Grazie, Papa Francesco!

Giù il cappello! Davanti a questo  Viaggio di Francesco in Terra Santa ci si deve solo inchinare alla sua saggezza, ealla sua adesione totale al messaggio cristiano, che è fatto di tolleranza, di misericordia e di perdono. Si è fermato a pregare al Muro del Pianto sacro agli Ebrei, ma si è fermato anche al muro  che imprigiona i Palestinesi nei Territori,; ha pregato insieme al patriarca ortodosso e si è tolto le scarpe per entrare nella mosche; ha condannato la Shoah come mostruosità inimmaginabile forse da Dio stesso, ma ha anche affermato senza possibilità di fraintendimenti che i Palestinesi hanno diritto a un loro stato così come ora lo hanno gli Ebrei.

Spero che dopo questo viaggio gli estremisti di ogni credo religioso si trovino in mano delle armi spuntate e che chi spera nella guerra di civiltà e di religione non possa più affermare di uccidere in nome di Dio. Le religioni di per sè non sono causa di violente contrapposizioni fra i credenti, ma è l’ uso strumentale delle religioni a fini di potere a portare odio e conflitti .

Grazie, Papa Francesco! I tuoi predecessori avevano già tracciato un sentiero, ma Tu hai spianato la via agli uomini di buona volontà di ogni credo.

24 Maggio.

Oggi ricorre il novantanovesimo anniversario  di un evento tragico: l’ Italia entrava in quella che da tutti viene ricordata come la Grande Guerra.  E’ stato il primo dei grandi disastri umanitari che hanno caratterizzato il secolo scorso e  ha cancellato intere generazioni di giovani. E’ forse da lì che è cominciato il declino dell’ Europa, fino a quel momento potenza egemone  dal punto di vista politico, militare, economico e culturale

Domani andremo a votare per l’ elezione del Parlamento europeo: questa Europa va cambiata, ma non va smantellata. Ci ha tenuto al riparo da disastri  immani come le guerre che hanno sconvolto per millenni il nostro Vecchio Continente. Ricordiamocene quando saremo nella cabina elettorale.

Cliccando QUI potrete ascoltare alcuni suggestivi canti della Grande Guerra .

Storia di una donna.

Ha 44 anni, 5 figli .  Ha un bel viso  e begli occhi scuri sempre pronti a sorridere. Porta con eleganza l’ hijab , il velo che le copre il capo , e i lunghi abiti che le arrivano alle caviglie. Da quando i suoi figli sono cresciuti, ha cominciato a frequentare più o meno assiduamente la Scuola di Italiano per stranieri.

Fa tenerezza vederla scrivere lentamente in stampatello mentre compila un modulo che le chiede quanti anni di studio ha fatto e lei dice con semplicità: – Io in Marocco mai andata a scuola da bambina; ho imparato a leggere e a scrivere qui .

Ricordo che  nei primi tempi in cui l’ ho conosciuta stentava a leggere, perchè non aveva con sè gli occhiali da lettura, che servivano anche al marito ; ora ne ha un paio tutto suo . Per  la prova di scrittura doveva parlare di come passa il suo tempo libero e lei dice che si dedica alla lettura del Corano e alla televisione guarda  programmi  su temi relativi alla sua religione: osserva con scrupolo i dettami dell’ Islam, ma continua a ripetere che siamo tutti fratelli e non perde occasione per dimostrare la sua gratitudine per chi le ha permesso di imparare cose nuove, che le danno soddisfazione.

 

23 Maggio: e sono dodici!!

Dodici anni fa all’ alba del 23 maggio è nata la mia prima nipotina ; ora è già una signorinella  e voglio farle l’ augurio di continuare a crescere sempre brava e buona come lo è sempre stata.

Che la vita ti sia sempre benigna e che tu sappia affrontare ogni situazione con la certezza  di poter sempre  contare sull’ aiuto di chi ti vuol bene.

Ripeto qui una frase di Bambaren: ricordati sempre che l’ amore  (di tutti quelli che ti vigliono bene – questo l’ ho aggiunto io) è come il vento: non puoi vederlo, ma potrai sentirlo sempre intorno a te…Ovunque sarai… Buon compleanno , Elisa!

