UTE: La fine del potere temporale (don Ivano Colombo).

Il potere temporale dei Papi e la costituzione di uno Stato Pontificio indipendente ha avuto origine non tanto dalla DONAZIONE DI COSTANTINO (oggi unanimemente riconosciuta come un falso), quanto dal fatto che con la caduta dell’Impero Romano i Papi si ritrovarono, in assenza di un’autorità civile, a rappresentare il solo punto di riferimento per la popolazione; a questo si aggiunga che  molti Papi provenivano da ricche famiglie romane e portavano “in dote” anche parte dei beni di famiglia. Risalgono all’VIII secolo i primi atti notarili riguardanti le acquisizioni territoriali .  Nell’epoca delle Signorie, con i Borgia e con Giulio II lo Stato Pontificio allargò i suoi confini facendo  guerra alla Serenissima (Repubblica di Venezia).

Dopo la Rivoluzione e dopo le riforme napoleoniche, lo Stato Pontificio non fu in grado di modernizzare le sue strutture per stare al passo coi tempi, ma continuò ad esistere anche dopo il riassetto degli Stati europei, voluto dalla Restaurazione, grazie anche all’aiuto dell’Austria.

Pio IX, sembrò inizialmente ispirarsi a principi riformatori, ma dopo la porta Pia bianco e neroproclamazione della Repubblica Romana (1849) si rinchiuse sempre di più e da quel momento fu la Francia a sostenere militarmente lo Stato Pontificio, nonostante il disaccordo con le altre cancellerie europee.  Dopo la sconfitta di Sedan e la caduta di Napoleone III, il governo italiano può procedere alla “conquista ” di Roma che avviene il 20 settembre 1870, con la Breccia di Porta Pia.

Pio IX scomunica il re d’Italia e tutti i responsabili del blitz. Da quel momento ai cattolici italiani fu proibita, con il NON EXPEDIT, la partecipazione alla vita politica. Tale posizione fu ribadita anche dai successori di Pio IX.

Solo 100 anni dopo Paolo VI riconobbe che la fine del potere temporale fu una liberazione per la Chiesa che non dovette più occuparsi di compiti che esulano dalla sua missione. Ora il Papa può contare su un prestigio e un’autorevolezza di cui non godeva certo ai tempi del Papa Re.

Abramo e la prova.

Abramo  e Sara, sua moglie, erano orma vecchi e non avevano ancora avuto figli, ma Dio aveva promesso una  discendenza numerosa come le stelle del cielo. Nacque infatti Isacco, ma un giorno ….

1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!» Egli rispose: «Eccomi». 2 E Dio disse: «Prendi ora tuo figlio, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e va’ nel paese di Moria, e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò».
3 Abramo si alzò la mattina di buon’ora, sellò il suo asino, prese con sé due suoi servi e suo figlio Isacco, spaccò della legna per l’olocausto, poi partì verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
4 Il terzo giorno, Abramo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Rimanete qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi torneremo da voi». 6 Abramo prese la legna per l’olocausto e la mise addosso a Isacco suo figlio, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme. 7 Isacco parlò ad Abramo suo padre e disse: «Padre mio!» Abramo rispose: «Eccomi qui, figlio mio». E Isacco: «Ecco il fuoco e la legna; ma dov’è l’agnello per l’olocausto?» 8 Abramo rispose: «Figlio mio, Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto». E proseguirono tutti e due insieme.
9 Giunsero al luogo che Dio gli aveva detto. Abramo costruì l’altare e vi accomodò la legna; legò Isacco suo figlio, e lo mise sull’altare, sopra la legna. 10 Abramo stese la mano e prese il coltello per scannare suo figlio. 11 Ma l’angelo del SIGNORE lo chiamò dal cielo e disse: «Abramo, Abramo!» Egli rispose: «Eccomi». 12 E l’angelo: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo». 13 Abramo alzò gli occhi, guardò, ed ecco dietro a sé un montone, impigliato per le corna in un cespuglio. Abramo andò, prese il montone e l’offerse in olocausto invece di suo figlio. (Genesi,22)

Tanta è la fiducia in Dio di Abramo da obbedire senza discutere, affidandosi interamente a LUI anche se ciò che gli viene chiesto sembra fuori da ogni logica. Anche a noi può capitare di trovarsi a volte di fronte a situazioni che paiono inaccettabili, davanti alle quali ci sentiamo ribollire di rabbia impotente, ma, quando non si può fare niente per cambiare le cose, conviene affidarsi a Chi forse saprà dare un significato a quanto ci accade.

Conte: una piacevole sorpresa.

  • Fedeltà a Conte!!- è stata la prima reazione del M5s all’incarico a Draghi e questo aveva fatto pensare che non ci sarebbe stato futuro nemmeno per questo ultimo  tentativo di uscire dalla crisi.

Dopo gli inizi oscuri (sembrava uscito dal cilindro di un mago di prestigio), i primi passi in sordina di Conte mi avevano fatto dire di lui, parlando con un’amica: “E’ un po’ incolore”. Pareva spesso impacciato e lo si diceva teleguidato da Casalino.

Poi a poco a poco ha un po’ imparato il mestiere e si è conquistato il favore degli Italiani che hanno cominciato ad apprezzarne la serietà, il garbo e la capacità di farsi ascoltare anche in campo europeo.

Detto questo, temevo che si arroccasse sull’Aventino dopo aver subito lo smacco impostogli da Renzi, invece sta forse ora dimostrando di saper guardare oltre il suo “ego” e la sua disponibilità a collaborare con Draghi sarà probabilmente  determinante.