovere e lei  lo ha dimostrato in modo particolarmente ammirevole e commovente anche negli ultimissimi giorni.

Credo che resterà nella mente di tutti l’immagine della Regina che riceve a Balmoral la nuova Primo ministro TRUSS: la mano violacea che allunga alla sua ospite per il saluto di rito reca segni evidenti di una grande sofferenza, direi addirittura di un processo di morte in atto, eppure la Regina è in piedi e sorride!! Che autocontrollo, che autodisciplina!!!

Certamente per arrivare a tanto sono occorsi 96 anni di esercizio, che però, come succede, avranno avuto anche degli effetti indesiderati; leggo infatti da Vanity Fair

La presenza dei genitori non era una certezza, per il piccolo Carlo, nemmeno alle feste comandate. Papà Filippo, spesso in nave nel suo ruolo di ufficiale della Marina, «ha partecipato solo a due dei primi otto compleanni di Carlo». E una volta a Natale la regina Elisabetta lasciò Carlo, all’epoca 2 anni, e Anna, appena quattro mesi, a Sandringham, per raggiungere a Malta il marito**»**.  Anche a voler giudicare in base agli standard dell’epoca, dice Seward, «Elisabetta e Filippo hanno trascorso davvero troppo poco tempo coi loro bambini».

E forse sempre per quel suo senso del dovere, per la ragion di Stato, ha costretto suo figlio a sposare una ragazza giovane e bella di cui non era affatto innamorato e certo la Regina ne era consapevole. Con questa imposizione ha condannato all’infelicità la principessa Diana, che non aveva la sua stessa tempra d’acciaio, e ha imposto il ruolo di marito fedifrago e senza cuore a suo figlio, troppo debole per opporsi alla volontà di sua madre.

Solo il supremo Giudice saprà ora valutare il “peso” della sua anima, noi possiamo solo pregare per lei.