“Un’accozzaglia di somari ….(non sono parole mie…)

Dalla Provincia non me l’aspettavo….

“La Provincia” è il giornale locale più diffuso  in zona e, per quel che ho potuto capire in tante occasioni, l’ho sempre ritenuto un giornale di simpatie destrorse e spesso poco  obiettivo. E’ perciò con non poca sorpresa che ho letto questo articolo in cui gli avvenimenti di questi giorni mi sembrano analizzati con grande lucidità.

Questo mi fa un grande piacere, perchè molta gente, anche della zona erbese, che sta blaterando contro il Presidente della Repubblica, potrà rendersi conto che c’è anche un altro modo di vedere le cose…. e riporto qui alcune righe:

“La ricreazione è finita, ma purtroppo sarà improbabile far rientrare in classe i nostri politici, un’accozzaglia di somari a cui, purtroppo, non resta che fare ripetere l’anno di una legislatura soffocata in culla dalla maldestra improvvisazione dei Cinque Stelle e dall’astuzia da scarpe grosse e cervello fino di Matteo Salvini. Un’astuzia non contadina, ma da politique d’abord coniugata con i tempi che stiamo vivendo. Il capo leghista ha usato con un cinismo degno del miglior Togliatti (attendiamo il tuono dal cielo per il blasfemo paragone), si è aggrappato all’ottuagenario e in fondo innocuo Savona per dare modo a Mattarella di far saltare il banco e portare il paese a quelle elezioni bis che, Berlusconi candidabile permettendo, dovrebero sancire il successo del centrodestra a guida salviniana”. 

Un evento da non perdere!!!

Voglio richiamare l’attenzione di tutti gli amici di Erba e dintorni su un evento che avrà luogo Lunedì 23 Aprile all’UTE di Erba: il dr. Francesco Pagnini, docente universitario di chiara fama internazionale, terrà una lezione sul tema: “RINGIOVANIRE LA MENTE PER RINGIOVANIRE IL CORPO: UN NUOVO STUDIO SCIENTIFICO” .

L’invito è rivolto a tutti, iscritti e non iscritti. Si raccomanda vivamente la partecipazione, vista la straordinarietà dell’evento.

Promemoria.

Ricordo a tutti le lezioni della prossima settimana:

Martedì 17 Aprile.
ore 15.00 – Storia: LA MORTE DI MARTIN LUTHER KING E DI ROBERT KENNEDY: SOGNI E SPERANZA PER LA NUOVA FRONTIERA. – Docente: Don Ivano Colombo.

ore 16 – Religione : A 50 ANNI DALL’ ENCICLICA “HUMANAE VITAE” – Docente: Don Ivano Colombo.

Venerdì 20 Aprile.
ore 15.00 Letteratura dialettale: LA NATURA, IL PAESAGGIO, L’AMBIENTE NELLA LIRICA DIALETTALE MILANESE E COMASCA. VIAGGIO DEL SENTIMENTO E DELLA MEMORIA (PARTE TERZA) – docenti: Ghioni, Gottardi e Vasirani.

ORE 16.00 Filosofia:  1968: ECHI SESSANTOTTINIA PRAGA: LA CANTINA FILOSOFICA DI JAN PATOKA – Docente: Marco Creuso.

UTE: I profeti del 1900

Finalmente ho trovato una validissima collaborazione per poter  aggiornare in modo più completo le lezioni UTE. La nuova socia  e mia amica, Angela D’Albis, martedì scorso ha preso appunti durante le lezioni, cui io non ho potuto partecipare, ed ecco qui di seguito il suo prezioso resoconto:

ore 15.00 – Storia: L’ OBBEDIENZA NON E’ PIU’ UNA VIRTU’ – docente: Mariangela Russo.

