UTE: prodromi del fascismo- cosa può fare la non-violenza oggi.

La scelta dell’argomento di questa lezione di Don Ivano, segue quello della celebrazione degli anniversari.
Vediamo cosa avvenne in Italia cento anni fa, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.
Don Ivano ci invita a leggere gli avvenimenti della Storia sotto lo sguardo della razionalità e non della passionalità e sottolinea che è importante cercare di leggere i documenti sotto tutti i punti di vista e non solo da una chiave di lettura.
Ci indica anche gli autori di alcuni libri dai quali ha attinto per stendere la sua lezione.
Dopo questa introduzione, don Ivano ci descrive gli avvenimenti del 1919.
fasci-di-combattimentoIl 23 marzo ci fu l’incontro in Piazza San Sepolcro a Milano da cui verranno fuori i sansepolcristi che non necessariamente diventarono tutti fascisti, mentre alcuni che parteciparono alla Marcia su Roma, precisa il docente, non erano tutti stati a Piazza San Sepolcro. Da questa adunata, alla quale non si sa bene quante persone parteciparono, sorsero “I Fasci di Combattimento”. Don Ivano sottolinea che l’adunata di piazza San Sepolcro, ricordata come il battesimo del Fascismo, fu un grande flop, sia per il numero delle adesioni, sia nei risultati che ne sortirono.
Il 15 aprile ci fu l’assalto alla redazione dell’”Avanti” a Milano, giornale socialista, perché il Partito Comunista non era ancora nato. C’erano “i massimalisti”, che nel 1919 facevano ancora parte del partito socialista, e che, poi, daranno vita al Partito Comunista.
Il 18 gennaio dello stesso anno, Don Sturzo fondò il Partito Popolare.
Con i Fasci Combattenti, Mussolini voleva dare una risposta al malcontento popolare, che dilagava soprattutto tra i soldati rientrati dal fronte che avevano difficoltà a trovare lavoro. Tra questi soldati, i più scontenti erano gli “Arditi”.
Don Ivano ci spiega che gli “Arditi” erano un corpo speciale dell’esercito che non apparteneva all’esercito, un gruppo di soldati temerari che doveva sottolineare il coraggio al limite della sfrontatezza, nelle operazioni belliche più rischiose.
All’adunata di Piazza San Sepolcro, si costituì un rapporto stretto tra gli “Arditi” e Mussolini.
Don Ivano paragona gli “Arditi” di Mussolini alle SA tedesche, che dovevano difendere Hitler con interventi anche violenti.
In questo periodo Mussolini non aveva ben chiaro cosa volesse fare. Sicuramente non voleva fondare un Partito Politico, anche se nel ’21 lo fonderà. Con l’istituzione dei Fasci di Combattimento, Mussolini creò l’”antipartito” contro due pericoli: la destra conservatrice e la sinistra che si presentava come il partito che voleva andare al potere con le stesse modalità di Lenin.
A questo punto, il docente ci spiega che il partito marxista – leninista si differenziava dalla teoria marxista perché voleva la presa del potere con la violenza. La paura di una rivoluzione bolscevica anche in Italia fece il buon gioco di Mussolini.
Nel 1921 Mussolini si rese conto che per combattere i Socialisti e il Partito Popolare doveva far nascere un altro Partito popolare. Nacque così il Partito Fascista.
La “marcia su Roma” avvenne nel 1922 e nel 1925 il regime fascista prese forma di uno stato totalitario.
Don Ivano termina la sua lezione commentando i due discorsi, in contraddizione tra loro, di Gioacchino Volpe e di Ignazio Silone.

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Continuando il discorso rimasto in sospeso nell’ultima lezione, la prof. Russo ci ha parlato delle guerre attuali, combattute da compagnie private di tecnici ed esperti di armi sofisticatissime. In Arabia Saudita, ad esempio ci sono oggi 43.000 tecnici americani (solitamente ex-ufficiali in pensione), mercenari veri professionisti della guerra. L’8% delle spese militari USA è destinato a compagnie militari private: il dato si riferisce al 2003 in Russia ci sono 4.500 imprese dello stesso tipo con un totale di 155.000 dipendenti.

Ci sono nel mondo attualmente 378 guerre, che devastano tanti paesi, soprattutto africani, che hanno la sola colpa di possedere miniere di metalli rari e preziosissimi per le produzioni tecnologicamente più avanzate. Chi intende impossessarsi di queste materie prime, acquista vaste estensioni di terra e per cacciare le popolazioni che le hanno abitate da sempre ecco che vengono ingaggiate queste compagnie militari private: è quello che sta accadendo in 29 paesi africani. Possiamo certamente dire che che lo sviluppo tecnologico dell’Occidente è stato reso possibile dallo sfruttamento delle risorse dell’Africa.

Congo: miniere di coltan, minerale rarissimo usato per far funzionare i telefonini
Congo: miniere di coltan, minerale rarissimo usato per far funzionare i telefonini

A questo punto la nostra docente ha affrontato un nuovo tema: cosa può fare la non-violenza oggi per contrastare la violenza?

Per cominciare ci ha ricordato grandi figure di testimoni della non-violenza: Don Mazzolari, Don Milani, Gandhi e, sorprendentemente, Eisenhower, che nella sua veste di generale prima e di presidente USA poi, ha potuto ben comprendere quanto i gruppi industriali delle produzioni militari possano condizionare le decisioni dei politici.

