Barbra per fortuna ha potuto cantare…

Donne discriminate in Israele

Israele dev’ essere un ben strano paese : tanta gente proveniente da tutte le parti del pianeta si è trovata a convivere in questo angolo di mondo, portando però con sé le tradizioni e la cultura dei paesi di origine. E quello che si scopre nell’ articolo, di cui ho riportato il link qui sopra,  è che in una parte della popolazione, e precisamente quella ultraortodossa, la donna vive in una condizione di sottomissione impensabile in un paese moderno: addirittura non possono pregare nè cantare!!!

A stigmatizzare pubblicamente questa situazione è stata Barbra Streisand nel corso di una sua tournée in Israele: fa piacere constatare che gli anni (sono ormai 71) non le hanno fiaccato l’ animo battagliero ….e , grazie al cielo, a lei nessuno ha proibito di cantare…..

Cliccando su questo link la potete ascoltare nella sua famosissima “Woman in love” di cui faccio copia – incolla del testo per chi , come me, deve esercitarsi in inglese. http://www.youtube.com/watch?v=0KJ60uJZ3-Q
Life is a moment to space
When the dream is gone
it’s a lonelier place

I kiss the morning goodbye
But down inside, you know we never know why
The road is narrow and long
When eyes meet eyes and the feeling is strong
I turn away from the wall,
I stumble and fall, but I give you it all

Chrous:
I am a woman in love
And I’d do anything to get you into my world and hold you within
It’s a right, I defend, over and over again
What do I do?

With you eternally mine
In love there is no measure of time
We planned it all at the start
That you and I live in each other’s heart
We may be oceans away
You feel my love, I hear what you say.
No truth is ever a lie,
I stumble and fall, but I give you it all.

(Chrorus)

Ooooh Yes I am a woman in love and I’m talking to you,
You know I know how you feel, what a woman can do.
It’s a right, I defend, over and over again.
What do I do.
I’m a woman in love
And I’ll do anything to get you into my world
And hold you within

Quando la poesia diventa impegno politico…

Maram Al-Masri

Una donna siriana,  cui è  stato tolto il figlio, in nome di una cultura nemica delle donne, vive in Francia e scrive poesie per il suo popolo e per la sua terra. E’ il suo modo di combattere la dittatura che opprime il suo  paese. Copio e incollo qui di seguito una sua bella poesia. Cliccando sul link in alto potrete leggere un articolo pubblicato su “La Stampa” con qualche cenno biografico e alcune altre poesie…

Lettera di una madre araba al figlio


La libertà
è un grido
l’esplosione di una corda
in un petto che non ne può più
La libertà
è la madre della forza,
la Bella tra le belle,
 dea della saggezza,
perché il mondo diventa sordo
ai gridi delle madri,
perché Il mondo
non prende più nelle sue braccia
la gazzella ferita
sfuggita alla pallottola del cacciatore…
Perché ci sono
Tra noi, figlio mio,
montagne,
mari,
venti
e notti senza colore
ritmate
da paure e speranze.
Sii figlio mio
la goccia d’acqua
che insieme alle altre gocce
formerà l’onda
che pulirà la costa del mondo
e addolcirà le rocce acuminate
Figlio mio sii il soffio
che si unirà all’aria
perché la tempesta
strappi le radici dell’ingiustizia
Sii la scintilla
di luce,
che il sole della libertà
illumini il tuo paese.
La tua vita mi è cara …
Come quella dei bambini di tutte le madri.
Io ti dedico
figlio mio
alla libertà
Questa ultima parte della poesia mi pare particolarmente toccante se penso a quanto atroce possa essere stato per questa donna vedersi strappare il figlio e non poterlo seguire passo passo, giorno per giorno come accade a tutte le altre madri.

Donne pakistane : quante Malala!!

Il paese in cui studiare è un crimine.

 

 

 

 

In Pakistan se sei donna e vuoi studiare rischi la vita. Le notizie di assalti a scuole femminili si ripetono periodicamente e ora un autobus   di studentesse  universitarie  è stato fatto oggetto di un attacco terroristico: una bomba esplosa a bordo ha ucciso 12 ragazze e ne ha ferito numerose altre, che sono state trasportate all’ ospedale .  Ma a questo punto anche l’ ospedale è stato attaccato e sono state necessarie ore di combattimenti per riportare la calma.

Quanta paura hanno i talebani delle donne? Quanta paura hanno dell’ istruzione? Sanno che istruire una donna vuol dire dare un’ accelerazione vertiginosa al miglioramento delle condizioni di vita all’ interno delle famiglie e nella collettività e questo può mettere a repentaglio lo strapotere arrogante e miope  dei talebani .

Ognuna delle ragazze coinvolte in questo ennesimo attentato è un’ altra Malala ((la studentessa quindicenne pakistana che si è sempre battuta per il diritto allo studio delle sue coetanee e che per questo ha subito un attentato).

Stando così le cose, sarebbe importantissimo che a Malala  fosse conferito il premio Nobel per la pace (ho anch’ io firmato questa proposta).

Credo che se questo accadesse, sarebbe il riconoscimento dell’ eroismo  di tutte le giovani donne che in quella parte del mondo rischiano la vita per affermare i loro più elementari diritti. Malala è ormai un simbolo , una bandiera che rappresenta tutte le donne che combattono contro il fanatismo di chi va incontro al futuro con la testa rivolta al Medioevo.

