UTE: Le vaccinazioni (A. D’Albis)- Fiabe tra Europa e Giappone (Diana).

Alle 15.00 il dottor Rigamonti introduce la sua lezione sulla “Immunoterapia” e le vaccinazioni.

L’Immunoterapia è il metodo più importante per la cura delle patologie basate su sostanze che agiscono sul sistema immunitario.Il sistema immunitario è un nostro patrimonio, ma anche degli animali, che cresce e si sviluppa con noi. Quando il bambino è molto piccolo prende le difese anticorpali dal latte materno. Poi a tre mesi il bambino comincia a fare le vaccinazioni; fa i richiami a sei mesi e, infine, a un anno. A questa età il bambino, dopo tre richiami delle vaccinazioni base e consigliate, è già immune da non farsi infettare da virus tipo la rosolia, il morbillo, la pertosse, l’epatite A e B e altre. In sintesi, l’immunoterapia è andare a prendere un anticorpo già precostituito e iniettarlo nella persona.

L’anticorpo si può creare in due modi, ci dice il dottore: o prendendo la malattia e superandola, o facendo il vaccino. A seconda delle circostanze, l’immunoterapia ha lo scopo di indurre, amplificare o sopprimere una risposta immunitaria da parte dell’organismo.

A tal proposito, continua il dottore, possiamo distinguere due tipi di immunoterapia:

Immunoterapia di soppressione: sono le terapie che si usano per le allergie, perché sopprimono la iper-risposta dell’organismo. Questa terapia richiede l’uso degli antistaminici. 

  • Immunoterapia di attivazione: sono le terapie che cercano di indurre o di amplificare una risposta immunitaria. È questo il caso dei vaccini e dell’immunoterapia oncologica, ossia dell’immunoterapia impiegata nel trattamento di tumori.

Il dottore ci ha parlato, poi, proprio dell’Immunoterapia Oncologica. Ci ha spiegato che il sistema immunitario non riconosce i tumori perché essi sono cellule dell’organismo e non estranee ad esso. Le cellule del nostro organismo espongono sulla propria superficie molecole di diversa natura, come proteine e carboidrati; le cellule maligne, invece, molecole diverse da quelle esposte dalle cellule sane. Queste molecole prendono il nome di antigeni tumorali. L’immunoterapia oncologica sfrutta proprio questo fenomeno: le cellule del sistema immunitario possono essere in grado di individuare gli antigeni tumorali e di attaccare le cellule malate che li espongono.
L’immunoterapia oncologica può essere suddivisa in tre gruppi principali:

  • Terapia cellulare;
  • Terapia anticorpale;
  • Terapia con citochine.

La terapia cellulare prevede la somministrazione dei vaccini contro il cancro: vengono prelevate cellule immunitarie da pazienti affetti da tumore.  Una volta prelevate, le cellule immunitarie vengono attivate in modo da riconoscere in maniera specifica le cellule tumorali, quindi coltivate in vitro e, infine, restituite al paziente. In questo modo, una volta tornate nell’organismo, le cellule immunitarie specifiche per il tumore dovrebbero essere in grado di identificarlo ed attaccarlo.

La terapia anticorpale prevede che, un anticorpo riconosce un antigene , questi interagiscono l’uno con l’altro con una sorta di meccanismo “chiave-serratura“.  Quando avviene l’interazione antigene-anticorpo – quindi quando la chiave è “inserita” – l’anticorpo si attiva, dando inizio alla risposta immunitaria dell’organismo.

Per quando riguarda la terapia con citochine, il dottore ci ha spiegato che le citochine sono responsabili della comunicazione tra le varie cellule del sistema immunitario e, alcune di esse, sono prodotte dallo stesso sistema immunitario.

Per finire, il dottore ci ha elencato gli effetti collaterali della Immunoterapia.

Ci ha spiegato che essi possono essere causati dall’iperattività del sistema immunitario.

Può capitare, infatti, che il sistema immunitario attacchi, non solo le cellule malate, ma anche quelle sane perché non è più in grado di riconoscerle come tali. Gli effetti più comuni possono essere:

  • Stanchezza;
  • Prurito;
  • Nausea e vomito;
  • Diarrea;

Tuttavia, dalle ricerche effettuate fino ad Aprile 2015, risulta che è stato approvato solo un vaccino per il cancro alla prostata.

Molti altri vaccini sono già in fase di sperimentazione, ma non sono ancora utilizzabili.  Alla fine della sua lezione il dottor Rigamonti ci parla del CORONAVIRUS, oggetto di preoccupazione e discussione in questi giorni e ci consiglia di vedere un filmato su YouTube intitolato “Coronavirus spiegato in italiano”.

Ed ecco il video:

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Cos’è la Fiaba? E’ qualcosa che si racconta.

La cultura umana comincia con la tradizione orale che trasmette nel tempo fiabe, favole e miti. La fiaba è caratterizzata in genere da elementi fantastici; la favola ha come protagonisti gli animali ed ha un chiaro intento moralistico (Esopo, Fedro, La Fontaine);  il mito ha sempre una dimensione sacra.

Il genere della fiaba ha avuto origine in India e si è poi diffuso in Europa e in Cina, per questo le fiabe europee e quelle cinesi sono molto simili.  Sono stati gli antropologi che si sono occupati, in vari paesi, di raccogliere e registrare i racconti tramandati oralmente  per secoli.

Giovan  Battista Basile riportò quelli che si narravano al sud ne “Lo Cunto de li Cunti” e dalla sua opera i fratelli Grimm, in Germania, trassero molto materiale per i loro libri; Andersen in Danimarca raccolse racconti popolari e altri ne inventò. A Roma esiste una discoteca che conserva le registrazioni di fiabe che le donne anziane del sud e di altri territori solevano raccontare ai più piccoli.

Le fiabe hanno come nesso comune il rapporto con il male: la narrazione educa a riconoscere e a discernere il bene e il male e gli elementi di crudeltà di cui sono spesso pervase, hanno il fine di insegnare come fermare il male e trionfare su di esso.

tempio shintoistaMentre delle fiabe europee non si conosce l’autore e la loro origine si perde nella notte dei tempi, le fiabe giapponesi hanno una datazione e un autore certo e riportano a un simbolismo molto lontano dalla nostra cultura. Spesso da noi la fiaba finisce con la morte del cattivo, nelle fiabe giapponesi la morte dà origine alla storia e  risente dello shintoismo, che non è propriamente una religione, ma un modo di scoprire il sacro nella natura e nelle cose.