Forse una domanda ci viene spontaneamente alle labbra: cosa possono fare le persone comuni per contrastare la violenza delle guerre?

Il primo dovere di ogni cittadino è quello di informarsi, di non lasciarsi influenzare dalla propaganda e dai media; poi possiamo accertarci se le banche alle quali affidiamo i nostri risparmi risultano negli elenchi degli Istituti di credito che finanziano la produzione di armi (e molte nostre banche sostengono fabbriche di armi sia in Italia che all’estero) e in caso affermativo è bene dirottare i nostri soldi verso banche etiche, che investono in settori non militari.

Se tutti ci comportassimo in questo modo, le banche sarebbero costrette a cambiare le loro strategie di investimento, le fabbriche di armi non più finanziate dovrebbero diminuire drasticamente la loro produzione e ai guerrafondai passerebbe la voglia di scatenare guerre in giro per il mondo.

UTE: linguaggio musicale e matematica – le sorelle Agnesi (sintesi di Angela D’Albis)

Alle 15.00 la professoressa Alessandra Zapparoli introduce la sua lezione su Maria Teresa Agnesi, compositrice milanese che si forma nei salotti milanesi del ‘700, facendoci ascoltare un’opera di Mozart, composta negli anni giovanili: l’Ouverture del “Mitridate re di Ponto”. Quando compose quest’opera, Mozart era giovanissimo, aveva solo 14 anni e si trovava a Milano. La docente ci fa notare che quest’opera ha già quel sapore che si viveva nell’ambiente culturale e musicale di Milano grazie a Maria Teresa Agnesi. Quest’ultima e sua sorella Maria Gaetana affrontarono delle discipline che erano patrimonio prettamente maschile: la Composizione e la Matematica. Le due sorelle si dedicarono allo studio di queste materie, arduo per delle donne del ‘700, grazie al padre che permise alle sue figlie di dedicarsi a studi non accessibili alle donne. Fino ad un certo punto, però, perché anche Maria Teresa dovette sottostare alla consuetudine del tempo che voleva la donna moglie e madre, si sposò ed ebbe figli, tuttavia continuò la sua carriera di compositrice. Ella riuscì ad ampliare la mentalità dell’epoca e compose opere che furono eseguite al Teatro di Milano. Addirittura, lei suonava il clavicembalo e dirigeva l’opera!
Maria Teresa Agnesi è stata una figura di grande spicco e di grande umanità, ci dice la docente, e aiutò la sorella con il Pio Albergo Trivulzio. Purtroppo, con la vedovanza diventò povera. La professoressa ci spiega che, nel ‘700, le donne che si esibivano in teatro non potevano essere pagate. Anche la sorella di Mozart, Anna Mozart, pur avendo grandi doti di compositrice, dovette lasciare e sposarsi a 18 anni.
La docente procede con l’ascolto di altre arie di Maria Teresa Agnesi e le paragona a quelle del grande compositore Handel. Ma mentre Handel è conosciuto in tutto il mondo e il suo nome si trova citato in tutti i libri di Storia della Musica, non è così per Maria Teresa Agnesi.
La professoressa ci fa ascoltare ancora il primo tempo di un bel concerto per clavicembalo nella struttura tipica del concerto barocco. Ogni concerto barocco, spiega, si divide in tre tempi: quello di mezzo più malinconico, andante, mentre il primo e il terzo risultano più allegri.
Da questo concerto emerge l’eccellente gusto di orchestrazione di Maria Teresa Agnesi.
Poi, ascoltiamo ancora il primo tempo di un concerto per cembalo in fa maggiore di questa compositrice che la docente paragona alle musiche del grande Johann Sebastian Bach.
Dopo tutti questi ascolti, la professoressa fa un’operazione molto interessante: ci mostra concretamente come viene composto un pezzo per strumento. Ci fa vedere la differenza tra le sue partiture e quelle di Maria Teresa, che sono state composte a due secoli di distanza. Poi, esibendosi al pianoforte, la docente ci dimostra che i rapporti matematici sono importanti quando si compone musica. Ci fa ascoltare una parte del Preludio n. 1 in do maggiore di Bach, prima autentico, in modo maggiore, e poi con una variazione matematica della professoressa, in tono minore. Le sensazioni sentite sono diverse e questo avviene cambiando un lieve rapporto matematico.
Quindi, l’universalità del sapere può confluire per creare un’arte.
La lezione termina con l’ascolto di altri brani, non solo di Maria Teresa Agnesi, ma anche dei figli di Bach e di Mozart.

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La lezione delle 16.00 comincia con una performance che ha come protagonisti la professoressa Zapparoli e il professor Pintaldi, tratta da “Il medico olandese” di Goldoni.
Dopo questa esibizione, molto divertente, il professor Pintaldi sottolinea che Goldoni, in questa commedia, parla di un libro di matematica, anche se nel ‘700 le scienze non erano ancora ben sviluppate. Anche la figura della donna non viene descritta come una persona ingenua, ma scaltra e intelligente.
Questa introduzione serve al professore per parlare della scienziata Maria Gaetana Agnesi, sorella di Maria Teresa. Questa donna era molto colta e viene ricordata per una sua grande intuizione: la famosa “VERSIERA”. La “versiera”, in geometria, è una curva del piano ed è caratterizzata da una forma a campana.

versiera

 

