Ora di punta.

E’ l’ ora di punta sul treno che porta all’ aeroporto.

l' ingresso del formicaio

La gente è stipata all’impiedi e si tiene ai sostegni predisposti per non cadere durante le variazioni di velocità. Molti hanno l’ auricolare e ascoltano musica o navigano in internet digitando velocemente sulle tastiere dei telefonini, alcuni leggono il giornale, altri guardano davanti a sè ancora un po’ assonnati e con lo sguardo fisso .Tutti danno l’ idea di andare al lavoro con ben poco entusiasmo. Alle fermate del treno continua a salire gente che spinge per trovare posto provocando qualche malcelato segno di fastidio. Solo due giovani innamorati sorridono e si scambiano carezze con gli occhi.

Alla stazione che sorge nella zona delle banche, il treno si svuota. Poco oltre, l’ ingresso che porta alle linee sotterranee, vomita una fiume di omiciattoli neri che escono dalle viscere della terra come formiche . Quei puntini neri che sciamano sul piazzale sparpagliandosi in tutte le direzioni , visti dall’ alto e da lontano , sembrano solo pedine semoventi di un gioco senza senso, ma  ognuno di loro nasconde tutto un mondo di sentimenti e di relazioni che non è dato conoscere.

Dopo questo post si potrebbe ascoltare questa canzone cantata da una fantastica Barbra Streisand.   People.

Fiori rossi per non dimenticare….

Sono molte le occasioni per ricordare il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale qui a Londra, ma una delle piu` suggestive credo sia quella allestita attorno alla Torre di Londra.

In quello che una volta era il fossato pieno di acqua a difesa del castello, ora sono stati piantati (da uno stuolo di volontari) ottocentomila papaveri rossi in ceramica a ricordare i  soldati morti in quella tragica, quanto stupida e insensata guerra, che ha segnato l`inizio del declino dell`Europa.

E` difficile immaginare quanto immensa sia stata quella strage di giovani vite, ma guardando quel fossato e immaginando al posto di ogni fiore un viso di ragazzo, e` inevitabile  sentirsi invadere dall`orrore e rabbrividire.

Messa con aperitivo…

Oxford. cortile interno di un college

Vi è mai capitato di entrare in una chiesa  e di trovarvi gente che, appena finita la Messa,  si intrattiene in conversazione tenendo in mano bicchieri pieni di aperitivi ?  A me è successo. Eravamo ad Oxford e  tra una visita ad un college e un altro ci siamo imbattuti in una chiesetta cattolica e siamo entrati.  Alla vista di quanto ho detto prima, mi sono meravigliata alquanto: da noi non ci si sarebbe mai sognati di  utilizzare in quel modo  le navate della chiesa  ….. Ripensandoci in un secondo tempo mi sono però detta che che certe distinzioni  non esistevano certo nella Chiesa primitiva: Il Cenacolo  era un luogo in cui gli apostoli e Gesù si erano riuniti per cenare insieme  e i primi cristiani si riunivano nelle case dei “fratelli” per consumare insieme il pane e il vino consacrati  e certamente vi si intrattenevano anche dopo la fine del rito per scambiarsi notizie, pareri, saluti, consigli , magari sorseggiando qualche bevanda….

In linea con questo modo di vedere , è quanto sta facendo un giovane parroco di Palermo che alla fine della messa domenicale trasforma il campo dove ha celebrato la funzione religiosa in un dancing con annesso bar …e pare che la sua idea stia funzionando a meraviglia. In fondo è solo un modo per accorciare le distanze tra vita religiosa e vita quotidiana, per troppo tempo tenute separate…

Fantasie architettoniche.

In questa foto che ho  scattato la settimana scorsa nei pressi di Tower Bridge sono visibili due tra i più singolari palazzi che caratterizzano il panorama di Londra : il Gherkin con la sua forma che ricorda un cetriolo e quello di cui non so il nome e che ricorda invece un telefono . Quest’ ultimo  è ora rivestito di un enorme pannello nero perchè la sua superficie esterna  ricurva (concava per essere più precisi) , completamente di vetro, in certe condizioni atmosferiche funziona da lente e concentra talmente i raggi del sole da provocare spiacevoli inconvenienti…..Anche a Londra non tutte le ciambelle riescono col buco…

Il palazzo che si intravede sulla sinistra in primo piano  ha invece la forma di un casco da motocjclista; se a questi uniamo la “scheggia” di Renzo Piano possiamo certo dire che a Londra gli architetti possono dare libero sfogo alle loro fantasie…

 

Due turiste per caso….

Per il viaggio di ritorno, Elisa pareva meno in ansia che all’andata.  Durante il tragitto in treno e in autobus per arrivare all’aeroporto tutto è andato liscio. A Stansted , dopo esserci liberate delle bevande rimaste, ci siamo messe in fila per il controllo di polizia e lì gli altoparlanti diffondevano le istruzioni riguardanti il trasporto di liquidi, creme, ecc.

