Rumori di guerra…..

I giornali sono pieni di notizie futili e intanto pare che siamo sull’orlo del baratro: una guerra in oriente  certo non potrebbe non avere pesanti ripercussioni in ogni parte del mondo.

A fronteggiarsi ci  sono due potenze in possesso di bombe nucleari e con gli arsenali strapieni di armi convenzionali (e non?); riusciranno a far prevalere la ragionevolezza?

Trump ha forse visto troppi film western da piccolo e ora non vede l’ora di fare lo sceriffo….. tutti i timori suscitati dalla sua elezione trovano piena giustificazione.

Ultima Cena: Vangeli a confronto.

Il Giovedì Santo, come ogni anno torna a ricordare ai Cristiani uno dei momenti più importanti nella vita di Gesù. Ma abbiamo mai letto bene i racconti evangelici di questo lontano evento che noi rinnoviamo in ogni messa?

Mi sembra molto interessante questa pagina di internet che mette a confronto i racconti dei quattro evangelisti e di Paolo. Il fatto che tutti riportino l’evento mi sembra una conferma che tutto  è veramente accaduto e il poter evidenziare le congruenze e le diversità può aiutare a comprendere meglio, ciò che non potremo mai penetrare fino in fondo.

Nostalgia dipinta di blu.

Entriamo, dopo un tortuoso percorso per individuarne l’entrata, nella struttura di riabilitazione che ospita una cara collega della mia  amica L., che vuole portarle gli auguri di Buona Pasqua.

La troviamo nella sua carrozzina, intenta a giocare a tombola con molti altri ospiti, ma lei lascia subito  il tavolo e le cartelle per venire in una saletta attigua a chiacchierare. E’ molto felice della visita e ben presto cominciano gli “a m’arcord”. Erano entrambe due giovani maestrine,  sessant’anni fa, e nel tragitto in auto che le portava al paesino in cui si trovava la loro scuola, non facevano che cantare le canzoni di Domenico Modugno, in particolare “Nel blu dipinto di blu”, e la loro passione per quella musica era tale che persino l’automobile, che era blu, fu chiamata “Domenica”.  Nella conversazione fitta tra le due, affioravano i nomi di colleghe più o meno care o di amici per cui avevano nutrito simpatia e la voce si incrinava nel ricordo di tanti che ormai non ci sono più.

Esaurita la carica di emozione dell’incontro, la conversazione verte sul presente e allora ecco la nostalgia per la propria casa, il rammarico di non poter più gestire da sè la propria pensione e di dover chiedere il permesso ai parenti per fare un piccolo regalo o un po’ di beneficenza…. “….Ma sono soldi miei” diceva e gli occhi le si inumidivano: la sofferenza maggiore non è per la menomazione fisica, che impedisce di muoversi liberamente, ma per la perdita dell’autonomia, per dover dipendere dagli altri, per  avere accanto persone talmente invalide da non poter sostenere un dialogo qualunque …. Quando  cominciano i saluti, è doloroso vedere con quanta insistenza vorrebbe trattenerci ancora…. La struttura è bella ed accogliente, l’assistenza è certo ad un ottimo livello, ma la nostalgia per un tempo che non può più tornare fa salire un nodo in gola a tutte e tre.

Teatro: CREDOINUNSOLODIO.

“CREDOINUNSOLODIO” ( si può leggere: Credo in un solo Dio”, oppure “Credo in un sol odio”) è il titolo di una pièce teatrale che ho visto ieri al teatro “Melato” a Milano.

Sono in scena tre donne: un’insegnante israeliana, una studentessa palestinese e una soldatessa americana in servizio in Israele. Raccontano la loro esperienza di vita in una terra in cui il nemico e il kamikaze possono spuntare dove meno te li aspetti. Parlano con il pubblico, ma non tra di loro: non si rivolgono mai la parola ….proprio come accade in campo politico per la questione palestinese: tanti summit solo per ribadire le proprie ragioni senza mai dare ascolto a quelle dell’altro.

Tra un attacco terroristico e l’altro, la tensione aumenta sempre più fino all’ultima deflagrazione che porterà via tutte e tre le donne.

Certamente il tema era molto importante, certamente le tre attrici sono state bravissime ed è stato anche certamente angosciante assistere a questi lunghi monologhi a tre voci che non hanno mai fatto trapelare un filo di speranza: questo doveva esattamente essere l’obiettivo dell’autore.

Una nuova teoria!!!

Ormai la teoria della relatività di Einstein è universalmente accettata e anche le teorie olistiche puntano tutto sulle relazioni….ma forse sta spuntando un nuovo astro della fisica che sta forgiando una nuova teoria…. e questo  astro nascente potrebbe essere Giovanni (tre anni), il mio nipotino.

-Vedi che bacione grosso ti ho dato? – gli ho chiesto stamattina dopo avergli stampato sulla testa un rumorosissimo bacio. Lui mi ha guardato per un attimo e mi ha chiesto: – Perchè? –

– Perchè ti voglio tanto bene – rispondo io. E lui ribatte: – Anche perchè sei una nonna grossa!!! (alludendo impietosamente ai chili di troppo che mi porto dietro).

Nonna grossa….bacio grosso…. Per Giovanni non è la relatività a regolare l’universo, ma la PROPORZIONALITA’!!!!

Un successo il mercatino!!!

