I marusticani.

Avevo una compagna di scuola, ai tempi delle medie, che era anche la mia migliore amica. Abitava in una  casa di campagna .  Mi bastava una corsa in bicicletta per andarla a trovare e scambiare quattro chiacchiere.

Nel praticello dietro casa c’ era un grande albero di marusticani , specie di piccole prugne che maturavano alla fine della primavera, ma che io preferivo mangiare ai primi di giugno (mi pare di ricordare), quando erano ancora acerbi .

La loro polpa era croccante e il loro sapore aspro ti faceva venire l’ acquolina in bocca proprio come mangiando una fetta di limone. Ne facevo vere scorpacciate, perchè quei frutti non venivano raccolti per essere venduti, ma venivano offerti a chiunque volesse andare a coglierli. Io me ne mettevo in grembo una bella manciata e li sgranocchiavo con enorme piacere mentre, seduta sul praticello  sotto l’albero, chiacchieravo  con la mia amica  , scambiando con lei confidenze e piccoli segreti .

Da troppo tempo non mangio più marusticani; da troppo tempo non rivedo più quell’ amica….

L’orto si trasferisce sul banco di cucina.

Di questi tempi e’ facile vedere nei nostri mercati piantine di insalata in vasetto, pronte da trapiantare nell’ orto: sono appena un po’ cresciute giusto quel tanto per consentire la loro sopravvivenza dopo il “trasloco”.

Ieri invece mia figlia e’tornata dalla spesa con un bel cespo di lattuga in vaso e subito si e’ messa a tagliarne le foglie esterne per il pranzo di mezzogiorno. Stamattina le ho dato un po’ di acqua e si sta mantenendo freschissima e fragrante: e’ certo un modo intelligente di vendere questo ortaggio, visto che si sa che quello in busta e’ soggetto alla proliferazione dei batteri.

Week end.

Il nostro week end e’ cominciato la mattina presto perche’ dovevamo andare con una famiglia di vicini al Museo in cui era stata allestita una mostra sui dinosauri mirata soprattutto ad attirare l’ interesse dei bambini. Dopo aver attraversato mezza Londra passando da un treno all’ altro (i tempi d’ attesa sono sempre contenutissimi, pochi minuti al massimo per le coincidenze), siamo arrivati a destinazione. L’ attrazione si e’ rivelata un po’ un bluff dal punto di vista meramente conoscitivo, ma un successo per la ricostruzione di alcune scene con suoni, luci ed effetti vari che hanno incantato Samuele e il suo amichetto.  C’ erano certamente altre cose piu’ valide scientificamente, ma il nostro itinerario non poteva comprenderle, visto che sarebbe stato impossibile interessare oltre due bambini di tre anni.

Dopo uno spuntino al bar del museo e un salto allo shop, ci siamo avviati verso il treno che ci avrebbe portato verso il centro citta’ dove ci aspettava quello che si puo’veramente chiamare “il paese dei balocchi”: un enorme supermercato di cinque piani in cui si vendono solo giocattoli  di ogni genere. C’ erano anche costruzioni sofisticatissime adatte certo piu’ a qualche ingegnere astronautico che a dei comuni mortali in tenera eta’. Samuele si e’divertito li’ per un buon paio d’ ore e al ritorno abbiamo incrociato moltissimi catalani che avevano invaso il centro della citta’ in attesa della partitissima tra il Barcellona e il Manchester: erano tantissimi e Trafalgar Square risuonava dei loro cori da stadio. Visto come sono andate le cose il loro entusiasmo era ben riposto.

Oggi c’ era in programma una visita a una famiglia inglese che inaugurava la  casa appena ristrutturata. All’ inizio sono rimasta un po’ delusa dall’accoglienza a mio parere piuttosto freddina, poi Samuele ha cominciato a divertirsi come un matto su un tappeto elastico ; altri bambini si sono avvicinati e hanno giocato dandosi correttamente il turno cosi’ anche i loro genitori hanno cominciato a scambiare qualche parola (non certo con me) e l’ ambiente si e’ a poco a poco fatto piu’ cordiale. Alla fine un signore anziano mi si e’ avvicinato rivolgendomi alcune parole alle quali io ho risposto come al solito: Sorry, non capisco…Mi e’ venuta in soccorso mia figlia che  mi ha detto che quel signore credeva di avermi incontrata a un certo matrimonio….non credo proprio che alludesse al MATRIMONIO di William e Kate comunque…  :-))))

Week end caratterizzato dal vento, a tratti anche freddo, e da nuvole alternate a sprazzi di sole caldo. La proverbiale pioggia londinese si e’ vista un  solo giorno da quando sono qui.

