“Madre coraggio” ci ha lasciato.

http://www.corrieredellacalabria.it/stories/cronaca/2191__morta_angela_casella_la_madre_coraggio_che_sfid_le”>
E’ morta Angela Casella, la mamma che sfidò la ‘ndrangheta sul suo territorio. Nell’ articolo linkato qui sopra si può leggere la sua ultima intervista rilasciata a un giornale calabrese qualche mese fa, quando già stava per finire la sua lunga , vana battaglia contro la malattia che l’ ha stroncata.
Mi pare giusto ricordarla, dedicarle un pensiero di omaggio per la forza, la determinazione e il coraggio dimostrato allorchè del suo figlio diciottenne rapito nessuno parlava più.
Non ha potuto aspettare le mosse della polizia nella sua casa di Pavia e se ne è andata tutta sola in Calabria, a S. Luca, a Platì, dove le ‘ndrine controllano ogni cosa, ogni foglia, ogni soffio di vento.
Si è incatenata sulle piazze, si è attendata tra le case dei malavitosi, sfidandoli a mani nude, e facendo risaltare quanta vigliaccheria ci fosse in quei rapimenti che speculavano sui sentimenti dei familiari dei rapiti.
Si è messa a parlare con la gente per le strade e parlava da mamma con le mamme di laggiù, che certo hanno dovuto capire quanta determinazione e quanto coraggio ci fosse in quella piccola donna apparentemente tanto fragile. E le donne si sono schierate dalla sua parte e hanno organizzato fiaccolate di protesta contro i rapimenti e alla fine “madre coraggio” ha potuto riabbracciare suo figlio.
Poi è tornata nell’ ombra a fare la mamma e la nonna, fino a ieri.

Sorellitudine.

Da quanto tempo non passavamo una giornata insieme, non so…. L’ occasione ci si è offerta nei giorni scorsi: sono stata ospite da mia sorella per due giorni.
La differenza di età ci ha impedito da piccole di dividere giochi ed esperienze e quando io ero appena una ragazzina , lei si è sposata e i suoi problemi sono stati sempre molto diversi da quelli che vivevo io. Poi la vita mi ha portata via dal paese e da allora solo qualche incontro fugace con due eccezioni in occasione di miei guai di salute.
Abbiamo avuto ognuna la propria parte di tribolazioni: le mie non erano certo paragonabili alle sue, ma ugualmente mi hanno impedito di poterle essere vicina nei momenti più bui. Solo il telefono ci consentiva di capire i nostri stati d’ animo più con le parole non dette che con quelle espresse con un filo di voce, spesso incrinata dalla paura.

Ritrovandola dopo tanto tempo, ho potuto nuovamente apprezzarne le doti di ottima cuoca, l’ abilità nell’ arte del cucito, la sensibilità, la generosità, la forza di carattere sostenuta da una fede ammirevole e l’ affetto di cui mi ha saputo circondare.

Forse solo ad una certa età si sa apprezzare veramente il fatto di avere sorelle e fratelli, persone su cui puoi contare sempre.

Afghanistan : dieci anni dopo…

In Afghanistan madre e figlia sono state prelevate di notte dalle loro case, poi sono state ammazzate a percosse e  finite con un colpo di pistola perchè accusate di condotta immorale dal mullah locale.

Qui tutto l’ articolo: http://www.giornalettismo.com/archives/167547/afghanistan-le-donne-lapidate-per-immoralita/2/

Mi pare che dopo dieci anni di guerra per portare la democrazia (!!) e il rispetto dei diritti umani ( a suon di bombe), non si sia fatta molta strada se si arriva ancora ad uccidere impunemente le donne in modo arbitrario.  Questo non è tutto  ; leggete  qui :

“i mullah chiedono apertamente ai fedeli di denunciare i casi di adulterio, le donne non escono di casa se non coperte dal burqa, le ragazze non vanno a scuola, persino ai matrimoni la sposa è separata dallo sposo perché il rumore dei tacchi femminili “turba” gli invitati uomini “

Commento: ma che razza di uomini sono gli afghani, ossessionati dal sesso al punto da non poter resistere al rumore dei tacchi!!!!!  Bisognerebbe sottoporli ad attente ricerche medico-anatomiche per vedere dov’ è andato a finire il loro cervello, che certo non è più al suo posto…..

Se la situazione è ancora quest, non resta che fare un ponte aereo per evacuare le doone che si ribellano e lasciare l’ Afghanistan al suo destino, non senza avergli costruito attorno un’ impenetrabile cortin (non di ferro, ma di acciaio !) per evitare che i suoi papaveri e le sue tradizioni criminali infettino il mondo circostante.

