Category: Cartoline brianzole
Cime ineguali…..innevate.
E’ stata una giornata strana oggi: stamattina una gran nebbia come se ne vedono di rado da queste parti; poi oggi pomeriggio un sole splendido ha messo in risalto il colore del cielo limpido contro cui si stagliavano le cime dei monti, qui attorno, tutti con le cime coperte di neve. Era una vera meraviglia.
Se qualcuno stava sorvolando in aereo questa zona, avrà certamente potuto godere di una vista simile a quella della foto.
UTE: Ozanam e Petrarca.
Ore 15: Ozanam (soc. di S. Vincenzo) don Ivano Colombo.
“*Bisogna quindi formare un’associazione di mutuo incoraggiamento per i giovani cattolici, dove si trovi amicizia, sostegno ed esempi, dove si possa trovare un simulacro della famiglia religiosa nella quale si sia stati nutriti. Il legame più forte è la carità: e la carità non può esistere nei cuori di più senza espandersi all’esterno. La fede e la virtù non hanno bisogno dell’associazione per conservarsi, ma solamente per svilupparsi. Occorre che ci siano contatti più frequenti, che ci diano una lodevole emulazione per il bene, e che ci rendano comunque la gioia dei successi di ciascuno. (A Leonce Curnier, 4 novembre 1834, p. 41).
*La carità non deve mai guardare dietro di sé, ma sempre avanti poiché il numero delle sue buone opere passate è sempre troppo piccolo e perché infinite sono le miserie presenti e future, che essa deve alleviare. (A Leonce Curnier, Parigi, 23 febbraio 1835, p. 48).”
Sono due citazioni tra le tante che si possono trovare su Wikipedia alla voce ” Frederic Ozanam – citazioni”.
Ozanam è il fondatore delle Società di S. Vincenzo ancora oggi molto diffuse. Era nato a Milano nel 1813, dove la sua famiglia era arrivata al seguito di Napoleone, ma tornò ben presto in Francia dove studiò legge e letteratura. Giovanissimo cominciò a interessarsi delle condizioni di vita degli abitanti delle periferie e cercò di organizzare gruppi di giovani che potessero dedicarsi a sollevare le sofferenze dei più poveri. Aveva capito che la Chiesa ufficiale continuava ad arroccarsi in difesa di privilegi ormai fuori dal tempo e non si accorgeva dei cambiamenti che si stavano verificando nelle società in seguito all’ industrializzazione . Ozanam si proponeva di fare da anello di collegamento tra la società del suo tempo e la Chiesa.
______________________________________________________________________________________________________________________
Ore 16: “Il Canzoniere” di Petrarca. (Prof. Galli)
Unica opera del Petrarca in lingua volgare, il Canzoniere è frutto di un lavoro di revisione e di perfezionamento che durò tutta una vita, sempre alla ricerca della perfetta armonia delle parole e del loro ritmo. Al centro di quest’ opera non è Laura, ma il tormento interiore del poeta. Egli trae la sua fonte di ispirazione dall’ antica letteratura classica:infatti studiò a lungo Orazio, Tibullo, Catullo, ma anche la Bibbia e S. Agostino. Usa un linguaggio letterario ed elegante, che resterà per secoli il modello per i poeti italiani ed europei. Anche Leopardi che pure rivoluzionerà il linguaggio poetico risente della sua influenza, così anche Saba.
Ricopio qui uno dei sonetti più famosi del Petrarca , con relativa breve spiegazione.
SOLO E PENSOSO…
Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human la rena stampi
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:
sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve6 sappian7 di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co·llui.
In questo sonetto (il trentacinquesimo del Canzoniere) scritto da Petrarca prima del 1337, la solitudine è descritta come la situazione più congeniale al tormento amoroso del poeta: egli rifugge lo sguardo altrui, al quale il proprio sentimento risulterebbe manifesto, e, prediligendo l’immensità della natura, cerca invano un riparo alla propria passione
UTE: Erba: i suoi treni e le sue stazioni.
Oggi è stata una giornata particolare all’ UTE: Alberto Ripamonti e la prof. Alberta Chiesa ci hanno illustrato il libro” Erba, i suoi treni e le sue stazioni”. E’ un libro nato dalla passione di un ragazzo per la storia della sua città e per la storia dei treni, passione che lo ha spinto a ricercare documenti, fotografie e mappe , a studiarli e riordinarli. Riuscì a realizzare il sogno di pubblicare un libro “Cento anni fa…la tramvia Como-Erba”, ma poco dopo Stefano muore improvvisamente lasciando la famiglia nello sconforto.
Papà Alberto, per amore di Stefano, ha continuato il suo lavoro di ricerca ed ora ha pubblicato “Erba: i suoi treni e le sue stazioni”.
Molto interessanti le foto e i documenti ( risalenti alla fine dell’ 800/primi del ‘900), che ci mostrano la nostra città quando era divisa in tanti piccoli comuni , spesso in concorrenza tra loro. Vedere un sentiero sterrato in aperta campagna e rendersi conto che quella oggi è la principale via del centro città , ti dà la misura degli enormi cambiamenti che sono intervenuti in poco più di un secolo.