A questo punto Elisa si è agitata: nella borsetta che portavo io aveva infilato un minuscolo smalto per unghie regalatole dalla zia e si sentiva “fuori legge” !!! Era agitatissima: cosa sarebbe potuto succedere ? Avremmo dovuto pensare a provvederci come all’andata dell’apposito sacchettino di plastica  trasparente…Era nervosissima …e non riuscivo a farle capire che, al massimo, ce lo avrebbero sequestrato..(ma forse era quello che temeva).

Mentre procedevamo lentissimamente in fila, abbiamo visto un indiano col turbante tipico dei Sikh che offriva i sacchetti di plastica a chi ne faceva richiesta e ce ne ha fornito uno.  Il problema era stato risolto! Potevamo accedere ai controlli tranquillamente…infatti ecco che arriva il nostro turno: abbiamo caricato le valigie, le borsette, i documenti , il computer  , le giacche ecc. sul nastro trasportatore , intanto mostravo all’ operatore il sacchetto col mini-flacone di smalto che lo  ha fatto sorridere bonariamente….Ero tutta presa da queste operazioni quando Elisa ha sentito un argentino tintinnio di monete (le mie orecchie ormai non badano più a certi stimoli sonori , che evidentemente ritengono non degni di nota….) .  Richiama la mia attenzione e solo allora mi accorgo che dal mio borsellino sono fuoriuscite una miriade di monetine scintillanti , che si sono sparpagliate tutto intorno sul pavimento…. Imbarazzatissima, non riuscivo a trattenermi dal ridere, mentre recuperavamo le monetine aiutate da un viaggiatore vicino a noi.  A questo punto anche Elisa ha cominciato a ridere senza riuscire a fermarsi ed è ridendo che è passata sotto il metal detector (si dice così?) .  Dopo il controllo abbiamo dovuto sederci per un po’ e abbiamo continuato a ridere per l’ imprevisto che ci era capitato…

Sull’ aereo Elisa era seduta vicino al finestrino e ha guardato ammirata il panorama della campagna inglese e della Manica gremita di navi e traghetti; peccato che poi abbiamo trovato le nuvole e non ha così potuto vedere lo spettacolo maestoso delle Alpi….sarà per un’ altra volta…

Partire è un po’ morire? Non esageriamo, ma ….

Questo è l’ ultimo giorno di permanenza qui a Londra per Elisa e per me.  Sono stati giorni belli sia per Elisa che ha vissuto un’ esperienza che credo ricorderà a lungo, sia per Samu  perchè non solo ha evitato l’ odiatissimo Holiday Club (equivalente di campo estivo) , ma ha vissuto giorni rilassanti giocando con la cuginetta , libero da vincoli di orari che condizionano sempre la sua vita.

E’ stato molto bello anche per me: stare coi miei nipoti mi fa sempre bene, soprattutto quando li vedo andare d’ amore e d’ accordo , sensibili ai desideri e alle richieste reciproci.

Unica nota stonata: o ho portato con me le scarpe sbagliate o i miei piedi  sono in stato di agitazione….può capitare!

Domani sarà dura vedere gli occhi gonfi di pianto trattenuto di Samuele, ma verrà presto in Italia e ci rivedremo…

 

In giro per Londra (seconda parte).

Dopo una mattina trascorsa tra faccende domestiche e compiti per le vacanze, siamo andati con Francesca, la baby sitter italiana, a vedere Buckingham Palace e lì abbiamo scattato un po’ di foto. Ci siamo quindi diretti al Green Park e abbiamo fatto un’ abbondante merenda poi abbiamo preso l’ autobus e siamo andati a Kensington Palace e al parco giochi che Lady D. ha voluto offrire a tutti i bambini . Sulla via del ritorno, ci siamo incontrati con Grazia e alcuni amici, che ci hanno offerto la cena, per ricambiare l’ ospitalità ricevuta in Italia.

Lì vicino, in un affollatissimo giardino costruito  tra i grattacieli , uno schermo gigante mostrava in diretta “La Boheme” che veniva rappresentata in un teatro della città. La gente era seduta per terra e venivano distribuiti teli di plastica e cappellini offerti da uno sponsor. Gli stessi schermi erano stati allestiti anche in Trafalgar Square , che traboccava di spettatori: la nostra musica, la più tipicamente italiana, suscita ancora tanto interesse.

Come visitare un museo ed essere felici….

Portare i bambini al museo e passarci il pomeriggio …è un’ idea che in Italia farebbe venire i brividi: chissà che noia!

Qui non è così: al museo delle scienze naturali c’ era troppa coda per entrare e siamo andati al museo della tecnica dove abbiamo ammirato sia le carrozze più antiche sia i missili e le sonde spaziali.  Poi siamo andati a vedere uno spettacolo affascinante: bolle di sapone di tutte le dimensioni e spiegazione scientifica di ciò che accadeva man mano…il tutto in chiave molto divertente e con rumorosa partecipazione da parte dei bambini. In  un’ altra zona del museo , in una sala cinematografica abbiamo assistito con occhiali in 3D alla proiezione di un breve documentario su “L’ Universo nascosto” con immagini spettacolari : ti sembrava di essere proiettato in mezzo  alle stelle delle galassie più lontane…. Naturalmente  se ci devi passare una giornata intera all’ interno del museo , non devono mancare i punti di ristoro, sia per il consumo di veloci pasti al sacco, sia i ristoranti veri e propri , sia i self service; e poi negozi di vario genere.