 

Tutti insieme appassionatamente.

Ci siamo ritrovati tutti qui in questi giorni ed è stato molto bello.

I bambini sono stati bene insieme e soprattutto Samuele ha provato una gran gioia nell’ incontro con i cuginetti. Anche le mamme e gli zii si son dati da fare per intrattenerli ed è stato divertenti vederli riscoprire i vecchi giochi della loro infanzia per insegnarli ai cuccioli di famiglia.

Mi ha fatto un piacere enorme poterli avere tutti qui insieme almeno per qualche momento… rivedere la casa piena di vita , risentire gli strilli dei bambini, le loro risate e anche i loro capricci

 

 

Aminata Traorè .

http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2011/10/12/news/la_sovranit_alimentare_per_il_diritto_dei_popoli_al_cibo-23124519/

E’ un lungo, interessantissimo articolo in cui Aminata Traorè, scrittrice e sociologa del Mali, spiega come un Nobel alle donne africane possa apparire solo una mossa ipocrita per nascondere la rapina selvaggia che si sta operando nei confronti delle ricchezze del continente nero.

Responsabile di questo stato di cose, che porta alla fame e costringe a fuggire dall’ Africa i suoi figli , sono prima di tutto la globalizzazione senza regole e il capitalismo spietato , che dopo aver messo in ginocchio l’ Africa ora sta facendo lo stesso con la Grecia. E’ sempre questo modo di intendere i rapporti economici che porta alla fame: il cibo non è più un diritto , ma una merce e sta rincarando sempre più. La stessa logica predatoria porta le multinazionali a sottrarre ai popoli le terre da coltivare e a fare la guerra in Libia per poter avere il controllo sul suo petrolio.

C’ è da dire (e questo lo aggiungo io) che in tutto questo ha la sua parte di responsabilità la classe politica africana, che anzichè difendere i diritti dei propri cittadini, si allea spesso e volentieri con chi li vuole depredare..

Il mondo si dibatte in questi problemi epocali e noi ci siamo impantanati in un vicolo cieco per assecondare la megalomania di un uomo che vuole essere al di sopra di ogni legge umana e morale in virtù dei suoi soldi….. e a pagare la nostra miopia saranno i nostri figli.

 

Donne che “fanno rete”.

I piccoli comuni sono in grandi ristrettezze , dato il giro di vite imposto dai tagli di Tremonti , e non possono assicurare nemmeno i servizi ritenuti basilari fino a poco tempo fa.

Sono stata in un piccolo centro dell’ Emilia in cui non esiste scuolabus, dove non c’ è tempo pieno e dove chi chiede la mensa scolastica si vede accollare anche  il costo del personale di sorveglianza   Alle carenze della collettività sopperiscono in molti casi i nonni, che si accollano l’ onere dell’ accompagnamento dei nipotini a scuola, la fornitura del pranzo e la gestione del pomeriggio, ivi inclusi compiti e attività varie.

E chi non può contare sui nonni perchè troppo anziani o troppo lontani , come se la cava?

Ho visto un gruppo di giovani mamme inventarsi una società di mutuo soccorso: chi tra loro è in difficoltà per l’ incompatibilità degli orari di lavoro con quelli scolastici, può contare sull’ aiuto delle altre mamme che provvedono ad accudire oltre ai propri figli anche a quelli dell’ amica in difficoltà. Questa poi saprà ricambiare l’ aiuto nel fine settimana o in qualunque altra occasione ciò si renda necessario. Questo comporta una programmazione giorno per giorno piuttosto laboriosa e snervante, ma il sistema si rivela efficace.

Questa rete di donne solidali tra loro va senz’ altro a vantaggio delle mamme lavoratrici , ma favorisce anche il rafforzamento dell’ amicizia tra i bambini , i quali inoltre capiscono di poter contare non solo su papà e mamma, ma anche su molti altri adulti che esercitano una genitorialità “allargata”, dando concreta attuazione a quel detto africano che recita: “per crescere un bambino ci vuole un villaggio…”

Apprezzo molto queste giovani donne (i mariti non si occupano molto di queste problematiche a dire il vero), che sanno “fare  rete”, che sanno darsi una mano e che si sentono mamme non solo dei propri figli, ma di ogni bambino che abbia bisogno di sostegno.

Mattinata al volante.