Cantando insieme in un pomeriggio di maggio.

Il progetto “Invecchiare in Erba” ha già preso le mosse: sono già stati effettuati due incontri di alfabetizzazione sulle nuove tecnologie e oggi si è preso contatto con un buon gruppo di potenziali utenti con un’ esaibizione del coro della nostra Università della Terza Età.

Sono state eseguite le più famose arie delle operette composte nel periodo della Belle Epoque, arie che tutti i presenti ricordavano bene . Il coro, ottimamente diretto, si è dimostrato veramente ben preparato e ogni esecuzione ha riscosso moltissimi applausi dei numerosi presenti. Alla fine cantavamo tutti insieme ai coristi , che ci hanno generosamente concesso il bis finale.  Io avevo invitato due amiche, che sono rimaste sorprese dalla bravura dei nostri cantanti  e con piacere ho sentito le loro voci accompagnare i vari refrain.

Il progetto che ho menzionato sopra costituisce un’ occasione da non sprecare per tutte le persone anziane, ma anche per quelle che ancora non lo sono , ma vogliono prepararsi a vivere felicemente la loro terza età.

Poesia: La gioia perfetta.

Ricordo di aver studiato , forse alle elementari,la poesia di Diego Valeri ” LA GIOIA PERFETTA”. Essa ritrae un mondo di povertà, di squallore , che però viene “nobilitato” dalla presenza dei simboli della vita che rinasce …. E’ forse un po’ “mielosa” ma gradevole…
Com’è triste il giorno di maggio   
dentro il vicolo povero e solo!
Di tanto sole neppure un raggio,
con tante rondini neanche un volo..
Pure, c’era in quello squallore,
in quell’uggia greve e amara,
un profumo di cielo in fiore,
un barlume di gioia chiara.
C’era… c’erano tante rose
affacciate a una finestra,
che ridevano come spose
preparate per la festa.
C’era, seduto sui gradini             
d’una casa di pezzenti,
un bambino piccino piccino
dai grandi occhi risplendenti.
C’era, in alto, una voce di mamma
così calma, così pura!
che cantava la ninna nanna
alla propria creatura.
E poi dopo non c’era più nulla…
Ma, di maggio, alla via poveretta
basta un bimbo, un fiore, una culla
per formarsi una gioia perfetta.

Due anni fa ero a Rolo…

Ero andata a letto presto quella sera per far addormentare Davide che aveva voluto venire nel lettone con me.  A un certo punto mi sono svegliata  era ancora buio pesto e doveva essere ancora notte, ma non avevo modo di consultare l’ ora… Rimasi lì a rigirarmi un po’, quando sentii un rumore assordante  e tutto intorno a me cominciò a sbattere fortemente, mentre tutta la stanza ondeggiava come se d’ improvviso i pavimenti fossero diventati fluidi . Mi pareva di essere non su di un letto al secondo piano, ma su una barca in balia dei marosi.

Dopo un tempo che parve interminabile tornò per un attimo il silenzio che fu presto riempito dalle grida di mia figlia, che diceva a tutti di scappare giù in strada. Io ero convinta che il pericolo fosse finito e mi spiaceva svegliare Davide che continuava a dormire, ma giustamente mi dissero di mettergli addosso una coperta e di farlo scendere.

La strada era piena di gente spaventata che, sotto la pioggia che cadeva fine fine, chiedeva cosa si dovesse fare, ma nessuno aveva la risposta . Siamo rimasti forse un’ ora in strada, poi visto che tutto pareva tranquillo, siamo risaliti nelle camere e lì, dopo pochi minuti abbiamo sentito un’ altra scossa, però meno forte della prima e abbiamo atteso col cuore in gola le prime luci del giorno…

Così due anni fa è cominciata la stagione dei terremoti in Emilia e chi ha vissuto quell’ esperienza, lunga un’ intera estate, ancora sente salire il cuore in gola a ogni piccolo rumore non ben identificato.