 

Domani a Carpi Focherini beato.

5/9/44 all’alba
Maria carissima,
prima di partire per la nuova sede che mi allontanerà ancor per poco, spero , da te ti rinnovo il saluto di ieri sera.
Sto bene, sereno e tranquillo riprendo il cammino e in fiduciosa attesa prego e spero che l’ultima tappa sia più che breve.
Il Signore ci accompagni e ci benedica ed accettando il nuovo sacrificio più tuo che mio lo ricambi evangelicamente in tante benedizioni ed in tante grazie per tutti.
Ò avute le tue lettere del 24 e del 25 che attendevo in ansia e che ò salutate col più grande piacere. Viatico più bello non potevo ricevere.
Baciami ancora tutti i piccoli ed accetta col cuore più intensamente affettuoso tutte le più belle espressioni della gratitudine per tutto il bene che mi hai voluto e mi vuoi per tutto quello che di bene mi hai fatto per tutte le gioie che mi hai donato per la lieta corona di figli che mi hai offerto.
Di tutto il Signore terrà conto.
Dio sia con te, ti guidi, ti accompagni, ti preservi, ti benedica.
È la preghiera di ogni momento col cuore più rassegnato alla sua volontà. Fede e coraggio non mi mancano e ne chiedo ogni giorno al Signore per te che delle vicenda porti il carico più doloroso e pesante. E per te prego tanto tanto, più che per me che non abbisogno altro che di sapervi sicuri e tranquilli. – A me non pensare, non ti preoccupare che sto benissimo e non abbisogno di nulla.
Ed ora andiamo. Ma prima un caldo bacio per te e per tutti. – Rassicura Mamma e Babbo. – Nella piena fiducia in Dio ti bacio, anche per tutti i piccoli e ti abbraccio teneramente.
tuo Odo

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Sembra essere una normale lettera di un uomo innamorato della moglie che si prepara a un breve periodo di lontananza, tanta è la serenità che traspare dal testo…..invece è una delle lettere che Odoardo Focherini riuscì a far pervenire alla moglie dalla prigione in cui era rinchiuso , prima di partire per un lager dove troverà la morte pochi mesi dopo. Nel momento in cui la lettera viene scritta , Focherini è in carcere da quattro mesi circa e si può immaginare che non fosse proprio una vita facile, ma nella lettera non compare una sola parola di lamento o di autocommiserazione; i suoi pensieri e le sue preghiere sono unicamente per la moglie trentacinquenne che resta da sola a casa con i suoi sette figli e per i genitori.

Arrestato per aver aiutato oltre un centinaio di ebrei a  sfuggire alla cattura , certo sa quale destino può attenderlo, ma la sua fede è tanta da fargli accettare con serenità anche  l’ ingiustizia che lo ha colpito.

Domani a Carpi Odoardo Focherini verrà beatificato con una solenne cerimonia nella bellissima piazza della città.

Andrà tutto bene…..

Un colpo di vento, una finestra che sbatte e un brusco risveglio  ha  fermato il ricordo di un sogno in cui c’ eri tu…..

Ero  angosciata, mi sentivo in pericolo, ma tu  mi hai accarezzato con una dolcezza che mi mancava da tanto tempo…Volevi dire: “Andrà tutto bene..”.

Davide e il piccolo ribelle.

Una giovane donna ci viene incontro palesemente irritata e prosegue dritta e spedita.  Poco oltre un bimbetto di forse due anni con tanti riccioli neri e un’ espressione cocciuta sul visetto paffut0 è immobile in mezzo alla stradina dei giardinetti. Solo.

Tutti restiamo un po’ perplessi, ma subito ci rendiamo conto che il piccolo è impegnato in un braccio di ferro con la madre che alla fine del sentiero si ferma ad aspettarlo. Davide capisce la situazione e resta per un attimo a pensare, poi si avvicina al piccolo contestatore e dice con un certo tono che vorrebbe essere autorevole e convincente:- Vai dalla tua mamma!-

Il bambino, un po’ sorpreso accenna a ubbidire, ma poi vede la mamma che lo aspetta e si ferma: non vuole dargliela vinta!!! Davide si preoccupa e ripete : – Vai dalla mamma!! – Vista l’ inutilità del suo comando gli si avvicina di più e gli dice: – Allora dammi la mano, dammi la mano!- Accenna a prenderlo per mano, ma nel frattempo la mamma si decide e viene a recuperare il piccolo ribelle e Davide sorride:  tutto si è risolto per il meglio e lui si è tolto un bel pensiero dalla testa!!!

Per un giorno di quasi estate….

Oggi è stata forse la prima bella giornata calda di questa primavera che sta per finire . A Como c’ erano molti turisti stranieri per le vie del centro e c’ era aria di ferie. L’ aria limpida consentiva di vedere il bellissimo panorama del lago in tutto il suo splendore… solo passeggiando sul lungolago ci si sentiva stringere il cuore per lo scempio perpetrato da qualche anno nel cuore della città.

Nel viaggio di andata e ritorno , la campagna che costeggia la strada e i boschi sui fianchi delle montagne erano in piena esplosione proprio come descrive bene il poeta in questa poesia che incollo qui di seguito….

ESTATE

Improvvisamente fu piena estate.

I campi verdi di grano, cresciuti e 

riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.

La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
……..

H. Hesse