Mattinata al volante : sono partita da Erba verso le dieci  e ho imboccato la strada per Bergamo .Il primo tratto si snoda tra i laghi di Pusiano e di Annone, che appaiono splendenti e lisci sotto il sole di questo fine- settembre. Poi , a Lecco , ecco che ti accompagna per un bel tratto la vista del ramo orientale delLario e subito dopo  quella dell’ Adda che lì riprende il suo cammino verso la pianura. I panorami sono bellissimi, non c’ è che dire , anche grazie alle montagne che si specchiano nelle acque calme e gremite di uccelli acquatici .Un altro scorcio di  notevole bellezza ti coglie , quasi d’ improvviso sul ponte di Brivio sotto il quale l’ Adda compare per l’ ultima volta lungo il mio itinerario.

A questo punto si entra nel cuore del Leghismo  e, attraversate alcune contrade, si arriva al sancta sanctorum : il “pratone ” di Pontida.  E questo fazzoletto poco più grande del mio orto sarebbe il “pratone”? Ma non fatemi ridere!!! Tolto lo spazio per il palco e per l’ immancabile angolo barbecue rimane spazio solo per poche decine di persone.

Così pensando a come può essere manipolata la realtà da una telecamera, arrivo all’ autostrada: un bel traffico, non c’ è che dire, ma abbastanza ordinato , anche se i continui sorpassi tra camion costringono spesso ad occupare la terza corsia, mentre nella direzione opposta un lungo serpentone di auto e TIR fa capire che c’ è stato un incidente.

In sottofondo l’ autoradio, che mi fa compagnia , fa una rassegna di spezzoni di commedie cinematografiche che illustrano il rapporto degli Italiani con il fisco, considerato da sempre , come una sanguisuga, un vampiro, un mostro da incubi notturni.

Imbocco la Modena- Brennero verso mezzogiorno e  mi ritrovo dopo poco nelle terre dei Gonzaga, dove il Mincio e il Po  si incontrano per continuare insieme il loro viaggio.  Il mio (viaggio) si sta concludendo, proprio all’ inizio dell’ Emilia; metto la freccia e …sono arrivata.

Dedicato a noi donne ..

Per reazione allo squallore che dilaga sui giornali e che mostra uno spaccato del genere femminile per nulla rispondente a quella che è la realtà, ripubblico l’ inno “SORELLE D’ ITALIA”:

 

 

 

 

Sorelle d’Italia alziamo la testa               

Facciamo sentire la nostra protesta

Siam tutte le donne di questa nazione

Vogliamo rispetto, cerchiamo l’unione

 

Non siamo solo gli angeli del focolare

Vogliamo rispetto, vogliam lavorare

Non siamo solo madri, d’amor le colonne,

noi siamo persone, noi siamo le donne.

 

Sorelle d’Italia, l’Italia s’è desta

Di rose e mimose s’è cinta la testa,

le donne italiane son belle e capaci

non son bamboline per mani rapaci.

 

Sorelle d’Italia è giunto il momento

Abbiamo diritto a metà Parlamento

Non solo del cielo noi siam la metà

Ma anche della terra con par dignità

Devo dissentire con l’ ultimo verso dell’ inno: noi siamo sì la metà del cielo , come si suol dire, ma sulla terra siamo forse i 3/4… non tanto numericamente, ma qualitativamente per tutto il lavoro di cura dei bimbi, degli anziani, degli ammalati, dei più indifesi, che le donne si caricano sulle spalle ogni giorno spinte dall’ amore e dal rispetto per ogni vita .

Le donne non sono solo quelle di Via Olgettina.

 

Che soddisfazione!!

” Te l’ ho già detto tante volte, possibile che non ti ricordi? …. mamma, guarda che non è difficile…. Usa il tasto destro…….”

Quante volte mi son sentita dire queste frasi quando mio figlio cercava di insegnarmi a usare il computer e io mi sentivo molto “matusa” (come si diceva ai miei tempi).

Ora che i miei figli , lavorando full time, non hanno molto tempo per tenersi aggiornati sulle ultime novità della rete, mi sto prendendo qualche rivincita. E’ capitato proprio due giorni fa : nella posta  ho trovato un’ offerta Groupon: pulizia dentale (con annessi e connessi) a 29 euro, anziché 200) in uno studio di Como. Presa la carta prepagata, mi son messa subito all’ opera e ho proceduto all’ acquisto. Verso sera è arrivata la conferma che il numero di richieste consentiva l’ acquisto collettivo .

 Nella rituale telefonata della sera ho detto a mia figlia: – Sai ho acquistato un’ offerta Groupon ecc. ec.- 

E lei:  Cosa sarebbe sto Groupon?- Non sapeva nulla delle nuove tecniche di vendita su internet e io mi son messa PAZIENTEMENTE a spiegarle come funzionano !!!!

Che soddisfazione, ragazzi!

P.S. Ieri mi è arrivato anche il buono da presentare lunedì pomeriggio  al momento della visita e ho subito provveduto a stamparlo.