A Ruota LIBERA.

A Ruota LIBERA : staffetta contro la mafia

Un gruppo di atleti disabili sta pedalando in staffetta da 10 giorni attraverso l’ Italia: sono partiti dalla Valcamonica e arriveranno a Palermo in via D’Amelio il 19 luglio prossimo per ricordare l’ uccisione di Paolo Borsellino.
Sapere che gente che ha già tanti problemi suoi trova la forza per impegnarsi in un’ impresa (1.850 Km da percorrere) tanto faticosa per affermare i valori della legalità induce a pensare che qualcosa può essere fatto da tutti noi per sconfiggere le varie mafie e liberarci dai loro tentacoli che umiliano il nostro paese.

Un cervello da donna.

Donne più intelligenti

Lo stereotipo della donna col cervello da gallina, della donna oca giuliva è del tutto smentito da questo articolo che riporta uno studio effettuato in alcuni paesi occidentali.
La misurazione del QI (Quoziente Intellettuale) su vasta scala ha dimostrato che le donne sono più intelligenti degli uomini.
Lo scienziato che ha effettuato lo studio non ha saputo però spiegare se le cose siano sempre state così o se il sorpasso sia avvenuto solo in tempi recenti, dopo che sono stati riconosciuti alle donne gli stessi diritti riconosciuti agli uomini (in teoria).
Certo è che da sempre alle donne era stato negato l’ accesso alla cultura : in una famiglia tradizionale in passato si preferiva mandare a scuola i maschi , che dovevano costruirsi una buona posizione sociale e mantenere così la loro famiglia; alle donne bastava saper leggere e scrivere , tanto sarebbero state mogli e madri e come tali non erano chiamate a competere con nessuno, anzi le donne troppo istruite o troppo intelligenti erano temute dagli uomini e stentavano a trovare marito, visto che rischiavano di essere meno sottomesse.
Nel mondo moderno occidentalizzato , invece, la donna è chiamata a costruirsi un’ indipendenza economica, vista la precarietà delle unioni coniugali, e nello stesso tempo ad occuparsi della famiglia e questo la costringe a trovare soluzioni nuove, perciò se l’ intelligenza è capacità di risolvere problemi, alle donne non mancano certo le occasioni per mettere alla prova tutte le proprie potenzialità.

D’ ora in poi non si dovrà più dire “quella donna ha un cervello da gallina” ma sarà un bel complimento dire a un uomo “hai proprio un bel cervello da donna!!!”

Assistenza agli anziani e terremoto.

L' assistenza agli anziani nelle aree terremotate.

C’ è un sito (perlungavita.it), curato dall’ amica e conterranea Lidia, che si occupa dei problemi connessi all’ allungamento della vita, all’ assistenza degli anziani malati e al miglioramento delle condizioni di vita degli anziani sani.

Nell’ articolo linkato sopra sono descritte le peripezie degli anziani bisognosi di assistenza nelle terre colpite da terremoto ; il tutto è raccontato con la dovizia di particolari e di dati che viene dall’ aver riscontrato direttamente i fatti e le situazioni.

Ora si parla meno del terremoto, ma questo non vuol dire che i problemi siano risolti, anzi…..

2-3 Giugno 1946/ 2 giugno 2012

Era la prima volta che le donne votavano.
Dalla proclamazione del Regno d’ Italia solo gli uomini avevano avuto il diritto di voto: prima esso era riservato a una ristretta élite di privilegiati poi in fasi successive era stato esteso a strati sempre più ampi della popolazione maschile, ma di voto alle donne neanche a parlarne.

Poi il 2-3 giugno 1946, quando ci fu il referendum per scegliere l’ assetto del nostro Stato, anche le donne ebbero la possibilità di recarsi alle urne.
In paese c’ era gran fermento tra le donne, raccontava mia madre; lei, incinta, era ormai prossima al parto e chi la incontrava le diceva :
-Stai attenta a non partorire mentre sei nella cabina elettorale! –
Sapendo delle sue condizioni, tutti i partiti si erano offerti di venire a casa a prenderla con l’ automobile, ma lei non accettò : sceglierne una poteva far pensare che preferiva un partito piuttosto che un altro  e il  voto invece doveva essere segreto. Un’ anziana vicina, la Nunziata, disse a mia madre che sarebbe stata contenta di accompagnarla e così pur col suo pancione si recò a votare: andarono  a piedi lei e la Nunziata, anche se faceva caldo e la strada da fare non era proprio brevissima, ma non rinunciò a partecipare a quell’ evento memorabile che per la prima volta riconosceva alla donna il diritto di far valere il suo parere, proprio come agli uomini…cosa mai accaduta nella storia del nostro Paese. Due giorni dopo venni al mondo io…

Ora, a distanza di 66 anni, tanti diritti di cui godiamo ci paiono scontati e non diamo loro il giusto valore perchè ci siamo dimenticati delle tante battaglie, combattute da coloro che ci hanno preceduto, per poterli affermare.

