Attendendo le nozze regali….

View ImageLa precoce e imprevedibile estate londinese e` finita e, stando alle statistiche riferite da chi abita qui da lungo tempo, forse non si fara` piu` sentire per quest`anno.

L`imminenza del matrimonio regale deve tenere sulle corde le forze dell`ordine locali, cosi` almeno mi sono spiegata il gran dispiegamento di forze che ho visto domenica a Brighton. Appena scesi dal treno un percorso obbligato ci ha incanalato sulla via del mare, mentre un dispiegamento di polizia impressionante cingeva una piazzetta in cui vociavano poche decine di contestatori che agitavano cartelli contro il razzismo. Non solo i poliziotti a piedi formavano un muro tutto attorno alla piazza, ma c` erano anche poliziotti a cavallo e poco distante la strada era sbarrata da automezzi che occupavano tutta la sede stradale.

Alla fine tutto si e` risolto pacificamente, ma se le cose si fossero complicate i poliziotti avrebbero corso il rischio di manganellarsi tra loro. Forse e` stata solo un` occasione dimostrativa per dire ai malintenzionati che qui con la sicurezza non si scherza…

Una mamma.

Non avevo trovato un parcheggio vicino e mi stavo incamminando sui ciotoli delle antichissime strade di Villincino appesantita da tre grosse borse di indumenti usati. In parrocchia mi avevano indicato il punto di raccolta e lo stavo raggiungendo faticosamente pensando se ciò che stavo offrendo sarebbe stato giudicato utile …. Appena entrata nel piccolo cortile ho visto tre uomini e una donna , evidentemente stranieri, che stazionavano davanti a una porta; mentre guardavo dove dovevo entrare, subito uno di loro mi è venuto incontro ed ha preso le mie borse. Contemporaneamente la donna che teneva in braccio un bimbo piccolo mi si è avvicinata e con tanta speranza nella voce mi ha chiesto: – C’ è anche roba per bambini?- No, le ho risposto , lì non c’ era roba per bambini e il suo sorriso si è spento in una smorfia di sgomento. Allora le ho chiesto l’ età del bambino e le ho detto che forse avrei potuto procurarle qualche cosa .  Sono tornata sui miei passi e sono tornata a casa; ci sono un paio di scatole di indumenti smessi dei miei nipotini nello sgabuzzino e in fretta ho cercato ciò che poteva tornare utile a quella mamma. Sono riuscita a riempire una borsa: magliette, giubbotti, calzoncini estivi e invernali e sono tornata nel centro di raccolta. La giovane mamma se ne stava andando e quando mi ha visto, mi è venuta incontro felice: la sua pelle era ancora scura proprio come un’ ora prima, ma il suo sorriso e l’ amore che esprimeva per il suo bimbo mi hanno fatto vedere in lei solo una mamma come ero stata io alla sua età e come lo sono le mie figlie oggi.

All’ oasi.

Ieri , le mie amiche M.E e F.  mi hanno fatto da guida alla vicina oasi di Baggero nel comune di Merone.

In passato lì si estraeva materiale per la vicina cementeria, poi, una volta cessata l’ attività estrattiva si è provveduto alla bonifica ambientale e il risultato è quello che si vede nella foto : due laghetti, frequentati da trote, cigni, oche selvatiche e anatre, immersi nel verde e in un silenzio sorprendente , vista la vicinanza con zone a traffico intenso. Il sottobosco tutto fiorito era una vera goduria per api e farfalle (incredibile, ma ho visto parecchie farfalle), un torrentello seminascosto nel verde scorreva tra due ripide rive rocciose e nel punto più alto dell’ oasi si godeva di una vista bellissima.

Abbiamo camminato per quasi due ore  conversando piacevolmente; credo che seguendo le mie due amiche conoscerò davvero questa Brianza ricca di angoli  stupendi.

Quante Penelopi di questi tempi….

E’ stata individuata una nuova sindrome che colpisce le donne sole e anziane:

“Spesso si tratta di donne rimaste vedove, sole, malate di nostalgia del tempo passato, che non guariscono mai dal loro dolore fisico perchè lo alimentano con il malessere psicologico. La sindrome di Penelope riguarda ormai una donna ultrasettantacinquenne su cinque e fa sì che queste anziane, una volta ricoverate per una patologia acuta, poi preferiscano restare in ospedale piuttosto che tornare alla solitudine della loro casa.” http://www.corriere.it/salute/11_aprile_10/sindrome-penelope-over-65_a595058c-6389-11e0-9ce6-e69a9a96cab4.shtml

Conosco qualche candidata a questa sindrome e penso che l’ antidoto, la prevenzione migliore sia crearsi degli interessi , che ti diano l’ opportunità di incontrare persone e di frequentare associazioni e circoli che abbiano in  questi interessi la loro ragion d’ essere.

