UTE: la non violenza e la religione: uccidere in nome di Dio? (prof. M. Russo)

il massacro degli Ugonotti in Francia
il massacro degli Ugonotti in Francia

Tutte le religioni comandano di non uccidere, eppure in ogni tempo e sotto ogni bandiera gli uomini hanno ucciso e continuano ad uccidere per asseriti motivi religiosi. Lo hanno fatto i cristiani (ricordiamo le Crociate, il Sacro Macello in Valtellina, il massacro degli Ugonotti, le guerre tra cattolici e protestanti …), i musulmani, gli induisti ecc,..

Per prevenire le guerre di religione, bisogna perseguire la non violenza; Gandhi raccomandava di avere amici di religioni diverse. Spesso invece accade che, incontrando persone di fede diversa dalla nostra, ci sentiamo prendere dalla diffidenza e dalla paura (paura di tradire la nostra fede? di non essere pronti al confronto?) Papa Giovanni XXIII e oggi Papa Francesco ci esortano a cercare ciò che abbiamo in comune con le altre religioni, piuttosto che evidenziarne le differenze. Ognuna di esse possiede un po’ di verità, quindi non dobbiamo pensare che la nostra fede sia superiore a tutte le altre proprio come accadeva presso i popoli primitivi.

Un tempo infatti ogni tribù aveva il suo totem, il suo dio, che la doveva proteggere dalle tribù nemiche. La tribù vincente, in caso di guerra, si vantava di avere il dio più potente.

Questa impostazione mentale rimane ancor oggi  nonostante che da duemila anni preghiamo come Gesù ci ha insegnato, dicendo “Padre NOSTRO” . La parola “nostro” si riferisce a tutti gli uomini, senza distinzioni e tutto l’insegnamento evangelico è volto a far superare barriere di ogni tipo che possano dividere l’umanità.

E allora perchè si è arrivati, e si arriva tuttora, alle guerre di religione? Purtroppo la religione viene spesso (da sempre), strumentalizzata per fini economici e politici. “Religio instrumentum regni” dicevano i latini; “Got mit uns” dicevano i nazisti e sui dollari statunitensi c’è la scritta: “In God we trust”; per non parlare dei politici di oggi che sbandierano simboli religiosi per farsi ritenere buoni credenti solo per accalappiare qualche voto in più.

La jihad islamica, spesso intesa come guerra santa, è invece la lotta interiore del fedele che vuole meritare il Paradiso. Il Corano ammette solo la legittima difesa.

I terroristi, che hanno ucciso centinaia di persone in Europa e altri due milioni  nel resto del mondo,  non sono dunque buoni musulmani. I talebani sono sorti sotto il patrocinio di americani e sauditi per mettere le mani sul petrolio; in India e in Birmania si perseguitano oggi certe minoranze per allontanarle da terre ricche di materie prime molto ambite. Dietro al fanatismo religioso,  si nascondono interessi economici e politici.

In conclusione bisogna approfondire la conoscenza di chi vive accanto a noi e professa religioni diverse o ha diverse abitudini: conoscendoli, li capiremo e non ci faranno più paura.

Grazie, prof. Russo! Certi concetti parrebbero assodati, ma non è così ed è bene ribadirli.