In trincea.

Appartengo a quella fascia d’età che in questi giorni si sente un po’ in trincea: è risaputo che il coronavirus è particolarmente cattivo con gli anziani, per questo anche io cerco di prendere qualche precauzione: uscire poco e lavare bene le mani, soprattutto al rientro in casa.

Essendo state sospese tutte le attività cui partecipo di solito, mi dedico al lavoro a maglia, alla lettura, al sudoku e alle parole crociate, a fare lavoretti in casa di ogni genere: riordinare cassetti, eliminare i documenti scaduti nel piccolo archivio domestico, sistemare le piante  nei vasi e nell’orto….

Tutto questo mi consente di passare tranquillamente queste giornate, senza farmi troppe paranoie. Mi preoccuperei di più se il nemico invisibile (virus) prediligesse giovani e bambini, perchè loro devono avere l’opportunità di vivere la loro vita; noi anziani in fondo abbiamo già fatto la nostra parte e se  sappiamo di aver fatto del nostro meglio, possiamo anche serenamente pensare all’eventualità della nostra fine.

Poi  parlerà per noi ciò che lasciamo dietro di noi, soprattutto nel cuore e nella mente dei nostri cari.