Ricordate quando raffiguravano i gentlemen inglesi con la bombetta e l’ immancabile ombrello? Niente di piu’ anacronistico ormai…

Legittima difesa…

Da quando Ryanair ha reso piu’ fiscali i controlli sul bagaglio a mano e impone un solo bagaglio al momento di salire a bordo, tutti si vedono costretti a infilare borse e borselli nella valigetta da portare appresso. Succede cosi’ che se non avete la fortuna o l’ accortezza di accaparrarvi un sedile sul corridoio e non avete quindi la possibilita’ di accedere comodamente (si fa per dire) al vostro bagaglio, vi capitera’ di non poter leggere il libro  o il giornale che vi eravate portati  o, peggio di non poter prendere quella caramella per la gola che vi si e’ improvvisamente seccata.

Per  legittima difesa, quindi, io mi sono attrezzata con un minuscolo borsello da infilare comodamente nella valigetta all’ ultimo mmomento e con un giubbetto multitasche in cui ho sistemato tutto cio’ che poteva servirmi durante il volo senza dover costringere i vicini di sedile a manovre  da veri contorsionisti.

Credo che molti l’abbiano pensata come me, perche’ eravamo in parecchi a sembrare goffi e ingombranti al momento dell’ imbarco.

Mi piace-ma non c’e’ il bottone su cui cliccare…

Vivere in una grande citta’ cosmopolita e multietnica non facilita i rapporti tra le persone, anche se le opportunita’ di incontro sono infinite.

I nuovi mezzi di comunicazione pero’ offrono una nuova opportunita’ e le amicizie virtuali diventano amicizie reali, quando si incontrano persone con la stessa voglia di condividere esperienze e interessi.

E’ tramite internet che stamattina quattro giovani mamme si son potute dare appuntamento in un parco di Londra, tutte desiderose di contatti con connazionali con cui stabilire un rapporto di amicizia e solidarieta’: con le mamme inglesi e’ difficile scambiare qualcosa di piu’ di un saluto o un sorriso.

Il parco era molto bello, con angoli attrezzati per il gioco; fatto il percorso tra piccoli stagni e boschetti profumati si arrivava alla zona pic-nic e li’ una piccola band allietava gli astanti con ritmi jazz molto piacevoli.  Le quattro mamme hanno potuto chiacchierare tranquille dandosi il cambio a sorvegliare i bambini che hanno fatto presto amicizia.  E’ stata una mattina piacevole…. vorrei cliccare su “mi piace” ma il bottone non c’e’.

Ricordando L. ….

La chiamerò con la sola iniziale : L.

L. ci ha lasciato poco più di un anno fa: era ancora molto giovane, ma ha dimostrato tanta forza , tanto coraggio nella sofferenza e ha donato tanta dolcezza e tanto amore a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di incontrarla, che oggi quei semi di speranza sparsi a piene mani nel silenzio, stanno germogliando dove non ci si potrebbe immaginare.

Era solo una piccola, minuta, giovane donna che aveva per tutti un sorriso e una parola buona e che sapeva trovare i modi per essere generosa coi più bisognosi : ora in Ruanda sorgerà una scuola e un’ aula. porterà il suo nome.

L. sei sempre con noi!

Aquilegia vulgaris.

Questo fiore, l’ aquilegia vulgaris, fa parte della particolare flora tipica del Triangolo Lariano, il triangolo montuoso che ha la sua base sulla linea ideale che congiunge Como-Erba – Lecco e che ha il suo vertice nel punto in cui il Lario si divarica nei suoi due rami.

Ieri  ho visto tante aquilegiae, nel sottobosco e sul ciglio della strada che da Valbrona conduce ai Corni di CanzoAquilegia vulgaris1.jpg.                                                       

Avrei voluto coglierne qualcuna, ma credo sia proibito : è flora protetta .

L’ ambiente attorno era incredibile: i fianchi dei monti che sorgono tutt’ attorno sono coperti da boschi immensi , ininterrotti e a tratti la visuale si allarga sul sottostante ramo di Lecco  , consentendo di ammirare gran parte del tratto settentrionale del Lario, che si inoltra nelle Prealpi e, dietro queste, ieri data la giornata ventosa, si vedevano biancheggiare le cime innevate delle Alpi  .

Un vero spettacolo!

A Onno.

Molti conoscono Onno, come spiaggia lacustre molto frequentata nella stagione estiva, ma forse pochi si sono addentrati nelle sue viuzze nascoste alla ricerca del suo volto più antico.