Se questo modo di organizzare i musei prendesse piede anche in Italia , si potrebbero creare molti posti di lavoro…credo…. Ah, dimenticavo: l’ ingresso era gratis , anche se non mancavano gli inviti alla donazione libera…

 

In viaggio con nonna…

Elisa è stata in aereo solo quando era piccolissima e non se ne ricorda, perciò ieri per lei è stato , si può dire, il suo primo volo. La sua più grande preoccupazione era il controllo bagagli da parte della polizia: temeva di far scattare il dispositivo sonoro e di attirare su di sè l’ attenzione degli agenti; lì però tutto è andato bene e per lei è stato un bel sollievo. in seguito ha affrontato benissimo la lunga attesa prima dell’ imbarco e anche al momento del decollo non ha mostrato particolari cedimenti. Il volo poi è andato benissimo e, visto che le nuvole impedivano di ammirare la terra dall’ alto, ci siamo messe a giocare a carte.  All’arrivo a Stansted abbiamo avuto il nostro momento di brivido: ci hanno fatto atterrare in una zona diversa rispetto al solito e quindi ci siamo viste condurre verso un trenino che non avevo mai preso. Alla prima fermata io stavo per scendere, ma si è levato un mormorio diffuso: “No…No..” dicevano tutti scuotendo la testa e facendo qualche sorrisino di  cortese compatimento. Non sapevo dove mi stessero portando e quasi temevo di aver sbagliato qualcosa; a quel punto Elisa si èagitata. Per fortuna poco dopo il treno si è fermato e ho riconosciuto il posto di polizia per il controllo dei documenti. Era di nuovo tutto in ordine!

Breve fila e poi tocca a noi…le nostre carte di identità, tutte e due nuove, non vogliono uscire dalla custodia di plastica in cui sono inserite: il caldo ha ammorbidito la plastica che che si è incollata alle foto…..Ho dovuto faticare un bel po’ a estrarre i documenti, per fortuna c’ era una poliziotta anziana che è stata molto gentile e comprensiva e in italiano ( meraviglia!!!) mi ha invitata a fornirmi di passaporto per i prossimi voli. Ero un po’ agitata: quando si vorrebbe fare in fretta perchè c’ è una lunga fila dietro di te, è veramente spiacevole non riuscire a fare velocemente e bene ciò che ti viene richiesto….

Sul bus per Stratford abbiamo percorso una strada mai vista, chissà per quale motivo non abbiamo imboccato subito l’ autostrada e abbiamo raddoppiato il tempo di percorrenza, ma poi finalmente abbiamo visto il profilo inconfondibile della stazione dove ci aspettavano Samuele e la sua mamma per fare insieme l’ ultimo tratto di strada in treno.

Eravamo stanche , ma finalmente il nostro peregrinare si era concluso: Londra coi suoi grattacieli , i suoi canali  e le sue luci ci veniva incontro…

 

UTE: alla scoperta delle Abbazie di Viboldone e Chiaravalle.

Oggi siamo andati, noi dell’ UTE, alla scoperta di due antichissime abbazie nella periferia a sud di Milano: l’ abbazia di Viboldone e quella di Chiaravalle.

L’ abbazia di Viboldone è legata alla storia degli Umiliati, un movimento religioso promosso inizialmente da laici che volevano rinnovare lo spirito della chiesa delle origini, conducendo una vita semplice e frugale in comunità aperte anche a chi aveva bisogno di aiuto e di lavoro.  Ne facevano parte uomini e donne che si riunivano per pregare e per lavorare nei “conventi” (parola che significa letteralmente “luogo in cui convenire” , “luogo di riunione). L’ abbazia sorge in una zona ancora verde e conserva pregevoli affreschi di scuola giottesca.

 

L’ abbazia di Chiaravalle è legata invece alla figura di S. Bernardo, che, inviato a Milano per pacificare la città travagliata da feroci conflitti, riuscì nel suo intento e per questo i Milanesi gli promisero di costruire un’ abbazia per i suoi monaci.  Anche in questa abbazia si possono ammirare affreschi mirabili, oltre a un coro ligneo notevole e a una statua del Manzù che rappresenta la resurrezione promessa a tutti noi alla fine dei tempi; e poichè saremo tutti angelicati e senza un sesso definito, la statua è uomo nella parte destra e donna nella parte sinistra. Notevole!!

Un bel sole ha accompagnato le nostre visite, che ci hanno arricchito di nuove conoscenze, grazie ai nostri dottissimi accompagnatori, e di immagini di grande bellezza.