Tutti i presenti hanno seguito con particolarissimo interesse e con molta emozione la presentazione di un libro costruito con rigore scientifico e scritto col cuore.
Risveglio autunnale.
Mi risveglio in una mattinata tipicamente autunnale: una pioggia leggera e insistente cade silenziosa e monotona, mentre una nebbia sottile offusca il panorama.
Questa nebbia ha uno strano effetto tridimensionale: mette in evidenza la distanza degli elementi del paesaggio, infatti dagli strati bassi, più densi, affiorano le cime degli alberi e delle case in modo che quelli più vicini appaiono come ombre più nette e più scure mentre le altre sagome diventano via via più sfumate man mano che la distanza si fa più marcata.
Nell’ orto restano malinconiche piantine di pomodoro con frutti che non matureranno mai e nel giardino un tagete gigante, seminato forse troppo tardi, si ostina a mostrare l’ unico fiore, che è riuscito a sbocciare, e tanti boccioli, da giorni in vana attesa di un raggio di sole che li convinca a fiorire. Lì accanto le belle di notte, ingannate dalla mancanza di luce, non si sono ancora chiuse.
E’ già mattino inoltrato, ma in casa è buio e dovrò decidermi ad accendere le luci….. siamo ormai in pieno autunno, stagione che amo nelle giornate di sole per i suoi colori , ma che in giornate come questa fa venire un po’ di malinconia.
Cartoline Brianzole: Lago di Garlate.
“Quel ramo del lago di” ….Lecco , una volta passato sotto i ponti che danno accesso alla città, ridiventa fiume Adda, ma subito dopo, quasi non sopportasse il restringersi del suo letto, si allarga a formare quello che viene chiamato Lago di Garlate. Sulla sua riva sinistra corre una nuova pista riservata ai pedoni e ai ciclisti e lì ieri ho camminato a llungo chiacchierando piacevolmente con un’ amica. E’ stata una bella giornata , visto che il tempo era bellissimo e il panorama incantevole.
Di Villa in villa a Erba.
Al Cornizzolo.
Salire al Cornizzolo è stato molto bello. Da tanto non camminavo così a lungo in montagna. La strada completamente asfaltata si inerpica ripida sui fianchi della montagna , tra prati e boschi segnati visibilmente dalla siccità estiva , mentre timide capre interrompono il loro brucare per osservare la gente che sale e le grosse mucche fanno tintinnare i loro campanacci.
Ad un certo punto lo sguardo poteva allargarsi sulla pianura sottostante avvolta da un leggero velo di nebbia azzurrina che lasciava intravedere ben quattro laghi: il ramo di Lecco del Lario, il lago di Annone, quello di Pusiano e quello di Alserio: un panorama mozzafiato!
Ogni tanto passava un pulmino carico di giovani e di bagagli: erano gli appassionati di parapendio che al Cornizzolo hanno la loro base di lancio in un prato ripido su cui prendono la rincorsa per lanciarsi nel vuoto e cominciare a volare appesi alle loro esili ali artificiali.
Dopo due ore abbondanti di cammino siamo arrivate (la mia amica ed io) al rifugio, dove abbiamo gustato un ottimo piatto di polenta e formaggi vari, poi ci siamo messe a giocare a carte (da quanto tempo non giocavo!!!) con altre persone fino all’ ora del rientro.
A Villa Carlotta.
Forse non tutti sanno che a Tremezzo, nella stupenda Villa Carlotta, è stata allestita una mostra sulla storia del turismo sulle rive del Lago di Como.
Credo che potrebbe essere una meta interessante per chi volesse regalarsi un tuffo nella “bellezza”.
La mostra , iniziata il 27 luglio, avrà termine il 16 settembre.
Estate in città .
Ieri sera, dopo cena, sono andata con i nipotini (Elisa e Davide) e con gli zii P&P in centro a Erba, dove da alcuni anni nei mercoledì di giugno e luglio si svolge la manifestazione “Estate in città.
Davide era un po’ dubbioso sulla scelta di andare a piedi, ma poi la prospettiva di un buon gelato lo ha convinto,
Il centro di Erba era gremito di gente, forse perchè negli ultimi mercoledì i temporali avevano disturbato la manifestazione e impedito una partecipazione massiccia.
C’ erano gruppi musicali, il coro di canto popolare di Sormano, scuole di arti marziali e di ballo : le loro esibizioni attiravano i passanti. C’ era una bella aria di festa e molti erano i negozi aperti.
Ci siamo fermati a un bar affollatissimo per prendere il gelato, come promesso,poi siamo andati fino a Piazza Mercato. Lì si esibiva un ottimo gruppo musicale con una cantante veramente brava.
Ci siamo seduti su una panchina ad ascoltare; poco dopo Davide ed Elisa hanno cominciato a ballare insieme agli zii e si sono molto divertiti. Al ritorno, siamo passati davanti al gruppo che si stava esibendo e Paolo ha finalmente trovato il coraggio di salutarli (visto che sono suoi amici): prima si era vergognato perchè era vestito troppo elegante!!!! Roba da matti!
E’ stata una serata che i nipotini ricorderanno con piacere.