Stavamo passeggiando sul bel lungolago ; tra due palazzi abbiamo visto snodarsi un vicolo strettissimo, un budello sassoso che pareva esaurirsi in poche decine di metri. Abbiamo deciso di seguirlo e ci siamo ritrovate nel bel mezzo di un borgo medievale, con le case costruite in pietra, appiccicate le une alle altre (il paese è stretto tra le pareti rocciose a picco e il lago, quindi lo spazio andava sfruttato al massimo) . Le stradine che percorrono l’ abitato si inerpicano in fretta e diventano sempre più ripide.  Alcune case sono evidentemente state ristrutturate all’ interno, pur senza modificare troppo l’ esterno e poichè per quei vicoli non può transitare nessun veicolo, ci si sente sprofondati in un silenzio e in un’ atmosfera irreale.

I nostri passi hanno attirato la curiosità di qualcuno: da dietro una porta protetta da una tenda verde, si affaccia silenziosa una figura di donna anziana: magrissima, i capelli bianchi racchiusi in crocchia dietro la nuca, gli occhi chiari curiosi e vivacissimi.  Le rivolgiamo alcune domande e , prima un po’ incerta e poi , una volta rassicurata, sempre più e a suo agio, ci racconta di lei e di quel paesino che si sta spegnendo a poco a poco.

Anna, questo è il suo nome, ha 85 anni, ma col suo linguaggio appropriato e sciolto , ci racconta di come molti abbiano lasciato il paese che in breve ha visto dimezzare la sua popolazione; l’ ufficio postale funziona solo due mattine alla settimana, il prete deve badare anche alla parrocchia del paese vicino, non funzionano più autobus e da poco è stato chiuso l’ ultimo negozio alimentare .

Il mio primo pensiero è stato: e come fate se vi sentite male? Anna dice che il comune ha predisposto un servizio di auto per trasportare chi ne ha bisogno all’ ospedale di Lecco , ma il problema più grosso è fare la spesa: – Può capitare di star male una volta ogni tanto, ma di mangiare si mangia tutti i giorni….!!!

Ci racconta che non si è mai sposata ,che adora scrivere, che  fa la perpetua e ci mostra la foto di un antichissimo crocifisso (1300/1400) che adorna la chiesetta.

Anna conosce tanta gente e la storia di molte famiglie della zona, che in passato venivano ad Onno per passare l’ estate o i fine settimana.

Quando ci salutiamo , ci accompagna per un breve tratto e poi ritorna alla sua piccola casa di pietra.

Cartoline brianzole.

Le mete delle mie ultime passeggiate nella Brianza nascosta.

Quello che vedete è uno scorcio panoramico di Bosisio Parini sul lago di Pusiano

   Qui su questo tratto della passeggiata sul lago sono passata proprio oggi in compagnia della mia amica-guidaturistica

E’ un angolo poco conosciuto, perchè fuori dalle vie di comunicazione più importanti, ma vi si può godere la vista di gran parte del lago di Pusiano , abbracciato tutto attorno dalle colline moreniche originate dagli antichi ghiacciai.

Qualche giorno fa invece siamo state al santuario di Monguzzo che ha la particolarità  di essere stato costruito inglobando una grotta naturale

Questo è la vista della facciata esterna.

Ecco l’ interno : l’ abside è costituita dalla grotta nella quale è stata ricostruita l’ apparizione di Lourdes.

Giornata mondiale della libertà di stampa.

Copio e incollo da: http://www.unimondo.org/Notizie/Giornata-mondiale-della-liberta-di-stampa-protagonisti-i-popoli-arabi

“Il Comitato per la tutela dei giornalisti con sede a New York riporta una dettagliata analisi dei dieci strumenti dell’oppressione online, cioè delle dieci tattiche più usate per il controllo e l’oppressione da parte di diversi regimi: si va dal blocco del web perpetrato dall’Iran – dove il blogger Hossein Ronaghi Maleki è stato condannato a 15 di carcere per aver sviluppato un software anti-filtering software e aver ospitato altri blogger iraniani –, ai sistemi di “filtraggio mirato” adottati in Bielorussia, all’impedimento di accedere alla rete a Cuba, al controllo delle infrastrutture in Etiopia, agli attacchi informatici da parte delle autorità cinesi, ai “crimini cibernetici” nella Tunisia di Ben Ali, al blocco di internet adottato in Egitto durante le rivolte contro il regime di Mubarak, all’imprigionamento dei blogger da parte della Siria fino alle violenze esplicite sui cyber-giornalisti in Russia.”

Nell’ articolo da cui ho tratto questo brano, si possono leggere dati impressionanti circa il numero di giornalisti uccisi, imprigionati o rapiti.  Dovunque i diritti sono negati , i giornalisti (sia della carta stampata che quelli online), che intendono compiere il loro dovere, sono i primi a cadere sotto i colpi dei despoti.

Che la libertà di stampa sia fondamentale oggi più che mai, lo dimostrano le rivolte arabe di questi tempi: non sarebbero mai avvenute senza i nuovi mezzi di comunicazione che travalicano le frontiere e mettono a nudo i misfatti dei potenti.