<costruzione e spiegazione della versiera
Maria Gaetana Agnesi la descrisse in un suo libro che ebbe subito diffusione mondiale. La “versiera” era già stata studiata in precedenza, ma fu Maria Gaetana Agnesi a chiamarla così.
Il professore ci dice una curiosità: il traduttore inglese del libro di Maria Gaetana interpretò la parola “versiera” come l’abbreviazione di “avversiera”, cioè “strega” e da allora è conosciuta come the “WITCH OF AGNESI (la Strega di Agnesi).
Il professor Pintaldi conclude la sua lezione invitandoci all’uscita organizzata per mercoledì 20 febbraio a
VILLA AGNESI ALBERTONI e il SANTUARIO DI MONTEVECCHIA
con la visita della Villa, del Salotto di Maria Gaetana Agnesi, dei giardini terrazzati del Parco Privato e del Santuario di Montevecchia.
Il professore ci seguirà nella visita insieme alla guida dell’agenzia dott.ssa SILVIA BRUSADELLI.
Arrivederci allora a mercoledì 20 per questa bella visita!
Maria Gaetana Agnesi la descrisse in un suo libro che ebbe subito diffusione mondiale. La “versiera” era già stata studiata in precedenza, ma fu Maria Gaetana Agnesi a chiamarla così.
Il professore ci dice una curiosità: il traduttore inglese del libro di Maria Gaetana interpretò la parola “versiera” come l’abbreviazione di “avversiera”, cioè “strega” e da allora è conosciuta come the “WITCH OF AGNESI (la Strega di Agnesi).
Il professor Pintaldi conclude la sua lezione invitandoci all’uscita organizzata per mercoledì 20 febbraio a
VILLA AGNESI ALBERTONI e il SANTUARIO DI MONTEVECCHIA
con la visita della Villa, del Salotto di Maria Gaetana Agnesi, dei giardini terrazzati del Parco Privato e del Santuario di Montevecchia.
Il professore ci seguirà nella visita insieme alla guida dell’agenzia dott.ssa SILVIA BRUSADELLI.
Arrivederci allora a mercoledì 20 per questa bella visita!

UTE: le istituzioni europee e i rapporti tra gli stati membri. (resoconto di A. D’Albis)

Nella prima parte delle sue lezioni, il dr. Spagnuolo ci illustra le istituzioni europee e nella seconda parte sottolinea quali sono i rapporti tra queste istituzioni e gli stati membri dell’Unione.
Le Istituzioni Europee sono:
Il Parlamento Europeo;
Il Consiglio Europeo;
La commissione Europea.

Attualmente il presidente del parlamento è Antonio Tajani, quello del consiglio è Donald Tusk e quello della commissione è Jean-Claude Juncker.
I primi due hanno una rotazione di 2 anni e mezzo, mentre il Presidente della Commissione resta in carica per 5 anni.

Il Presidente del Parlamento Europeo è attualmente italiano (Antonio Tajani), appartenente a Forza Italia, ma confluito nel gruppo del PARTITO POPOLARE EUROPEO. Ricopre un ruolo importante in Europa perché è un organo di garanzia, vigilanza e rappresentanza. Il Presidente del Parlamento Europeo garantisce i tempi, gli interventi, il rispetto delle procedure prescritte dal regolamento; vigila sulle attività del Parlamento e delle sue Commissioni; rappresenta il Parlamento in tutte le questioni giuridiche e la sua firma è necessaria per l’approvazione del bilancio dell’UE.
Il presidente viene eletto per un mandato di due anni e mezzo, per cui in ogni legislatura del Parlamento europeo si alternano due presidenti, i cui nomi vengono generalmente individuati da un accordo politico tra i due maggiori gruppi politici del Parlamento. In Europa egli deve rappresentare le idee dell’UE e non le proprie. Continue reading “UTE: le istituzioni europee e i rapporti tra gli stati membri. (resoconto di A. D’Albis)”

UTE: F.I.L. e Life skills (sintesi di A. D’Albis)

La dottoressa Todaro ha presentato due argomenti veramente interessanti. Nella prima parte, ha spiegato che cosa è il F.I.L. (Felicità Interna Lorda) e nella seconda parte ha chiarito cosa sono le Life Skills (Competenze Vitali) e ci ha indicato come il loro sviluppo possa farci raggiungere un certo grado di felicità.

Esaminiamo prima che cosa è il F.I.L.

Il F.I.L. è un nuovo concetto di felicità, concreto e possibile per tutti, ma non automatico. Il F.I.L. è possibile per le persone che lo conoscono e lo coltivano.

Il concetto filosofico di felicità, invece, è teorico, valido per tutti, ma irraggiungibile (concetto di Chimera).

Queste ricerche evidenziano quali sono gli elementi perché una persona possa ritenersi felice. Sono parametri oggettivi, che poi vengono rivisti  soggettivamente, cioè ognuno di noi percepisce questi parametri oggettivi come più o meno importanti.

La felicità interna lorda è un concetto per cui la felicità umana è possibile non perché si creano delle condizioni così favorevoli che corrispondono al nostro concetto di felicità, ma perché, a prescindere da quello che ci capita nella vita, abbiamo la capacità di saper godere di quello che si ha. Questo non è un accontentarsi, ma dare un senso a quello che si ha tanto da essere appagati e non soffrire per quello che manca. E’ una predisposizione interna.

La dottoressa ci illustra ora le 5 dimensioni della felicità:

Valori, cura di sé, tempo, progetti, relazioni.