Non è facile affrontare la solitudine dopo una vita passata ad accudire una famiglia ( a volte anche numerosa), ad occuparti di un marito e, dopo aver corso in affanno per anni per conciliare questi impegni con il lavoro fuori casa, trovarsi a poco a poco con la casa vuota e le giornate sempre troppo lunghe. Penso che sia più difficile ancora per chi sperimenta questa situazione in età già molto avanzata e quindi anche con le limitazioni che questo comporta: l’ indebolimento della vista e dell’ udito  portano quasi inevitabilmente con sè una comprensibile tendenza all’ isolamento .

In mancanza di una rete parentale , si dovrebbe creare proprio tra donne una rete di “mutuo soccorso” tale da offrire momenti di vita sociale e di coinvolgimento in attività di vario genere per non sentirsi  come “… una cosa lasciata in un angolo e dimenticata ” come diceva Ungaretti in una sua celebre poesia.

Fosse comuni : in terra e in mare.

 In questo particolare momento storico sono molti i paesi lacerati da conflitti interni più o meno sanguinosi.  Tra questi c’ è anche il Messico, paese di cui si parla poco, ma al cui interno si sta combattendo una guerra durissima : quella dichiarata dal Presidente Calderon ai narcotrafficanti e che solo nel primo treimestre di quest’ anno ha già contato 3.200 vittime !! Ultimamente sono state trovate a più riprese numerose fosse comuni : pare si tratti di poveri migranti che si sono rifiutati di farsi arruolare per contrabbandare la droga o che (altra ipotesi)  , sequestrati, non sono stati in grado di pagare un riscatto per la loro liberazione.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-04-08/fosse-comuni-messico-ultime-063844.shtml?uuid=AaP497MD

 Se penso ai vari naufragi che sono avvenuti nel Mediterraneo mi vien da dire che i trafficanti di uomini qui da noi hanno il grande vantaggio di non dover scavare fosse: qui hanno il  mare come incolpevole alleato.

Accanimento terapeutico ?

Che senso ha eseguire interventi chirurgici altamente invasivi in malati in condizioni già molto precarie?

Per il chirurgo è forse un’ occasione per studiare le possibili reazioni positive o negative  del paziente , per la struttura ospedaliera è senz’ altro una fonte di guadagno perchè il SSN pagherà questo intervento chirurgico, ma per l’ ammalato è spesso solo un’ ulteriore sofferenza spesso inutile.

Parlo di un caso di mia conoscenza diretta: era una persona anziana, reduce da trent’ anni di sofferenze per un cuore danneggiato da un infarto e che da  15 anni  combatteva anche contro il cancro . Nel frattempo si era anemizzato e i reni davano segni di sofferenza. Nel corso di una indagine cardiologica gli viene riscontrato un tumore al polmone.

Subito viene consultato il chirurgo, che senza esitazioni propone l’ intervento : io timidamente chiedo se ne sia veramente il caso e faccio presente la situazione generale; il medico però mi risponde che tutto sommato il paziente è perfettamente in grado di sopportare l’ operazione e il malato , d’ altra parte, pensa: se mi operano vuol dire che c’ è una speranza di contrastare il male.

L’ intervento infatti viene superato brillantemente, ma ,subito dopo la dimissione dall’ ospedale, comincia un progressivo peggioramento  e il malato muore dopo pochi mesi. Senza intervento forse sarebbe vissuto più a lungo , io ne sono convinta…. 

Del mio stesso parere pare essere anche la magistratura  , anche se il caso è un po’ diverso… http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-04-08/omicidio-colposo-medico-opera-171612.shtml?uuid=Aa6lHJND

Di ritorno dall’ Emilia.

Sono ritornata qualche giorno nel mio paese d’ origine un piccolo centro dell’ Emilia. Fino a qualche tempo fa ad ogni mio rientro lo trovavo sempre un po’ più depresso: qualche saracinesca abbassata in più rispetto alla volta precedente, il mercatino del lunedì sempre più ridotto, le antiche fabbriche desolatamente in rovina.  Ultimamente ho notato invece un rifiorire di vitalità : la gente si adopera per organizzare manifestazioni  e per far funzionare , tramite il volontariato, servizi importanti per una piccola comunità (scuole materne , trasporti per anziani e malati).