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Don Mazzolari e don Milani

Alle 15 la professoressa Russo ci ha donato una lezione extra intitolato: L’ OBBEDIENZA NON E’ PIU’ UNA VIRTU’.
Nelle lezioni precedenti su Don Mazzolari e Don Milani, ha detto la docente, ha saltato, per motivi di tempo, l’argomento della guerra, e soprattutto la guerra nei suoi rapporti con la politica e la religione. Le tre figure esaminate nelle lezioni precedenti (Don Mazzolari, Don Zeno, al quale sono state dedicate 2 lezioni, e Don Milani) sono state molto critiche nei confronti della società del loro tempo. Sono due figure “profetiche”. La professoressa ci ha spiegato chi è il “Profeta”.
Il profeta è colui che osserva con molta attenzione il tempo presente, lo analizza bene, in profondità. E’ una persona che guarda gli avvenimenti del proprio tempo con occhio critico e vede dove si finisce, vede un po’ più in là.
Il profeta non rimpiange il tempo passato e nel tempo presente riesce a vedere dei segni di speranza.
Di solito il profeta non è d’accordo con chi comanda, sia dal punto di vista politico, sia religioso.
Don Mazzolari era uscito dal seminario allo scoppio della I guerra mondiale con in testa le parole della propaganda che diceva che era dovere del cristiano difendere la Patria fino al sacrificio.
Si arruola, ma essendo prete, fa il cappellano militare.
Durante il suo servizio continua a portare in salvo i feriti, ma si rende conto che c’è qualcosa che non quadra. Si chiede se è lecito per un cristiano andare in guerra. Si pone delle domande sulla coscienza cristiana e l’obiezione di coscienza, sull’obbedienza e l’idolatria. Giunge alla conclusione che il dovere del cristiano è tenere gli occhi aperti e non lasciarsi incantare dalla propaganda del momento. Il cristiano deve stare attento alle guerre fatte nel nome di Dio. Se il cristiano non dice di no, diventa complice di quella guerra. Il cristiano, quindi non può uccidere e l’obbedienza all’autorità costituita diventa “idolatria”.
Nel 1955 esce il libro: “Tu non uccidere”, anonimo, per non incappare nella censura ecclesiastica.
Don Mazzolari afferma che quando il cristiano disobbedisce per motivi morali, obbedisce a Dio.
Questo tema dell’obbedienza viene ripreso dieci anni dopo da Don Milani.
Don Milani afferma che l’obbedienza è propria dei bambini, gli adulti, invece, hanno una loro coscienza.
Nel 1965 esce : ”L’obbedienza non è più una virtù”. Don Milani cita gli art. 11 e 12 della costituzione dove si afferma che l’unica guerra possibile è quella difensiva. Purtroppo, riflette amaramente Don Milani, le guerre non sono quasi mai difensive!
Riceve molte lettere anonime cattive e una molto severa dal suo Cardinale.
Viene accusato dai suoi oppositori di “apologia di reato” e di “incitamento alla disobbedienza militare e alla diserzione”.
Scrive lui stesso la sua difesa. Al processo viene prima assolto, spianando la strada alla legge sull’obiezione di coscienza. Successivamente, in appello, sarà condannato, ma lui era già morto di tumore all’età di soli 44 anni.

ore 16.00 – Letteratura: Tracce del territorio lombardo – IL PIAN D’ERBA E MILANO NEI VERSI E IN UN ROMANZO DI GIULIO CARCANO. – docente: Emilio Galli.

giulio-carcano-di-maria-carcano-18821Alle 16 il professore Emilio Galli ci ha parlato dello scrittore e poeta lombardo Giulio Carcano.
Scrittore minore, nato a Milano nel 1812, ha scritto delle opere nelle quali descrive il mondo della campagna e la sofferenza da parte dei contadini. Carcano conosceva il Manzoni ed è stato considerato dai critici un suo seguace.
Nel romanzo “Selmo e Fiorenza” ci sono molte descrizioni della nostra zona. Crevenna, villa Amalia e altro, perché lo scrittore, come altri milanesi, veniva qui a trascorrere l’estate nella sua casa di campagna.
Nel romanzo, l’autore sottolinea che in campagna ci sono i buoni sentimenti e la fede, mentre la città, e anche Milano, è sede della perdizione.
Non è proprio così: in campagna si soffriva la fame e c’era violenza. Il mondo della Brianza contadina non era un mondo idilliaco, ma non era neanche del tutto negativo. I contadini avevano, infatti, tanti valori legati soprattutto al nucleo familiare.
Il professore ci ha letto alcuni brani di questo romanzo, dove oltre alla descrizione del mondo contadino e di alcuni luoghi della nostra Brianza e di Erba, si legge anche una delicata storia d’amore.

Grazie, Angela!!! Ottimo lavoro! Spero di poter contare anche in futuro sulla tua validissima collaborazione.

Film: Ogni tuo respiro.

ogni-tuo-respiro-film-inno-alla-vita-620x400E’ la storia vera di Robin Cavendish, diventata film per volontà di suo figlio, oggi produttore cinematografico.

Robin aveva avuto tutto dalla vita: salute, bellezza, forza fisica, ricchezza e una moglie bellissima, ma la poliomielite di colpo fa di lui un tetraplegico, che necessita di un respiratore per continuare a vivere. Lui vorrebbe solo morire, ma sua moglie, che nel frattempo gli ha dato un figlio, lo convince a lasciare la struttura ospedaliera in cui è ricoverato e a tornare a casa per vedere  crescere suo figlio.

