Paga sempre Pantalone….

simbolo che contraddistingue gli alimenti per celiaci.

Oggi mia figlia ( che si è scoperta celiaca molti anni fa, dopo aver cercato invano la spiegazione a tanti disturbi) è andata in farmacia ad acquistare un pacchetto di taralli senza glutine (saranno stati 250 grammi) e ha dovuto pagarlo ben 9 euro !!!!! Facendo un breve calcolo si può dedurre che costano come minimo 36 euro al chilo !!!!

Perchè in Italia questi prodotti costano tanto cari? Non sarà perchè lo stato sovvenziona questi prodotti?

Ho cercato un po’ sulla rete e ho trovato la conferma ai miei sospetti: in Italia i prodotti celiaci sono molto più cari che in altri Paesi vicini, tanto paga Pantalone……

Quando penso che, quando avevo i miei figli piccoli, la pubblicità ci “imponeva” la pastina con aggiunta di glutine facendola passare per più nutriente e più salutare , mi sento prendere  da un senso di colpa e  da una gran rabbia….ma forse allora nessuno sapeva ancora  quanti danni possa provocare il glutine in chi non lo tollera.

Pare che ora invece in molti paesi si stia diffondendo sempre più la tendenza a mangiare “gluten free”: può essere un’ occasione di businnes.  La speranza è che, se si diffondono sempre più, questi alimenti diventino anche più economici e si possano eliminare le speculazioni piuttosto vergognose di oggi.

 

Libri non proiettili.

Malala, la ragazza pakistana (la più giovane tra i premi Nobel) che ha rischiato la vita  per rivendicare il diritto  all’ istruzione di ogni bambino, e in particolare di ogni bambina, tra pochi giorni compirà 18 anni.

Una delle sue frasi più note è la seguente : “un bambino, un insegnante, una penna, un libro possono cambiare il mondo”  e, fedele a questa sua convinzione,  chiede a tutti noi di pubblicare una propria foto con in mano un libro : ” libri non proiettili” dice lo slogan di questa campagna , che merita la più ampia diffusione.

Leggo su IL FATTO QUOTIDIANO del 17 giugno (in occasione dei commenti alle tracce degli esami di stato)  quanto segue:

Una pagina nera si è abbattuta su di lei nei giorni scorsi. Otto dei dieci talebani che avevano attentato alla sua vita, sono stati assolti dai giudici e liberati in gran segreto. Malala, però, non si arrende e continua la sua battaglia pacifica a colpi di penna.

Credo non ci sia bisogno di alcun commento….., ma questo fatto fa capire quanto sia necessario sostenere la battaglia di Malala.

Testimonianza eroica.

La solitudine di don Ciotti.

Testimoniare  i valori in cui si crede, vivendoli ….

Anche ieri don Ciotti e Nando Dalla Chiesa, sotto diversi aspetti hanno puntato sul valore della coerenza  e sul fatto che l’ esempio vissuto è molto più efficace di tante prediche.

Ebbene io penso  che la foto che pubblico qui accanto sia la predica più convincente che possa venire da un uomo che si batte per la legalità, per la responsabilità e per la dignità di ogni  persona. Testimonia la solitudine di chi non può mai restare da solo…..

Come ho già detto nel post precedente, Don Ciotti è arrivato a Lariofiere puntualissimo, è stato accolto dalle autorità locali e si è accomodato in una parte della sala ancora vuota e lì si è messo a scrivere e a consultare appunti e documenti. Nessuno si è seduto vicino a lui per tutto il tempo.

A pochi passi da lui, appoggiati a una parete due uomini di scorta, mentre altri erano disposti poco più lontano.

Ad un certo punto il sacerdote è stato invitato a uscire da qualcuno che gli ha sussurrato qualcosa e , appena si è mosso, ecco le guardie del corpo affollarglisi attorno.

Assistere a tutto questo mi ha fatto capire, più di tanti servizi televisivi, quale tipo di vita siano costretti a condurre le persone che , come don Ciotti,  sfidano le varie mafie che appestano questo paese.

