UTE: Il borgo di Villincino. – “Siamo ciò che mangiamo”: alimentazione e microbioma.

Incino e Villincino sono due zone da sempre ben distinte della città di Erba: Villincino era la zona abitata dalle famiglie più in vista, mentre Incino era  importante per la presenza della Pieve di S. Eufemia e perché vi si svolgeva il mercato, ma era abitata da famiglie di contadini.

Si parla di Villincino già in un documento risalente al 1160 e viene citato anche successivamente in documenti del 1253 e del 1348. Nel XIII secolo, durante la guerra che vide contrapposti  i Visconti e i Torriani, questi ultimi distrussero il borgo (restarono e sono visibili ancora oggi, solo la Torre e la Pusterla) che fu poi abbandonato per un lungo periodo.

A metà del ‘300, Villincino fu ricostruito ad opera dei signori Carpani, proprietari terrieri e lanaioli. All’interno vi erano le case dei contadini, mentre nelle adiacenze della torre sorgevano le case dei notabili. Si deve ai Carpani  la donazione di terreni per  la costruzione di un convento, divenuto poi l’attuale Villa Amalia con la Chiesa di S. Maria degli Angeli,  e per la costruzione  del  monastero di S. Salvatore. Sempre la famiglia Carpani nel 1606 istituisce un fondo per provvedere la dote alle ragazze povere.

Nel 1891 si estingue la famiglia Carpani di Villincino e i possedimenti passano alla famiglia Busti-Carpani fino alla seconda metà dell’800. Risiedono nel borgo anche le famiglie Sacchi, Annoni e Prina. Quest’ultima famiglia si estingue nel 1925 con la morte di Giuseppina Prina cui è intitolata la fondazione omonima che sostiene l’attuale RSA cittadina.

E’ stata una lezione molto interessante, documentata da fotografie rare ed esposta con la solita passione e competenza dalla nostra bravissima Prof. Alberta Chiesa.

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SIAMO CIO’ CHE MANGIAMO – Il filosofo tedesco Feuerbach (1804-1872) affermava che per migliorare un popolo bisogna migliorare la sua alimentazione: per poter pensare meglio, bisogna alimentarsi meglio. Anche se questa sua affermazione non è condivisibile in toto, tuttavia ha una parte di verità perché è l’alimentazione che determina il nostro microbioma.

I ricercatori in questi ultimi anni si stanno dedicando allo studio del microbiota e del microbioma.

Per microbiota intendiamo l’insieme di quei microorganismi che vivono in simbiosi con noi (sulla pelle e nel tubo digerente) . Il microbiota si forma già nella fase prenatale.

Il microbioma è il patrimonio genetico che il microbiota è in grado di esprimere. Il microbiota , tra le altre funzioni,  ci difende dai germi patogeni, regola le funzioni intestinali, sintetizza le vitamine, ci permette di assorbire i nutrienti, coopera con il sistema immunitario.

Le disbiosi sono determinate da alterazioni della flora batterica, causate da un’alimentazione ricca di cibi troppo raffinati, da stress, da mancanza di movimento, da farmaci o dall’abuso di droghe e alcool, da inquinamento e anche da eccesso di igiene…

I sintomi delle disbiosi possono essere: cattiva digestione, alitosi, micosi, stanchezza, cistiti ricorrenti, disturbi del sonno… Attualmente si sta studiando il rapporto tra disbiosi e malattie degenerative del sistema nervoso centrale (Alzheimer, Parkinson…)

Sono stati messi a punto dei test per individuare le disbiosi: tramite un esame delle urine si possono individuare la presenza di scatolo (che segnala un eccesso di proteine nell’alimentazione) o un eccesso di indicano (eccesso di zuccheri).

Per curare le disbiosi si può ricorrere all’impianto di flora batterica sana (isolata dalle feci di un individuo sano) in un individuo malato; si possono anche escludere dall’alimentazione i cibi che causano la disbiosi; è utile assumere fermenti lattici, probiotici e prebiotici (fibre).

Valgono sempre i consigli che vengono dalla scienza e dal buonsenso: movimento, alimentazione equilibrata e ricca di fibre, evitando carni rosse, insaccati e bevande zuccherate.

Il dr. Filippi riesce sempre ad aggiornarci sulle più recenti ricerche e lo fa in modo chiaro e semplice, come solo chi è padrone della materia sa fare.