Una sera in biblioteca: romanico emiliano.

Duomo di berceto.

Ieri sera alla Biblioteca comunale, si è tenuta una conferenza sul romanico in Emilia. L’ invito annunciava una particolare attenzione per la provincia di Reggio  e io, che sono reggiana  , ero particolarmente curiosa , perchè ai miei tempi il nostro paesello non era ben collegato al capoluogo di provincia e noi in paese, tramite la ferrovia, avevamo più contatti col carpigiano e col modenese .

C’era poca gente e credo che ci fosse da aspettarselo: l’ argomento non era così allettante… Il relatore, un appassionato di romanico, che ha condotto ricerche in ogni regione d’ Italia negli ultimi trent’ anni, ci ha mostrato le sue  diapositive , descrivendo le diverse chiese, e relativi interni, che si trovano lungo la strada romea che corrisponde circa all’ attuale percorso verso il passo della Cisa: da Parma a Berceto , passando per Vicofertile, Collecchio, Fornovo, Serravalle e Bardone.

Sono chiese sconosciute ai più, ma che hanno un loro  fascino nella loro semplicità austera. Purtroppo della provincia di Reggio ci è stato mostrato solo ciò che resta dell’ antica fortezza di Canossa e una piccola chiesa di Toano , quindi io sono rimasta un po’ delusa.

Il relatore ha accompagnato la descrizione delle sue immagini con antiche storie/ leggende riguardanti i luoghi da lui visitati e fotografati. Tra queste leggende sono riuscita a rintracciare, nel sito “Santi e beati”, quella riguardante la chiesa di Berceto , che vado a incollare qui di seguito.

Nei pressi del Passo della Cisa, c’è una località nota agli appassionati delle escursioni in montagna e chiamata Fonte di San Moderanno. Ricorda un pittoresco episodio avvenuto ben mille e duecento anni fa e che ebbe per protagonista San Moderano, o Moderanno, vissuto nell’VIII secolo.  sorprendente come il ricordo di questo lontanissimo personaggio sia ancora vivo, legato durevolmente al nome di una località, o, come si dice, a un toponimo. Benché ricordato sull’Appennino tosco-emiliano, Moderano non fu un santo di origine locale. Veniva da lontano, dalla Francia, ed era Vescovo di Rennes, l’antica capitale del Ducato di Bretagna.
Per compiere il pellegrinaggio a Roma. per onorare la sepoltura dell’Apostolo Pietro, il Vescovo Moderano lasciò la sua città e si spinse verso il Mezzogiorno. Lungo la sua strada c’era Reims, la città dov’era sepolto San Remigio, il convertitore dei Franchi: Moderano ottenne qualche reliquia, da portare con sé verso Roma.
Giunto al Passo della Cisa, si fermò per riposarsi, e attaccò ai rami di un albero le reliquie di San Remigio. Ripartendo, si dimenticò di quel prezioso bagaglio e quando, accortosene, tornò indietro per riprenderle trovò che non poteva più raggiungere il ramo, inspiegabilmente sollevatosi.
Visto inutile ogni sforzo, il pellegrino promise di donare le reliquie, se avesse potuto riottenerle, al monastero della vicina Berceto, e soltanto allora il ramo si abbassò, permettendo a Moderano di raccogliere le reliquie, come un prodigioso frutto di santità.
Fu così che Berceto, nota località montana sull’Appennino parmense, venne ad avere, nel suo monastero benedettino, alcuni resti di San Remigio, mentre il Vescovo di Rennes, Moderano, venne nominato da Liutprando, Re dei Longobardi, Priore di quello stesso monastero.
Moderano tornò in Francia, ma non per rimanervi. A Reims fece simbolico dono del monastero di Berceto all’abbazia di San Remigio; a Rennes, dette le dimissioni da Vescovo, e fece eleggere un successore.
Poi tornò a Berceto, e vi restò fino alla morte, sopraggiunta pochi anni dopo. Soltanto nel secolo scorso le sue reliquie vennero trasferite a Rennes, accolte con molto onore dalla città che, tutto sommato, avrebbe potuto considerare a buon diritto San Moderano come un Vescovo rinunziatario e fuggitivo