Se non avessi temuto di essere inopportuna, mi sarei avvicinata volentieri per dirgli : ” Grazie, don Luigi, per tutto quello che fa  per strappare tanti giovani dalla schiavitù di varie dipendenze; grazie per i tanti giovani cui procura un lavoro buono, alla luce del sole, nelle cooperative di Libera e grazie per operare concretamente contro le mafie, senza temere le difficoltà di una vita blindata e accettando il rischio di giocarsi la vita stessa…”

 

 

 

Ricordando Cristina Mazzotti……

Stamattina  una mia vicina ed io siamo andate al vicino palazzo di Lariofiere dove era programmato un convegno sul disagio giovanile, organizzato dalla Fondazione Cristina Mazzotti e dall’ associazione “Tetto Fraterno” di don Bassano.

Dopo i saluti iniziali delle autorità locali e regionali e la lettura di un messaggio del Capo dello Stato, Mattarella, il giornalista e scrittore erbese , Emilio Magni, ha ricordato i giorni tristissimi del rapimento e del sequestro della allora diciottenne Cristina Mazzotti e quelli tragici del ritrovamento del suo cadavere, avvenimenti che risalgono a 40 anni fa, ma che restano impressi nella memoria di chi abita da queste parti come se fossero accaduti ieri.

In seguito ha parlato l’ avvocato che rappresentò la famiglia Mazzotti al processo che si concluse con la condanna all’ ergastolo degli esecutori materiali del crimine, orrendo non solo per la sua stessa natura, non solo per la sua tragica conclusione,  ma  anche per la ferocia con cui fu condotto.

Tutti i  testimoni di quei giorni concordano sull’ encomiabile comportamento tenuto dalla famiglia Mazzotti durante e dopo la tragedia e come essa abbia saputo trarre da tanto male  l’ occasione e il modo per fare tanto bene, dedicandosi a iniziative a beneficio dei giovani attraverso la fondazione intitolata a Cristina.

A questo punto c’ è stata una breve pausa, durante la quale don Luigi Ciotti, già presente in aula fin dall’ inizio del convegno , ha continuato a lavorare sui suoi appunti sotto gli occhi attentissimi della sua guardia del corpo e alla ripresa dei lavori ha  preso la parola.

Il suo intervento appassionato   ha puntato sulla necessità di  agire con urgenza per andare incontro ai bisogni dei giovani, che vogliono essere ascoltati, accolti, rispettati e sul dovere di noi adulti di essere coerenti nell’ affermare e nel vivere la legalità, che consegue dalla responsabilità e dalla dignità. I giovani non hanno bisogno solo di un posto , ma che si faccia loro posto…..

Mentre don Ciotti lasciava la sala dei convegni, ha preso la parola Nando Dalla Chiesa che ha posto l’ accento sulla realtà dei giovani d’ oggi: connessi col mondo, rischiano di essere infinitamente soli con alle  spalle famiglie in crisi, non in grado di trasmettere valori solidi e nemmeno in grado di accompagnarli nel loro cammino ,  che porta verso un futuro nebuloso , pieno di incertezze.

A questo punto la mia amica ed io abbiamo lasciato la sala dei convegni, ma nel pomeriggio sono previsti gli interventi dei responsabili delle numerose associazioni che, sul territorio, si occupano di disagio giovanile.

Mattine d’ estate.

In questi giorni sto gustando il piacere di fare quello che mi va , quando mi va.

Beninteso, non sto buttando via il mio tempo, anzi sto facendo un sacco di lavori che avevo trascurato durante i mesi scorsi, ma senza la preoccupazione di non mancare a impegni presi.

Vado a letto più presto e quindi alle sei del mattino sono sveglia; sto un po’ a sonnecchiare e poi, prima delle sette mi alzo: fa fresco e si sta benissimo. Si sentono solo il traffico in lontananza e il pigolio degli uccelli .  Allora vado nell’ orto e strappo le erbacce , oppure sarchio (si può dire?) il terreno attorno alle radici delle piantine, prima di annaffiare.

Stamattina ho dovuto rinvasare dei cactus che erano stati assediati dalle formiche: le solite petulanti e prepotenti formiche che riescono sempre a trovare il modo di invadere territori non di loro pertinenza. (E’ un fatto di cui ho già avuto modo di parlare QUI).

Dopo colazione, col sottofondo del giornale radio, c’ è il tempo per controllare le mail in arrivo e per rispondere a eventuali messaggi, poi un po’ di faccende per riordinare casa e una camminata a piedi per comprare il pane o per andare in farmacia.