Anche la Messa di una qualunque domenica richiama, come un tempo, tanti bambini e giovani sotto le insegne dello scoutismo ed è consolante vedere giovanotti grandi e grossi  in pantaloncini corti  che si danno da fare a organizzare i più piccoli e ad ammonire i più vivaci, mentre le loro voci si mescolano in canti gioiosi accompagnati dalla chitarra.

Ho riscoperto, una caratteristica della gente dell’ Emilia che la rende unica : un modo cordiale e gioviale di approcciare anche gli sconosciuti , che è difficile trovare altrove. Ad esempio prenotando al telefono una visita chirurgica, ho avuto modo di passare dieci minuti buoni di piacevole conversazione con l’ impiegata addetta al servizio, che ha trovato modo anche di scherzare e di farmi sorridere ; così la visita con il medico è stata meno anonima di quanto mi sarei potuta aspettare: anche lì non è mancato un tratto umano e cordiale impensabile qui  con un medico mai visto prima; da ultimo poi, trovandomi in difficoltà nel trovare parcheggio, mi stavo informando con una coppia di automobilisti, quando è passato un anziano in bicicletta che si è fermato spontaneamente e, capito il problema, mi ha indicato un parcheggio pubblico gratuito : solo conoscendo la zona lo si sarebbe potuto trovare.

Per Elisa…

Elisa Toffoli, nome d’arte, Elisa, in occasione dell’Anno internazionale delle foreste, pianta il suo albero in Kenya. Anzi, a dire il vero, pianta centinaia di alberi in Kenya. La cantautrice, compositrice, polistrumentista, arrangiatrice e produttrice discografica italiana sposa la campagna di Unimondo “1 fan 1 albero” invitando i suoi quasi 300mila fan su Facebook a fare altrettanto.

Ad ogni fan che arriva al portale Unimondo viene, infatti, piantato un albero all’equatore, in Kenya, per fermare il deserto.  http://www.unimondo.org/Notizie/Elisa-Toffoli-riforesta-il-Kenya

E’ con una certa sorpresa che ho letto sul sito di Unimondo questa notizia. Siamo abituati a pensare ai protagonisti di successo del mondo della musica come a persone molto egocentriche e narcisiste dalla vita spesso sregolata e invece ecco che si viene a sapere di questa ragazza giovane, bravissima interprete delle canzoni che lei stessa compone, dai versi alla musica,  sensibile alle campagne ambientaliste, ai temi della solidarietà verso i meno fortunati.

Questa è una bellissima notizia che dovrebbe rimbalzare sulle prime pagine dei giornali e della rete internet: sarebbe di ottimo esempio per i ragazzi, bombardati ad ogni piè sospinto da tanti esempi negativi

Domenica pomeriggio a Londra.

Nel primo pomeriggio siamo andati a prendere il battello per andare alla Torre di Londra. Samuele era incantato dalla velocita’ del mezzo e dalle acque un po’ agitate e torbide del Tamigi. Io invece ammiravo i palazzi che sorgono sulle rive e che ricordano il passato di grande potenza commerciale di questo paese. Attraversando il  ponte sul Tamigi mi ha colpito una particolarita’: guardando allaView Image mia destra potevo vedere la parte medioevale di Londra, mentre sulla sponda opposta del fiume ci si ritrova di fronte a palazzi ultramoderni, avveniristici : un balzo di mille anni riassunto in una frazione di secondo. Samuele , dopo aver degustato un grosso gelato fino all’ ultimo pezzo di cono, cosa mai successa , ha trovato molto comodo farsi portare sulle spalle dal papa’ e si  gongolava tutto nel vedersi tanto in alto. Al rientro sono venuti a trovarci i nostri amici indiani che ci hanno mostrato su internet la casetta(dieci camere da letto!!!) che hanno acquistato , poi hanno giocato a nascondino con Samuele, che dettava le regole. Nel culmine del divertimento , la mamma ha chiesto se poteva giocare anche lei e Samuele si e’ affrettato a rispondere: I love you, mummy, but stay there!!!- (ti voglio bene, mamma, ma stai li’)

Il gioco era gia’ perfetto cosi’…..