Poi illustra le 6 caratteristiche chiave che, secondo i ricercatori, sono condivise dalle persone felici. Continue reading “UTE: F.I.L. e Life skills (sintesi di A. D’Albis)”

UTE: Il cervello: il sonno – le relazioni sociali – lo stress. (sintesi di A. D’ Albis)

Il sonno è una componente essenziale dello star bene. Ci si rende conto della sua importanza quando capita di dormire poco o male. Il sonno, infatti, influisce su tanti aspetti della salute.Il dottore precisa che la mancanza di sonno compromette l’attenzione, la memoria a breve e lungo termine, la concentrazione, la capacità di ragionamento e di decisione.Chi dorme poco o male mostra durante la giornata una faccia frastornata e confusa e se si mette alla guida può diventare un pericolo per sé e gli altri.La mancanza di sonno è collegata anche al “ricordo”, ci dice il dottore, e sottolinea che se non si riposa a sufficienza diventa problematico ricordare poiché durante il sonno avviene quel processo che fissa e consolida le informazioni nella “barca” della memoria.Bisognerebbe dormire 7 ore in modo ininterrotto.

E’ difficile avere un sonno ininterrotto, perché spesso ci sono risvegli dovuti a problemi fisici (per esempio, necessità di andare in bagno o percezione di dolori dovuti a patologie) e anche a stress. Continue reading “UTE: Il cervello: il sonno – le relazioni sociali – lo stress. (sintesi di A. D’ Albis)”

UTE: Non violenza – cervello e attività fisica. (sintesi di Angela D’Albis)

Alle 15.00 la professoressa Russo, continuando il suo discorso sulla violenza e non-violenza oggi, ci parla delle guerre attuali.

La guerra, sottolinea la docente, ha una prima e importante vittima: LA VERITA’. In effetti, nessuno vuole la guerra, sono i politici che devono decidere e spesso lo fanno nascondendo la verità. Riferendosi alle teorie di Goering (politico e generale tedesco durante il terzo Reich) e di Tucidide (storico e militare ateniese) la professoressa sottolinea come le guerre scoppino perché si convincono le persone che sono in pericolo e che per difendersi bisogna fare la guerra. Dire che bisogna difendersi è molto semplice e funziona sempre. Sia i politici, sia l’informazione non ci dicono la verità. Tucidide, circa 2.500 anni fa, ci diceva che quando scoppia una guerra la causa non ha nulla a che vedere col pretesto. Sono tutte giustificazioni.

Vediamo quali sono le giustificazioni di oggi. Qualcuna è nuova, qualcuna è vecchia. Una giustificazione attuale è la guerra al terrorismo. Ma chi sono i terroristi? A volte le stesse persone possono essere viste come terroristi da una parte e come eroi dall’altra. La professoressa ci fa l’esempio di Cesare Battisti, eroe per noi, terrorista e traditore per gli austriaci o Garibaldi, eroe per noi, terrorista per i Borboni.

Poi ci sono le guerre per motivi umanitari.  Si fanno le guerre col pretesto di difendere o liberare le persone. La guerra in Afghanistan, per esempio, è scoppiata prima per prendere Bin Laden, poi è continuata per liberare l’Afghanistan dai talebani; anche in Iraq abbiamo combattuto per liberare quello stato da Saddam Hussein.

Poi ci sono le guerre per la pace.  “ Si vis pacem, para bellum” ( se vuoi la pace, fai la guerra), dice un detto latino. Ma come si fa ad ammazzare per motivi umanitari, si chiede la docente? Sul sito dell’esercito italiano ha trovato un numero innumerevole di missioni militari “di pace”. Queste missioni in giro per il mondo ci costano tantissimo.

La professoressa ha parlato, poi, del traffico di armi. In Italia ci sono leggi severissime che vietano la vendita di armi senza il controllo del governo. In Italia, in realtà, passano fiumi di armi. Sembra che il governo “chiuda un occhio” su queste cose. In realtà, tutti i governi hanno una politica alla luce del sole e un’altra nascosta. Per fare questo gioco sotterraneo, entrano in ballo i “servizi segreti”.

In tutti i paesi è vietato vendere armi ai paesi in guerra, però scopriamo che questi paesi ne hanno tantissime. Questo succede grazie al sistema di “triangolazione”: si vendono armi a paesi non belligeranti che poi le rivendono a quelli in guerra. Purtroppo, anche la mafia si è inserita nel traffico di armi, con corrieri che danno droga in cambio di armi.

Per quanto riguarda le fabbriche di armi la docente ha detto che:

nel 1960 c’erano 69 fabbriche di armi in 30 stati;

nel 1999, 385 fabbriche in 64 stati;

nel 2004, 1200 fabbriche di armi in 92 stati. Sempre in aumento!

La docente passa a ora a illustrare la situazione delle armi nucleari. La maggior parte delle armi nucleari ce l’hanno gli Stati Uniti e la Russia. In Europa ci sono 200 testate nucleari americane posizionate contro la Russia di cui almeno 60 sono in Italia.

La docente conclude la sua lezione sottolineando che oggi le guerre non si dichiarano più perché non sono più gli eserciti a combatterle.

Si bombardano le città, si uccidono le persone e si dice che sono “effetti collaterali oppure che: ”sono stati usati come scudi umani”; si preferisce colpire i così detti “obiettivi molli” come ospedali, case farmaceutiche, serbatoi d’acqua, dighe e si i distruggono i campi.

