La Modenese.

Un’ estate di quasi mezzo secolo fa, andai a fare l’ educatrice in una colonia marina nei dintorni di Riccione, chiamata “La Modenese” .  Costruite nel ventennio fascista per ospitare i figli dei contadini e degli operai, le colonie apparivano come enormi casermoni costruiti sulla spiaggia, in grado di ospitare molte centinaia di bambini  contemporaneamente.

A ogni educatrice veniva  affidata una squadra di 30 bambini dai sei ai 12 anni e ogni camerata ospitava ben due squadre, perciò in ogni stanzone ci si dormiva in sessantadue (comprese le due educatrici). Tutto funzionava secondo schemi e ritmi militari : ricordo le adunate sulla spiaggia per la ginnastica o per vari giochi sotto la guida del capo-colonia (lo chiamo così perchè non ricordo bene la sua qualifica ); ricordo il momento del bagno in mare : in un tratto  ben delimitato si tuffava questa massa enorme di bambini che sguazzavano, mentre noi educatrici li sorvegliavamo e poi tutti sotto l’ ombra delle pensiline a giocare con la sabbia, in attesa del rientro in camerata per prepararsi per il pranzo.

L’ organizzazione era perfetta : c’ erano i turni per il pranzo, i turni per i riposi settimanali, i turni per le docce … tutto come  in una enorme catena di montaggio. Ero partita in compagnia di una mia cara amica, che però non resse  a lungo la fatica e tornò a casa dopo pochi giorni. Io rimasi per tutto il mese come previsto al momento dell’ ingaggio, ma fu un’ esperienza che non desiderai più ripetere e  poco tempo dopo anche le colonie marine furono abbandonate.

Non scorderò mai l’ insalata semovente nel piatto: sotto la lattuga era rimasta intrappolata una grossa lumaca …. ed è inutile dire l’ effetto che mi fece vederla aggirarsi lentamente tra una foglia e l’ altra !!!

Non scorderò mai nemmeno il momento della partenza alla fine della vacanza: tutti  i bambini divisi per squadre e allineati sul marciapiede formavano un serpentone lunghissimo, che procedeva ordinatamente verso la stazione ferroviaria ; ad un fischio del capo tutti  ci fermammo  e ci voltammo verso la sede stradale completamente libera perchè il traffico era stato bloccato ; dopo pochi secondi un altro fischio diede il segnale : si doveva attraversare la strada e in un attimo quel lungo serpente si spostò di corsa sul marciapiede opposto e arrivò così al treno che ci avrebbe ricondotti tutti  a casa .

Fra i trenta bambini  che mi erano stati  affidati , ricordo solo Carla, la più piccola del gruppo. Aveva due occhioni grandissimi , di cui uno leggermente strabico, e portava lenti molto spesse; magrolina e bruna di pelle, aveva sempre  bisogno di essere aiutata,  mi si aggrappava per essere presa in braccio e mi ringraziava con i suoi bacetti umidicci.

Per chi volesse saperne di più sulle colonie può seguire questo link : http://www.imss.fi.it/espo/ssunder18/colonie_apuano.pdf