Last minute sotto casa…

Lo sappiamo: montagne di cibo vengono buttate nei rifiuti ogni giorno in ogni parte del mondo. Internet però può offrire la possibilità di porre fine a questo scandalo. Come? Ascoltate questo messaggio
Se il servizio è presente nella vostra città potrete avere notizia ogni sera  di quanto è rimasto invenduto nella giornata nei negozi alimentari della vostra zone e potrete acquistare a un ottimo prezzo generi alimentari buonissimi a prezzi vantaggiosi.
A guadagnarci saranno i negozianti che potranno recuperare qualche introito, i cklienti che potranno contare su un buon risparmio e l’ ambiete che vedrà diminuire la massa di rifiuti da riciclare o smaltire.

E’ un ‘ ottima iniziativa e spero che si diffonda presto in ogni città…

Il falciatore

Ora tagliare l’ erba è diventato un lavoro molto semplice: basta azionare un tosaerba nei giardini o una falciatrice nei prati e in poco tempo vaste superfici vengono liberate dal loro mantello erboso.

Io ricordo invece quando, verso sera, nella bella stagione, c’ era sempre qualcuno sulle aie di campagna intento a preparare la sua falce per il lavoro del giorno successivo.

Seduto a terra sul bordo del marciapiede davanti a casa , il contadino o il bracciante piantava a terra un lungo ferro sul quale appoggiava la lama della falce e con un martello cominciava a battere sul filo del suo attrezzo, mentre l’ altra mano lo faceva scorrere lentissimamente  e il lavoro continuava fino a quando tutta la lama era stata battuta al punto giusto. Per capire se il filo era abbastanza tagliente, bastava toccarlo  col pollice: il rumore prodotto dal leggero sfregamento e il tatto  dicevano se il lavoro era stato ben eseguito. Poi c’ era il lavoro di rifinitura per togliere eventuali piccole irregolarità: con la cote, una pietra a forma ovale molto allungata (che mi pare venisse custodita dentro a un corno legato alla cintura contenente un po’ d’ acqua), il contadino lisciava il filo della lama . Mi colpivano la precisione e la destrezza dei movimenti, che testimoniavano una lunga esperienza .

Quando poi si trattava di falciare l’ erba di un prato, il contadino procedeva piano , coordinando tutti i movimenti del suo corpo: mentre le braccia si allargavano azionando la lunga falce, il passo ritmato assecondava quel movimento. Il lavoro era duro e ogni tanto il falciatore si rialzava per ripassare il filo della falce con la cote  o per asciugare il sudore della fronte . Dopo ore di lavoro, tutta l’ erba giaceva a terra e lì sarebbe rimasta fino a che non si fosse ben asciugata e proprio per questo veniva più volte rivoltata coi forconi fino a quando fosse stata pronta per rifornire il fienile rimasto vuoto nell’ inverno appena trascorso.

UTE: psicopedagogia : costruire la felicità.

Oggi la dr.ssa Todaro ha concluso il suo ciclo di lezioni con una bellissima conferenza sulla “felicità”: felicità da costruire , felicità come atteggiamento positivo  di fronte alla vita…. da lasciare in eredità…Concludendo la sua bella esposizione ci ha commentato alcune frasi tratte dal libro “Lettera a mio figlio sulla felicità” di Sergio Bambaren . Riporto qui alcune delle frasi più significative suggestive:

La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… e non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.

Se cadi, rialzati ,affronta le avversità e trova sempre il coraggio di proseguire. Fai della tua esistenza qualcosa di spettacolare.
La sola battaglia che non puoi vincere è quella che non vuoi combattere.
Se ti fidi dei tuoi istinti e accetti la vita così com’è, un giorno sarai in grado di trovare la pace non solo nei momenti più felici, ma anche nelle occasioni in cui il gioco si fa duro…
Le uniche cose che ti appartengono davvero sono i tuoi sogni e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo. Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito.
Non dimenticare mai che l’ amore che provo per te è come il vento: non potrai mai vederlo, ma potrai sentirlo sempre….ovunque sarai.
Credo che mi sia venuta la voglia di leggere questo libro…e voi che ne dite?