Alcune guerre vengono fatte per liberare la terra dalla gente perché quelle terre sono ricche di risorse minerarie, o sono fertili, o sono zone strategiche.La gente le libera o morendo o scappando. Ci sono 68 milioni di profughi nel mondo. Noi pensiamo che siano poche le guerre, in realtà sono tante e sono tutte interne agli stati e in zone ricche di miniere.

Anche per la professoressa Russo il tempo è “tiranno”. Questo argomento sarà, quindi, ripreso nella prossima lezione!

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Alle 16.00, il dottor Lissoni ci parla degli effetti dell’attività fisica sul cervello e dell’allenamento fisico e mentale. Camminando velocemente o facendo una corsetta ci si rende conto degli effetti dell’esercizio fisico sul corpo. Infatti, essa aumenta la frequenza del polso e del respiro e si suda.

L’attività fisica, però, ha riflessi anche sulla mente e traduce miglioramenti dell’attenzione e dell’umore, liberando ENDORFINE che ci fanno “sentire bene”. L’Endorfina e la Morfina hanno effetti simili e creano dipendenza. Infatti, le persone abituate a essere attive sentono che manca loro qualcosa se non fanno attività fisica. Più intensa è l’attività fisica, più essa stimola il cervello e più aumentano le ENDORFINE.

L’attività fisica favorisce anche la produzione di una sostanza che nutre i neuroni e ne contrasta la perdita dovuta al passare degli anni. Inoltre, aiuta a recuperare i neuroni nell’ippocampo.

I vantaggi dell’attività fisica sull’organismo sono:

  • Controllo del peso
  • Contrasto dell’ipertensione
  • Riduzione del diabete.

I vantaggi dell’attività fisica sul cervello sono:

  • Produce BDNF (fattore neurotrofico cerebrale che contribuisce a sostenere la sopravvivenza dei neuroni già esistenti e a favorire la crescita e la differenziazione di nuovi neuroni. Nel cervello ha un ruolo importante per la memoria a lungo termin)
  • Contrasta l’atrofia senile
  • Protegge la sostanza bianca
  • Migliora il sonno
  • Riduce il rischio di demenza
  • Migliora l’umore
  • Stimola la neuro-genesi (cioè lo sviluppo di nuovi neuroni).

Per valutare come l’attività fisica migliori l’attività cognitiva ci sono dei test di memoria, di attenzione e fluenza verbale.Il dottore raccomanda di essere fisicamente attivi e sottolinea che non è mai tardi per cominciare. Bisogna stare meno seduti e muoversi maggiormente.  E’ anche importante mantenere regolarmente l’attività fisica.

Ma quale attività fisica va meglio per il cervello? Il dottore consiglia gli esercizi aerobici che, se praticati due ore e mezzo a settimana, aiutano ad aumentare l’attenzione e la memoria. Poi ci sono gli esercizi per rinforzare la muscolatura e quelli corpo-mente come yoga e tai-chi che associano movimenti, respirazione e pensiero. Il dottore consiglia di usare meno l’automobile e di camminare da fermi.

Se ci sono problemi fisici è meglio prendere qualche precauzione per evitare bruschi aumenti di pressione o altri problemi. Soprattutto camminare e fare le scale sono esercizi molto utili.

I risultati cognitivi dell’esercizio fisico non sono così rapidi come quelli sul corpo. Sul cervello i benefici non si manifestano prima dei 6 mesi.

E’ importante anche stimolare il cervello. E’ dimostrato che le persone che hanno condotto una vita con impegni intellettuali dispongono di maggiore riserva cognitiva e hanno meno rischi di demenza. E’ meglio cominciare da giovani ad accumulare riserve cognitive, Bisogna però operarsi a impegnarsi seriamente cercando di imparare cose nuove. Le attività efficaci per allenare il cervello non sono né speciali né costose. Tutto quello che facciamo può essere utile come esercizio, ma si deve cercare di attuarle al meglio, ponendovi particolare attenzione.

Il dottore consiglia di fare nuove esperienze, di allargare i propri orizzonti andando oltre la zona di confort. Apprendere una lingua straniera o perfezionare una che si sa male, imparare a suonare uno strumento, apprezzare la letteratura (non basta leggere), frequentare corsi di disegno o di cucina sono esempi di attività che possono aiutare il nostro cervello. Ogni volta che si allarga la conoscenza con una nuova competenza si sviluppano nuove reti neuronali.

Gli esercizi che il dottore consiglia sono anche quelli che si fanno con le parole crociate, il sudoko, i rebus, ma anche i giochi da tavola come alcuni giochi di carte, gli scacchi, la dama. Le attività culturali, come andare al cinema, a teatro, a concerti, arricchiscono la mente soprattutto quando la nuova esperienza si integra con l’apprendimento.

E’ importante viaggiare, parlare altre lingue, muoversi in città (è provato, infatti, che i tassisti abbiano più neuroni nell’ippocampo a causa della loro attività lavorativa). Meno consigliati sono i giochi al computer perché non esiste nessuna conferma scientifica che contrastino il declino cognitivo.

Il dottor Lissoni termina la sua interessantissima lezione dandoci appuntamento alla prossima nella quale parlerà del sonno e dell’importanza dell’interazione sociale.