Matrimoni civili e corsi di preparazione.

Corsi di preparazione al matrimonio civile.

Sono sempre meno le coppie che si sposano e quelle che arrivano a compiere questo passo spesso vedono naufragare il loro progetto di vita in comune .
Chi si accosta al matrimonio religioso ha, da molto tempo, il dovere di seguire un corso di preparazione , che forse non servirà a garantire la saldezza del vincolo, ma forse può servire a favorire il dialogo dei due aspiranti sposi su temi che altrimenti non affronterebbero.
Per il matrimonio civile invece non c’ era nessuna preparazione fino a qualche tempo fa, ma ora ci si sta forse accorgendo anche a livello di autorità civili di quali disastri possano essere causati da divorzi e separazioni, e si tenta di rendere più consapevoli le giovani coppie delle responsabilità e dei problemi che dovranno affrontare nella vita a due. Per questo si stanno proponendo in diverse città dei corsi di preparazione al matrimonio civile.

Proprio stasera si terrà la prima conferenza del primo corso organizzato dal comune di Como.
Mi pare un’ iniziativa lodevole.

Sposata a 5 anni.

Le spose bambine.

Riusciamo a immaginare cosa voglia dire per una bambina di 5 anni essere data in sposa (eufemismo per dire venduta come schiava) a un uomo più grande di lei di molti anni e vivere reclusa e in balia del suo marito/aguzzino/padrone/stupratore?
Per fortuna non riusciamo a immaginarlo tanta dev’ essere la crudeltà di una situazione simile. Eppure sono tante le bambine anche nel nostro paese costrette a subire tale imposizione in forza di tradizioni che nei paesi in cui esse sono nate stanno scomparendo, ma che restano vive più che mai in Italia e nei paesi europei meta di immigrazione.
Il mantenimento feroce di certe tradizioni tribali serve all’ immigrato per affermare la propria identità, per sentirsi membro della propria comunità , ma qui non si possono accettare usanze che ledano i diritti della persona e i diritti dei bambini in particolare.
L’ Emilia Romagna si sta dando da fare per mettere in campo strategie atte a combattere questo tristissimo fenomeno e non resta che augurarsi che si trovi molto in fretta la via giusta.

La vita è un dono.

Cosa c’ è di più terribile che vedere tre figli morire uno dopo l’ altro senza poterli aiutare?
E’ da questa esperienza di dolore che nasce l’ associazione “LA VITA E’ UN DONO”. Essa si propone di promuovere gli studi, la ricerca e la conoscenza dell’ acidemia propionica, la malattia metabolica che ha stroncato la vita di Davide e dei suoi due fratellini. A differenza di questi ultimi , morti in tenera età, Davide è sopravvissuto tra tante sofferenze fino alla preadolescenza, facendosi amare da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo, tanto che il paese in cui è vissuto, gli ha dedicato il parco locale.

Nel suo ultimo compito in classe, Davide scriveva tra l’ altro: “…. E’ SBAGLIATO PENSARE CHE LA VITA SIA BRUTTA SOLO PERCHÈ SI È IN DIFFICOLTÀ O NON SI RIESCE A FARE QUALCOSA. LA VITA E’ INFINITA PERCHE’ VIENE DA DIO”

In ricordo di questo bambino straordinariamente sensibile e intelligente, ma tanto provato dalle sofferenze fisiche, l’ associazione che a lui si ispira promuove ogni anno diverse iniziative per incentivare la ricerca sulle malattie metaboliche, perchè altri bambini nelle sue stesse condizioni possano avere una speranza di guarigione. Tra le tante iniziative c’ è anche la camminata “Sui sentieri di Davide ” che quest’ anno si svolgerà il 2 giugno alle ore 9 e 30 , partendo dal parco di Castelmarte a lui intitolato per percorrere i boschi vicini.

Parteciperò con entusiasmo a questa iniziativa che sa di speranza e vorrei invitare tutti coloro che sono nelle condizioni di poterlo fare, di unirsi agli amici di Davide.

Sopravvivere allo sviluppo.