Qui comincia una vita nuova, assistito dalla moglie, da tutti i familiari e dagli amici; tra questi ce n’è uno capace di allestire una carrozzina munita di batterie per azionare il respiratore e Robin può lasciare la sua stanza, uscire in giardino, andare in auto e viaggiare in aereo. Può così intraprendere una battaglia in favore dei tanti tetraplegici, che, nel mondo, sono costretti a una vita ospedalizzata lontani dal proprio mondo e dai propri affetti.

Il film ha come limite il fatto di non far vedere la fatica e la sofferenza che la situazione di Robin comporta per lui e per la sua famiglia, tutto è sempre troppo idilliaco e chi ha vissuto da vicino esperienze analoghe sa bene che non è tutto così facile.

Il regista non dà certo  un’impostazione cristiana all’accettazione della sofferenza: è un film prettamente laico, pertanto la difesa che fa della vita anche in situazioni estreme è ancor di più apprezzabile.

I medici avevano previsto per  Robin una vita molto breve, invece vive a lungo e vive una vita piena di interessi e di affetti, vicino ai suoi cari. Il film termina con la sua morte, ma non definisce le modalità con cui essa è avvenuta e per questo può offrire l’occasione per una riflessione, che si terrà mercoledì sera in sala Isacchi sotto la guida di un esperto in materia: don Aramini, docente universitario.

UTE: Vittoria Colonna – Don Milani.

Nel Medio Evo ci si interrogava sul fatto che le donne avessero o meno un’anima e si vedeva nelle donne l’incarnazione della tentazione della lussuria, pertanto venivano relegate all’interno della casa a filare, ricamare e tessere.

Poi  arrivarono l’Umanesimo e in seguito il Rinascimento, che tendevano a valorizzare l’UOMO e tutte le sue potenzialità; in questo periodo alcune donne di grande talento e di nobili natali ebbero la possibilità di istruirsi e di esprimere la loro creatività e le loro capacità politiche.

vittoria-colonnaLa più famosa tra queste è certamente Vittoria Colonna, marchesa di Pescara. Donna di grande cultura e di grande sensibilità artistica, divenne molto famosa in tutta Europa per le sue produzioni poetiche ispirate dall’amore per il marito, morto prematuramente e mai dimenticato, e dalla fede religiosa. Il carteggio epistolare intrattenuto con Michelangelo Buonarroti, testimonia quanto la loro amicizia fosse disinteressata e profonda, tanto che alla morte di Vittoria, Michelangelo non seppe mai rassegnarsi alla sua perdita.


Nella seconda ora di lezione, la prof.ssa Mariella Russo ci ha ricordato la figura e il pensiero di Don Milani, che, nato da ricchissima famiglia fiorentina, decide a vent’anni di abbandonare la prospettiva di una vita di agi e di successi per farsi prete.

don_lorenzo_milani_3Ordinato sacerdote viene inviato nella parrocchia di San Donato a Calenzano (vicino a Prato), terra di operai sfruttati nelle fabbriche da imprenditori avidi e non rispettosi delle norme sul lavoro. Don Lorenzo capisce che non basta animare l’oratorio con varie attività di intrattenimento, bisogna supplire al bisogno di istruzione dei ragazzi. Per questo li accoglie di sera per leggere insieme i giornali e trarre da lì gli spunti per una didattica concreta, basata sulla vita stessa dei ragazzi.

Questi allora raccontano a don Lorenzo la loro vita nelle fabbriche e il prete spiega loro quali sono i loro diritti.  Ne scaturisce un’aspra critica sia al PCI, sia alla DC allora al governo e don Lorenzo viene allontanato da Calenzano e trasferito a Barbiana, un piccolo borgo disperso sull’Appennino con una popolazione di 60 abitanti.

Don Lorenzo però non si scoraggia e riprende nella nuova sede esattamente quello che aveva fatto a Calenzano. Lì i ragazzi non parlano l’italiano e per questo vengono bocciati ripetutamente, tanto che si sentono inferiori ai loro coetanei della pianura, soono timidi e insicuri.

La scuola di Barbiana dura dalle otto del mattino alle otto di sera per tutti giorni della settimana e quei ragazzi prima destinati a una vita di emarginazione, vedono aprirsi davanti a loro prospettive insperate.  Tutti insieme, sotto la guida di don Milani scrivono un libro che diventerà un best-seller mondiale: Lettera a una professoressa. Poco dopo, nel 1967, don Lorenzo muore ad appena 44 anni.