UTE: Leopardi – A. De Gasperi. (sintesi di Angela D’Albis)

infinito-leopardiAlle 15.00 Don Ivano Colombo ci ha parlato del Leopardi riferendosi agli scritti del biennio 1817- 1819.
Non tutti sanno che 200 anni fa sono apparsi nell’edizione a mano gli “Idilli” che rappresentano il pensiero poetico più che filosofico del grande Leopardi.
Questi “Idilli” sono conosciuti da noi perché li abbiamo studiati a scuola.
Essi sono il meglio della produzione leopardiana, ma anche della nostra letteratura. Nel biennio 1817-1819 Leopardi compone due “piccoli” idilli:
“L’ Infinito” e “Alla luna”, scritti a mano. Essi verranno stampati nel 1831 e a “Alla luna” verranno aggiunti di pugno del poeta due versi (il 13 e il 14) nel 1835. Leopardi morirà nel 1837.
Il problema sottolineato da Leopardi in queste poesie è la ricerca della “salvezza”.
Quando parliamo di salvezza di solito intendiamo la fuoriuscita da una condizione esistenziale di malessere per il rotto della cuffia. La salvezza, invece, è, per Leopardi, la realizzazione del vivere.
Leopardi vive in una famiglia che lo soffoca. Si trova a vivere anche geograficamente in una periferia estrema di uno stato, quello pontificio, a Recanati, un paesino in provincia di Macerata.
Anche il periodo storico che vive è quello della Restaurazione che vuole cancellare i segni e i ricordi delle nuove idee nate dal furore rivoluzionario e dalle campagne avventurose di Napoleone.
Confinato in questa famiglia e in questo contesto storico-geografico-esistenziale, Leopardi, che aveva solo 21 anni nel 1819, si sente soffocato, tenta la fuga, ma fallisce.
Il poeta ha una visione del mondo grandiosa, cerca l’amore, ma anch’esso rimarrà sempre platonico.
Ha un’educazione “sensista”, ma capisce che non può rimanere legato ai sensi e arriva all’intuizione che deve uscire dal soffocamento e librarsi nell’infinito, infinito che è “natura”: al di là della siepe c’è l’immensità della natura.
Leopardi intuisce anche che l’uomo è fatto per essere libero interiormente; la vera libertà si costruisce dentro. La “salvezza” sta nell’”immaginazione” e nel “ricordo”, che aiutano l’uomo ad uscire da un presente soffocante per spaziare oltre il presente, verso la vera libertà che è quella interiore.
Questo esercizio di ricerca della libertà interiore, che il Leopardi intraprende con le sue poesie, è un esercizio valido per tutti gli uomini. Il POETA, quindi, è colui che riesce a travalicare i tempi, per cui la sua poesia è valida per tutti i tempi e per l’intera umanità.
Il docente passa ora a spiegare la bellissima poesia “L’Infinito”, dove Leopardi condensa la sua visione della vita, maturata nel1819.
La lirica è scritta in endecasillabi sciolti; ricorrono spesso le lettere nasali (M e N), che ci immergono nell’infinito come un respiro, e le lettere “liquidi” (R-L) che ci cullano come le onde del mare.
Don Ivano passa poi alla spiegazione della poesia “Alla luna”. La lirica è scritta in 16 versi endecasillabi sciolti, di cui il 13 e 14 sono stati aggiunti dal poeta in seguito.
La poesia si svolge tra l’evocazione iniziale “O graziosa luna” e quella del verso 10, “O mia diletta luna”.
In questa poesia l’immersione nella natura circostante è raggiunta con l’ammirazione della luna.
Il poeta si rispecchia alla sua luce e allevia, così, la condizione dolorosa della vita.
Molto bella questa lezione sul grande Leopardi. Grazie Don Ivano!