Ieri all’ UTE (Università della Terza Età) h potuto assistere a un’ interessantissima e sconvolgente lezione sull’ immigrazione odierna, che riguarda più di duecento milioni di persone nel mondo.
Tra le cause di questo fenomeno epocale c’ è anche lo sviluppo economico , che arricchisce una parte delle popolazioni investite dal fenomeno, ma ne impoverisce un’ altra parte, al punto da non lasciarle altra scelta che fuggire. A questo proposito è stato citato un libro di una famosa e apprezzatissima scrittrice indiana,VANDANA SHIVA, intitolato: “Sopravvivere allo sviluppo”.
Per conoscere meglio questa scrittrice si può cliccare QUI
Io copio/incollo da quella pagina questo breve stralcio, che mi pare significativo:

“All’inizio degli anni ’80, il nome di Vandana Shiva cominciò a circolare anche in Europa associato a quello del movimento “Chipko”. Chipko era nato come movimento di difesa e autodifesa collettiva di gruppi di donne indiane abitanti delle regioni montuose himalayane e legate alle foreste da una sorta di simbiosi, in un tipo di economia completamente diverso da quello dominante, l’economia di sussistenza. Grazie alla quale le popolazioni delle zone rurali e di montagna si garantivano una sopravvivenza dignitosa senza essere opulenta, e soprattutto sostenibile per i secoli dei secoli.

Quelle donne dunque diedero vita a un movimento perché volevano evitare che gli alberi e le foreste, da cui traevano collettivamente sostentamento tutte le famiglie, venissero tagliati dalle imprese multinazionali pronte a disboscare per fare spazio a coltivazioni di eucalipti e altre essenze con la mira di profitti a breve termine.
Due economie si scontravano; di queste, una chiedeva di essere lasciata sopravvivere in pace senza dar fastidio a nessuno e l’altra divorava sempre più territori e risorse, pretendendo di imporre se stessa come unica economia possibile. Che quest’ultima pretesa fosse, anzi sia una forma inaccettabile di violenza, è uno dei temi principali che Vandana Shiva discute nella sua opera. Ma si tratta anche del confronto fra due visioni del mondo. Perciò quelle donne, portatrici di una visione ispirata al valore del principio femminile presente anche nell’antica tradizione cosmologica indiana, cominciarono a legarsi agli alberi, nell’intento di fermare le motoseghe, cioè la distruzione delle proprie fonti di sostentamento sostenibile e anche la distruzione dei propri tesori di conoscenza e sapere, da noi definiti allora “alternativi”.”

Sciacalli a Milano.

Ho conosciuto anch’ io malati gravi che venivano da altre regioni per curarsi e dovevano sobbarcarsi, oltre ai disagi e alle angosce della situazione che stavano vivendo, anche l’ incubo di trovare alloggi per i parenti che li assistevano.

Nell’ articolo del Corriere.it linkato sopra, si possono trovare altre storie analoghe a quelle che ho ascoltato anch’ io, vi si possono trovare i dati che danno l’ idea dell’ ampiezza del fenomeno e della gravità di certe situazion; ma ora un gruppo di associazioni si è posto l’ obbiettivo di risolvere il problema , in modo da far finire un’ ignobile speculazione: gente senza scrupoli e senza un briciolo di umanità affitta in nero e a prezzi esorbitanti posti letto in ambienti indecenti approfittando vergognosamente dello stato di bisogno dei familiari dei malati.

SE chi legge queste pagine conosce qualcuno di questi sciacalli, è pregato di darne notizia alle forze dell’ ordine e alla Guardia di Finanza.

1° Maggio 2012 : Il lavoro è per l’ uomo.

http://www.lazione.it/component/content/article/49-editoriale/5403-giovanni-paolo-ii-papa-lavoratore-papa-beato

Cliccando sul link qui sopra, si può leggere un interessante commento all’ enciclica di Giovanni Paolo II “Laborem exercens” del 1981. Tra l’ altro vi si può leggere questo brano che ho stralciato:

“Se il lavoro è ciò che dà diritto ad essere cittadino, è anche ciò che dà diritto alla libertà. In questo senso veramente il lavoro rende liberi, per cui la libertà, come fondamento della vita sociale, è già implicita nel lavoro. È questa una sacrosanta verità, profanata dalla scritta infame messa all’entrata del lager di Auschwitz.

……. Il lavoro è la persona umana, il capitale è solo mezzo, cosa. Quello esprime la dignità della persona. Questo è fattore indispensabile per il benessere, probabilmente insostituibile nell’attuale sistema produttivo, ma sempre subordinato al bene delle persone. Quando invece le esigenze del capitale diventano il criterio primo delle scelte economiche, si opera un capovolgimento dei valori che alla fine diventa anche perdita economica.”

Vorrei che anche Monti e i suoi ministri potessero leggere queste righe e meditarle: non possiamo accettare che le esigenze delle banche e dei grandi capitali portino alla disperazione persone, famiglie e interi stati… è forse l’ ora di cambiare le regole del gioco, perchè il fatto di lasciare che i beni della Terra vengano accentrati nelle avide mani di pochi non può portare a nulla di buono per il futuro.