In “Sala Argento” , il punto di ritrovo per le donne che vogliono stare in compagnia un paio d’ore facendo quel che loro piace, abbiamo realizzato parecchi lavoretti da destinare al mercatino in favore delle opere parrocchiali. Ieri abbiamo esposto il frutto del nostro impegno con buoni risultati; infatti è stato venduto quasi tutto. Io però mi sono voluta riservare uno dei pezzi più costosi. Eccolo:

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Quando le tradizioni non hanno più senso.

Questo caso verificatosi a Bologna, suscita alcune domande: può un genitore imporre tradizioni che una figlia rifiuta? Si può vivere in un paese straniero pretendendo di mantenere tradizioni del paese in cui si è nati? Può un giudice separare i figli da genitori che non ammettono il dissenso dei figli da usanze sentite ormai estranee e opprimenti?

Per me la risposta alle prime due domande è “No”, mentre la risposta all’ultima è “Sì”.

Il giudice di Bologna ha preso la decisione giusta: le figlie di quella coppia di genitori, pur “brave persone”, rischierebbero di vivere in perenne conflitto. Non si può pretendere che delle ragazze giovani vivano e si comportino in modo tale da essere percepite come delle aliene dalle proprie coetanee. Chi viene nel nostro paese deve sapere che esistono dei limiti anche alla patria potestà, limiti invalicabili  dettati dal diritto e dalle leggi e chi pensa di avere potere di vita e di morte sulle proprie figlie non può pretendere di vivere qui.

 

Dolore.

La gente seduta sull’erba  o su sgabelli sta aspettando l’arrivo del Papa. Dagli altoparlanti viene diffusa musica allegra intervallata da  canzoni ben eseguite da giovani cantanti.

L’atmosfera è festosa.

Intanto continua ad arrivare gente da ogni dove. Passa davanti a noi un gruppo di bambini  segnati nel corpo da una natura matrigna o da malattie forse troppo rare per essere curabili.  Li guardo e mi si stringe il cuore  per la loro fatica di vivere, per la  loro sofferenza e per la sofferenza di chi li accudisce ogni giorno. Distolgo un attimo lo sguardo e vedo nel settore vicino due volti rigati di lacrime: qualcuna di quelle carrozzine rievoca forse un ricordo troppo doloroso ed esploso senza poter essere dissimulato.

Rinasce la speranza.

Ieri, 25 marzo 2017, va segnato sul calendario come una felicissima giornata!

A Roma 27 paesi hanno confermato la loro volontà di proseguire sul cammino che porta alla costruzione di un’unità europea più forte e più giusta….certo qualcuno ha firmato torcendo il naso, ma di questi tempi il solo fatto di firmare si deve considerare un successo.

Contemporaneamente a Londra, anche se non ne parla nessuno, molte migliaia di persone si sono trovate a Westminster e, dopo aver commemorato le vittime dell’ultimo attacco terroristico, hanno manifestato contro la Brexit, a pochi giorni dall’inizio delle trattative della May con la UE.

A Milano ieri Papa Bergoglio, in una visita breve, ma intensissima ha mostrato a tutti quale deve essere il volto nuovo della Chiesa; mi rendo conto che dire “nuovo” è un errore, visto che la Chiesa da sempre dovrebbe avere e  dovrebbe aver avuto questo volto: è così che è nata e così deve ritornare.

Due grandi manifestazioni di diverso tenore, ma ugualmente importanti si sono svolte in piena sicurezza, senza incidenti …e questo non è poco di questi tempi…

Nella giornata di ieri è  rinata la speranza….almeno la mia…

A Monza con Francesco….

img-20170326-wa0001Ieri c’ero anch’io a Monza, alla Messa di Papa Francesco: eravamo in tantissimi. Era la prima volta che partecipavo a un evento di questo genere ed è stato molto bello, anche se la speranza di poter vedere da vicino il Papa è andata delusa: era in ritardo e non è passato lì dove noi di Erba ci eravamo appostati.

Mi ha fatto un’enorme impressione vedere il numero sterminato di posti occupati dai disabili!!! Quanta gente vive in condizioni di estrema difficoltà, quanta gente è impegnata nella loro cura e nella loro assistenza! E’ un esercito di persone che percorre silenziosamente ogni giorno la via del Calvario ed è pensando a loro che dovrò tapparmi la bocca ogni volta che mi verrà voglia di lamentarmi.

Sono state belle le parole del Papa, che incita sempre ad avere coraggio , ad andare verso i più bisognosi, ad accogliere chi è in difficoltà, a dialogare con chi professa fedi diverse. E se a qualcuno venisse in mente di chiedere come si può fare tutto questo, Papa Francesco risponde coi gesti concreti: ha visitato i poveri, ha visitato una famiglia musulmana, ha abbracciato i carcerati.

E’ stata anche una grande dimostrazione di efficienza e di “potenza” da parte della Chiesa Ambrosiana e dei servizi di sicurezza: tutto ha funzionato alla perfezione (solo qualche perplessità sul funzionamento dei servizi igienici). L’accesso al Parco è stato semplice perchè scaglionato durante la mattinata e il primo pomeriggio, mentre il deflusso di una folla così enorme (si parla di oltre un milione di persone!) è stato inevitabilmente più lento e complesso. Era una marea umana che si muoveva lungo i sentieri che portavano ai pullman, che una volta messi in moto formavano un interminabile serpente in lento, lentissimo movimento.

Ci sono volute più di tre ore per tornare a casa e la stanchezza si è fatta sentire, ma sono contenta di aver vissuto un momento che ricorderò per sempre.