Al ritorno è ormai ora di preparare il pranzo, incombenza che mi prende pochissimo tempo, perchè l’ appetito non manca e anche solo un paio di pomodori appena colti e una scatoletta di tonno costituiscono un piatto coi fiocchi!

Sono mattine davvero piacevoli, di cui ringrazio il buon Dio.

 

 

Moise e i bambini di strada.

Moise è un bel giovanotto congolese, dal viso dolce e dal sorriso reso più luminoso dai denti bianchissimi che contrastano col nero della sua pelle vellutata. Ieri è stato lui a intrattenerci in un italiano quasi perfetto su un problema che affligge la sua città : Kinshasa (pronunciare Kinciasa).

Su una popolazione di circa 10 milioni di abitanti, si stima che siano intorno ai 40mila i bambini che vivono abbandonati nelle strade, costretti a vivere di espedienti: furto, lavoretti come portare le borse della spesa in cambio di una mancia o di qualcosa da mangiare, prostituzione;  spesso inoltre vengono rapiti per essere ingaggiati come bambini- soldato.

La prostituzione è favorita anche da una superstizione che pretende sia beneaugurante un’ esperienza sessuale con  bambini anche molto piccoli.

C’è chi si prefigge di rimediare al problema dei bambini di strada e anche le organizzazioni internazionali inviano fondi, ma dovendo passare attraverso le istituzioni governative, gran parte del denaro va a finire nelle tasche dei funzionari corrotti.

Le cause di questo triste fenomeno sono molteplici: prima di tutto la povertà (la gente vive con un dollaro al giorno); poi c’ è la guerra che dura da decenni per il controllo delle enormi ricchezze del territorio; infine c’ è la superstizione che attribuisce ogni sventura alla stregoneria e sono sempre i bambini le vittime . Infatti se un bimbo ha una qualche malformazione o è nato in un momento in cui è capitato un fatto luttuoso , viene additato come colpevole di stregoneria e cacciato dal villaggio e dalla famiglia.

Moise, che è ospite di don Ivano (il nostro coordinatore),  che ne è anche lo “sponsor” è qui per studiare in modo da poter tornare un giorno nel suo paese per cercare di sconfiggere questi tabù, tanto radicati nella mentalità della gente.

Moise e i giovani come lui, rappresentano la speranza di un continente ,  che ora vede i suoi figli fuggire per il mondo, ma che un giorno li vedrà vincenti , perché dalle attuali tragedie usciranno popoli resi più forti, più competitivi, più consapevoli dei propri diritti e doveri……Auguri, Moise!!!

 

 

SELEGGO

  • “SELEGGO.org” è il sito che si occupa di fornire libri ai bambini dislessici. Ma cosa è la dislessia? E’ un disturbo dell’ apprendimento che impedisce a bambini anche molto intelligenti di imparare a leggere in modo scorrevole; non è difficile capire che questa difficoltà condiziona gravemente il rendimento scolastico.

Proprio per mettere a disposizione dei dislessici libri  elaborati secondo criteri già sperimentati, che facilitno  il loro apprendimento   , i Lyons di Erba stanno finanziando un progetto a cui anch’ io e altri quattro amici dell’ Università della Terza Età stiamo collaborando.

In breve la cosa funziona così: l’ insegnante sceglie il libro da adottare in classe, alcuni  volontari trascrivono tutti i capitoli  usando caratteri e accorgimenti di battitura particolari. Al testo scritto viene abbinata una voce elettronica che lo legge. Naturalmente la voce elettronica a volte sbaglia gli accenti o interpreta in modo scorretto alcuni termini stranieri o non fa le pause opportune, se la punteggiatura è carente . Allora  bisogna modificare il testo segnalando gli eventuali errori all’ équipe che provvederà a modificare la voce.

E’ proprio  questa parte di correzione dei testi, che i miei amici ed io stiamo portando avanti.  Non è stato semplicissimo capire il procedimento, ma dopo i primi approcci tutto sta filando liscio.

Se qualche bambino potrà avere migliori risultati a scuola e quindi essere più gratificato dai suoi studi, credo che ne saremo tutti molto felici : ne sarà felice il bimbo dislessico, ne sarànno felici la sua insegnate e la sua famiglia e ne saremo felici anche noi volontari per aver reso possibile la realizzazione di questo progetto.