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alcide_de_gasperi_2Alle 16.00, il prof. Cossi conclude il ciclo delle sue lezioni su Alcide De Gasperi. Purtroppo, il tempo non è stato sufficiente per portare a termine il programma che si era proposto di svolgere. Confida di poterlo terminare in un altro momento.
In questa lezione ci parla del secondo governo De Gasperi del 1946.
Nella scorsa lezione ci aveva già anticipato che in questo governo i poteri di De Gasperi aumentano. Oltre a essere Primo Ministro e Ministro degli Esteri, diventa anche Ministro dell’Interno. E’ un periodo delicato per l’Italia. Il paese esce distrutto dalla guerra, povero, anche perché non abbiamo le risorse. Anche la situazione internazionale è precaria, come è stato già spiegato nella scorsa lezione.
Nel ’46, la DC è ancora in coabitazione con il Partito Comunista. C’è qualcuno, però, che non vuole questa coabitazione con i comunisti. Non solo la Chiesa non la vuole, ma anche alcuni esponenti democristiani, per esempio Gronchi.
Alle elezioni amministrative del 1946, la DC perde voti che vanno a un nuovo partito: il Partito dell’Uomo Qualunque. Questo partito si presenta soprattutto nel Centro e nel Mezzogiorno. I voti sono soprattutto quelli della Chiesa. Il Partito dell’Uomo Qualunque durerà poco e si scioglierà già nel 1948. Chi lo ha votato, lo ha fatto come scelta temporanea e punitiva. Tuttavia, questa scelta rafforza la destra.
Nel frattempo, alla fine del ’46 e agli inizi del ’47, De Gasperi riceve un invito ad andare negli Stati Uniti.
De Gasperi accetta l’invito e si reca negli U.S.A. per fare delle richieste. Chiede agli Stati Uniti degli aiuti economici che vadano almeno fino all’estate del ’47.
Gli Stati Uniti vogliono la garanzia che la DC resti al potere. De Gasperi non può garantire niente, ma nel gennaio del ’47 c’è una scissione all’interno del Partito Socialista. Si forma il PSDI. C’è la crisi di governo e De Gasperi chiede a Saragat di partecipare al governo, ma Saragat non se la sente di rompere totalmente con i socialisti. Si forma così il terzo governo De Gasperi, appoggiato ancora dai comunisti. Il ministro dell’interno è Mario Scelba.
C’è ancora il problema del disarmo interno perché sia la sinistra sia la destra hanno dei militanti armati. A causa delle condizioni economiche difficili, potrebbe scoppiare una rivoluzione. Per scongiurare questo pericolo, Scelba fa una riforma della pubblica sicurezza. Promuove l’epurazione di tutti i partigiani della pubblica sicurezza sia con incentivi economici (la buona uscita) sia con trasferimenti mirati che provocano dimissioni volontarie.
Ma c’è ancora il grosso problema economico da risolvere.
Vengono decisi dei provvedimenti per tagliare la spesa pubblica e per abbassare l’inflazione.
La sinistra è d’accordo su questi provvedimenti, ma vorrebbe una certa gradualità.
De Gasperi capisce che bisogna rompere con i comunisti, ma né lui, né i due partiti di sinistra vogliono fare il primo passo.
A questo punto, De Gasperi si dimette. E’ aperta ufficialmente la crisi che porterà all’esclusione delle sinistre dal governo nazionale.
ll capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, avvia le consultazioni per l’assegnazione dell’incarico per la  formazione del nuovo Governo e incarica Francesco Saverio Nitti.
Fallito il suo tentativo di formare un governo di larga coalizione, Nitti rinuncia al mandato che viene assegnato a Vittorio Emanuele Orlando che, incontrate le stesse difficoltà, rinuncia.
Infine, l’incarico sarà di nuovo assegnato a De Gasperi.
Nasce così il IV governo De Gasperi, il primo senza i comunisti.
Il docente si ferma qui perché il tempo è terminato, ma promette di trovare un altro momento per concludere questo argomento che ci ha veramente interessato e appassionato.

UTE: cervello e alimentazione. (sintesi di Angela D’Albis)

Alle ore 16.00 il dottor Lissoni ci ha parlato del rapporto che c’è tra la salute del nostro cervello e l’alimentazione.
Per avere un cervello sano bisogna avere un corpo in buone condizioni e per questo è importante intervenire sullo stile di vita:
Alimentazione;
Attività fisica;
Sonno;
Gestione dello stress
Mantenere i contatti sociali;
Tenere in esercizio la mente.
Per essere efficienti, questi interventi devono avvenire contemporaneamente e non sequenzialmente.
Solo se realizzate insieme, queste azioni possono portare dei vantaggi sia alla struttura del cervello che al suo funzionamento.
In questa lezione, il docente ha affrontato il primo di questi interventi: l’alimentazione.
E’ importante nutrire sia il corpo che il cervello perché gli alimenti hanno un impatto elevato non solo su peso, cuore, e rischio di tumori, ma anche su acutezza mentale, umore e rischio di demenza.
Non si possono considerare le attività mentali senza i rifornimenti che arrivano dalla tavola perché il metabolismo del cervello è elevatissimo.
Nella nostra testa viene continuamente prodotta e consumata energia, come se avessimo milioni di lampadine accese!
L’approvvigionamento di nutrienti è essenziale, ma l’elevato metabolismo può portare a un rischio grave: lo stress ossidativo.
Lo stress ossidativo dipende da uno squilibrio che si produce nei tessuti delle cellule tra la produzione e lo smaltimento di specie chimiche ossidanti.
L’ossidazione è la sottrazione di elettroni a un elemento chimico da parte di sostanze ossidanti (ossigeno, fluoro…).
Le cellule ricevono l’energia per vivere rompendo i legami chimici di atomi o molecole derivati dal cibo ingerito.. La rottura di questi legami libera energia, ma produce i radicali liberi.

Che cosa sono i radicali liberi?
Sono atomi o molecole instabili perché mancanti di elettroni. I radicali liberi vanno a cercare gli elettroni in altri atomi e gli rubano l’elettrone che a loro manca. Questo può portare alla produzione di tanti radicali liberi che possono provocare gravi danni cellulari e favorire l’insorgere di malattie umane, come ad esempio il cancro, l’aterosclerosi, l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e molte altre.
Le cause dello stress ossidativo sono varie: dieta, diabete, obesità, attività fisica eccessiva, inquinamento, raggi x – raggi UV, eccesso di alcool, sostanze chimiche, stress, danni mitocondriali, predisposizione genetica.
cervello-e-alimentazioneL’organismo dispone di diversi mezzi per contrastare lo stress ossidativo. Un mezzo è quello di introdurre antiossidanti nell’organismo, con l’alimentazione. E’ molto efficace seguire la dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura, pesce, legumi, noci e vino.
Gli alimenti introdotti con la dieta mediterranea contengono antiossidanti e acidi grassi che aiutano a ridurre il colesterolo cattivo.
Bisogna aumentare il consumo di verdure, cereali integrali, legumi, pesce e diminuire il consumo di carni rosse, formaggi, burro e latte intero.
In cucina, sarebbe meglio evitare il burro e usare l’olio di oliva. E’ bene anche limitare i fritti e i dolci.
Attenti agli zuccheri aggiunti che si trovano nelle bevande gassate e altri alimenti non sospettabili come salsine e ketchup. Questi zuccheri sono legati a malattie come il diabete e l’obesità.
In uno studio del 2017, viene evidenziato che bere bevande dietetiche aumenta i rischi di ictus e demenza. Anche il pane bianco raffinato aumenta il rischio di ipertensione e diabete. E’ meglio mangiare alimenti con grano intero e più fibre.
Infine, il dott. Lissoni ci ha sconsigliato anche l’uso di integratori alimentari perché, a differenza dei farmaci, non sono sottoposti a controlli sulla loro efficacia, ma neanche sugli effetti collaterali che il loro uso può causare

