UTE: Le invasioni barbariche: i Normanni ( sintesi di A. D’Albis) – Editoria Ricordi,

La professoressa Chiesa conclude il suo ciclo di lezioni sulle “Invasioni Barbariche” parlandoci dei Normanni.
I Normanni si chiamavano anche Vichinghi.
Infatti, erano un popolo vichingo proveniente dal Nord (Danimarca o Norvegia).
Nonostante fossero in prevalenza contadini, si dimostrarono grandi navigatori.
Infatti, senza bussole e Carte di navigazione, essi attraversarono l’Oceano Artico e raggiunsero la Groenlandia, L’Islanda, il Labrador (nell’attuale Canada), la Gran Bretagna e, risalendo il corso di fiumi che avevano la foce nel Mar Baltico, la futura Russia e l’Ucraina.
I Normanni, soprattutto quelli Svedesi, erano dediti al saccheggio per mare. Dotati di navi leggere senza ponte e senza remi, le Drakkar, cioè “dragoni”, batterono le coste della Francia, dell’Inghilterra fino alla penisola Iberica, all’Italia e alle isole del Mediterraneo occidentale.
I Normanni erano abili e audaci guerrieri; abili artigiani nella costruzione di armi; ingegneri navali; commercianti di pellicce.
Inizialmente pagani e dediti alle razzie, in seguito allo stanziamento in Francia si convertirono al Cristianesimo e si dedicarono anche all’ agricoltura.
Avevano una società evoluta in cui la donna aveva un ruolo importante.
La loro agricoltura, invece, era di sussistenza.
I Normanni si insediarono prima In Francia, nella regione a Nord, che da loro prese il nome di Normandia, (910), nel XI secolo si riversarono per la prima volta nell’ Italia meridionale (Puglia e Campania) nel 1017 circa, poi arrivarono in Inghilterra (1066).
Nel 1066, in fatti, il re d’Inghilterra Edoardo morì senza discendenti, ma lasciò come suo erede il duca Guglielmo di Normandia. Costui attraversò la Manica per far valere i propri diritti e conquistò l’Inghilterra. Guglielmo, detto il Conquistatore, fu incoronato re d’Inghilterra dall’arcivescovo di York a Westminster nel 1066.
Nel 1072 i Normanni conquistano la Scozia, poi l’Irlanda, la Spagna e, infine, ritornarono nell’Italia meridionale.
A capo dei Normanni in Italia c’era Rainulfo Drengot. Egli fondò la cittadina di Aversa che divenne ben presto il punto di riferimento di tutti i Normanni che giungevano in Italia.
Melfi era la capitale del ducato di Puglia e di Calabria e fu sede di cinque concili tra il 1059 e il 1101. Durante il concilio indetto da Niccolò II nel 1059 Roberto il Guiscardo, chiamato così per la sua astuzia diplomatica, (Guiscardo deriva dal francese vissart = “volpe”) degli Altavilla strinse un patto con il pontefice, con cui si dichiarava formalmente suo vassallo ottenendo in cambio i titoli (ancora solo nominali) di duca di Puglia (che comprendeva anche la Basilicata e parte della Campania) e di Calabria (che era però ancora in parte in mano ai Bizantini) oltre che conte di Sicilia (che però era ancora sotto il dominio arabo).
I Normanni riuscirono ben presto a scacciare dal Meridione la presenza bizantina con ripetute spedizioni che culminarono nel 1060 con la conquista a opera di Roberto il Guiscardo della città di Reggio Calabria. In seguito, gli Altavilla scalzarono l’ultimo principe longobardo con la conquista di Amalfi e Salerno nel 1077, mentre la conquista della Sicilia fu più difficile perché in quella regione regnavano ancora gli Arabi.
La professoressa aggiunge che con Roberto il Guiscardo nasce la monarchia assoluta.
Adesso la docente passa a parlare della conquista della Sicilia.
Roberto il Guiscardo e suo fratello Ruggero sbarcarono a Messina varie volte, ma furono sconfitti, fino al 1072, anno in cui Ruggero riuscì a conquistare Palermo. Suo fratello Roberto lo nominò conte di Sicilia. Nel 1085 morì Roberto il Guiscardo.
Nel 1091, Ruggero conquistò l’ultima roccaforte araba in Sicilia, Noto, e pose fine alla dominazione araba della Sicilia. Nel 1098 il Papa nominò Ruggero Conte di Calabria e di Sicilia.
Alla morte di Ruggero I, gli succedette nel 1101 il figlio Ruggero II, con la reggenza fino al 1112 della madre Adelaide del Vasto. Ruggero II dopo aver conquistato l’Italia meridionale, creò il Regno di Sicilia: la notte di Natale del 1130 nella cattedrale di Palermo fu incoronato re di Sicilia e duca di Puglia e di Calabria. Ruggero II completò il dominio normanno in Italia meridionale con la conquista del Ducato di Napoli (1137). Egli conferì al suo Regno un’organizzazione feudale rigidamente gerarchica e strettamente legata alla persona del sovrano, con una struttura statale all’avanguardia ed efficiente per l’Europa medievale. Tuttavia, il Regno di Sicilia era uno stato indipendente sia dal Papa, sia dall’Imperatore.
Sotto il regno di Ruggero, ci fu un periodo di pace e di integrazione. Egli adottò una politica di tolleranza culturale e religiosa: tutti i popoli (latini, greci, longobardi, ebrei e arabi) poterono conservare i loro costumi e il loro credo religioso. Inoltre, Ruggero integrò con la popolazione locale anche gli inglesi, i francesi e i lombardi.
Ruggero fu un grande ammiratore della cultura araba e si adoperò in opere di sostegno delle attività artistiche. Fu, inoltre, un Re colto e poliglotta.
Dopo il regno di Ruggero II, seguirono i regni di Guglielmo I (1154-1166) e di Guglielmo II (1166-1189).
Quando Guglielmo II morì (1189), non essendovi discendenti diretti, si pose il problema della successione. In punto di morte, Guglielmo avrebbe indicato la zia Costanza d’Altavilla come erede e obbligato i cavalieri a giurarle fedeltà. Una parte della corte, sperando anche nell’appoggio papale, simpatizzava invece per Tancredi conte di Lecce, che era riuscito a ottenere una certa stima come comandante militare ed era, per quanto illegittimo, figlio di Ruggero III, l’ultimo discendente maschio della famiglia Altavilla e fratello di Costanza. Nel novembre 1189, Tancredi fu incoronato a Palermo Re di Sicilia.
Nel frattempo, però, divenne imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI di Svevia, il quale sposando Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II, si accinse a conquistare il regno di Sicilia, ma fu sconfitto. L’impresa gli riuscì nel luglio del 1194 dopo la morte di Tancredi. Palermo fu conquistata agli inizi di dicembre e il 25 dicembre 1194 Enrico VI s’incoronò re di Sicilia. Il giorno seguente Costanza, in procinto di raggiungere la Sicilia dalla Germania, diede alla luce a Jesi (piccolo comune in provincia di Ancona) Federico II, all’età di 40 anni. Enrico morì nel 1197 e gli succedette il figlio Federico II con la reggenza della madre Costanza. Quando anche Costanza morì nel 1198, ella affidò il figlio, ancora minorenne, al Papa fino alla maggiore età. Federico II divenne re di Sicilia e imperatore del Sacro Romano Impero nel 1220. Conosciuto con l’appellativo di Stupor Mundi (“meraviglia o stupore del mondo”) Federico II era dotato di una personalità affascinante.
Egli fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica e uomo straordinariamente colto ed energico.
Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa e di innovazione artistica e culturale, che aveva lo scopo di unificare le terre e i popoli, ma che fu fortemente contrastata dalla Chiesa. Inoltre, il sovrano mise in discussione il potere temporale della Chiesa e per questo ebbe ben due scomuniche dal Papa Gregorio IX.
Federico II parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo) e fu l’autore di una rivoluzione linguistica molto importante, perché promosse l’uso della lingua siciliana come lingua letteraria e poetica, fondando la Scuola poetica siciliana.
Con l’ascesa al trono di Federico II terminò così la dinastia normanna in Italia meridionale e cominciò la dinastia Sveva.
La professoressa Chiesa prima di salutarci, ci consiglia la lettura di un romanzo storico bellissimo e molto fedele alla Storia, che narra le vicende di Costanza di Altavilla, madre di Federico II di Svevia:

Carla Maria Russo – La sposa normanna – edizioni Piemme

Dopo questo consiglio, salutiamo la professoressa con un arrivederci al prossimo anno accademico.

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Nell’ultima lezione dell’anno, il M° Alessandra Zapparoli e il prof. Pintaldi ci hanno deliziato con una serie di spezzoni cinematografici tratti dal film “Casa Ricordi” del 1954. Le righe che seguono sono prese dal sito che ne parla

Il film narra la saga familiare della celebre casa editrice musicale milanese nata in epoca napoleonica ad opera di un modesto stampatore che, in cambio di una commessa del presidio militare, ottenne i vecchi spartiti giacenti nel magazzino del teatro “Alla Scala”. Attraverso la saga dei Ricordi il film traccia anche la storia della lirica italiana dell’Ottocento e del primo Novecento, da Rossini a Verdi, da Donizetti a Puccini…

Nel secondo dopoguerra, gli ultimi eredi dell’editrice Ricordi  continuarono la tradizione di famiglia  di puntare sui giovani talenti e portarono alla ribalta alcuni dei nostri più grandi cantautori come Paoli o De André. Da tempo la Casa Ricordi è stata acquisita da una casa tedesca.

E’ stato estremamente piacevole ripercorrere la storia della lirica e dei nostri musicisti più famosi risentendo  arie che riescono sempre a toccare il cuore; ed è stato anche piacevole rivedere tanti volti di attori bravissimi ormai scomparsi: Marcello Mastroianni, Paolo Stoppa, Andrea Checchi, Fosco Giachetti, Gabriele Ferzetti, Elisa Cegani, Gazzolo (padre), e altri ancora.

Gli editori della famiglia Ricordi hanno avuto il grande merito di saper rischiare dando fiducia a giovani musicisti ancora sconosciuti e  portandoli al successo: così hanno ci hanno regalato capolavori immortali.

Un sentito grazie e un affettuoso “arrivederci” ai docenti Zapparoli e Pintaldi che ci fanno sempre trascorrere momenti di grande emozione: a un certo punto tutti i soci presenti insieme cantavano  il coro  “Va’ pensiero” …. mi sono commossa.