 

Carta di Milano.

Carta di Milano

I Milanesi stanno ripulendo la loro città, dando una dimostrazione di grande civiltà e per fare anch’ io la mia picola parte, pur non abitando nel capoluogo  lombardo, ho firmato la Carta di Milano.  E’ un  documento redatto da persone venute da ogni parte del mondo per proporre soluzioni ormai improcrastinabili ai gravi problemi che affliggono il nostro pianeta: non possiamo più cacciare la testa sotto la sabbia, la nostra Terra non può più sostenere i consumi e le sperequazioni del mondo d’ oggi e rischiamo di consegnare ai nostri nipoti un pianeta invivibile.

Chi volesse far sentire la propria voce all’ ONU, dove la Carta verrà presentata, potrà sottoscriverla collegandosi al link inserito all’inizio del post.

Dall’ America con furore….

Scontri tra polizia e neri in America.

Notizie di questo tipo arrivano sempre più frequentemente dagli Stati Uniti e non credo proprio che siano peggiorate le condizioni di vita della popolazione afro-americana ; allora cosa provoca il malcontento?

A mio avviso fin che i neri erano schiacciati da una legislazione che li relegava a popolazione di serie B erano rassegnati a subire la loro emarginazione, accontentandosi di essere usciti dalla schiavitù.

Poi negli anni ’60,  la ribellione di Rosa Park e il movimento di rivendicazione  che ne è seguito, hanno ottenuto il riconoscimento di pari dignità di fronte alla legge di tutti i cittadini senza distinzione di razza. E questo deve aver soddisfatto a lungo la popolazione nera, anche se nei fatti una vera uguaglianza era ben lontana dall’ essere realizzata, ma restava la speranza che le cose sarebbero gradualmente migliorate.

Ora però, i giovani afro-americani , nati in regime di pari diritti di cittadinanza, si accorgono della distanza che li separa dai coetanei bianchi e non ci stanno più a subire trattamenti discriminanti…

Naturalmente non conosco bene la situazione statunitense e le mie sono solo supposizioni, ma so che nel mondo anglosassone la discriminazione comincia già dalla primissima infanzia, nelle scuole primarie : chi non può permettersi di pagare le salatissime rette delle scuole private deve contentarsi di scuole pubbliche in cui si concentrano  povertà e violenza, con conseguente basso livello di preparazione culturale alla fine del percorso scolastico. Da questo alla relegazione dei neri alle occupazioni meno retribuite il passo è breve ed obbligato ed è anche comprensibile il senso di frustrazione e di emarginazione, che ne deriva.

Noi abbiamo ancora un sistema scolastico che tende non all’ esclusione e alla separazione, ma all’ inclusione e all’ integrazione; difendiamolo  e rendiamolo sempre più capace di affrontare le diversità sociali e culturali dei nostri bambini e dei nostri ragazzi: sarà la migliore garanzia per assicurare la pace sociale al futuro di questo paese.

Uomini e donne come noi….

Stasera alle 20:30 a Erba un corteo  partirà dalla stazione delle Ferrovie Nord Milano e percorrerà le vie del centro fino alla scalinata del monumento ai caduti per ricordare le vittime del traffico di esseri umani e in particolare le vittime dei naufragi nel Mediterraneo. La manifestazione porta il titolo “Uomini e donne come noi…”

Sarà un modo per attirare l’ attenzione su un problema che da troppo tempo viene affrontato con superficialità e scarsità di mezzi,  tanto che rischiamo di abituarci anche a notizie terribili come quelle giunte nei giorni scorsi.

In tempi brevi bisogna certo salvare le vite dei migranti prima di tutto, ma non dimenticando di adoperarsi per rimuovere le cause di questo esodo epocale, anche se questo vorrà dire andare ad intaccare interessi colossali di molti paesi (compresi quelli europei) e di molte imprese nazionali e internazionali, che da sempre vedono nell’ Africa una miniera di materie prime preziosissime da depredare.

I partecipanti sono invitati a portare sulle spalle uno zaino, per significare che siamo tutti in cammino su questo mondo, senza distinzioni di sorta.