UTE: Il Libro di Ester- Cosa si intende per Marketing (Sintesi di Angela D’Albis)

Martedì 18 gennaio 2019, c’è stato un cambiamento nel calendario delle lezioni.
Alle ore 15.00, Don Ivano Colombo ci ha presentato una lezione su “Il libro di Ester” nell’Antico Testamento, prendendo spunto dal fatto che, il giorno precedente, 17 gennaio, c’è stata la ricorrenza della XXX giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei.
Don Ivano ci ha spiegato che dal 1990 la Chiesa Italiana promuove una giornata di studio del mondo ebraico, invitandoci ad approfondire i libri definiti MEGHILLOT, cioè “rotoli”, che risultano essere 5: Il libro di Ruth, Il Cantico dei Cantici, Il Qohélet, Le Lamentazioni e il Libro di Ester.
Si chiamavano “rotoli” o anche “volumi” perché si avvolgevano e venivano letti durante le feste nelle sinagoghe.
Pur essendo presentato come un libro “storico”, il Libro di Ester” racconta una vicenda inventata e anche il personaggio di Ester è di fantasia.
Don Ivano ci ha spiegato che gli Ebrei, spesso nella Storia sono arrivati a vivere periodi in cui la persecuzione contro di essi arrivava al limite e rischiavano la distruzione, l’annientamento e l’estinzione (non solo nel periodo nazista).
Il Libro di Ester (e non è l’unico) mette al centro una figura debole, una donna, che ha dentro una tale forza da riuscire a “rovesciare” le sorti del popolo ebraico. Queste figure deboli fuori, ma forti dentro, che troviamo anche in altri scritti, hanno lo scopo di stimolare il popolo ebraico a reagire quando si trovano a vivere periodi di persecuzione.
Il Libro di Ester è stato scritto anche per giustificare una festa, quella del PURIM, molto popolare, che somiglia al nostro Carnevale, con una esibizione in maschera, una grande mangiata e una grande bevuta.
Ci sono due versioni del testo: una ebraica e una greca. Sono due testi diversi che raccontano un’unica vicenda. Per gli Ebrei e i Protestanti il testo ispirato è quello ebraico, dove Dio non viene nominato; per la Chiesa Cattolica è ispirato anche il testo greco, dove la vicenda è diretta da un Dio provvidente che conduce a buon fine la situazione, rovesciando le sorti (PURIM).
Nella versione ebraica, non solo Dio non viene nominato, ma sembra inesistente o assente. Non è proprio così: in mezzo al MALE, Dio non è sensibilmente vicino, ma c’è in maniera nascosta. Esiste una salvezza perché Dio si manifesta attraverso personaggi che posseggono tanta forza e energia da contrastare il MALE.
I nomi dei protagonisti, poi, ESTER e MORDEKHAI non sembrano nomi ebraici, anzi sembrano collegati a due divinità babilonesi-persiane: Astarte e Marduk.
Il racconto ebraico è dinamico e ricco di suspense.
Il racconto greco, oltre a questo racconto condiviso con il testo ebraico, ha sei “aggiunte”. Una di queste è l’aggiunta che contiene le bellissime preghiere di Ester e Mardocheo.
La preghiera di Mardocheo esalta la potenza del Creatore e Signore della storia.
La preghiera di Ester, invece, ha un valore teologico perché mette in evidenza che Dio è l’unico in grado di comprendere il dolore del suo popolo e di trasformarlo in gioia.
Alla fine della lezione, Don Ivano ci invita ad approfondire due “Ester” moderne: ETTY HILLESEUM e EDITH STEIN.
Queste due figure analoghe a quella di Ester, hanno permesso, durante l’oscuro periodo del recente Olocausto, di far emergere quella salvezza che non libera dal sacrificio, anzi lo richiede, ma che permette che le situazioni si capovolgano e che dal male affiori un bene che poteva sembrare sepolto, ma che invece viene disseppellito.
Grazie Don Ivano per questa lezione nuova e molto interessante!

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Alle 16 il dottor Filippi ci ha spiegato che cosa è il MARKETING. Ci ha detto che non è una scienza esatta ma che è basato sulla conoscenza dei bisogni dell’uomo.
Il Marketing si occupa di analizzare:
I bisogni;
I desideri;
La domanda;
I prodotti;
I servizi;
La qualità;
Il valore;
La soddisfazione;
Lo scambio;
Le relazioni;
Le transazioni;
Il mercato.

Il dottor Filippi ci ha spiegato come vengono analizzati dagli esperti di marketing tutti questi fattori.

Ha concluso dicendo che il Marketing è un processo di analisi che analizza la struttura della domanda sia di prodotti sia di servizi; cerca di anticipare la domanda e di soddisfarla con la creazione, promozione, distribuzione e scambio dei prodotti.