Queste che ho brevemente riassunto sono delle belle lezioni che le prof.sse Alberta Chiesa e Mariella Russo hanno tenuto quest’anno all’UTE, dandoci modo di ricordare delle figure significative del nostro passato (remoto e recente). Le due nostre docenti, tra le più amate, sono sempre riuscite a suscitare interesse e partecipazione nel folto uditorio presente.

UTE: “LEA” – film

lea-garofaloUna delle storie più sconvolgenti del nostro recente passato è quella che vede protagonista una giovane donna calabrese, nata in una famiglia di ‘ndrangheta e che, diventata madre, vuole per la figlia una vita diversa da quella che ha avuto lei. Per questo si allontana dalla famiglia e dalla sua terra sfidando le leggi terribili dell’ organizzazione criminosa.

Se volete conoscere meglio questa storia, domani all’UTE potrete assistere alla proiezione di immagini del film “LEA” che la ripercorre, mettendo in risalto il coraggio di una eroina del nostro tempo.

Le sfide del nostro tempo.

barnabitiAscoltare don Walter Magnoni è sempre un’esperienza piacevole e costruttiva e anche l’incontro di questa mattina a Eupilio, organizzato dal Granis di Erba, lo ha confermato.

Il nuovo Arcivescovo, Mario Delpini, ha indetto il SINODO DELLE GENTI, per interrogare il popolo di Dio al fine di dare risposte nuove e più adeguate  ai problemi di un mondo e di una società in sempre più rapida evoluzione.

Nel documento di preparazione a questo Sinodo minore, ma cruciale vengono proposti tre motivi principali di riflessione:

  • denatalità
  • terza età
  • ambiente.

La Chiesa, popolo di Dio in cammino, deve innanzitutto interrogarsi sul contesto ambientale in cui stiamo vivendo oggi e prendere atto che parlare di Dio oggi è fuori moda, che l’invecchiamento della popolazione comporta problemi di sostenibilità per il sistema pensionistico e sanitario, che il problema del lavoro diventerà sempre più urgente, che i rapporti affettivi sono sempre più liquidi, precari …

Serve coraggio per guardare con obiettività al proprio tempo e alla propria storia, visto che i cambiamenti in atto innescano invece paura…L’immigrazione ad esempio scatena, soprattutto nelle fasce più deboli, la paura di perdere qualche piccolo beneficio conquistato a fatica, ma non possiamo dimenticare il monito evangelico: “Ero straniero ….”, nè possiamo dimenticare  anche che nell’Antico testamento si raccomanda ad ogni passo di soccorrere orfani, vedove e stranieri…

La paura è un’emozione che va ascoltata e rasserenata e la Chiesa di Milano ha fissato, fin dagli anni ’60 con Montini, la sua attenzione sul problema dell’immigrazione (che allora era immigrazione interna, ma che aveva ugualmente creato malumori e resistenze); poi il card. Martini aveva creato la comunità di Monluè dove gli stranieri sostavano per due mesi in attesa di una sistemazione (allora bastavano due mesi!!!); sulla stessa linea di sensibile attenzione al problema immigrazione si erano mossi anche i card. Martini, Tettamanzi e Scola.

Ora il fenomeno migratorio che scuote la nostra società e le nostre certezze, ci lancia tre sfide:

  • una sfida culturale: approfondire i problemi attraverso lo studio  e la lettura di opere che offrano spunti di riflessione;
  • una sfida della memoria: leggere la storia nei suoi processi evolutivi per saperla interpretare: il ritorno nostalgico al fascismo è sintomo di perdita di memoria;
  • una sfida della spiritualità: recuperare il valore delle cose importanti, fondamentali, significative.

Il tema così attuale da fare da spartiacque nella vita politica odierna, ha stimolato una serie di quesiti da parte dei presenti,  a cui don Magnoni ha dato risposte sempre molto condivisibili e obiettive, che io sintetizzo così:

  • Bisogna creare reti di comunicazione interpersonale: usare sì le tecnologie moderne, per poi arrivare alla comunicazione interpersonale; è necessario anche vigilare sulla comunicazione, contrastando fake news e rabbia irrazionale.
  • Per influire sulle scelte economiche, bisogna rendersi conto del potere che abbiamo tra le mani noi consumatori, facendo delle scelte eticamente corrette ed ecologicamente sostenibili; per le delocalizzazioni si dovrà arrivare a una normativa europea che unifichi i sistemi fiscali dei 27 paesi dell’UE, contestualmente ai sistemi previdenziali.
  • Se oggi la minoranza, che si professa cattolica, milita in partiti diversi, deve però farsi portatrice degli stessi valori irrinunciabili nelle diverse aree politiche.
  • Se la società oggi impone a tutti ritmi frenetici, noi dovremmo imporci di agire secondo il motto “Age quod agis” (fai quel che fai) intendendo che è importante fare bene ogni cosa in cui si è impegnati, senza farci trascinare dall’ansia delle tante cose da fare, rischiando così di essere schiacciati dallo stress e di fare male tutto.
  • Lo sport e il gioco sono certamente spazi privilegiati di incontro e di integrazione.
  • Bisogna anche arrivare a imporre un sistema fiscale più equo, che consenta di alleviare il carico fiscale per chi ora sta pagando di più.
  • Bisogna coinvolgere i giovani stranieri (ma direi anche quelli di casa nostra) cristiani nelle iniziative politiche.

La mattinata si è conclusa con la celebrazione della messa e con lo scambio dei numeri di telefono con una persona che mi ha fatto molto piacere incontrare dopo tanti anni. Ho ringraziato su TWitter don Magnoni per il bell’incontro.

Uno sguardo inconfondibile….

Sono  a un convegno e  ci è stato dato un quarto d’ora di intevallo per prendere qualcosa di caldo al distributore automatico.

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Vista sul lago da Eupilio.

Passeggio un po’ per i corridoi e vedo una giovane donna che ammira il paesaggio esterno: lago, montagne, colline….

Mi metto accanto a lei, che dopo qualche attimo dice:- Bello, vero?- E io: Se ha notato, gli ordini religiosi hanno le loro sedi nei posti più belli…-

Lei si gira a guardarmi…… d’improvviso riconosco in quegli occhi chiari e profondi lo sguardo di una carissima collega scomparsa da tanti anni …. dopo un attimo di sconcerto, esclamo:- Ma sei tu, Magda? – Anche lei allora riesce a ritrovarmi nei suoi ricordi di bambina e ci mettiamo a parlare della sua mamma e delle nostre  vicende personali. E io ritrovo in lei il sorriso dolce che mi ha accompagnato in tanti anni di lavoro, che ricordo sempre come i più belli e intensi della mia carriera scolastica.

Alla ripresa dei lavori del convegno,  ci sediamo  l’una accanto all’altra e alla fine ci  scambiamo i numeri di telefono.  Forse è Marisa,  sua mamma e mia indimenticata collega, a farci incrociare questa mattina: siamo venute al convegno in solitudine e ce ne  andiamo via con un’amica in più.

Tesori dietro l’angolo.

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Battistero di Oggiono – interno

In ogni borgo, in ogni  centro abitato italiano si possono trovare tesori d’arte di grande valore e si corre il rischio di andare per il mondo in cerca di ciò che viene più pubblicizzato e di continuare ad ignorare ciò che è vicino a noi.

Forse perchè le mete proposte quest’anno dal pellegrinaggio quaresimale erano proprio dietro l’angolo, molti hanno forse pensato che non valesse la pena di partecipare, ma ora che è appena finito, devo dire loro che hanno avuto torto!!!

Infatti la visita al battistero di Oggiono, ci ha consentito di conoscere un monumento tra i più antichi della nostra zona e di partecipare ad una breve, ma significativa cerimonia che ci ha aiutato a rinnovare il ricordo del battesimo.

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Polittico della Passione in S. Giorgo di Annone.

Ad Annone, abbiamo potuto ammirare il polittico della Passione, un’opera di grandissimo valore  restaurata a Milano e solo recentemente riportata nella chiesetta di S. Giorgio, per la quale era stata concepita.

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S. Maria della Noce e logge antistanti- Inverigo.

Infine siamo stati al santuario di S. Maria della Noce di Inverigo, costruito per ricordare un episodio che la tradizione popolare ha considerato prodigioso: tra i rami di un noce, la Madonna sarebbe apparsa a due fanciulli che, andati a cercare legna, si erano smarriti nei boschi e avrebbe loro indicato la strada del ritorno dando loro anche un pane per sfamarsi. E lì, sul sagrato della chiesa anche noi abbiamo mangiato pane e noci….

Resta in tutti coloro che hanno partecipato il ricordo di una giornata trascorsa in serenità, gustando la bellezza che i nostri antenati hanno saputo creare e lasciarci in eredità.